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Luigi Biagini – Strade bianche del ferrarese
La rassegna porta all’attenzione del pubblico 21 immagini di medio formato in bianco/nero e a colori che rappresentano il primo nucleo di una sorta di censimento delle “strade bianche” della provincia di Ferrara
Comunicato stampa
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I testi di presentazione in catalogo sono di Ottorino Bacilieri e Carlo Bassi che commenta:
"Le ‘strade bianche’ colte con straordinaria intelligenza visiva da Luigi Biagini determinano con il colore del loro fondo la trama geometrica della sterminata pianura ferrarese, rappresentano nel modo più palese questa pluralità di significati: l’andare, la vita, il mito, la poesia, il silenzio ma anche la funzionalità logistica di un’area vasta con un ulteriore valore significativo, quello di imprinting della storia dei luoghi."
La mostra, che nasce grazie alla collaborazione di Camera di Commercio e di Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, rimarrà in parete fino al 28 settembre ed è inserita nel programma ufficiale della XXV Settimana Estense.
-Le ‘STRADE BIANCHE’ paesaggio, storia, antropologia.
Sappiamo tutti come la strada nel suo senso profondo, quella che si percorre a piedi, che attraversa boschi e pianure, che costeggia ruscelli e torrenti sia una metafora della vita nel suo andare verso l’infinito.
Ho in mente la strada dei pellegrini che conduce a Santiago di Compostela che attraversa valli e forre e risuona solo del silenzio ritmato dei passi di chi la percorre alla ricerca, forse, del significato e del senso della propria vita e per conquistare una meta, il Portico della Gloria che Maestro Matteo ha dedicato al santo Giacomo.
Le ‘strade bianche’ colte con straordinaria intelligenza visiva da Luigi Biagini determinano con il colore del loro fondo la trama geometrica della sterminata pianura ferrarese, rappresentano nel modo più palese questa pluralità di significati: l’andare, la vita, il mito, la poesia, il silenzio ma anche la funzionalità logistica di un’area vasta con un ulteriore valore significativo, quello di imprinting della storia dei luoghi.
Esse rappresentano i tracciati che strutturano le grandi opere di bonificazione, esse delimitano, circondano, collegano le ampie aree lavorate dai certosini, dalle preveggenze estensi, dalle lungimiranze legatizie, fino all’epopea degli scarriolanti all’inizio del ‘900.
Esse sono quindi, oltre che paesaggio, storia e antropologia, trama di sollecitazioni fondamentali per capire cosa è stata, come è avvenuta, quali prezzi è costata, quali dimensioni ha avuto la epocale trasformazione del territorio che ha segnato e continua a segnare l’area ferrarese della Valle padana.
Biagini ha saputo cogliere con le sue immagini questa straordinaria condensazione di significati e gliene siamo infinitamente grati.
Settembre 2008 Carlo Bassi
-SILENZIO
Albe, tramonti e stagioni si succedono da sempre sui bianchi nastri polverosi che solcano le nostre terre o affiancano le nostre acque.
Terra e acqua è diventato un simbolo del ferrarese, quella terra e quell’acqua che rendono straordinario il nostro territorio al perdersi del grande fiume.
Estremamente mutevole nei millenni, il percorso padano ed i suoi più piccoli rigagnoli hanno segnato altresì mutevoli gomitoli di vie che, fedelmente, ne hanno ricalcato il cammino.
Percorsi di fatiche ataviche, di lotte per le bonifiche avviate dagli Etruschi e mai terminate, per consentirci, caparbiamente, di trascorrere le nostre vite in questo limbo unico dall’indefinibile orizzonte.
E perdersi - non solo metaforicamente - diventa estremamente facile nelle bianche vie che ancora resistono ai manti ottenebratori che vorrebbero annichilire il loro polveroso o fangoso fascino.
Una nebbia, un albero ed una strada che si perde nel nulla, ecco la metafisica!
E proprio qui, non a caso, De Chirico l’assaporò.
Lungo le vie vecchi ponti e chiuse di antica memoria perduti nell’immenso; segnali umani di lavoro o di contadina devozione, come le minuscole cappelle mariane; alcuni giganti verdi in una piatta landa che ha perduto le sue mille braccia levate al cielo, sacrificate ad un dio che oggi vive altrove.
Poi, segnali di antica nobiltà: piloni di scomparsi cancelli che accompagnavano a sontuose dimore, anch’esse ridotte al perpetuo silenzio.
Ecco, il silenzio.
Domina possente tutta l’iconografia di questo istante ferrarese, lucido e nitido come solo una lente può cogliere, ma non da sola: cuore sensibile e lucida mente la guida-no.
