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Luigi Camarilla – Il pellegrinaggio degli amanti impossibili
un percorso in trentadue stazioni, costituito da altrettanti altari creati con tavole e frammenti lignei di barche dei pescatori siciliani
Comunicato stampa
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Il “Pellegrinaggio…” è un percorso in trentadue stazioni, costituito da altrettanti altari creati con tavole e frammenti lignei di barche dei pescatori siciliani, rapite dalle tempeste, distrutte e riconsegnate dal mare lungo spiagge e scogliere. Gli altari verranno sistemati sui gradini della scalinata di SS. Maria del Monte di Caltagirone – per tre giorni dal 9 all’11 settembre, poi verranno esposti per un mese presso la Galleria Don Sturzo, sempre a Caltagirone -, creando una sorta di viaggio/ascesa degli amanti impossibili verso l’amore infinito.
Assemblando e trattando quei brandelli di relitti Luigi Camarilla ha inventato strutture votive che evocano edicole della devozione popolare cattolica, totem delle tribù animiste, citano lettere dell’antico alfabeto ebraico e stilemi della cultura araba. Sulle superfici di legno levigate, dove riemergono come per magia stratificazioni di vecchie vernici multicolori, l’artista ha dipinto, con funzioni di ex-voto, due ovali con all’interno due icone ricorrenti: la foglia di ficodindia cuoriforme con una fiamma di tre frutti purpurei che evoca il Sacro Cuore e rappresenta l’essere umano quando è pervaso dalla passione dell’amore; e una vulcanica “isola sentimentale” in eruzione sulla quale vibra una luna di luce cuoriforme che simbolicamente emana lo “spirito della chiarezza”, e rappresenta la condizione umana nello stadio della coscienza dell’amore. Il Pellegrinaggio è un attraversamento di se stessi dalla passione alla coscienza, in senso verticale.
Di fronte ad ogni altare, ci si imbatte in un testo composto da un nome, da un frammento meditativo e da un breve testo narrativo. L’insieme configura un concetto evolutivo che il visitatore/pellegrino può interiorizzare allo scopo di ascendere, di stazione in stazione, verso la chiarezza della propria coscienza. E, a proposito della scrittura, bisogna chiarire che “Il Pellegrinaggio…” è nato come esperienza narrativa per poi trasformarsi: Camarilla è partito dall’intenzione di raccontare la storia archetipo degli Amanti Impossibili, poi ha sospeso il lavoro di scrittura per riversarne i contenuti a favore di un’altra via espressiva, quella della materia, che in quel momento ha consentito, appunto, di materializzare gli oggetti votivi, precedentemente descritti. Da questo processo di identificazione con il personaggio scaturisce il progetto artistico.
Spiega Camarilla : “Nell’invenzione narrativa ho fatto vivere un personaggio emblematico, il Camminante delle isole, destinato a vagabondare, il quale cerca la propria salvezza attraverso la ricerca interiore – dalla passione alla coscienza - sotto il cono di luce del senso del divino lungo un viaggio che lo vedrà approdare in trentadue isole del Mediterraneo e che si concluderà nell’Isola Sentimentale. Viaggio che il Camminante rappresenta e sintetizza in 32 stazioni/altari che ripropongono le tappe del suo apprendimento. Una volta assolto il suo compito nella narrazione - sperimentare l’esperienza della dannazione d’amore, trasmutare la passione in coscienza, testimoniare tutto ciò con “il pellegrinaggio” affinché possa essere utile ad altri - l’uomo sparisce. Anni dopo, un altro personaggio, Marino, più giovane di una generazione, è indotto a recarsi nella stessa isola per ricevere in lascito gli altari, un’eredità inaspettata e dal contenuto indecifrabile. Per comprendere il mistero di quelle espressioni di legno costellate di icone e parole ne ricostruisce altri, con spirito di studio, attingendo anche lui ai relitti nelle stesse spiagge dell’isola, come già aveva fatto il Camminante. Una volta compreso il senso di ciò che aveva ricevuto in lascito, Marino decide di disporre i 32 altari in altrettanti siti dell’Isola Sentimentale e lì divengono stazioni del pellegrinaggio; gli altari saranno (dis)seminati nel mondo affinché gli amanti impossibili di ogni luogo sappiano che nell’Isola Sentimentale esiste un pellegrinaggio per loro. E qui, dove finisce la storia comincia il progetto Artistico: come inizialmente ho costruito i trentadue Altari del Camminante, così poi ho cominciato e continuo a dar corpo agli Altari che il secondo personaggio ha realizzato nel romanzo. Vorrei, per questo motivo, così come accade nella narrazione, che il gruppo originario delle trentadue stazioni/Altari fosse destinato, in occasione di future esposizioni, a rimanere unito come nucleo indivisibile – in questa ottica, ogni luogo via via scelto per ospitare le opere diventerà il sito/metafora dell’Isola Sentimentale nella quale ciascun visitatore potrà compiere il proprio Pellegrinaggio - e che, infine, gli Altari realizzati successivamente potessero al contrario andare disseminati nel mondo per assolvere il loro compito divulgativo.
