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Luisa Elia – Seasons
La prima esposizione personale torinese di Luisa Elia realizzata nel nuovo spazio della galleria Raffaella De Chirico, una mostra che vuole essere una piccola antologia di lavori realizzati con i materiali più cari all’artista: sabbia, gomma, terra, sale, carta.
Comunicato stampa
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Luisa Elia ritorna a Torino per la sua prima mostra personale nel nuovo spazio della galleria Raffaella De Chirico Contemporary dopo le collettive ‘To be continued’ e ‘Mater’ in Via Vanchiglia. Ed è proprio dopo ‘Mater’ che si sceglie di consolidare il rapporto con l’artista leccese i cui lavori guardano alla materia – sono sculture di sale, terra, sabbia, gomma e carta – e grazie alla materia si formano e rigenerano attraverso la ricerca sul vuoto e sullo spazio.
In un articolo su Domus del 1996, Pierre Restany scrisse che le opere di Luisa Elia sono i re di quadri della sua memoria. Costituiscono addirittura il suo “memoriale”, la storia affettiva e concettuale della coscienza del suo essere. Una sorta di cantiere filosofico in costruzione come il critico francese aveva definito il modo di procedere di un’artista che crea ogni volta un luogo nel quale narrare lo spirito della propria vita. E ancora oggi, a distanza di diciotto anni, Luisa Elia si racconta nel concepimento di ‘Seasons’ e ne emerge un’esistenza edificata giorno per giorno, impegnata nell’esistere, nel lavorare e nel pensare.
“Nell'esposizione ‘Seasons’ presento alcuni cicli di opere, accostandoli più che per tecnica e materiali, per analogia poetica. Ho immaginato lo spazio della galleria come un rettangolo di luce e ombre, con due campi laterali idealmente opposti: da un lato, sculture bianche proposte come momenti di luce, saggezza o tabula rasa; dall'altro, Gomme nere e costruzioni con terra, che vivono d'ombra e appartengono alla parte più noir del mio inconscio. Al centro ho ricercato l'equilibrio delle parti, così come la loro compenetrazione, sospendendo una piccola e magica scultura sferica in ceramica, Vuoto celeste, ed alle sue spalle un' immagine fotografica della stessa, di grandi dimensioni. L'installazione a terra Orme, composta da gomme assemblate, traccia una linea nera come ad indicare una sorta di percorso terreno dell'esistenza con i punti di fuga e di unione; è un lavoro in fieri che considero infinito, perché aggiungo negli anni altri moduli e li accosto in maniera differente, modificandone la composizione. Alle Orme si contrappone un'opera sospesa, Discus: una costruzione bianca concepita dall'aggregazione di micro-sculture circolari e ovoidali, che disegnano il vuoto, proiettandolo sul muro. Le opere d'arte non hanno stagioni ma hanno da sempre accompagnato le stagioni della mia vita.” (Luisa Elia)
L’immagine dell’opera Vuoto Celeste esposta in ‘Seasons’ è dei fotografi Giovanni Ricci e Annalisa Guidetti.
Nei mesi successivi alla mostra seguirà un pubblicazione antologica sul lavoro di Luisa Elia curata da Federico Sardella.
In un articolo su Domus del 1996, Pierre Restany scrisse che le opere di Luisa Elia sono i re di quadri della sua memoria. Costituiscono addirittura il suo “memoriale”, la storia affettiva e concettuale della coscienza del suo essere. Una sorta di cantiere filosofico in costruzione come il critico francese aveva definito il modo di procedere di un’artista che crea ogni volta un luogo nel quale narrare lo spirito della propria vita. E ancora oggi, a distanza di diciotto anni, Luisa Elia si racconta nel concepimento di ‘Seasons’ e ne emerge un’esistenza edificata giorno per giorno, impegnata nell’esistere, nel lavorare e nel pensare.
“Nell'esposizione ‘Seasons’ presento alcuni cicli di opere, accostandoli più che per tecnica e materiali, per analogia poetica. Ho immaginato lo spazio della galleria come un rettangolo di luce e ombre, con due campi laterali idealmente opposti: da un lato, sculture bianche proposte come momenti di luce, saggezza o tabula rasa; dall'altro, Gomme nere e costruzioni con terra, che vivono d'ombra e appartengono alla parte più noir del mio inconscio. Al centro ho ricercato l'equilibrio delle parti, così come la loro compenetrazione, sospendendo una piccola e magica scultura sferica in ceramica, Vuoto celeste, ed alle sue spalle un' immagine fotografica della stessa, di grandi dimensioni. L'installazione a terra Orme, composta da gomme assemblate, traccia una linea nera come ad indicare una sorta di percorso terreno dell'esistenza con i punti di fuga e di unione; è un lavoro in fieri che considero infinito, perché aggiungo negli anni altri moduli e li accosto in maniera differente, modificandone la composizione. Alle Orme si contrappone un'opera sospesa, Discus: una costruzione bianca concepita dall'aggregazione di micro-sculture circolari e ovoidali, che disegnano il vuoto, proiettandolo sul muro. Le opere d'arte non hanno stagioni ma hanno da sempre accompagnato le stagioni della mia vita.” (Luisa Elia)
L’immagine dell’opera Vuoto Celeste esposta in ‘Seasons’ è dei fotografi Giovanni Ricci e Annalisa Guidetti.
Nei mesi successivi alla mostra seguirà un pubblicazione antologica sul lavoro di Luisa Elia curata da Federico Sardella.
25
settembre 2014
Luisa Elia – Seasons
Dal 25 settembre al 25 ottobre 2014
arte contemporanea
Location
RAFFAELLA DE CHIRICO GALLERIA D’ARTE
Torino, Via Della Rocca, 19, (Torino)
Torino, Via Della Rocca, 19, (Torino)
Orario di apertura
Martedì - mercoledì 14:00/19:00
Giovedì - venerdì - sabato 11:00/19:00
Domenica 10:00/13:00
In altri giorni e orari su appuntamento
Vernissage
25 Settembre 2014, dalle ore 18:00 alle ore 22:00
Autore
Curatore