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Luigi Di Gangi – Santi Alchemici
Un progetto espositivo lungo 80 opere, tra quadri e pale, libri e scatole, che propone un suggestivo e sublime percorso iconografico dalle immagini vorticose e quasi ossessive per colori e forza, di ricerca e rievocazioni tra arte e fede nella Sicilia dei suoi Santi
Comunicato stampa
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Dal 1° aprile al 15 maggio, il Centro Culturale Biotos ospita la personale di Luigi Di Gangi dal titolo
"Santi Alchemici", una mostra a cura di Marco Pomara.
L’opera di Luigi Di Gangi è un travagliato collage di una realtà imperitura, che nasce nei ricordi di bambino e si cristallizza nella memoria di un uomo che compone linguaggi e recita universi immaginari da mettere in scena non su palcoscenici nè su tele da dipingere, bensì su materia che si tocca e si vive...
Si tratta di un racconto intenso e colorato, intervallato da segni da cogliere e che alterna alle variopinte figure, testi e tinte grigie, versi e simboli, disegni e forme. Tutti elementi densi di significati, che vengono fuori quasi a proporsi spontaneamente a chi vi si accosta, concedendosi e donandosi al punto da suscitare un "tocco" sui corpi intrecciati delle opere, nel tentativo di percorrere le linee sovrapposte proprie dello schema narrativo pensato e creato dall'artista con colla e ritagli, carta e petali, pigmenti e fango, foto e smalti.
Racconti epici santificano le immagini, e l'immagine dei Santi diventa sacra ma nel contempo profanatrice di icone classiche. O meglio, il classicismo dell'iconografia sacra viene stravolto due volte da Di Gangi: la prima durante la scomposizione, la seconda al culmine della ri-composizione minuziosa e immaginifica! L'immagine è pertanto solo immaginata dall'artista e un istante dopo da egli stesso tradotta in narrazione.
Vecchie tavole di legno o scatole in disuso risorgono e si animano in un ritmo fluente e travolgente sul passamano etereo della geometria nascosta tra le tracce fiere di quei pezzi di storie che un tempo erano destinati a un irriverente oblio.
Le orme del passato si trasformano in emanazioni pulsanti di un flusso di pensiero irrefrenabile, ricorrente nell'opera del Di Gangi, dove ogni atomo si fa testimone eccellente di ciò che è stato, in uno sfondo, a volte sfocato a volte spettacolarmente definito, iconoclastico e mistico.
Esasperazioni di figure affiancate tra loro, fotografie in rilievo che fuoriescono dall'opera, materia che si mischia secondo modalità armoniche e linearità filologica non tradiscono quell'alchimia intravista dallo stesso Di Gangi nel suo percorso esistenziale ed umano che lo ha condotto al cospetto di quei suoi Santi Alchemici oggi in mostra a Palermo, ma prima ancora incrociati in sentieri tormentati della mente e poi incontrati tra le bancarelle delle vie della città o salvati dai cassonetti reduci dei mercati rionali.
Su tutto però regna l'inimmaginabile tessuto alchemico di un passato mai più dimenticato e di contro restituito a noi attraverso la doviziosa e trascendente arte di Luigi Di Gangi.
80 opere diversissime tra loro ma pur sempre con una stessa anima, che conferisce nuova luce alle sale del Biotos, innalzando una tecnica non nuova, ma dall'inedita veste del collage alchemico di Luigi Di Gangi.
Marco Pomara
L'oracolo Palermitano non si può raccontare, lo si può solo "visitare".
La sua MATRICE sta nell'Alchimia, un regno segreto, un percorso sacrificale alla ricerca del "Sè".
La sua MATERIA è fatta di oggetti, di corpi, di scritture e di suoni, di linee, di colori;
una materia PRIMIGENIA che si radica nel profondo.
Un CORPO complesso e intricato che si sviluppa sull'incastro misterioso e affascinante di un percorso tra "razionale-irrazionale", in cui la speranza e l'angoscia, l'incubo e la follia, il piacere e la gioia si mescolano per far emergere l'OPERA... la RISPOSTA... l'ORACOLO.
L'ORACOLO PALERMITANO è l'insieme di MIGLIAIA di FRAMMENTI di carta stampata riesumati da libri, riviste, manifesti, volantini, "santini", depliant, quotidiani, quaderni, diari, vecchie foto e antiche cartoline, lettere e intimi carteggi, mappe ingiallite e soprattutto santi e madonne.
Tutto materiale di risulta, raccolto a Palermo svuotando cantine e soffitte di amici, depredando i maceri della carta o i mercatini rionali dell'usato, cercando tra la monnezza abbondata tra le macerie di una città che si sbriciola e crolla.
La carta stampata è memoria, cosa viva che cambia colore e invecchia, mantiene i segni del tempo diventando l'hard disk dell'umanità, il mezzo dell'inganno e della propaganda, della parola e della verità, della fede e delle scienze, ma più in generale di tutto lo scibile umano.
L'ORACOLO "si S-COMPONE IN UN NUMERO DI TOT, di cui bisogna solamente deciderne il numero: TOT LIBRI UNICI, TOT POETOGRAFIE, TOT CROMOSFERE, TOT ICONOALCHIMIE".