Il Percorso ''verticale'' degli Amanti Impossibili nella Scala di Caltagirone
“…non c’è cammino verticale se non ci si orienta al cielo…e allora il viaggio si fa pellegrinaggio nelle proprie nascoste facoltà, verso la chiarezza”. A Roma, in occasione di un'altra esposizione, parlando con alcuni visitatori, sottolineavo il concetto: volevo fosse chiaro che la dislocazione e la sequenza espositiva delle stazioni/Altari è orizzontale perché fatalmente legata alla forza gravitazionale della terra, ma che la natura intrinseca del “Pellegrinaggio…” è verticale, in quanto verticale è il percorso che propone, dalla Passione alla Coscienza, dalla Materia allo Spirito. Con una battuta conclusi che non mi sarei rassegnato fino a quando sarebbe stato possibile portarli sulla Luna e, in assenza di gravità, disporli, spaziandoli, uno sopra l’altro. Un amico presente alla conversazione, esclamò, meravigliato dalla sua stessa intuizione : la Scalinata di Caltagirone! In quell’istante si aprì la scena a questa mostra sulla Scala SS. Maria del Monte.
Altari , come sono nati e dove
Andavo via dalla città mia e non mia, via da tutto per tornare a Sud ad occhi chiusi, dove bastava scavare solo un poco per ritrovare il mio nome e qualcosa di più; due-tre anni di sospensione, uno jato nella mia vita di sempre senza altra occupazione se non pensare e scrivere a tempo pieno. In quel momento avevo bisogno di un lavoro che non fosse mestiere ma salvezza. Il desiderio della fuga da una vita imposta dagli altri è un assillo della mia generazione, desiderio di fuga che infiamma. Reagivo alla mia febbre personale.
…
Un’isola così, dall’alto è una creatura di pietra nera, dal basso è una montagna viva, da dentro è fuoco primordiale, da fuori è pace ventilata, da lontano è già un approdo, un’isola così. Appena sceso dalla nave ho ricevuto il saluto di un graffito sul muretto del molo, una scritta che aveva l’aria dell’avvertimento per me: ANDARE A FONDO è IL CONTRARIO DI AFFONDARE. Adesso so che quella meditazione anonima stava lì per svelare la natura sentimentale dell’isola, ed era un invito a chiarire a me stesso la forza grande di una passione inestirpabile, di un amore finito e mai finito. In quei giorni si lucidavano i bicchieri per il capodanno del millenovecentonovantasei, ma nell’isola non c’era traccia di festa. In quell’assoluta lontananza, chiunque al posto mio avrebbe creduto che davvero a volte si cerca una stanza per la notte e si trova una casa per la vita. Mai come in quei giorni mi sono accordato al resto del creato. La sintesi del mondo era tutta lì: cielo mare terra e fuoco. Vibrazioni. Lo Spirito del luogo mi prendeva per mano e mi indica una precisa dimensione, un mondo dove riconoscevo temi e ambienti per la storia che volevo raccontare: la leggenda degli Amanti Impossibili. …
Gli Altari degli Amanti Impossibili sono stati ispirati durante un inverno e una primavera trascorsi lì, nell’isola di Stromboli. In un primo tempo questi oggetti votivi sono stati descritti a parole, narrati. Narrati nella leggenda che svela il prodigio della luna cuoriforme, cadenzano le stazioni del Pellegrinaggio degli Amanti Impossibili nell’Isola Sentimentale. Ad ogni stazione corrisponde un altare e una meditazione, cosicché, di stazione in stazione, dal paese alla cima del vulcano in trentadue siti dell’isola, il pellegrino compie un percorso evolutivo, interiorizza concetti e invoca lo spirito della chiarezza affinché si compia il prodigio della trasmutazione, dalla Passione dell'Amore alla Coscienza dell’Amore. Scrivevo, ma una volta costruiti a parole, gli Altari mi galleggiavano in testa come presenze vere. Intanto, mentre lavoravo a questo tema, dopo le mareggiate raccoglievo sulla spiaggia relitti di legno con le vernici erose dal sale ma ancora aggrappate su, appartenuti a