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Luigi Manciocco – Miracle 2009
Presentazione Video e Catalogo dalla mostra Miracle Museo Civico chiesa S. Antonio, Cascia (19 • IX • 2009 – 6 • I • 2010) Interventi di: Pierluigi Basso Fossali, Luca Beatrice, Stefania Severi
Comunicato stampa
Segnala l'evento
A chiusura di Miracle 2009, una videoinstallazione site-specific di Luigi Manciocco, curata da Luca Beatrice per il
Museo Civico chiesa di S. Antonio a Cascia, Martedì 19 gennaio 2010 ore 17,00 presso il MACRO (Museo Arte
Contemporanea Roma) Sala delle Conferenze, Via Reggio Emilia, 54 ROMA, verrà presentato il catalogo della
mostra e il video Miracle 2009.
•
Interverranno: Luca Beatrice (critico e storico dell’arte) curatore della mostra; Pierluigi Basso Fossali (semiologo,
storico del cinema e della comunicazione audiovisiva); Stefania Severi (giornalista e storico dell’arte).
•
Video Il video, nell’idea progettuale dell’environment era stato collocato all’interno di uno di tre contenitori da combustibile
di forma cilindrica, vuoti e dipinti all’esterno di nero lucido con vernice industriale, i quali concettualmente rappresentano
i contenitori di scorie nucleari radioattive. I due contenitori laterali ospitavano al loro interno 1590 piccole
forme scultoree di rose in cera bianca trasparente, realizzate dall’artista e illuminate da un fascio luminescente con dispositivi
a LED per far risaltare la bianchezza delle rose. Il video, che nell’installazione a Cascia invadeva tutta la superficie
concava all’interno del contenitore, diffonde immagini simboliche in bianco e nero, nebulose e luminose, fluttuanti
secondo una scansione temporale rallentata e surreale, che vanno dalle esplosioni delle atomiche, agli effetti delle
bombe al napalm, al fosforo, batteriologiche, e tutto ciò che riguarda le dottrine dominanti degli ordigni nucleari. Come
ultima sequenza viene trasmessa l’immagine delle rose luminose, presenti negli altri due contenitori, riprese così come
visibili. Lo stesso video verrà trasmesso al MACRO di Roma, nella Sala delle Conferenze, proiettato in sequenza su uno
schermo, e diffuso contemporaneamente da alcuni monitor. La proiezione in DVD e in memory card verrà riproposta in
automatico per tutta la durata dell’evento.
•
Scheda tecnica Video digitale, montato su lettore DVD, diffuso da un proiettore su schermo. Durata video: min. 3,10,
dimensioni variabili, ambientali, edizioni di 3+AP.
•
Catalogo Il Catalogo (dimensioni cm. 22 x 28, pagg. 82), stampato su carta patinata, riporta lo stesso schema della videoinstallazione
di Cascia. Come la mostra, il catalogo si articola in 2 momenti consequenziali e collegati. La prima parte
comprende still da video, e dettagli di essi. La seconda parte descrive l’environment, illustrando il percorso e il significato
dell’installazione. La scelta del titolo Miracle non rientra, nella sua specificità, nella sfera del sacro o della sacralità,
ma essenzializza un evento che riflette un orizzonte più ampio rispetto alla spiritualità della città e del luogo. Miracle non
rientra in quella cornice che coniuga il sacro e il mondo della cristianità, ma trova una connotazione demoantropologica, dove
il sacro, il mondo magico incantatorio, e il luogo con il suo misticismo, attualizzano arcane presenze invisibili.
Luigi Manciocco Miracle 2009 a cura di Luca Beatrice
Questo luogo non luogo è inteso non tanto secondo un punto di vista di Marc Augè, come una mancanza di relazione
bensì come relazione privilegiata con la dimensione antropologica dell'arte. In sostanza si tratta di uno spazio liminare, di
attesa, dove tutto è tradotto in termini di silenzio. Il doppio percorso, creato da Manciocco, viene riproposto nel catalogo, e
spinge il lettore verso una condizione attenzionale in uno spazio sempre più ristretto. Lo “spazio dell'incontro” così definisce
Matilde Callari Galli alcuni luoghi singolari. Le immagini in quadricromia riproducono l’ambientazione nella sua interezza.
