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Luigi Ontani incontra Giorgio Morandi. CasaMondo. Nature extramorte antropomorfane
Un “incontro”, questo tra Ontani e Morandi, che procede sulla strada di ovvie diversità e di alcune analogie, negli sguardi dei due Artisti, ad esempio, che individuano nel paesaggio in cui il primo nacque, il secondo visse una parte significativa del proprio tempo, un genius loci unico e irripetibile
Comunicato stampa
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Un “incontro”, questo tra Ontani e Morandi, che procede sulla strada di ovvie diversità
e di alcune analogie, negli sguardi dei due Artisti, ad esempio, che individuano nel
paesaggio in cui il primo nacque, il secondo visse una parte significativa del proprio
tempo, un genius loci unico e irripetibile: Ontani nella Rocchetta Mattei, rilucente di
ceramiche e simbologie, bizzarra e affascinante architettura eclettica ed esoterica;
Morandi nel mondo rurale di Grizzana con le sue luci e colori, i coltivi, gli edifici in sasso.
Luigi Ontani (Vergato, 1943), creatore di un immaginario eclettico, orientalista, fiabesco,
interprete singolarissimo, per mezzo di linguaggi e tecniche differenti, di miti, simboli,
opere di artisti del passato e del presente (da Reni a Caravaggio, da Michelangelo a
Mitelli a Manzoni), irrompe oggi nella Casa Studio Giorgio Morandi e nei Fienili del
Campiaro con le nature extramorte antropomorfane, sontuose sculture in maiolica che
intessono un discorso amoroso con la “sublime pittura di Morandi”, come ebbe a dire lo
stesso Ontani, e attraverso di essa con le cose che ne hanno nutrito la linfa poetica. A
partire dalla Casa Studio, al cui interno inizia questo percorso espositivo, studio e dimora
in cui si avverte ancor oggi, miracolosamente, la permanenza del tempo di Morandi, le
nature extramorte antropomorfane, di volta in volta, segnano o la rinascita
tridimensionale di singoli oggetti presenti nei dipinti del grande Artista bolognese, o la
ricostituzione di alcune rappresentazioni di nature morte nella loro interezza, o la messa
in scena di alcuni luoghi originari e nevralgici della formazione ontaniana (il “canopo”
dedicato al conte Mattei ad esempio, il cui volto, desunto da un’antica fotografia, Ontani
sostituisce con il proprio, aggiungendogli come copricapo la cupola dorata della Rocchetta
e come decorazione i rami d’alloro della sua Sala della Musica). Tuttavia, ciò che rende
ancor più affascinante il discorso di Ontani e il composito sistema di segni che lo nutre di
gioco irridente e di serietà melanconica, di conoscenza oggettiva e di memoria personale,
è la frequente presenza, sulle cose delle nature morte di Morandi, non solo del volto di
Ontani, non solo di sue opere del passato, riprodotte in fotoceramica, ma anche di
oggetti intrinseci alla personalità e alla vita di entrambi (la scarpa di Ontani, i funghi e le
ippocastagne amati e usate da Morandi…). Si attiva così un singolarissimo museo
immaginario, stratificato e multiforme, e una museografia implicata in itinerari geografici
e cronologici, che segna la distanza dal mondo e al contempo il suo esservi dentro; una
topografia descrittiva, soggettiva, dei luoghi della mente oltre che dei siti da cui sono
stati tradotti, che scansionano un andamento del vissuto spesso riconoscibile solo
dall’autore ed enigmatico per lo sguardo altrui.
Create appositamente per questa mostra, le nature extramorte antropomorfane (i nomi
delle opere di Ontani evocano Carroll, Joyce, Pirandello, Savinio, Palazzeschi, Munari…),
se nella Casa Studio sono disseminate come tracce stupefacenti, e corto circuiti visivi,
nella trama delle stanze, della vita, di Giorgio, Anna, Dina, Maria Teresa Morandi, nei
Fienili approdano come moltitudine di segni che nel mentre rievocano la lingua pittorica
e il mondo di Morandi (si veda la celebre caraffa con i barattoli di Ovomaltina, e la
citazione dell’andamento delle pennellate) ne suggellano l’avvenuta modificazione
genetica. Il volto che ha visto e amato le opere di Morandi, ora le cataloga, tra
consacrazione rituale e ricreazione ludica, con una inespressività totemica e atemporale
che diventa la firma di un’esperienza oggettiva di vissuto, ma anche un pezzo individuale
di mondo nel fluire delle cose collettive del mondo.