barche dal nome di donna segnato sul fianco, scritto una volta per sempre da qualche pescatore. E così, quando le mie mani, tenute troppo a riposo, tornarono a desiderare la materia, quei legni che avevo raccolto erano stesi lì, a vista, sugli scogli davanti alla casa, asciugati al sole. Sotto quel sole gli Altari degli Amanti Impossibili sono nati per la seconda volta, li ho materializzati nella realtà. Li ho costruiti e poi ho dipinto le icone. Mi sono calato e identificato nel personaggio, il Camminante delle Isole, che prima di me nella finzione letteraria li ha concepiti e costruiti. Ero affascinato e smarrito per le ambiguità e il percorso insolito di questo processo creativo in qui la parola scritta e l’invenzione narrativa hanno sostituito i disegni che accompagnano l’ideazione e la realizzazione di un’opera. …
Comunque sia stato, questo lavoro è nato da un pensiero ad occhi chiusi, innamorato dalla visione di un’esperienza in cui il dolore non distrugge, trasforma; è un’esperienza che impone di dirigere il cambiamento senza opporsi al corso delle cose, ma disponendosi ad esistere nella corrente del Tutto, sotto il cono di luce del senso del divino. Non c’è cammino verticale se non ci si orienta al Cielo. E allora il viaggio si fa pellegrinaggio nelle proprie nascoste facoltà, verso la Chiarezza. La possibilità di questa Chiarezza è dedicata agli Amanti Impossibili, ma non solo a loro...
Luigi Camarilla
Isola è il termine d'ogni viaggio, meta della più grande via per cui ha navigato la civiltà. E' anelito e approdo, l'isola, remissione d'ogni incertezza, pena, è superamento, scoperta, inizio della conoscenza. Ma isola è anche sosta breve, attesa, pausa in cui rinasce la fantasia dell'ignoto, il bisogno di varcare il limite, sondare nuove dimensioni. E' metafora di questo nostro mondo: scoglio nella vastità del mare, granello nell'infinito spazio; grembo materno, schermo, siepe oltre la quale si fingono ''interminati spazi e sovrumani silenzi''. In un'isola di fuoco, di ceneri e di lave, nell'eolico Stromboli di primordiale e minacciosa natura, di umile strenua misura umana, approda un giorno un ulisside in fuga dall'urbano labirinto d'ansia e smarrimento, nell'assillo di un intimo subbuglio, nel dolore d'un richiamo inascoltato.
E' un nostos l'approdo a Stromboli dell'artista Luigi Camarilla, un ritorno alle origini, alla memoria isolana, un necessario regressus nella profondità dell'esistenza e dell'anima. In questo stadio, placata l'ansia, nello spazio libero d'ogni segno di distorsione, inganno, nell'assoluta realtà del paesaggio - ''La sintesi del mondo era tutta là: cielo mare terra e fuoco'' - nella nuda verità empedoclea, il moderno naufrago ricomincia a pronunziare nuove parole, incidere nuovi segni, organizzare nuove frasi, svolgere uno straordinario racconto. Costruisce, l'artista, un materico e poetico poema narrativo, un cammino verso il fuoco più alto scandito per trentadue stazioni, soste di contemplazione e conoscenza. Il Pellegrinaggio degli Amanti Impossibili è una prodigiosa ascesi per icone, tabernacoli, tavole, retablos, gonfaloni di materiali nobili e luminosi - erosi relitti di barche, fichidindia fiammanti, pomici, ossidiane, e azzurri di cobalto, rossi di granato, verdi di smeraldo ...E apparizioni dell'isola di fuoco vagante in mare come le mitiche Simplegadi, cieli notturni in cui palpita un cuore di luna. Nell'ascesi si giunge quindi all' ''Altare dei quattro venti'' o a quello della ''Concentrazione'': altari o preghiere oggettivate, macchine di preghiere che il vento muove come quelle dei monaci tibetani. Il cammino finisce con le stazioni delle ''Invocazioni'', del desiderio estremo, della contemplazione di notti profonde, dei cieli sereni dove l'eterna Luna dei poeti spande la sua tenera grazia, la sua luminosa quiete.