L’effetto della mostra consisteva nel suscitare allo spettatore un senso di disagio nello scorgere da lontano i tre contenitori
posizionati in fondo alla chiesa, centralmente, ma avvicinandosi si rendeva conto che non si trattava di una casualità,
ma di una ambientazione voluta. Lo spettatore veniva coinvolto, e l’effetto dato dallo straniamento era quello di suscitare
nello stesso perplessità, e di attirarne l’attenzione. Nel catalogo si è cercato di riproporre lo stesso effetto emozionale nel
lettore, attraverso le immagini di vedute d’insieme, dall’alto, dell’installazione e degli affreschi medievali nell’abside. La
lettura inizia con alcune opere “shape on canvas” posizionate sugli altari laterali. A destra della navata l’artista colloca un
omaggio a Yves Klein, dal titolo Le vide, opera che nel catalogo viene riportata anche in dettaglio. L’opera, di dimensioni
cm. 29,35.5, è realizzata in spugne naturali, acrilico e colle industriali su corian bianco. Di particolare suggestione sono le
ultime immagini del catalogo, che riproducono, sia in dettaglio che nel complesso dell’environment la spettacolarità del
luogo, l’oratorio della clausura contiguo alla chiesa, dove l’artista posiziona un’opera bianca oil on canvas di piccole dimensioni,
sotto gli affreschi della metà del sec. XV, che ricoprono le pareti e la volta, raffiguranti scene della Passione e Resurrezione.
La spettacolarità del luogo è rafforzata da un’immagine lignea policroma della metà del sec. XV raffigurante l’Arcangelo
Raffaele, insieme a Tobia, alta circa 2 m., considerata di particolare originalità e bellezza.
"Ritorna in Manciocco una modalità che dicevamo appartenere a un’estetica di nuova acquisizione: l’installazione dell’artista si aggiusta
e si mette a fuoco virando da quell’iniziale ipertrofia visuale e sensoriale mentre si spiega nell’ultima sequenza video – uno still delle
rose – che svela il contenuto dei due barili. ‘Qui è la rosa, qui danza’ scrive Hegel nell’ultima parte della Fenomenologia dello Spirito.
Nella semplificazione di una suggestione – la purezza di più di mille rose, tre barili color pece, un video delicato e tragico insieme – si
snoda il racconto concettuale di Luigi Manciocco. Antropologo oltre che artista, Manciocco indossa occhiali speciali per osservare e penetrare
nella nebbia del reale riuscendo con pochi ed essenziali strumenti a costruire la sua personale iconografia sfidando il trionfo massificato
della ‘civiltà delle immagini’".
Torino, 2009 Luca Beatrice
•
Attività recenti Artista visivo e concettuale. Dopo varie esperienze nell’ area della figurazione, tra il 1985 e il 1986 inizia
due ricerche parallele: una sulle scienze etnoantropologiche con studi teorici; l’altra nel campo della sperimentazione
concettuale con environment, videoinstallazioni, pratiche performative che approfondiscono la poetica del bianco. Negli
anni ‘90 espone all’Atlantic Gallery di New York (INCHÔO-To begin) compie diversi viaggi studio e stage: Cornell University
Ithaca (NY). Accanto a G. Chiesa di D’Ars Agency, conosce personaggi della cultura americana, come Margot P.
