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Luigi Carini – Spazio e Tempo, l’infinito dialogo con la natura
Quella del pittore è un’espressione che, pur alimentandosi della grande e nobile tradizione dell’ottocento e novecento, ci appare quanto mai libera ed autonoma perché l’artista riesce sempre a liberarsi da ogni condizionamento stilistico e culturale e a vivere intensamente ogni emozione.
Comunicato stampa
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Alla Galleria d’Arte Contemporanea “STUDIO C” di via Giovanni Campesio 39 si inaugura sabato, 7 aprile, la mostra personale di Luigi Carini dal titolo “Spazio e tempo, l’infinito dialogo con la natura”.
Nato a Gropparello, ma residente a Piacenza, Luigi Carini è un artista che vanta un nutrito e interessante curriculum artistico fatto di svariate mostre, personali e collettive, tenute in molte città italiane e di qualificati interventi critici che, nel corso degli anni, hanno commentato e descritto il suo mondo pittorico.
Come si intuisce dal titolo, la tematica preferita dall’artista piacentino è senza dubbio quella della natura, con particolare riguardo al paesaggio agreste e bucolico della nostra collina o alla atmosfere magiche e silenti dei nostri fiumi, ma ogni tanto il suo sguardo e la sua attenzione si rivolgono pure a visioni urbane, alla descrizione di strade e ambienti della nostra vita quotidiana fatta di traffico e caos.
Lunga e fortunata la tradizione paesaggistica italiana ed europea, ma anche ai nostri giorni la pittura di paesaggio è quanto mai viva e vegeta, continua ad essere la più amata e prediletta da collezionisti e appassionati. E un plauso meritano senza dubbio tutti quegli artisti che, come il nostro Luigi Carini, invece di seguire mode o tendenze più o meno diffuse che li vorrebbero spingere verso l’espressione Astratto-Informale, continuano invece ad essere fedeli a se stessi e alla loro interiorità praticando la buona pittura che si ispira al cuore e alla natura. Quella di Luigi, dunque, è un’espressione che, pur alimentandosi della grande e nobile tradizione dell’ottocento e novecento, ci appare quanto mai libera ed autonoma perché l’artista riesce sempre a liberarsi da ogni condizionamento stilistico e culturale e a vivere intensamente ogni emozione. Pittura basata su di un solido impianto grafico-compositivo, dove il disegno costituisce il cuore pulsante di ogni sua opera, senza però nulla togliere alla spontaneità e alla sfera emotiva neppure quando, con tecnica quasi iperrealista, si sofferma a descrivere, con straordinaria precisione, particolari e dettagli. Anzi, proprio in questi casi, la sua espressione si fa veramente personale, moderna e contemporanea perché quei dettagli non sono mero esercizio tecnico, ma rivelano invece la sua straordinaria capacità d’osservazione, il bisogno, quasi fisico, di far rivivere anche agli altri ciò che lui sente e rappresenta, il desiderio, intimo e profondo, di rendere il dipinto qualcosa di vivo, palpitante, capace di interloquire con l’osservatore. Animato da questo spirito e da questi presupposti, Luigi Carini ci offre così immagini suggestive della vallate piacentine, vedute caratteristiche di campi, prati e boschi che costeggiano le rive del Po e della Trebbia, poetici e solitari rustici di collina. Tutto è immerso nella quiete più assoluta, tutto è circondato da grande pace e silenzio. Allora questi dipinti, pur nella loro naturale e realistica descrizione, acquistano la leggerezza del pensiero, sembrano sfiorati da una delicata atmosfera metafisica e da una spinta interiore capace di dare vita e movimento. Certe opere di Luigi Carini, i lunghi orizzonti dei paesaggi di pianura, i boschi della Val Trebbia, le lanche del Po, i canali e poi quei grandi cieli che si aprono a perdita d’occhio verso l’infinito, trasmettono all’osservatore attento e sensibile una specie di raccoglimento pensoso, un senso di religioso silenzio e ci invitano ad entrare delicatamente in noi stessi, a ricordare attimi e momenti perduti, a ricercare origini, scopi e identità del nostro “essere” e del nostro “esistere”.
