Luigi Grande

Penso che dipingere sia stato sempre, per Luigi grande, gestire un rapporto diretto con le immagini della realtà, ovvero con le figure che la surrogano maturando una dialettica positiva tra la natura e l’idea artistica che ne esprime il senso. Corrispondendo, indubbiamente, alla fondamentale distinzione di Schopenhauer fra gli “atti” e le “opere”, le potenzialità del suo sguardo diventano estremamente significative non appena sono delineate nell’opera dal fare artistico. Infatti è per esse che l’osservatore percepisce lo spirito sensibile degli avvenimenti e delle cose scoprendo, nelle apparizioni suscitate dai dipinti, l’incessante inquietudine della verità o di uno dei suoi momenti più intensi. E’ appunto il vero che Luigi Grande persegue da sempre, ossia ciò che si oppone al falso, al finto, all’insincero rispecchiando nei suoi quadri la coerenza interiore. Opta, perciò, per l’energia espressiva propria della materia pittorica consapevole che l’esperienza emozionale e spirituale della realtà trova gli adeguati ingredienti espressivi nella spiccata e esasperata accentuazione cromatica e nella icasticità del segno.

Certo lui stesso ha priveligiato – fra le molte lezioni moderne, da Simboliste alle germinazioni analogiche dell’informale – la contemporaneità succeduta alle spietate annotazioni di Bacon, i continui e complessi
sviluppi del modo di esprimersi con forme plastico – grafiche. Avvertito, come altri, da Klee di come fosse compito dell’artista l’esprimere non l’evidenza di un prato bensì, di esseo, il crescere dell’erba. In altre occasioni ho scritto di come nei dipinti di Grande emergano dalla materia pittorica, in una sorta di galleggiamento luminoso e nebbioso dei pigmenti, paesaggi e figure dissolventi e di come il sottile pulviscolo, che ci comunica il fruscio dell’istante che ha generato il loro comparire, si adebitore, dal punto di vista ottico, della fotografia. E se ricodo qui il “taglio” de “La ragazza col cane”, che è del 1978 o quello di certi “nudi”, coevi e successivi, quasi evanescenti, sospesi nello spazio con l’instabile dinamicità, è perché rivado alla vena vristica di degas, ai suoi effetti di movimento, all’immediatezza di uno o più gesti mediati dallo scatto fotografico.

 
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04 ottobre 2003

Luigi Grande

Dal 04 al 22 ottobre 2003
arte contemporanea
Location
SATURA – PALAZZO STELLA
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Orario di apertura
dal martedì al sabato ore 16.30 - 19.00. chiuso lunedì e festivo
Vernissage
4 Ottobre 2003, ore 17.00

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