Palmer, direttrice della rivista “Artspeak”che lo introduce negli ambienti intellettuali di New York e gli affida la redazione
romana di “Artspeak”. Insieme a S. Severi, incontra i galleristi Stefan Eins, Art Director di “FASHION-MODA” Galleria
Cult del Graffitismo, in South Bronx, e Jack Shainman, in Broadway. Pubblica vari articoli sulle riviste d’arte contemporanea
NEXT e D’ARS. Antropologia e installazione concettuale costituiscono ancora oggi i due punti cardinali della
ricerca di Manciocco. Pubblica due saggi antropologici uno nel 1996 e l’altro nel 2006. Proiettata all’interno di un sistema
dialogico di comunicazione allargata, la sensibilità dell’artista sconfina nelle geografie dello spirito e della materia
lontana; campo di indagine di una serie di attraversamenti transterritoriali che hanno dato modo a L. Reghini di Pontremoli
di inserire l’artista tra i “primitivi urbani” nel libro che indaga il filone della New Trend: Primitivi urbani. Antropologia
dell’Arte Presente. Sempre negli anni ‘90 espone alla Katariina Gallery di Helsinki, e De Bellis Foundation - San
Francisco. Tra il ‘92 e il ‘97 intensa è l’attività espositiva in Italia; realizza una serie di environment (solo-exhibition) sul
bianco e sulla luce, utilizzando light-box, monitor, polypropilene, cera, e dispositivi LED: Viterbo, Galleria Miralli: La linea
del Bianco; Milano, Studio Panigati: Mare Bianco; Spoleto - XL Festival dei Due Mondi: Libera nos a malo. Tra le
group exhibition a cui partecipa: Scuola d’Italia di New York: “Un Punto per Piero” e “Dalla Terra con affetto. Omaggio
a Saint-Éxupéry”. Venezia, “Le ali del Leone”Mostra intorno alla XLVI Biennale; Roma - Museo MAT (“Il Pianeta Carta
nel Terzo Millennio”). Tra il 2007 e il 2009: Parigi - Quai d’Orsay Exposition "Sagome 547" (UNICEF Conf. "Liberons
les enfants de la guerre"); Foggia, Dresden; Wroclaw: “Tra(C)arte / Unterpapier / Medzypapiery. La linea teorica di
recente viene sviluppata attraverso un convegno tenuto al Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, al quale invita a discutere
sul concetto di “Male d’artista. Un dono misterioso” scrittori, artisti, antropologi e storici dell’arte. Gli atti del convegno
sono in via di pubblicazione. Nel 2008 in occasione della videoinstallazione OCCHI esce per le Edizioni Campanotto
un Libro d’artista realizzato insieme a L. M. Patella. Manciocco è docente titolare di Cattedra di Progettazione Scultura
e Decorazione Plastica presso il Liceo Artistico Statale “G. De Chirico” di Roma.
•
Azione Simbolica: al termine dell’evento, l’artista donerà ai partecipanti 200 piccole sculture di rose in cera bianca
trasparente, quale azione simbolica. Le rose sono firmate e numerate da 1/200, a significare l’augurio e l’auspicio
che questi oggetti d’arte, e l’arte in generale, possano annullare il male prefigurato nelle immagini catastrofiche trasmesse
dal video, per avvicinarsi a quella soglia liminare di “Miracle”.
Museo Civico chiesa di S. Antonio a Cascia, Martedì 19 gennaio 2010 ore 17,00 presso il MACRO (Museo Arte
Contemporanea Roma) Sala delle Conferenze, Via Reggio Emilia, 54 ROMA, verrà presentato il catalogo della
mostra e il video Miracle 2009.
•
Interverranno: Luca Beatrice (critico e storico dell’arte) curatore della mostra; Pierluigi Basso Fossali (semiologo,
storico del cinema e della comunicazione audiovisiva); Stefania Severi (giornalista e storico dell’arte).
•
Video Il video, nell’idea progettuale dell’environment era stato collocato all’interno di uno di tre contenitori da combustibile
di forma cilindrica, vuoti e dipinti all’esterno di nero lucido con vernice industriale, i quali concettualmente rappresentano
i contenitori di scorie nucleari radioattive. I due contenitori laterali ospitavano al loro interno 1590 piccole
forme scultoree di rose in cera bianca trasparente, realizzate dall’artista e illuminate da un fascio luminescente con dispositivi
a LED per far risaltare la bianchezza delle rose. Il video, che nell’installazione a Cascia invadeva tutta la superficie
concava all’interno del contenitore, diffonde immagini simboliche in bianco e nero, nebulose e luminose, fluttuanti
secondo una scansione temporale rallentata e surreale, che vanno dalle esplosioni delle atomiche, agli effetti delle
bombe al napalm, al fosforo, batteriologiche, e tutto ciò che riguarda le dottrine dominanti degli ordigni nucleari. Come
ultima sequenza viene trasmessa l’immagine delle rose luminose, presenti negli altri due contenitori, riprese così come
visibili. Lo stesso video verrà trasmesso al MACRO di Roma, nella Sala delle Conferenze, proiettato in sequenza su uno
schermo, e diffuso contemporaneamente da alcuni monitor. La proiezione in DVD e in memory card verrà riproposta in
automatico per tutta la durata dell’evento.
•
Scheda tecnica Video digitale, montato su lettore DVD, diffuso da un proiettore su schermo. Durata video: min. 3,10,
dimensioni variabili, ambientali, edizioni di 3+AP.
