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Luigi De Giovanni – Rivoluzione
Un’installazione e una performance che servono a Luigi De Giovanni per raccontare della povera gente che, pur avendo vissuto la rivoluzione, non conta nulla nella scacchiera di quei pochi potenti che ne decidono, “rimestando” di continuo nel mastello del mondo, le sorti
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sutta Le Capanne Du Ripa, Specchia - (Lecce)
via Umberto I
Info: cell. 3292370646; tel. 0833 537034
E.mail: lmfedeg@libero.it
Sito web: www.degiovanniluigi.com
Artista: Luigi De Giovanni
Titolo: Rivoluzione
Inaugurazione: 05 ottobre 2012 ore 19.00
Chiusura: 14 ottobre 2012
Un'installazione e una performance che servono a Luigi De Giovanni
per raccontare della povera gente che, pur avendo vissuto la
rivoluzione, non conta nulla nella scacchiera di quei pochi potenti che ne
decidono, “rimestando” di continuo nel mastello del mondo, le sorti.
Dal 05/10/2012 al 14/10/2012
Dalle 10:30 alle 20:30
Evento organizzato da Il Raggio Verde eventi d’arte (Lecce), in
collaborazione con la Galleria d’Arte Mentana di Firenze, in occasione dell’8°
Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI Associazione dei Musei
d’Arte Contemporanea Italiana: Sabato 6 ottobre 2012.
Allestimento: Arch. Stefania Branca
Luigi De Giovanni
Rivoluzione
L’evento “Rivoluzione” è un momento di denuncia dei drammi dell’umanità
auto provocati dall’uomo accecato dall’egoismo e dalla sete di potere. Il
concetto è narrato da trentasei tele bianche che interpretano la parola “pace”
e da un bidone diventato mastello contenente una melma rossastra, rigirata
con un grosso bastone dai visitatori.
Il titolo dà un’idea del sogno che nel tempo ha mosso i popoli che chiedevano
d’esistere e che è diventato spesso incubo e tomba dove è seppellito con la
giustizia e la fiducia nell’avvenire. Ora non bastano le solite parole che hanno
animato gli ideali, troppo spesso crollati il giorno dopo… quel giorno che
doveva essere della pace, a giustificare la partecipazione a rivoluzioni vuote
come le tele bianche che sperano d’essere colorate da un’ispirazione felice.
Le tele bianche, dove neanche un artista ha voluto dipingere, si animano
dalla parola “pace” presagendo venti di dolore. Dolore per un lavoro che
manca, per la giustizia che non vede applicati i suoi principi, per la libertà
condizionata dai poteri, per gli animi feriti nella speranza: l’oggi è triste, il
domani appare minaccioso.
Nel mastello, interprete della terra, si avvertono i fermenti della ribellione
contro i soprusi e i gioghi che hanno privato le persone della dignità del
lavoro, della libertà, dell’uguaglianza: miraggi infranti che, spesso, hanno
precipitato interi paesi in climi medievali. Le mani tengono ben fermo il
bastone del potere che nel rimestare forma bolle e grumi minacciosi che si
gonfiano sino a esplodere in rivolta incontrollata, essendo venuta a mancare
la speranza di cambiamento. È il mastello, vecchio bidone arrugginito e
sporco, che nei segni del tempo racconta tristemente di dura fatica mai
ricompensata adeguatamente e di sfruttamento doloroso.
Il bastone, sporcato dall’egoismo e dall’arroganza, racconta dei potenti
diventati prepotenti senza scrupolo che non si curano delle istanze di quel
popolo fiducioso che gli ha scelti.
Un'installazione e una performance che servono a Luigi De Giovanni
per raccontare della povera gente che, pur avendo vissuto la
rivoluzione, non conta nulla nella scacchiera di quei pochi potenti che ne
decidono, “rimestando” di continuo nel mastello del mondo, le sorti.
Il gesto partirà da un grande bidone, riempito di un denso liquido rosso scuro,
situato al centro dello studio con dentro il bastone che servirà a rimestare:
l’azione verrà fatta dai visitatori e le poche persone, che riusciranno a
usare il “bastone” del potere, rimestando simboleggeranno i potenti che
incuranti dei diritti dei poveri, si spartiscono le ricchezze sino a ridurre interi
popoli alla fame. Nel pavimento, ricoperto da polveri bianche schizzate
di rosso vermiglio e da ombre di colore tetro, si avvertiranno le tracce di
rivoluzione anche osservando l’implorazione delle trentasei piccole tele (cm
20x20 ciascuna) che esalteranno la forza delle idee di pace che, purtroppo,
svaporano in violenza che si diffonde coinvolgendo sempre più persone del
popolo perse nel vuoto: un vuoto che porta molto spesso “dalla padella nella
brace”.
