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Luigi Carboni – In assenza di prove
Tipico del modo di procedere di Carboni è il lavoro per cicli, che di volta in volta sottolineano un tema, pur mantenendo come dato di continuità il rapporto con la natura.
Comunicato stampa
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Proveniente dalle fila dell’arte concettuale, “la pittura contemporanea di un certo significato è essenzialmente concettuale”, nel corso degli anni ottanta si avvicina alle soluzioni dell’arte “astratta” proclamando l’esigenza di un ritorno alla pittura, intesa anche come dominio della “tecnica”.
Tipico del modo di procedere di Carboni è il lavoro per cicli, che di volta in volta sottolineano un tema, pur mantenendo come dato di continuità il rapporto con la natura.
Vediamo perciò comparire sulla tela fitte ragnatele di segni naturalistici, e arabeschi infiniti, trame leggere che infittiscono la superficie della tela fino al limite dell’impenetrabilità, evidenziando cifre stilistiche che rimandano al mondo orientale, oppure, come nell’ultima serie, le mappe geografiche.
Tuttavia in questi soggetti si può leggere piuttosto la volontà di spogliare il segno di ogni valenza di significato, per lasciare ampia libertà al segno stesso di evocare suggestioni, libero soprattutto da messaggi che l’artista più o meno coscientemente vuole apporvi.
Di qui la percezione che da sempre si ha dell’opera di Carboni, qualificata per lo più come pittura astratta; da qui anche la sua presenza alle maggiori rassegne dedicate all’arte aniconica degli ultimi vent’anni: valga per tutte la mostra curata da Demetrio Paparoni nel 1993 Italia-America L’astrazione ridefinita alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di San Marino e quella curata da Danilo Eccher nel 1999 alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna.
Fra le cose più significative che sono state scritte sulla sua opera, sono emblematiche quelle del critico Luca Beatrice:
“La pittura (…) si presenta quasi trasparente (…) per l’indubbia capacità di mettere in evidenza le Qualità del fondo, la ricercatezza e la profondità dell’effetto cromatico. (…) il dato naturale è perciò utilizzato come incipit di conoscenze ma subito trasferito in una dimensione onirica e fantastica.
(…) queste opere tendono al minimalismo, capaci come sono di fermarsi un istante prima di diventare decorative, semplicemente attendono il dato naturale da trasfigurare nella memoria senza indugiare in particolarismi, Lo scarto, la differenza, sono giocati sul piano della preziosità dei materiali, sulla ricchezza e sulla generosità dell’artista che non si vuol risparmiare e che tende a riempire ogni porzione della superficie dove si è accumulata, nel tempo, la conoscenza.
(…) l’arte di Luigi Carboni sfugge alle definizioni, occupa il luogo della complessità, non si snoda in un processo lineare ed evolutivo ma piuttosto interagisce continuamente con il proprio passato.
Perché solo nella conoscenza e nel rispetto del passato si fondano le grandi civiltà e le reali democrazie.
Luigi Carboni (Pesaro, 1957) ha tenuto la prima perrsonale nel 1979 alla Galleria San Fedele di Milano grazie al Premio San Fedele vinto nel 1978; da quel momento seguono numerose esposizioni personali, di cui le principali, in ordine cronologico, sono: Galleria Spazia, Bologna; Galleria G7, Bologna; Jack Shainman Gallery, New York; Jack Shainman Gallery, Washington; Galleria Lumen Travo, Amsterdam; Galleria Alberto Weber, Torino; Studio Scalise, Napoli; Studio La città, Verona; Studio Barnabò, Venezia; Galleria Franca Mancini, Pesaro; Galleria Giò Marconi, Milano; Galleria Otto, Bologna, Patricia Faure Gallery, Los Angeles.
Principali collettive:
- 1980: Lo spazio possibile, Galleria D’Arte Moderna, Ancona;
- 1988: Arte Italiana, Museo d’arte moderma, Taiwan;
Acquisizioni, Galleria d’arte moderna, Bologna;
- 1989: Artegiovane, PAC, Milano
- 1991: Now in Italy, Kodama Gallery, Osaka
- 1992: Cadencias, Figure d’arte italiana degli anni 90, Museo d’arte contemporanea Sofia Imber, Caracas
Museo d’arte contemporanea, Bogotà
Il teatro dell’Arte, Galleria d’arte moderna, Cesena
- 1993: Italia-America, L’astrazione ridefinita, Galleria nazionale d’arte moderna, San
Marino
- 1994: Mistero e Mito, momenti della pittura italiana 1939-1960-1990, Fukujama Museum
of Art; Chiba Prefectural Museum af Art; Kochi, Museum of Art; Idia City Museum
(mostra itinerante in Giappone)
- 1995: L’astrazione, Galleria d’arte moderna, Gallarate
- 1996: Ultime generazioni-XII Quadriennale, Palazzo delle Esposizioni, Roma
- 1997: Exelixis, Fondazione Melina Mercuri, Atene
Die andere Richtung der Kunst, Dumontkunsthalle, Colonia
- 1998: Arte Italiana: ultimi 40 anni, Galleria d’arte moderna, Bologna
- 2001: Generazione Astratta, Fondazione Bandera, Busto Arsizio
Cross Roads, Arte contemporanea della collezione Tonelli, Polo museale internazionale Castello Colonna, Genazzano
- 2002: Materia d’Arte, Opere della collezione della GAM, Galleria d’arte modena, Bologna.
Nel 1988 la Galleria d’arte moderna di Bologna acquista una sua opera; seguono nel 1990 le acquisizioni del Palazzo Reale, Museo d’arte Contemporanea di Milano e della Comit, che lo inserisce nella collezione della Banca Commerciale Italiana
Tipico del modo di procedere di Carboni è il lavoro per cicli, che di volta in volta sottolineano un tema, pur mantenendo come dato di continuità il rapporto con la natura.