•
Catalogo Il Catalogo (dimensioni cm. 22 x 28, pagg. 82), stampato su carta patinata, riporta lo stesso schema della videoinstallazione
di Cascia. Come la mostra, il catalogo si articola in 2 momenti consequenziali e collegati. La prima parte
comprende still da video, e dettagli di essi. La seconda parte descrive l’environment, illustrando il percorso e il significato
dell’installazione. La scelta del titolo Miracle non rientra, nella sua specificità, nella sfera del sacro o della sacralità,
ma essenzializza un evento che riflette un orizzonte più ampio rispetto alla spiritualità della città e del luogo. Miracle non
rientra in quella cornice che coniuga il sacro e il mondo della cristianità, ma trova una connotazione demoantropologica, dove
il sacro, il mondo magico incantatorio, e il luogo con il suo misticismo, attualizzano arcane presenze invisibili.
Luigi Manciocco Miracle 2009 a cura di Luca Beatrice
Questo luogo non luogo è inteso non tanto secondo un punto di vista di Marc Augè, come una mancanza di relazione
bensì come relazione privilegiata con la dimensione antropologica dell'arte. In sostanza si tratta di uno spazio liminare, di
attesa, dove tutto è tradotto in termini di silenzio. Il doppio percorso, creato da Manciocco, viene riproposto nel catalogo, e
spinge il lettore verso una condizione attenzionale in uno spazio sempre più ristretto. Lo “spazio dell'incontro” così definisce
Matilde Callari Galli alcuni luoghi singolari. Le immagini in quadricromia riproducono l’ambientazione nella sua interezza.
L’effetto della mostra consisteva nel suscitare allo spettatore un senso di disagio nello scorgere da lontano i tre contenitori
posizionati in fondo alla chiesa, centralmente, ma avvicinandosi si rendeva conto che non si trattava di una casualità,
ma di una ambientazione voluta. Lo spettatore veniva coinvolto, e l’effetto dato dallo straniamento era quello di suscitare
nello stesso perplessità, e di attirarne l’attenzione. Nel catalogo si è cercato di riproporre lo stesso effetto emozionale nel
lettore, attraverso le immagini di vedute d’insieme, dall’alto, dell’installazione e degli affreschi medievali nell’abside. La
lettura inizia con alcune opere “shape on canvas” posizionate sugli altari laterali. A destra della navata l’artista colloca un
omaggio a Yves Klein, dal titolo Le vide, opera che nel catalogo viene riportata anche in dettaglio. L’opera, di dimensioni
cm. 29,35.5, è realizzata in spugne naturali, acrilico e colle industriali su corian bianco. Di particolare suggestione sono le
ultime immagini del catalogo, che riproducono, sia in dettaglio che nel complesso dell’environment la spettacolarità del
luogo, l’oratorio della clausura contiguo alla chiesa, dove l’artista posiziona un’opera bianca oil on canvas di piccole dimensioni,
sotto gli affreschi della metà del sec. XV, che ricoprono le pareti e la volta, raffiguranti scene della Passione e Resurrezione.
La spettacolarità del luogo è rafforzata da un’immagine lignea policroma della metà del sec. XV raffigurante l’Arcangelo
Raffaele, insieme a Tobia, alta circa 2 m., considerata di particolare originalità e bellezza.
"Ritorna in Manciocco una modalità che dicevamo appartenere a un’estetica di nuova acquisizione: l’installazione dell’artista si aggiusta
e si mette a fuoco virando da quell’iniziale ipertrofia visuale e sensoriale mentre si spiega nell’ultima sequenza video – uno still delle
rose – che svela il contenuto dei due barili. ‘Qui è la rosa, qui danza’ scrive Hegel nell’ultima parte della Fenomenologia dello Spirito.
Nella semplificazione di una suggestione – la purezza di più di mille rose, tre barili color pece, un video delicato e tragico insieme – si
snoda il racconto concettuale di Luigi Manciocco. Antropologo oltre che artista, Manciocco indossa occhiali speciali per osservare e penetrare
nella nebbia del reale riuscendo con pochi ed essenziali strumenti a costruire la sua personale iconografia sfidando il trionfo massificato
della ‘civiltà delle immagini’".