Oltre la Casa Studio Giorgio Morandi, a ospitare opere di Ontani, e su Ontani, saranno
anche i Fienili del Campiaro, che con essa formano un insieme espositivo di raro
interesse (i Fienili furono rappresentati molteplici volte da Morandi). Nel 2° Fienile andrà
continuamente “Il racconto di Luigi Ontani “un video di Massimiliano Galliani girato in
RomAmor, il villino in cui l’Artista vive una parte del suo tempo, fatto costruire assieme
alla Rocchetta dal conte Mattei per ospitare celebri pazienti, che si sottoponevano
all’elettroomeopatia, terapia adoperata ancor oggi diffusamente dalla medicina indiana.
Una casa d’Artista fiabesca, RomAmor, che dai mobili, ai lampadari di Murano, alle
maioliche dei muri, alle vetrate, insieme allo studio, e al vasto giardino che li contiene,
dipana sotto forma di serissimo gioco uno statuto zen meraviglioso e singolarissimo,
mentre prendono vita “coincidenze” mirabili, a partire dal nome del villino stesso,
davvero idoneo all’Artista che tra un viaggio e l’altro, tra l’India, il Messico, Bali, e altri
paesi ancora, ha eletto Roma a propria città ideale e della sua altra dimora . A poca
distanza dalla sobria, semplice e luminosa Casa Studio di Giorgio Morandi, RomAmor,
nata nel solco della cultura della Rocchetta Mattei, afferma oggi l’appartenenza ad un
frammento di genius loci ridivenuto, grazie a Luigi Ontani, sogno, immaginario, arte della
meraviglia.
e di alcune analogie, negli sguardi dei due Artisti, ad esempio, che individuano nel
paesaggio in cui il primo nacque, il secondo visse una parte significativa del proprio
tempo, un genius loci unico e irripetibile: Ontani nella Rocchetta Mattei, rilucente di
ceramiche e simbologie, bizzarra e affascinante architettura eclettica ed esoterica;
Morandi nel mondo rurale di Grizzana con le sue luci e colori, i coltivi, gli edifici in sasso.
Luigi Ontani (Vergato, 1943), creatore di un immaginario eclettico, orientalista, fiabesco,
interprete singolarissimo, per mezzo di linguaggi e tecniche differenti, di miti, simboli,
opere di artisti del passato e del presente (da Reni a Caravaggio, da Michelangelo a
Mitelli a Manzoni), irrompe oggi nella Casa Studio Giorgio Morandi e nei Fienili del
Campiaro con le nature extramorte antropomorfane, sontuose sculture in maiolica che
intessono un discorso amoroso con la “sublime pittura di Morandi”, come ebbe a dire lo
stesso Ontani, e attraverso di essa con le cose che ne hanno nutrito la linfa poetica. A
partire dalla Casa Studio, al cui interno inizia questo percorso espositivo, studio e dimora
in cui si avverte ancor oggi, miracolosamente, la permanenza del tempo di Morandi, le
nature extramorte antropomorfane, di volta in volta, segnano o la rinascita
tridimensionale di singoli oggetti presenti nei dipinti del grande Artista bolognese, o la
ricostituzione di alcune rappresentazioni di nature morte nella loro interezza, o la messa
in scena di alcuni luoghi originari e nevralgici della formazione ontaniana (il “canopo”
dedicato al conte Mattei ad esempio, il cui volto, desunto da un’antica fotografia, Ontani
sostituisce con il proprio, aggiungendogli come copricapo la cupola dorata della Rocchetta
e come decorazione i rami d’alloro della sua Sala della Musica). Tuttavia, ciò che rende
ancor più affascinante il discorso di Ontani e il composito sistema di segni che lo nutre di
gioco irridente e di serietà melanconica, di conoscenza oggettiva e di memoria personale,
è la frequente presenza, sulle cose delle nature morte di Morandi, non solo del volto di
Ontani, non solo di sue opere del passato, riprodotte in fotoceramica, ma anche di
oggetti intrinseci alla personalità e alla vita di entrambi (la scarpa di Ontani, i funghi e le
ippocastagne amati e usate da Morandi…). Si attiva così un singolarissimo museo
immaginario, stratificato e multiforme, e una museografia implicata in itinerari geografici
e cronologici, che segna la distanza dal mondo e al contempo il suo esservi dentro; una
topografia descrittiva, soggettiva, dei luoghi della mente oltre che dei siti da cui sono
stati tradotti, che scansionano un andamento del vissuto spesso riconoscibile solo
dall’autore ed enigmatico per lo sguardo altrui.
