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Luigi Spanò – L’uomo visto di spalle che fuma il sigaro con la sciarpa rossa, rossa? Rosso
Spanò si ripropone al pubblico dopo la mostra di Bruxelles del 2001 e dopo quattro anni di intenso lavoro
Comunicato stampa
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Spanò si ripropone al pubblico dopo la mostra di Bruxelles del 2001 e dopo quattro anni di intenso lavoro: come allora, e come da quando ha iniziato a dipingere, anche le opere per l’esposizione al castello di Carlo V a Lecce sono pensate per occhi attenti che sappiano superare l’apparente incongruenza di ciò che è narrato in superficie
Non è casuale a questo proposito il passaggio di Spanò, in altre epoche, attraverso più scoperti interessi per la metafisica, oggi riconoscibili solo nell’uso del tempo sospeso e del silenzio che accompagnano tutti i suoi dipinti; sebbene anche i titoli dei quadri, come sempre, contribuiscano ad investire le opere di significati enigmatici e di arrovelli mentali che altro non sono che le riflessioni dell’artista sulla condizione umana e sui perché dell’esistere. La carica dissacratoria e ironicamente caustica che così stabilisce tra il titolo narrante e l’opera stessa mette in circolo il paradosso e l’ncongruenza dei soggetti, in realtà dotati di una loro coerenza interiore percepibile solo attraverso l’osservazione attenta.
Anche il titolo stesso della mostra, la cui lunghezza equivale ad una precisa volontà narrativa è originato dal titolo del dipinto L’uomo visto di spalle che fuma il sigaro con la sciarpa rossa, rossa? Rosso. In esso l’esaltazione dei contrari è ottenuta attraverso la riproduzione in scale diverse del soggetto narrativo (l’uomo dalla sciarpa rossa) e del complemento alla narrazione (il paesaggio). Miniaturizzando l’uomo visto di spalle, che in realtà è l’artista stesso e il protagonista della scena, vengono azionati tutta una serie di meccanismi destabilizzanti basati sull’equivoco, per i quali ciò che dovrebbe essere colto come soggetto principale risulta praticamente invisibile, perché l’occhio, catturato dalla natura lussureggiante di un paesaggio originariamente pensato come completamento visivo, vede in esso il protagonista assoluto dello spazio.
Spanò nelle sue tele come un abile regista distilla scientemente gli opposti per instillare dubbi, per sollecitare spaesamenti con una perizia memore di lunghi anni di esercizio.
Così come l’artista esercita la miniaturizzazione dei soggetti applica anche il gigantismo a tutto campo dei personaggi come in Cappuccetto rosso aveva una sorella, L’uomo di Sara, L’ultima, dipinti che non per questo ci risultano all’apparenza più comprensibili.
La linea sempre sinuosa e ritornante in Spanò sottende costante la volontà di procedere senza spezzature ed anche il colore, superando gli spessori materici che già furono dell’ultimo Segantini od anche di certe decorazioni in rilievo nei quadri di Rembrandt, in certi suoi dipinti porta lo spessore materico all’altezza di due e tre centimetri, spostando così la soglia della pittura oltre ogni azzardo nella simulazione del bassorilievo plastico.
L’aspetto materico così fortemente accentuato da consentire alla pittura quasi di competere con la scultura, è evidente anche in La crosta del mio gallo, L’uomo di Sara, La luce dei soli, Losca esca di mosca . In questi quadri la luce si irradia con la potenza vitale del rosso, tra i colori prediletti dall’artista ,solcando superfici pastose; ma la luce in Spanò, come lui la usa dosandola sapientemente per i suoi effetti di scena, dimostra da sempre di conoscere la migliore tradizione della grande pittura del naturalismo europeo del XVII secolo, soprattutto di Rembrandt. Effetti di luce come quelli raggiunti in L’ultima e col taglio nettissimo a metà della lampada dell’Uomo di Sara hanno molto da insegnare anche ad un lightdesigner come Vittorio Storaro.
Le opere dell’artista tra i messaggi criptati di cui sono disseminate sottendono anche un immaginifico erotico a volte appena suggerito, altre volte dichiaratamente esibito come nelle natiche sinuosamente disegnate di la Losca esca di mosca.
in questi dipinti tuttavia il piacere è completamente assente e l’erotismo, come già fu per la pittura manierista e la scultura neoclassica è immemore del tempo e si appaga narcisisticamente di sé stesso
La mostra e il catalogo pubblicato dall’Editrice Salentina godono dei seguenti patrocini: Città di Lecce, Assessorato alla Cultura della Città di Lecce, Provincia di Lecce,Regione Puglia, Regione Calabria, Accademia di belle arti di Lecce, Associazione F.I.D.A.P.A., Banca BNL.