Vincenzo Consolo
Luigi Camarilla – cenni biografici
Nasce a Siracusa nel 1959. Si trasferisce a Milano dove ha studiato e lavorato. Conclusi gli studi con indirizzo artistico, si interessa professionalmente di cinema, televisione, pubblicità, editoria e arti applicate in qualità di scenografo. Parallelamente si avvicina alla scrittura (poesie e testi musicali), alla pittura (realizzando tra l’altro anche un libro d’artista sul poeta Mario Luzi) e al designer, creando, con la manipolazione di materiali naturali, gioielli e elementi di arredo. Pubblica una plaquette di sette poesie e sette illustrazioni (Sismologia – Signum edizioni d’arte 2004). Aspirando a forme di ricerca creativa libera da ogni sorta di condizionamento e logica commerciale, nel 1996 decide di “chiudere la sua vita a pacchi” e cominciare un viaggio nella terra e sul mare delle sue origini. Lì a sud, nei boschi lavici dell’Etna e di fronte al mare mitologico di Stromboli, comincia a lavorare al manoscritto che narra la Leggenda degli Amanti Impossibili. A metà del testo sospende la scrittura per costruire e dipingere gli Altari che fino a quel momento aveva solo descritto. Nel corso degli anni 2000-2004 gli altari del “Pellegrinaggio…” sono stati esposti:
- Firenze - ex Convento del Carmine, (“L’isola dentro: artisti siciliani a Firenze”)
- Aeroporto Milano - Malpensa, presentati da “Alitalia per l’Arte”
- Villasanta (Milano) - Villa Camperio, con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Villasanta (Milano)
- Roma - Museo del Corso, con la Fondazione Cassa di Risparmio di Roma.
“Il Pellegrinaggio degli Amanti Impossibili” è stato citato nel volume curato dall’Unesco “Arte e cultura del
Mediterraneo nel XX° secolo” presentato ufficialmente a Valencia (Spagna) nel novembre 2004.
Assemblando e trattando quei brandelli di relitti Luigi Camarilla ha inventato strutture votive che evocano edicole della devozione popolare cattolica, totem delle tribù animiste, citano lettere dell’antico alfabeto ebraico e stilemi della cultura araba. Sulle superfici di legno levigate, dove riemergono come per magia stratificazioni di vecchie vernici multicolori, l’artista ha dipinto, con funzioni di ex-voto, due ovali con all’interno due icone ricorrenti: la foglia di ficodindia cuoriforme con una fiamma di tre frutti purpurei che evoca il Sacro Cuore e rappresenta l’essere umano quando è pervaso dalla passione dell’amore; e una vulcanica “isola sentimentale” in eruzione sulla quale vibra una luna di luce cuoriforme che simbolicamente emana lo “spirito della chiarezza”, e rappresenta la condizione umana nello stadio della coscienza dell’amore. Il Pellegrinaggio è un attraversamento di se stessi dalla passione alla coscienza, in senso verticale.
Di fronte ad ogni altare, ci si imbatte in un testo composto da un nome, da un frammento meditativo e da un breve testo narrativo. L’insieme configura un concetto evolutivo che il visitatore/pellegrino può interiorizzare allo scopo di ascendere, di stazione in stazione, verso la chiarezza della propria coscienza. E, a proposito della scrittura, bisogna chiarire che “Il Pellegrinaggio…” è nato come esperienza narrativa per poi trasformarsi: Camarilla è partito dall’intenzione di raccontare la storia archetipo degli Amanti Impossibili, poi ha sospeso il lavoro di scrittura per riversarne i contenuti a favore di un’altra via espressiva, quella della materia, che in quel momento ha consentito, appunto, di materializzare gli oggetti votivi, precedentemente descritti. Da questo processo di identificazione con il personaggio scaturisce il progetto artistico.