Torino, 2009 Luca Beatrice
•
Attività recenti Artista visivo e concettuale. Dopo varie esperienze nell’ area della figurazione, tra il 1985 e il 1986 inizia
due ricerche parallele: una sulle scienze etnoantropologiche con studi teorici; l’altra nel campo della sperimentazione
concettuale con environment, videoinstallazioni, pratiche performative che approfondiscono la poetica del bianco. Negli
anni ‘90 espone all’Atlantic Gallery di New York (INCHÔO-To begin) compie diversi viaggi studio e stage: Cornell University
Ithaca (NY). Accanto a G. Chiesa di D’Ars Agency, conosce personaggi della cultura americana, come Margot P.
Palmer, direttrice della rivista “Artspeak”che lo introduce negli ambienti intellettuali di New York e gli affida la redazione
romana di “Artspeak”. Insieme a S. Severi, incontra i galleristi Stefan Eins, Art Director di “FASHION-MODA” Galleria
Cult del Graffitismo, in South Bronx, e Jack Shainman, in Broadway. Pubblica vari articoli sulle riviste d’arte contemporanea
NEXT e D’ARS. Antropologia e installazione concettuale costituiscono ancora oggi i due punti cardinali della
ricerca di Manciocco. Pubblica due saggi antropologici uno nel 1996 e l’altro nel 2006. Proiettata all’interno di un sistema
dialogico di comunicazione allargata, la sensibilità dell’artista sconfina nelle geografie dello spirito e della materia
lontana; campo di indagine di una serie di attraversamenti transterritoriali che hanno dato modo a L. Reghini di Pontremoli
di inserire l’artista tra i “primitivi urbani” nel libro che indaga il filone della New Trend: Primitivi urbani. Antropologia
dell’Arte Presente. Sempre negli anni ‘90 espone alla Katariina Gallery di Helsinki, e De Bellis Foundation - San
Francisco. Tra il ‘92 e il ‘97 intensa è l’attività espositiva in Italia; realizza una serie di environment (solo-exhibition) sul
bianco e sulla luce, utilizzando light-box, monitor, polypropilene, cera, e dispositivi LED: Viterbo, Galleria Miralli: La linea
del Bianco; Milano, Studio Panigati: Mare Bianco; Spoleto - XL Festival dei Due Mondi: Libera nos a malo. Tra le
group exhibition a cui partecipa: Scuola d’Italia di New York: “Un Punto per Piero” e “Dalla Terra con affetto. Omaggio
a Saint-Éxupéry”. Venezia, “Le ali del Leone”Mostra intorno alla XLVI Biennale; Roma - Museo MAT (“Il Pianeta Carta
nel Terzo Millennio”). Tra il 2007 e il 2009: Parigi - Quai d’Orsay Exposition "Sagome 547" (UNICEF Conf. "Liberons
les enfants de la guerre"); Foggia, Dresden; Wroclaw: “Tra(C)arte / Unterpapier / Medzypapiery. La linea teorica di
recente viene sviluppata attraverso un convegno tenuto al Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, al quale invita a discutere
sul concetto di “Male d’artista. Un dono misterioso” scrittori, artisti, antropologi e storici dell’arte. Gli atti del convegno
sono in via di pubblicazione. Nel 2008 in occasione della videoinstallazione OCCHI esce per le Edizioni Campanotto
un Libro d’artista realizzato insieme a L. M. Patella. Manciocco è docente titolare di Cattedra di Progettazione Scultura
e Decorazione Plastica presso il Liceo Artistico Statale “G. De Chirico” di Roma.
•
Azione Simbolica: al termine dell’evento, l’artista donerà ai partecipanti 200 piccole sculture di rose in cera bianca
trasparente, quale azione simbolica. Le rose sono firmate e numerate da 1/200, a significare l’augurio e l’auspicio
che questi oggetti d’arte, e l’arte in generale, possano annullare il male prefigurato nelle immagini catastrofiche trasmesse
dal video, per avvicinarsi a quella soglia liminare di “Miracle”.
19
gennaio 2010
Luigi Manciocco – Miracle 2009
19 gennaio 2010
presentazione
Location
MACRO – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI ROMA
Roma, Via Nizza, 138, (Roma)
Roma, Via Nizza, 138, (Roma)
Vernissage
19 Gennaio 2010, ore 17
Sito web
www.pointofviewrecords.com
Ufficio stampa
MEDIA PRODUCTION
Autore
Curatore