Luigi Di Gangi
"Santi Alchemici", una mostra a cura di Marco Pomara.
L’opera di Luigi Di Gangi è un travagliato collage di una realtà imperitura, che nasce nei ricordi di bambino e si cristallizza nella memoria di un uomo che compone linguaggi e recita universi immaginari da mettere in scena non su palcoscenici nè su tele da dipingere, bensì su materia che si tocca e si vive...
Si tratta di un racconto intenso e colorato, intervallato da segni da cogliere e che alterna alle variopinte figure, testi e tinte grigie, versi e simboli, disegni e forme. Tutti elementi densi di significati, che vengono fuori quasi a proporsi spontaneamente a chi vi si accosta, concedendosi e donandosi al punto da suscitare un "tocco" sui corpi intrecciati delle opere, nel tentativo di percorrere le linee sovrapposte proprie dello schema narrativo pensato e creato dall'artista con colla e ritagli, carta e petali, pigmenti e fango, foto e smalti.
Racconti epici santificano le immagini, e l'immagine dei Santi diventa sacra ma nel contempo profanatrice di icone classiche. O meglio, il classicismo dell'iconografia sacra viene stravolto due volte da Di Gangi: la prima durante la scomposizione, la seconda al culmine della ri-composizione minuziosa e immaginifica! L'immagine è pertanto solo immaginata dall'artista e un istante dopo da egli stesso tradotta in narrazione.
Vecchie tavole di legno o scatole in disuso risorgono e si animano in un ritmo fluente e travolgente sul passamano etereo della geometria nascosta tra le tracce fiere di quei pezzi di storie che un tempo erano destinati a un irriverente oblio.
Le orme del passato si trasformano in emanazioni pulsanti di un flusso di pensiero irrefrenabile, ricorrente nell'opera del Di Gangi, dove ogni atomo si fa testimone eccellente di ciò che è stato, in uno sfondo, a volte sfocato a volte spettacolarmente definito, iconoclastico e mistico.
Esasperazioni di figure affiancate tra loro, fotografie in rilievo che fuoriescono dall'opera, materia che si mischia secondo modalità armoniche e linearità filologica non tradiscono quell'alchimia intravista dallo stesso Di Gangi nel suo percorso esistenziale ed umano che lo ha condotto al cospetto di quei suoi Santi Alchemici oggi in mostra a Palermo, ma prima ancora incrociati in sentieri tormentati della mente e poi incontrati tra le bancarelle delle vie della città o salvati dai cassonetti reduci dei mercati rionali.
Su tutto però regna l'inimmaginabile tessuto alchemico di un passato mai più dimenticato e di contro restituito a noi attraverso la doviziosa e trascendente arte di Luigi Di Gangi.
80 opere diversissime tra loro ma pur sempre con una stessa anima, che conferisce nuova luce alle sale del Biotos, innalzando una tecnica non nuova, ma dall'inedita veste del collage alchemico di Luigi Di Gangi.
Marco Pomara
L'oracolo Palermitano non si può raccontare, lo si può solo "visitare".
La sua MATRICE sta nell'Alchimia, un regno segreto, un percorso sacrificale alla ricerca del "Sè".
La sua MATERIA è fatta di oggetti, di corpi, di scritture e di suoni, di linee, di colori;
una materia PRIMIGENIA che si radica nel profondo.
Un CORPO complesso e intricato che si sviluppa sull'incastro misterioso e affascinante di un percorso tra "razionale-irrazionale", in cui la speranza e l'angoscia, l'incubo e la follia, il piacere e la gioia si mescolano per far emergere l'OPERA... la RISPOSTA... l'ORACOLO.
L'ORACOLO PALERMITANO è l'insieme di MIGLIAIA di FRAMMENTI di carta stampata riesumati da libri, riviste, manifesti, volantini, "santini", depliant, quotidiani, quaderni, diari, vecchie foto e antiche cartoline, lettere e intimi carteggi, mappe ingiallite e soprattutto santi e madonne.
Tutto materiale di risulta, raccolto a Palermo svuotando cantine e soffitte di amici, depredando i maceri della carta o i mercatini rionali dell'usato, cercando tra la monnezza abbondata tra le macerie di una città che si sbriciola e crolla.
La carta stampata è memoria, cosa viva che cambia colore e invecchia, mantiene i segni del tempo diventando l'hard disk dell'umanità, il mezzo dell'inganno e della propaganda, della parola e della verità, della fede e delle scienze, ma più in generale di tutto lo scibile umano.
L'ORACOLO "si S-COMPONE IN UN NUMERO DI TOT, di cui bisogna solamente deciderne il numero: TOT LIBRI UNICI, TOT POETOGRAFIE, TOT CROMOSFERE, TOT ICONOALCHIMIE".
Luigi Di Gangi
01
aprile 2015
Luigi Di Gangi – Santi Alchemici
Dal primo aprile al 15 maggio 2015
arte contemporanea
Location
GALLERIA BIOTOS
Palermo, Via XII Gennaio, 2, (Palermo)
Palermo, Via XII Gennaio, 2, (Palermo)
Orario di apertura
da martedì a sabato dalle ore 17.00 alle ore 20.00 (fuori orario su appuntamento)
Vernissage
1 Aprile 2015, ore 19
Autore
Curatore