Spiega Camarilla : “Nell’invenzione narrativa ho fatto vivere un personaggio emblematico, il Camminante delle isole, destinato a vagabondare, il quale cerca la propria salvezza attraverso la ricerca interiore – dalla passione alla coscienza - sotto il cono di luce del senso del divino lungo un viaggio che lo vedrà approdare in trentadue isole del Mediterraneo e che si concluderà nell’Isola Sentimentale. Viaggio che il Camminante rappresenta e sintetizza in 32 stazioni/altari che ripropongono le tappe del suo apprendimento. Una volta assolto il suo compito nella narrazione - sperimentare l’esperienza della dannazione d’amore, trasmutare la passione in coscienza, testimoniare tutto ciò con “il pellegrinaggio” affinché possa essere utile ad altri - l’uomo sparisce. Anni dopo, un altro personaggio, Marino, più giovane di una generazione, è indotto a recarsi nella stessa isola per ricevere in lascito gli altari, un’eredità inaspettata e dal contenuto indecifrabile. Per comprendere il mistero di quelle espressioni di legno costellate di icone e parole ne ricostruisce altri, con spirito di studio, attingendo anche lui ai relitti nelle stesse spiagge dell’isola, come già aveva fatto il Camminante. Una volta compreso il senso di ciò che aveva ricevuto in lascito, Marino decide di disporre i 32 altari in altrettanti siti dell’Isola Sentimentale e lì divengono stazioni del pellegrinaggio; gli altari saranno (dis)seminati nel mondo affinché gli amanti impossibili di ogni luogo sappiano che nell’Isola Sentimentale esiste un pellegrinaggio per loro. E qui, dove finisce la storia comincia il progetto Artistico: come inizialmente ho costruito i trentadue Altari del Camminante, così poi ho cominciato e continuo a dar corpo agli Altari che il secondo personaggio ha realizzato nel romanzo. Vorrei, per questo motivo, così come accade nella narrazione, che il gruppo originario delle trentadue stazioni/Altari fosse destinato, in occasione di future esposizioni, a rimanere unito come nucleo indivisibile – in questa ottica, ogni luogo via via scelto per ospitare le opere diventerà il sito/metafora dell’Isola Sentimentale nella quale ciascun visitatore potrà compiere il proprio Pellegrinaggio - e che, infine, gli Altari realizzati successivamente potessero al contrario andare disseminati nel mondo per assolvere il loro compito divulgativo.
Il Percorso ''verticale'' degli Amanti Impossibili nella Scala di Caltagirone
“…non c’è cammino verticale se non ci si orienta al cielo…e allora il viaggio si fa pellegrinaggio nelle proprie nascoste facoltà, verso la chiarezza”. A Roma, in occasione di un'altra esposizione, parlando con alcuni visitatori, sottolineavo il concetto: volevo fosse chiaro che la dislocazione e la sequenza espositiva delle stazioni/Altari è orizzontale perché fatalmente legata alla forza gravitazionale della terra, ma che la natura intrinseca del “Pellegrinaggio…” è verticale, in quanto verticale è il percorso che propone, dalla Passione alla Coscienza, dalla Materia allo Spirito. Con una battuta conclusi che non mi sarei rassegnato fino a quando sarebbe stato possibile portarli sulla Luna e, in assenza di gravità, disporli, spaziandoli, uno sopra l’altro. Un amico presente alla conversazione, esclamò, meravigliato dalla sua stessa intuizione : la Scalinata di Caltagirone! In quell’istante si aprì la scena a questa mostra sulla Scala SS. Maria del Monte.
Altari , come sono nati e dove
Andavo via dalla città mia e non mia, via da tutto per tornare a Sud ad occhi chiusi, dove bastava scavare solo un poco per ritrovare il mio nome e qualcosa di più; due-tre anni di sospensione, uno jato nella mia vita di sempre senza altra occupazione se non pensare e scrivere a tempo pieno. In quel momento avevo bisogno di un lavoro che non fosse mestiere ma salvezza. Il desiderio della fuga da una vita imposta dagli altri è un assillo della mia generazione, desiderio di fuga che infiamma. Reagivo alla mia febbre personale.
