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Luigi Poiaghi – Colori
Mostra personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 10 aprile, ore 18, alla Galleria dell'Immagine di Rimini (via Gambalunga 27), si
inaugura una mostra di opere recenti di Luigi Poiaghi, con un testo critico in catalogo di M.
Virginia Cardi.
L’amicizia di tanti anni, ormai, con Luigi Poiaghi apre al mio sguardo, di nuovo, il racconto della sua opera.
Solitario e in ascolto, come oggi è necessario essere, se si creda di poter testimoniare, ancora, da artisti
questi nostri tempi, Poiaghi non rinuncia alla propria contemporaneità. Eppure mi pare venga da lontano a
questo incontro, come da un lungo viaggio.
(...) Gli ultimi lavori, immacolati e soffici, trapunti di scrittura, richiedono una giusta messa a fuoco,
un’acutezza della vista, poiché il bianco, questa particolare scelta emotiva, crea una subitanea distanza.
(...) Il candore, oggi soprattutto, desta imbarazzo, disorienta. Anche perché non è un colore, è un luogo che
appartiene all’interiorità, alla mente. Dimensioni ormai desuete al comportamento di questa società in
vetrina.
(...) il bianco è verginale, nuziale, nuovo, evoca la tela bianca e l’abito da sposa, entrambi accomunati dal
sogno di pienezza, come dalla ineludibile certezza di un ferimento.
Sobrietà e rigore sono la cifra di questo artista e sono centrali nel suo lavoro. Tant’è che la sapiente scrittura
attraverso l’arte del cucito, con la quale il maestro interviene sul piano, ne è una sottolineatura ulteriore.
Cucire è legare, tenere legate insieme le cose.
(...) Qui, in questo caso, si ricamano parole, la linea del filo diventa calligrafia.
Già da tempo Poiaghi sperimentava l’estro e la libertà della linea. Maestosa, strutturata, poi, nervosa,
ondulata, oggi diventa linguaggio, quasi a ripercorrere dall’inizio la lunga storia dell’immagine nel suo
intreccio con il segno.
In questo caso la parola poetica nell’incresparsi del cotone, al susseguirsi dei punti veloci descrive
trasalimenti, crea spostamenti, mette in gioco l’autore stesso, che appare sdoppiarsi; attraverso la parola,
talvolta il calembour e la libera associazione aprono abissi, contraddizioni. La superficie così suadente e
invitante si frantuma in una messa a morte del senso comune.
L’opera è davvero infinito intrattenimento, scompiglia la sovranità di un solo punto di vista; offre la possibilità
di essere guardati.
Come quando con leggerezza e malinconica ironia, Poiaghi appunta la seguente epigrafe:
osservo un ragno sul soffitto e lui
mi guarda pendere dal pavimento
(dal testo in catalogo di M. Virginia Cardi)
Comune di Rimini_ Assessorato alla Cultura_Musei Comunali_Biblioteca Gambalunga
inaugura una mostra di opere recenti di Luigi Poiaghi, con un testo critico in catalogo di M.
Virginia Cardi.
L’amicizia di tanti anni, ormai, con Luigi Poiaghi apre al mio sguardo, di nuovo, il racconto della sua opera.
Solitario e in ascolto, come oggi è necessario essere, se si creda di poter testimoniare, ancora, da artisti
questi nostri tempi, Poiaghi non rinuncia alla propria contemporaneità. Eppure mi pare venga da lontano a
questo incontro, come da un lungo viaggio.
(...) Gli ultimi lavori, immacolati e soffici, trapunti di scrittura, richiedono una giusta messa a fuoco,
un’acutezza della vista, poiché il bianco, questa particolare scelta emotiva, crea una subitanea distanza.
(...) Il candore, oggi soprattutto, desta imbarazzo, disorienta. Anche perché non è un colore, è un luogo che
appartiene all’interiorità, alla mente. Dimensioni ormai desuete al comportamento di questa società in
vetrina.
(...) il bianco è verginale, nuziale, nuovo, evoca la tela bianca e l’abito da sposa, entrambi accomunati dal
sogno di pienezza, come dalla ineludibile certezza di un ferimento.
Sobrietà e rigore sono la cifra di questo artista e sono centrali nel suo lavoro. Tant’è che la sapiente scrittura
attraverso l’arte del cucito, con la quale il maestro interviene sul piano, ne è una sottolineatura ulteriore.
Cucire è legare, tenere legate insieme le cose.
(...) Qui, in questo caso, si ricamano parole, la linea del filo diventa calligrafia.
Già da tempo Poiaghi sperimentava l’estro e la libertà della linea. Maestosa, strutturata, poi, nervosa,
ondulata, oggi diventa linguaggio, quasi a ripercorrere dall’inizio la lunga storia dell’immagine nel suo
intreccio con il segno.
In questo caso la parola poetica nell’incresparsi del cotone, al susseguirsi dei punti veloci descrive
trasalimenti, crea spostamenti, mette in gioco l’autore stesso, che appare sdoppiarsi; attraverso la parola,
talvolta il calembour e la libera associazione aprono abissi, contraddizioni. La superficie così suadente e
invitante si frantuma in una messa a morte del senso comune.
L’opera è davvero infinito intrattenimento, scompiglia la sovranità di un solo punto di vista; offre la possibilità
di essere guardati.
Come quando con leggerezza e malinconica ironia, Poiaghi appunta la seguente epigrafe:
osservo un ragno sul soffitto e lui
mi guarda pendere dal pavimento
(dal testo in catalogo di M. Virginia Cardi)
Comune di Rimini_ Assessorato alla Cultura_Musei Comunali_Biblioteca Gambalunga
10
aprile 2010
Luigi Poiaghi – Colori
Dal 10 al 30 aprile 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA DELL’IMMAGINE
Rimini, Via Alessandro Gambalunga, 27, (Rimini)
Rimini, Via Alessandro Gambalunga, 27, (Rimini)
Orario di apertura
tutti i giorni 16-19; sabato 10-12; domenica e festivi chiuso
Vernissage
10 Aprile 2010, ore 18
Autore