La rassegna, che sarà introdotta dal gallerista e critico d’arte Luciano Carini, chiuderà il 19 aprile.
Nato a Gropparello, ma residente a Piacenza, Luigi Carini è un artista che vanta un nutrito e interessante curriculum artistico fatto di svariate mostre, personali e collettive, tenute in molte città italiane e di qualificati interventi critici che, nel corso degli anni, hanno commentato e descritto il suo mondo pittorico.
Come si intuisce dal titolo, la tematica preferita dall’artista piacentino è senza dubbio quella della natura, con particolare riguardo al paesaggio agreste e bucolico della nostra collina o alla atmosfere magiche e silenti dei nostri fiumi, ma ogni tanto il suo sguardo e la sua attenzione si rivolgono pure a visioni urbane, alla descrizione di strade e ambienti della nostra vita quotidiana fatta di traffico e caos.
Lunga e fortunata la tradizione paesaggistica italiana ed europea, ma anche ai nostri giorni la pittura di paesaggio è quanto mai viva e vegeta, continua ad essere la più amata e prediletta da collezionisti e appassionati. E un plauso meritano senza dubbio tutti quegli artisti che, come il nostro Luigi Carini, invece di seguire mode o tendenze più o meno diffuse che li vorrebbero spingere verso l’espressione Astratto-Informale, continuano invece ad essere fedeli a se stessi e alla loro interiorità praticando la buona pittura che si ispira al cuore e alla natura. Quella di Luigi, dunque, è un’espressione che, pur alimentandosi della grande e nobile tradizione dell’ottocento e novecento, ci appare quanto mai libera ed autonoma perché l’artista riesce sempre a liberarsi da ogni condizionamento stilistico e culturale e a vivere intensamente ogni emozione. Pittura basata su di un solido impianto grafico-compositivo, dove il disegno costituisce il cuore pulsante di ogni sua opera, senza però nulla togliere alla spontaneità e alla sfera emotiva neppure quando, con tecnica quasi iperrealista, si sofferma a descrivere, con straordinaria precisione, particolari e dettagli. Anzi, proprio in questi casi, la sua espressione si fa veramente personale, moderna e contemporanea perché quei dettagli non sono mero esercizio tecnico, ma rivelano invece la sua straordinaria capacità d’osservazione, il bisogno, quasi fisico, di far rivivere anche agli altri ciò che lui sente e rappresenta, il desiderio, intimo e profondo, di rendere il dipinto qualcosa di vivo, palpitante, capace di interloquire con l’osservatore. Animato da questo spirito e da questi presupposti, Luigi Carini ci offre così immagini suggestive della vallate piacentine, vedute caratteristiche di campi, prati e boschi che costeggiano le rive del Po e della Trebbia, poetici e solitari rustici di collina. Tutto è immerso nella quiete più assoluta, tutto è circondato da grande pace e silenzio. Allora questi dipinti, pur nella loro naturale e realistica descrizione, acquistano la leggerezza del pensiero, sembrano sfiorati da una delicata atmosfera metafisica e da una spinta interiore capace di dare vita e movimento. Certe opere di Luigi Carini, i lunghi orizzonti dei paesaggi di pianura, i boschi della Val Trebbia, le lanche del Po, i canali e poi quei grandi cieli che si aprono a perdita d’occhio verso l’infinito, trasmettono all’osservatore attento e sensibile una specie di raccoglimento pensoso, un senso di religioso silenzio e ci invitano ad entrare delicatamente in noi stessi, a ricordare attimi e momenti perduti, a ricercare origini, scopi e identità del nostro “essere” e del nostro “esistere”.
La rassegna, che sarà introdotta dal gallerista e critico d’arte Luciano Carini, chiuderà il 19 aprile.
07
aprile 2018
Luigi Carini – Spazio e Tempo, l’infinito dialogo con la natura
Dal 07 al 19 aprile 2018
arte contemporanea
Location
GALLERIA STUDIO C
Piacenza, Via Giovanni Campesio, 39, (Piacenza)
Piacenza, Via Giovanni Campesio, 39, (Piacenza)
Orario di apertura
Feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30. Lunedì chiusura
Vernissage
7 Aprile 2018, ore 18.00
Autore
Curatore