…
Un’isola così, dall’alto è una creatura di pietra nera, dal basso è una montagna viva, da dentro è fuoco primordiale, da fuori è pace ventilata, da lontano è già un approdo, un’isola così. Appena sceso dalla nave ho ricevuto il saluto di un graffito sul muretto del molo, una scritta che aveva l’aria dell’avvertimento per me: ANDARE A FONDO è IL CONTRARIO DI AFFONDARE. Adesso so che quella meditazione anonima stava lì per svelare la natura sentimentale dell’isola, ed era un invito a chiarire a me stesso la forza grande di una passione inestirpabile, di un amore finito e mai finito. In quei giorni si lucidavano i bicchieri per il capodanno del millenovecentonovantasei, ma nell’isola non c’era traccia di festa. In quell’assoluta lontananza, chiunque al posto mio avrebbe creduto che davvero a volte si cerca una stanza per la notte e si trova una casa per la vita. Mai come in quei giorni mi sono accordato al resto del creato. La sintesi del mondo era tutta lì: cielo mare terra e fuoco. Vibrazioni. Lo Spirito del luogo mi prendeva per mano e mi indica una precisa dimensione, un mondo dove riconoscevo temi e ambienti per la storia che volevo raccontare: la leggenda degli Amanti Impossibili. …
Gli Altari degli Amanti Impossibili sono stati ispirati durante un inverno e una primavera trascorsi lì, nell’isola di Stromboli. In un primo tempo questi oggetti votivi sono stati descritti a parole, narrati. Narrati nella leggenda che svela il prodigio della luna cuoriforme, cadenzano le stazioni del Pellegrinaggio degli Amanti Impossibili nell’Isola Sentimentale. Ad ogni stazione corrisponde un altare e una meditazione, cosicché, di stazione in stazione, dal paese alla cima del vulcano in trentadue siti dell’isola, il pellegrino compie un percorso evolutivo, interiorizza concetti e invoca lo spirito della chiarezza affinché si compia il prodigio della trasmutazione, dalla Passione dell'Amore alla Coscienza dell’Amore. Scrivevo, ma una volta costruiti a parole, gli Altari mi galleggiavano in testa come presenze vere. Intanto, mentre lavoravo a questo tema, dopo le mareggiate raccoglievo sulla spiaggia relitti di legno con le vernici erose dal sale ma ancora aggrappate su, appartenuti a barche dal nome di donna segnato sul fianco, scritto una volta per sempre da qualche pescatore. E così, quando le mie mani, tenute troppo a riposo, tornarono a desiderare la materia, quei legni che avevo raccolto erano stesi lì, a vista, sugli scogli davanti alla casa, asciugati al sole. Sotto quel sole gli Altari degli Amanti Impossibili sono nati per la seconda volta, li ho materializzati nella realtà. Li ho costruiti e poi ho dipinto le icone. Mi sono calato e identificato nel personaggio, il Camminante delle Isole, che prima di me nella finzione letteraria li ha concepiti e costruiti. Ero affascinato e smarrito per le ambiguità e il percorso insolito di questo processo creativo in qui la parola scritta e l’invenzione narrativa hanno sostituito i disegni che accompagnano l’ideazione e la realizzazione di un’opera. …
Comunque sia stato, questo lavoro è nato da un pensiero ad occhi chiusi, innamorato dalla visione di un’esperienza in cui il dolore non distrugge, trasforma; è un’esperienza che impone di dirigere il cambiamento senza opporsi al corso delle cose, ma disponendosi ad esistere nella corrente del Tutto, sotto il cono di luce del senso del divino. Non c’è cammino verticale se non ci si orienta al Cielo. E allora il viaggio si fa pellegrinaggio nelle proprie nascoste facoltà, verso la Chiarezza. La possibilità di questa Chiarezza è dedicata agli Amanti Impossibili, ma non solo a loro...
Luigi Camarilla
Isola è il termine d'ogni viaggio, meta della più grande via per cui ha navigato la civiltà. E' anelito e approdo, l'isola, remissione d'ogni incertezza, pena, è superamento, scoperta, inizio della conoscenza. Ma isola è anche sosta breve, attesa, pausa in cui rinasce la fantasia dell'ignoto, il bisogno di varcare il limite, sondare nuove dimensioni. E' metafora di questo nostro mondo: scoglio nella vastità del mare, granello nell'infinito spazio; grembo materno, schermo, siepe oltre la quale si fingono ''interminati spazi e sovrumani silenzi''. In un'isola di fuoco, di ceneri e di lave, nell'eolico Stromboli di primordiale e minacciosa natura, di umile strenua misura umana, approda un giorno un ulisside in fuga dall'urbano labirinto d'ansia e smarrimento, nell'assillo di un intimo subbuglio, nel dolore d'un richiamo inascoltato.