Vediamo perciò comparire sulla tela fitte ragnatele di segni naturalistici, e arabeschi infiniti, trame leggere che infittiscono la superficie della tela fino al limite dell’impenetrabilità, evidenziando cifre stilistiche che rimandano al mondo orientale, oppure, come nell’ultima serie, le mappe geografiche.
Tuttavia in questi soggetti si può leggere piuttosto la volontà di spogliare il segno di ogni valenza di significato, per lasciare ampia libertà al segno stesso di evocare suggestioni, libero soprattutto da messaggi che l’artista più o meno coscientemente vuole apporvi.
Di qui la percezione che da sempre si ha dell’opera di Carboni, qualificata per lo più come pittura astratta; da qui anche la sua presenza alle maggiori rassegne dedicate all’arte aniconica degli ultimi vent’anni: valga per tutte la mostra curata da Demetrio Paparoni nel 1993 Italia-America L’astrazione ridefinita alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di San Marino e quella curata da Danilo Eccher nel 1999 alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna.
Fra le cose più significative che sono state scritte sulla sua opera, sono emblematiche quelle del critico Luca Beatrice:
“La pittura (…) si presenta quasi trasparente (…) per l’indubbia capacità di mettere in evidenza le Qualità del fondo, la ricercatezza e la profondità dell’effetto cromatico. (…) il dato naturale è perciò utilizzato come incipit di conoscenze ma subito trasferito in una dimensione onirica e fantastica.
(…) queste opere tendono al minimalismo, capaci come sono di fermarsi un istante prima di diventare decorative, semplicemente attendono il dato naturale da trasfigurare nella memoria senza indugiare in particolarismi, Lo scarto, la differenza, sono giocati sul piano della preziosità dei materiali, sulla ricchezza e sulla generosità dell’artista che non si vuol risparmiare e che tende a riempire ogni porzione della superficie dove si è accumulata, nel tempo, la conoscenza.
(…) l’arte di Luigi Carboni sfugge alle definizioni, occupa il luogo della complessità, non si snoda in un processo lineare ed evolutivo ma piuttosto interagisce continuamente con il proprio passato.
Perché solo nella conoscenza e nel rispetto del passato si fondano le grandi civiltà e le reali democrazie.
Luigi Carboni (Pesaro, 1957) ha tenuto la prima perrsonale nel 1979 alla Galleria San Fedele di Milano grazie al Premio San Fedele vinto nel 1978; da quel momento seguono numerose esposizioni personali, di cui le principali, in ordine cronologico, sono: Galleria Spazia, Bologna; Galleria G7, Bologna; Jack Shainman Gallery, New York; Jack Shainman Gallery, Washington; Galleria Lumen Travo, Amsterdam; Galleria Alberto Weber, Torino; Studio Scalise, Napoli; Studio La città, Verona; Studio Barnabò, Venezia; Galleria Franca Mancini, Pesaro; Galleria Giò Marconi, Milano; Galleria Otto, Bologna, Patricia Faure Gallery, Los Angeles.
Principali collettive:
- 1980: Lo spazio possibile, Galleria D’Arte Moderna, Ancona;
- 1988: Arte Italiana, Museo d’arte moderma, Taiwan;
Acquisizioni, Galleria d’arte moderna, Bologna;
- 1989: Artegiovane, PAC, Milano
- 1991: Now in Italy, Kodama Gallery, Osaka
- 1992: Cadencias, Figure d’arte italiana degli anni 90, Museo d’arte contemporanea Sofia Imber, Caracas
Museo d’arte contemporanea, Bogotà
Il teatro dell’Arte, Galleria d’arte moderna, Cesena
- 1993: Italia-America, L’astrazione ridefinita, Galleria nazionale d’arte moderna, San
Marino
- 1994: Mistero e Mito, momenti della pittura italiana 1939-1960-1990, Fukujama Museum
of Art; Chiba Prefectural Museum af Art; Kochi, Museum of Art; Idia City Museum
(mostra itinerante in Giappone)
- 1995: L’astrazione, Galleria d’arte moderna, Gallarate
- 1996: Ultime generazioni-XII Quadriennale, Palazzo delle Esposizioni, Roma
- 1997: Exelixis, Fondazione Melina Mercuri, Atene
Die andere Richtung der Kunst, Dumontkunsthalle, Colonia
- 1998: Arte Italiana: ultimi 40 anni, Galleria d’arte moderna, Bologna
- 2001: Generazione Astratta, Fondazione Bandera, Busto Arsizio
Cross Roads, Arte contemporanea della collezione Tonelli, Polo museale internazionale Castello Colonna, Genazzano
- 2002: Materia d’Arte, Opere della collezione della GAM, Galleria d’arte modena, Bologna.
Nel 1988 la Galleria d’arte moderna di Bologna acquista una sua opera; seguono nel 1990 le acquisizioni del Palazzo Reale, Museo d’arte Contemporanea di Milano e della Comit, che lo inserisce nella collezione della Banca Commerciale Italiana
08
maggio 2004
Luigi Carboni – In assenza di prove
Dall'otto maggio al 10 giugno 2004
arte contemporanea
Location
MANDELLI ARTE CONTEMPORANEA
Seregno, Via Giuseppe Garibaldi, 89, (Milano)
Seregno, Via Giuseppe Garibaldi, 89, (Milano)
Orario di apertura
dal Martedì al Sabato 10,30/12,30 – 15,30/19,30
Vernissage
8 Maggio 2004, ore 18