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Luisa Mazza – Emilio Pian
La stagione espositiva dell’Associazione L.I.Art prosegue con la terza delle quattro mostre della rassegna “la Figura assente” dedicata a Luisa Mazza ed Emilio Pian.
Comunicato stampa
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"L’arte suggerisce alla realtà un modo per sfuggire il tempo degli accadimenti, si sostituisce ad essa e fonda, in un momento, una temporalità. La figura assente è quella di cui saggiamo la sparizione, di cui non ricordiamo nulla, se non l’effetto e l’energia di questo vuoto. L’immagine astratta non è più la rappresentazione solipsistica, frutto del drenaggio dell’inconscio o composizione intellettuale, è superficie problematica che ha perso la funzione di supporto o di campo di azione delle forme diventa zona problematica in se, manifesta la propria naturale incidenza sul mondo a cui non oppone una faccia bensì l’intera frontalità di un evento, senza ripetere come uno specchio deformante il quotidiano, la storia, l’uomo. Le figure assenti sono quelle che non vediamo nel mondo perché sono “al” mondo.
Luisa Mazza centra la dialettica tra pittura e supporto operando tagli netti e scoscesi, sezioni geometrizzanti su cui applica una pittura liquida e sfuggente carica di suggestive golosità. Quasi mettendo in crisi il lirismo del continnuum cromatico con la rottura perentoria della zona dipinta, l’artista siciliana organizza un linguaggio lineare fatto di ombre profonde che delimtano le aree di luce.
Nella zona desolata della post produzione industriale Emilio Pian dispone il precipitato della macchina di profilatura di metalli con un equilibrio razionale, costruttivista, ma laddove sparisce la stratificazione architettonica delle particelle geometriche ecco che si apre uno schema esclusivamente mentale disegnato sul laminato metallico, un iperuranio siderurgico. Questa ritrovata non oggettività confligge con le ombre velate degli allumini".
Marcello Carriero
Luisa Mazza centra la dialettica tra pittura e supporto operando tagli netti e scoscesi, sezioni geometrizzanti su cui applica una pittura liquida e sfuggente carica di suggestive golosità. Quasi mettendo in crisi il lirismo del continnuum cromatico con la rottura perentoria della zona dipinta, l’artista siciliana organizza un linguaggio lineare fatto di ombre profonde che delimtano le aree di luce.
Nella zona desolata della post produzione industriale Emilio Pian dispone il precipitato della macchina di profilatura di metalli con un equilibrio razionale, costruttivista, ma laddove sparisce la stratificazione architettonica delle particelle geometriche ecco che si apre uno schema esclusivamente mentale disegnato sul laminato metallico, un iperuranio siderurgico. Questa ritrovata non oggettività confligge con le ombre velate degli allumini".
Marcello Carriero
02
aprile 2004
Luisa Mazza – Emilio Pian
Dal 02 al 24 aprile 2004
arte contemporanea
Location
CASINA GIUSTINIANI – L.I.ART
Roma, Viale David Lubin, 4, (Roma)
Roma, Viale David Lubin, 4, (Roma)
Vernissage
2 Aprile 2004, ore 18.30