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Lúcio Rosato – Le case poggiate, sui territori limitrofi.
Le case – come le cose – poggiate, raccontano di un progetto di dismissione e rinuncia che apre alla possibilità di costruire il vuoto necessario: alla natura per occupare il suo spazio, all’uomo per individuare una nuova prospettiva del pensare.
Comunicato stampa
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Le case - come le cose - poggiate, raccontano di un progetto di dismissione e rinuncia che apre alla possibilità di costruire il vuoto necessario: alla natura per occupare il suo spazio, all’uomo per individuare una nuova prospettiva del pensare. In questa occasione espositiva, dialogano lavori di due tempi diversi che trovano qui provvisoria sintesi: le case poggiate (2013) e territori limitrofi (2001).
Le case poggiate appartengono ad un progetto dal forte valore simbolico, pensato per Lampedusa e dedicato al Mediterraneo e a tutti quelli che lo attraversano, che lo vivono e troppo spesso lo muoiono.
Alle piccole case di pietra nera si accostano i territori limitrofi: le scatole di cartone residue, aperte, sulle quali nel 2001 è stato steso l'acrilico nero, lasciando affiorare memorie del loro viaggiare, per poi assorbire nel tempo tracce di altri viaggi, di sguardi, di accostamenti e contatti, che hanno inevitabilmente segnato e ancora segnano di autentico presente il nero.
Nelle cisterne che caratterizzano lo spazio espositivo, al centro dello spazio, è poggiato a terra un monolite in pietra nera della Maiella, tagliato a disegnare ancora una casa che farebbe pensare ad un modello di architettura; trattasi invece de la prima pietra, quindi di architettura concreta, che in una primavera inoltrata vorrei portare in dono e mettere a giacitura sulla terra più alta di Lampedusa, dove lasciarla stanziare, nascosta tra la vegetazione, in attesa di un'improbabile realizzazione dell'ambizioso progetto di edificare nell'anima di tutti gli uomini la casa dell'accoglienza.
Le case poggiate appartengono ad un progetto dal forte valore simbolico, pensato per Lampedusa e dedicato al Mediterraneo e a tutti quelli che lo attraversano, che lo vivono e troppo spesso lo muoiono.
Alle piccole case di pietra nera si accostano i territori limitrofi: le scatole di cartone residue, aperte, sulle quali nel 2001 è stato steso l'acrilico nero, lasciando affiorare memorie del loro viaggiare, per poi assorbire nel tempo tracce di altri viaggi, di sguardi, di accostamenti e contatti, che hanno inevitabilmente segnato e ancora segnano di autentico presente il nero.
Nelle cisterne che caratterizzano lo spazio espositivo, al centro dello spazio, è poggiato a terra un monolite in pietra nera della Maiella, tagliato a disegnare ancora una casa che farebbe pensare ad un modello di architettura; trattasi invece de la prima pietra, quindi di architettura concreta, che in una primavera inoltrata vorrei portare in dono e mettere a giacitura sulla terra più alta di Lampedusa, dove lasciarla stanziare, nascosta tra la vegetazione, in attesa di un'improbabile realizzazione dell'ambizioso progetto di edificare nell'anima di tutti gli uomini la casa dell'accoglienza.
09
dicembre 2017
Lúcio Rosato – Le case poggiate, sui territori limitrofi.
Dal 09 dicembre 2017 al 10 gennaio 2018
architettura
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
MUSEO NUOVA ERA
Bari, Strada Dei Gesuiti, 13, (Bari)
Bari, Strada Dei Gesuiti, 13, (Bari)
Orario di apertura
Martedì - Sabato ore 17:30 / 20:30
Vernissage
9 Dicembre 2017, ore 19.00
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