Settembre 2008 Ottorino Bacilieri
"Le ‘strade bianche’ colte con straordinaria intelligenza visiva da Luigi Biagini determinano con il colore del loro fondo la trama geometrica della sterminata pianura ferrarese, rappresentano nel modo più palese questa pluralità di significati: l’andare, la vita, il mito, la poesia, il silenzio ma anche la funzionalità logistica di un’area vasta con un ulteriore valore significativo, quello di imprinting della storia dei luoghi."
La mostra, che nasce grazie alla collaborazione di Camera di Commercio e di Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, rimarrà in parete fino al 28 settembre ed è inserita nel programma ufficiale della XXV Settimana Estense.
-Le ‘STRADE BIANCHE’ paesaggio, storia, antropologia.
Sappiamo tutti come la strada nel suo senso profondo, quella che si percorre a piedi, che attraversa boschi e pianure, che costeggia ruscelli e torrenti sia una metafora della vita nel suo andare verso l’infinito.
Ho in mente la strada dei pellegrini che conduce a Santiago di Compostela che attraversa valli e forre e risuona solo del silenzio ritmato dei passi di chi la percorre alla ricerca, forse, del significato e del senso della propria vita e per conquistare una meta, il Portico della Gloria che Maestro Matteo ha dedicato al santo Giacomo.
Le ‘strade bianche’ colte con straordinaria intelligenza visiva da Luigi Biagini determinano con il colore del loro fondo la trama geometrica della sterminata pianura ferrarese, rappresentano nel modo più palese questa pluralità di significati: l’andare, la vita, il mito, la poesia, il silenzio ma anche la funzionalità logistica di un’area vasta con un ulteriore valore significativo, quello di imprinting della storia dei luoghi.
Esse rappresentano i tracciati che strutturano le grandi opere di bonificazione, esse delimitano, circondano, collegano le ampie aree lavorate dai certosini, dalle preveggenze estensi, dalle lungimiranze legatizie, fino all’epopea degli scarriolanti all’inizio del ‘900.
Esse sono quindi, oltre che paesaggio, storia e antropologia, trama di sollecitazioni fondamentali per capire cosa è stata, come è avvenuta, quali prezzi è costata, quali dimensioni ha avuto la epocale trasformazione del territorio che ha segnato e continua a segnare l’area ferrarese della Valle padana.
Biagini ha saputo cogliere con le sue immagini questa straordinaria condensazione di significati e gliene siamo infinitamente grati.
Settembre 2008 Carlo Bassi
-SILENZIO
Albe, tramonti e stagioni si succedono da sempre sui bianchi nastri polverosi che solcano le nostre terre o affiancano le nostre acque.
Terra e acqua è diventato un simbolo del ferrarese, quella terra e quell’acqua che rendono straordinario il nostro territorio al perdersi del grande fiume.
Estremamente mutevole nei millenni, il percorso padano ed i suoi più piccoli rigagnoli hanno segnato altresì mutevoli gomitoli di vie che, fedelmente, ne hanno ricalcato il cammino.
Percorsi di fatiche ataviche, di lotte per le bonifiche avviate dagli Etruschi e mai terminate, per consentirci, caparbiamente, di trascorrere le nostre vite in questo limbo unico dall’indefinibile orizzonte.
E perdersi - non solo metaforicamente - diventa estremamente facile nelle bianche vie che ancora resistono ai manti ottenebratori che vorrebbero annichilire il loro polveroso o fangoso fascino.
Una nebbia, un albero ed una strada che si perde nel nulla, ecco la metafisica!
E proprio qui, non a caso, De Chirico l’assaporò.
Lungo le vie vecchi ponti e chiuse di antica memoria perduti nell’immenso; segnali umani di lavoro o di contadina devozione, come le minuscole cappelle mariane; alcuni giganti verdi in una piatta landa che ha perduto le sue mille braccia levate al cielo, sacrificate ad un dio che oggi vive altrove.
Poi, segnali di antica nobiltà: piloni di scomparsi cancelli che accompagnavano a sontuose dimore, anch’esse ridotte al perpetuo silenzio.
Ecco, il silenzio.
Domina possente tutta l’iconografia di questo istante ferrarese, lucido e nitido come solo una lente può cogliere, ma non da sola: cuore sensibile e lucida mente la guida-no.
Settembre 2008 Ottorino Bacilieri
22
settembre 2008
Luigi Biagini – Strade bianche del ferrarese
Dal 22 al 28 settembre 2008
fotografia
Location
GALLERIA DEL CARBONE
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Orario di apertura
lunedì-venerdì 17.00-20.00;10.30-12.30 17.00-20.00 martedì chiuso
Vernissage
22 Settembre 2008, ore 18.00
Autore
Curatore