E' un nostos l'approdo a Stromboli dell'artista Luigi Camarilla, un ritorno alle origini, alla memoria isolana, un necessario regressus nella profondità dell'esistenza e dell'anima. In questo stadio, placata l'ansia, nello spazio libero d'ogni segno di distorsione, inganno, nell'assoluta realtà del paesaggio - ''La sintesi del mondo era tutta là: cielo mare terra e fuoco'' - nella nuda verità empedoclea, il moderno naufrago ricomincia a pronunziare nuove parole, incidere nuovi segni, organizzare nuove frasi, svolgere uno straordinario racconto. Costruisce, l'artista, un materico e poetico poema narrativo, un cammino verso il fuoco più alto scandito per trentadue stazioni, soste di contemplazione e conoscenza. Il Pellegrinaggio degli Amanti Impossibili è una prodigiosa ascesi per icone, tabernacoli, tavole, retablos, gonfaloni di materiali nobili e luminosi - erosi relitti di barche, fichidindia fiammanti, pomici, ossidiane, e azzurri di cobalto, rossi di granato, verdi di smeraldo ...E apparizioni dell'isola di fuoco vagante in mare come le mitiche Simplegadi, cieli notturni in cui palpita un cuore di luna. Nell'ascesi si giunge quindi all' ''Altare dei quattro venti'' o a quello della ''Concentrazione'': altari o preghiere oggettivate, macchine di preghiere che il vento muove come quelle dei monaci tibetani. Il cammino finisce con le stazioni delle ''Invocazioni'', del desiderio estremo, della contemplazione di notti profonde, dei cieli sereni dove l'eterna Luna dei poeti spande la sua tenera grazia, la sua luminosa quiete.
Vincenzo Consolo
Luigi Camarilla – cenni biografici
Nasce a Siracusa nel 1959. Si trasferisce a Milano dove ha studiato e lavorato. Conclusi gli studi con indirizzo artistico, si interessa professionalmente di cinema, televisione, pubblicità, editoria e arti applicate in qualità di scenografo. Parallelamente si avvicina alla scrittura (poesie e testi musicali), alla pittura (realizzando tra l’altro anche un libro d’artista sul poeta Mario Luzi) e al designer, creando, con la manipolazione di materiali naturali, gioielli e elementi di arredo. Pubblica una plaquette di sette poesie e sette illustrazioni (Sismologia – Signum edizioni d’arte 2004). Aspirando a forme di ricerca creativa libera da ogni sorta di condizionamento e logica commerciale, nel 1996 decide di “chiudere la sua vita a pacchi” e cominciare un viaggio nella terra e sul mare delle sue origini. Lì a sud, nei boschi lavici dell’Etna e di fronte al mare mitologico di Stromboli, comincia a lavorare al manoscritto che narra la Leggenda degli Amanti Impossibili. A metà del testo sospende la scrittura per costruire e dipingere gli Altari che fino a quel momento aveva solo descritto. Nel corso degli anni 2000-2004 gli altari del “Pellegrinaggio…” sono stati esposti:
- Firenze - ex Convento del Carmine, (“L’isola dentro: artisti siciliani a Firenze”)
- Aeroporto Milano - Malpensa, presentati da “Alitalia per l’Arte”
- Villasanta (Milano) - Villa Camperio, con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Villasanta (Milano)
- Roma - Museo del Corso, con la Fondazione Cassa di Risparmio di Roma.
“Il Pellegrinaggio degli Amanti Impossibili” è stato citato nel volume curato dall’Unesco “Arte e cultura del
Mediterraneo nel XX° secolo” presentato ufficialmente a Valencia (Spagna) nel novembre 2004.
09
settembre 2005
Luigi Camarilla – Il pellegrinaggio degli amanti impossibili
Dal 09 settembre al 13 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
MUSEI CIVICI E PINACOTECA LUIGI STURZO
Caltagirone, Via Roma, 10, (Catania)
Caltagirone, Via Roma, 10, (Catania)
Orario di apertura
tutti i giorni 10-13 e 16-20
Vernissage
9 Settembre 2005, ore 19 alla Scala di SS. Maria del Monte, dove la mostra si protrae fino all'11 settembre
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