Create appositamente per questa mostra, le nature extramorte antropomorfane (i nomi
delle opere di Ontani evocano Carroll, Joyce, Pirandello, Savinio, Palazzeschi, Munari…),
se nella Casa Studio sono disseminate come tracce stupefacenti, e corto circuiti visivi,
nella trama delle stanze, della vita, di Giorgio, Anna, Dina, Maria Teresa Morandi, nei
Fienili approdano come moltitudine di segni che nel mentre rievocano la lingua pittorica
e il mondo di Morandi (si veda la celebre caraffa con i barattoli di Ovomaltina, e la
citazione dell’andamento delle pennellate) ne suggellano l’avvenuta modificazione
genetica. Il volto che ha visto e amato le opere di Morandi, ora le cataloga, tra
consacrazione rituale e ricreazione ludica, con una inespressività totemica e atemporale
che diventa la firma di un’esperienza oggettiva di vissuto, ma anche un pezzo individuale
di mondo nel fluire delle cose collettive del mondo.
Oltre la Casa Studio Giorgio Morandi, a ospitare opere di Ontani, e su Ontani, saranno
anche i Fienili del Campiaro, che con essa formano un insieme espositivo di raro
interesse (i Fienili furono rappresentati molteplici volte da Morandi). Nel 2° Fienile andrà
continuamente “Il racconto di Luigi Ontani “un video di Massimiliano Galliani girato in
RomAmor, il villino in cui l’Artista vive una parte del suo tempo, fatto costruire assieme
alla Rocchetta dal conte Mattei per ospitare celebri pazienti, che si sottoponevano
all’elettroomeopatia, terapia adoperata ancor oggi diffusamente dalla medicina indiana.
Una casa d’Artista fiabesca, RomAmor, che dai mobili, ai lampadari di Murano, alle
maioliche dei muri, alle vetrate, insieme allo studio, e al vasto giardino che li contiene,
dipana sotto forma di serissimo gioco uno statuto zen meraviglioso e singolarissimo,
mentre prendono vita “coincidenze” mirabili, a partire dal nome del villino stesso,
davvero idoneo all’Artista che tra un viaggio e l’altro, tra l’India, il Messico, Bali, e altri
paesi ancora, ha eletto Roma a propria città ideale e della sua altra dimora . A poca
distanza dalla sobria, semplice e luminosa Casa Studio di Giorgio Morandi, RomAmor,
nata nel solco della cultura della Rocchetta Mattei, afferma oggi l’appartenenza ad un
frammento di genius loci ridivenuto, grazie a Luigi Ontani, sogno, immaginario, arte della
meraviglia.
26
giugno 2015
Luigi Ontani incontra Giorgio Morandi. CasaMondo. Nature extramorte antropomorfane
Dal 26 giugno al 26 settembre 2015
arte contemporanea
Location
CASA STUDIO-MUSEO GIORGIO MORANDI – FIENILI DEL CAMPIARO
Grizzana Morandi, loc. Campiaro, 112, (Bologna)
Grizzana Morandi, loc. Campiaro, 112, (Bologna)
Orario di apertura
giovedì-venerdì ore 15.00 - 19.00
sabato-domenica ore 10.00 – 13.00/ 15.00 – 19.00
Vernissage
26 Giugno 2015, h 19
Ufficio stampa
CULTURALIA
Autore
Curatore