Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Luigi De Giovanni – Urlo nero
Un grido di dolore. Una voce che si perde nella notte di un mare blu diventato tomba. L’ululo del tempestoso vento fa udire il canto delle prefiche che si straziano per affetti altrui e le loro lacrime diventano diluvio travolgente che alza le onde sino a mostrare le oscurità degli abissi: non c’è più speranza
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Un grido di dolore. Una voce che si perde nella notte di un mare blu diventato tomba.
L’ululo del tempestoso vento fa udire il canto delle prefiche che si straziano per affetti altrui
e le loro lacrime diventano diluvio travolgente che alza le onde sino a mostrare le oscurità
degli abissi: non c’è più speranza. Scappano, i profughi, su carcasse di barche perché
hanno avvertito il richiamo di morte che i tamburi di guerra evocano rullando sempre più
forte. Ecco lo strazio delle persone impaurite che cercano il loro ultimo soffio di vita.
Nell’artista riaffiora la sinestesia di Quasimodo, in quella memoria ritrova l’oggi, le sue
sensazioni, le sue emozioni e una società che sembra aver perduto il senno: tutto viene
furiosamente fissato sulle tele dove il colore pare innalzarsi a coprire l’orrore.
Pantarei. Tutto scorre e nulla pare mutare nell’animo umano assetato di potere e sangue.
Si sono perse la pace, la fede nella giustizia e nella vita, il raziocinio: il loro spazio è
diventato utilitarismo, odio. Ora l’opportunità travolge i sentimenti d’amore e pare non
serva più la gioiosa speranza nella religiosità del dono della vita. La bontà e la giustizia
sono in putrefazione distruttiva come pure la fiducia nel futuro.
In questo clima l’artista sente “l’urlo nero” e si ritrova nella poesia “Alle fronde dei Salici” di
Salvatore Quasimodo. Un altro tempo: ma, sempre, lo stesso uomo.
Lo studio “Sutta le capanne du Ripa”, in piazza del Popolo 21° a Specchia Lecce, sarà
sede di una mostra, un’installazione dell’artista Luigi De Giovanni che per la “Giornata del
Contemporaneo” realizzerà una performance che parlerà di morte di guerra e di orrore ma
anche di vita di pace. Federica Murgia
L’ululo del tempestoso vento fa udire il canto delle prefiche che si straziano per affetti altrui
e le loro lacrime diventano diluvio travolgente che alza le onde sino a mostrare le oscurità
degli abissi: non c’è più speranza. Scappano, i profughi, su carcasse di barche perché
hanno avvertito il richiamo di morte che i tamburi di guerra evocano rullando sempre più
forte. Ecco lo strazio delle persone impaurite che cercano il loro ultimo soffio di vita.
Nell’artista riaffiora la sinestesia di Quasimodo, in quella memoria ritrova l’oggi, le sue
sensazioni, le sue emozioni e una società che sembra aver perduto il senno: tutto viene
furiosamente fissato sulle tele dove il colore pare innalzarsi a coprire l’orrore.
Pantarei. Tutto scorre e nulla pare mutare nell’animo umano assetato di potere e sangue.
Si sono perse la pace, la fede nella giustizia e nella vita, il raziocinio: il loro spazio è
diventato utilitarismo, odio. Ora l’opportunità travolge i sentimenti d’amore e pare non
serva più la gioiosa speranza nella religiosità del dono della vita. La bontà e la giustizia
sono in putrefazione distruttiva come pure la fiducia nel futuro.
In questo clima l’artista sente “l’urlo nero” e si ritrova nella poesia “Alle fronde dei Salici” di
Salvatore Quasimodo. Un altro tempo: ma, sempre, lo stesso uomo.
Lo studio “Sutta le capanne du Ripa”, in piazza del Popolo 21° a Specchia Lecce, sarà
sede di una mostra, un’installazione dell’artista Luigi De Giovanni che per la “Giornata del
Contemporaneo” realizzerà una performance che parlerà di morte di guerra e di orrore ma
anche di vita di pace. Federica Murgia
08
ottobre 2016
Luigi De Giovanni – Urlo nero
Dall'otto al 22 ottobre 2016
arte contemporanea
Location
SUTTA LE CAPANNE DU RIPA
Specchia, Via Umberto I, (Lecce)
Specchia, Via Umberto I, (Lecce)
Orario di apertura
10:15-12:30 -17: 20:30
Giornata del Contemporaneo: 10:15 - 20:30
Vernissage
8 Ottobre 2016, ore 17.30
Sito web
lmfedeg@libero.it
Autore