Federica Murgia
Santa Cesarea Terme
20 settembre 2012
via Umberto I
Info: cell. 3292370646; tel. 0833 537034
E.mail: lmfedeg@libero.it
Sito web: www.degiovanniluigi.com
Artista: Luigi De Giovanni
Titolo: Rivoluzione
Inaugurazione: 05 ottobre 2012 ore 19.00
Chiusura: 14 ottobre 2012
Un'installazione e una performance che servono a Luigi De Giovanni
per raccontare della povera gente che, pur avendo vissuto la
rivoluzione, non conta nulla nella scacchiera di quei pochi potenti che ne
decidono, “rimestando” di continuo nel mastello del mondo, le sorti.
Dal 05/10/2012 al 14/10/2012
Dalle 10:30 alle 20:30
Evento organizzato da Il Raggio Verde eventi d’arte (Lecce), in
collaborazione con la Galleria d’Arte Mentana di Firenze, in occasione dell’8°
Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI Associazione dei Musei
d’Arte Contemporanea Italiana: Sabato 6 ottobre 2012.
Allestimento: Arch. Stefania Branca
Luigi De Giovanni
Rivoluzione
L’evento “Rivoluzione” è un momento di denuncia dei drammi dell’umanità
auto provocati dall’uomo accecato dall’egoismo e dalla sete di potere. Il
concetto è narrato da trentasei tele bianche che interpretano la parola “pace”
e da un bidone diventato mastello contenente una melma rossastra, rigirata
con un grosso bastone dai visitatori.
Il titolo dà un’idea del sogno che nel tempo ha mosso i popoli che chiedevano
d’esistere e che è diventato spesso incubo e tomba dove è seppellito con la
giustizia e la fiducia nell’avvenire. Ora non bastano le solite parole che hanno
animato gli ideali, troppo spesso crollati il giorno dopo… quel giorno che
doveva essere della pace, a giustificare la partecipazione a rivoluzioni vuote
come le tele bianche che sperano d’essere colorate da un’ispirazione felice.
Le tele bianche, dove neanche un artista ha voluto dipingere, si animano
dalla parola “pace” presagendo venti di dolore. Dolore per un lavoro che
manca, per la giustizia che non vede applicati i suoi principi, per la libertà
condizionata dai poteri, per gli animi feriti nella speranza: l’oggi è triste, il
domani appare minaccioso.
Nel mastello, interprete della terra, si avvertono i fermenti della ribellione
contro i soprusi e i gioghi che hanno privato le persone della dignità del
lavoro, della libertà, dell’uguaglianza: miraggi infranti che, spesso, hanno
precipitato interi paesi in climi medievali. Le mani tengono ben fermo il
bastone del potere che nel rimestare forma bolle e grumi minacciosi che si
gonfiano sino a esplodere in rivolta incontrollata, essendo venuta a mancare
la speranza di cambiamento. È il mastello, vecchio bidone arrugginito e
sporco, che nei segni del tempo racconta tristemente di dura fatica mai
ricompensata adeguatamente e di sfruttamento doloroso.
Il bastone, sporcato dall’egoismo e dall’arroganza, racconta dei potenti
diventati prepotenti senza scrupolo che non si curano delle istanze di quel
popolo fiducioso che gli ha scelti.
Un'installazione e una performance che servono a Luigi De Giovanni
per raccontare della povera gente che, pur avendo vissuto la
rivoluzione, non conta nulla nella scacchiera di quei pochi potenti che ne
decidono, “rimestando” di continuo nel mastello del mondo, le sorti.
Il gesto partirà da un grande bidone, riempito di un denso liquido rosso scuro,
situato al centro dello studio con dentro il bastone che servirà a rimestare:
l’azione verrà fatta dai visitatori e le poche persone, che riusciranno a
usare il “bastone” del potere, rimestando simboleggeranno i potenti che
incuranti dei diritti dei poveri, si spartiscono le ricchezze sino a ridurre interi
popoli alla fame. Nel pavimento, ricoperto da polveri bianche schizzate
di rosso vermiglio e da ombre di colore tetro, si avvertiranno le tracce di
rivoluzione anche osservando l’implorazione delle trentasei piccole tele (cm
20x20 ciascuna) che esalteranno la forza delle idee di pace che, purtroppo,
svaporano in violenza che si diffonde coinvolgendo sempre più persone del
popolo perse nel vuoto: un vuoto che porta molto spesso “dalla padella nella
brace”.
Federica Murgia
Santa Cesarea Terme
20 settembre 2012
05
ottobre 2012
Luigi De Giovanni – Rivoluzione
Dal 05 al 14 ottobre 2012
arte contemporanea
Location
SUTTA LE CAPANNE DU RIPA
Specchia, Via Umberto I, (Lecce)
Specchia, Via Umberto I, (Lecce)
Orario di apertura
Dalle 10:30 alle 20:30
Vernissage
5 Ottobre 2012, ore 19
Sito web
www.degiovanniluigi.com
Autore