Non è casuale a questo proposito il passaggio di Spanò, in altre epoche, attraverso più scoperti interessi per la metafisica, oggi riconoscibili solo nell’uso del tempo sospeso e del silenzio che accompagnano tutti i suoi dipinti; sebbene anche i titoli dei quadri, come sempre, contribuiscano ad investire le opere di significati enigmatici e di arrovelli mentali che altro non sono che le riflessioni dell’artista sulla condizione umana e sui perché dell’esistere. La carica dissacratoria e ironicamente caustica che così stabilisce tra il titolo narrante e l’opera stessa mette in circolo il paradosso e l’ncongruenza dei soggetti, in realtà dotati di una loro coerenza interiore percepibile solo attraverso l’osservazione attenta.
Anche il titolo stesso della mostra, la cui lunghezza equivale ad una precisa volontà narrativa è originato dal titolo del dipinto L’uomo visto di spalle che fuma il sigaro con la sciarpa rossa, rossa? Rosso. In esso l’esaltazione dei contrari è ottenuta attraverso la riproduzione in scale diverse del soggetto narrativo (l’uomo dalla sciarpa rossa) e del complemento alla narrazione (il paesaggio). Miniaturizzando l’uomo visto di spalle, che in realtà è l’artista stesso e il protagonista della scena, vengono azionati tutta una serie di meccanismi destabilizzanti basati sull’equivoco, per i quali ciò che dovrebbe essere colto come soggetto principale risulta praticamente invisibile, perché l’occhio, catturato dalla natura lussureggiante di un paesaggio originariamente pensato come completamento visivo, vede in esso il protagonista assoluto dello spazio.
Spanò nelle sue tele come un abile regista distilla scientemente gli opposti per instillare dubbi, per sollecitare spaesamenti con una perizia memore di lunghi anni di esercizio.
Così come l’artista esercita la miniaturizzazione dei soggetti applica anche il gigantismo a tutto campo dei personaggi come in Cappuccetto rosso aveva una sorella, L’uomo di Sara, L’ultima, dipinti che non per questo ci risultano all’apparenza più comprensibili.
La linea sempre sinuosa e ritornante in Spanò sottende costante la volontà di procedere senza spezzature ed anche il colore, superando gli spessori materici che già furono dell’ultimo Segantini od anche di certe decorazioni in rilievo nei quadri di Rembrandt, in certi suoi dipinti porta lo spessore materico all’altezza di due e tre centimetri, spostando così la soglia della pittura oltre ogni azzardo nella simulazione del bassorilievo plastico.
L’aspetto materico così fortemente accentuato da consentire alla pittura quasi di competere con la scultura, è evidente anche in La crosta del mio gallo, L’uomo di Sara, La luce dei soli, Losca esca di mosca . In questi quadri la luce si irradia con la potenza vitale del rosso, tra i colori prediletti dall’artista ,solcando superfici pastose; ma la luce in Spanò, come lui la usa dosandola sapientemente per i suoi effetti di scena, dimostra da sempre di conoscere la migliore tradizione della grande pittura del naturalismo europeo del XVII secolo, soprattutto di Rembrandt. Effetti di luce come quelli raggiunti in L’ultima e col taglio nettissimo a metà della lampada dell’Uomo di Sara hanno molto da insegnare anche ad un lightdesigner come Vittorio Storaro.
Le opere dell’artista tra i messaggi criptati di cui sono disseminate sottendono anche un immaginifico erotico a volte appena suggerito, altre volte dichiaratamente esibito come nelle natiche sinuosamente disegnate di la Losca esca di mosca.
in questi dipinti tuttavia il piacere è completamente assente e l’erotismo, come già fu per la pittura manierista e la scultura neoclassica è immemore del tempo e si appaga narcisisticamente di sé stesso
La mostra e il catalogo pubblicato dall’Editrice Salentina godono dei seguenti patrocini: Città di Lecce, Assessorato alla Cultura della Città di Lecce, Provincia di Lecce,Regione Puglia, Regione Calabria, Accademia di belle arti di Lecce, Associazione F.I.D.A.P.A., Banca BNL.
10
dicembre 2005
Luigi Spanò – L’uomo visto di spalle che fuma il sigaro con la sciarpa rossa, rossa? Rosso
Dal 10 dicembre 2005 al 29 gennaio 2006
arte contemporanea
Location
CASTELLO CARLO V
Lecce, Viale Xxv Luglio, (Lecce)
Lecce, Viale Xxv Luglio, (Lecce)
Vernissage
10 Dicembre 2005, ore 18
Autore
Curatore