Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Luisa Raffaelli – Strutture e fughe
personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Luisa Raffaelli è nata a Torino, dove ha completato studi artistici per poi laurearsi in Architettura. Alla fine
degli anni ‘90 ha iniziato a dedicarsi alla fotografia, coniugando nel suo percorso di ricerca questo medium
all’installation art. Ha sperimentato poi l’elaborazione digitale su base fotografica per realizzare una sorta di
set virtuali, attraversati da un soggetto femminile metaforico, costruiti come fossero frame da video .
Luisa Raffaelli ha esposto in diverse gallerie e istituzioni pubbliche, ha tenuto workshop di progettazione
artistico ambientale con studenti presso la facoltà di Architettura di Torino, ha collaborato con il regista Walter
Malosti alla realizzazione di una installazione performativa presso la Fondazione Merz di Torino nell’ambito
della rassegna di arte visiva e musica contemporanea “Meteorite in Giardino”.I suoi lavori sono presenti in
collezioni pubbliche e private
Protagonista delle opere di Luisa Raffaelli è spesso una figura femminile “narrante”, identificabile solo da
una massa di capelli rossi che le nasconde il volto e che costituisce l’elemento distintivo della sua identità.
Il tema messo in campo è quello della fuga e del disadattamento, tema che negli ultimi lavori vede come
soggetto non solo più la donna rossa, metaforica e plurale, ma anche la natura, legati da una sorta di
alleanza, perché il corpo è natura umana alienata e la natura è corporea e sensibile. La fuga può essere
una reazione, un progetto, una necessità, e il disadattamento una consapevolezza, una coscienza critica.
Entrambi possono condurre nel loro percorso a nuovi punti di vista e alla revisione del senso. “Si può fuggire
in molti modi”, dice l’artista, “nella disseminazione del corpo nelle reti informatiche, o in una dimensione
spaziale e mentale, nella quale immagino si inoltri con noi la natura”. Negli ultimi lavori presentati da Dieffe
Arte contemporanea il tema della fuga ha assunto questa valenza “cosmica”. Gli alberi, sradicandosi con
forza da boschi accerchiati, muovono verso il cielo e non lasciano che tracce di fronde nel grigiore in cui
erano prigionieri. La donna dai capelli rossi strappa i suoi radicamenti costrittivi e abbandona la città. L’artista
rappresenta una città immaginaria, nascente, vista dall’alto. La rappresenta in un suo punto di disordine
entropico, che mantiene a prima vista l’aspetto di una trama governata, ma dove la struttura, miniaturizzata,
è degerarchizzata, fluidificata e ‘’aperta’’. Questa città appare come un fiume, come un continuum di piccoli
intarsi costruttivi, ma è destrutturata, è leggera , è fatta di legno, non di cemento. Il suo disordine vorrebbe
essere organico, generativo, come la natura. Non è caos speculativo. Piccole tele candide effigiano uomini
bianchi fissati nei gesti quotidiani. Piccole teste, anche loro bianche e fuori scala, sono disseminate in
questa micro città fluidificata e paiono cercare, o attendere, il ritorno della loro anima sensibile, del loro spirito
per riprendere vita. Non a caso Dieffe Arte Contemporanea presenta Luisa Raffaelli in concomitanza con la
manifestazione “Torino Spiritualità” nella mostra “Strutture e Fughe”, a cura di Guido Curto, dal 16 settembre
all’8 ottobre 2014 utilizzando il nuovo ampio spazio per la creatività torinese: l’Innerspace di Torino, in via
Cesare Battisti 17.
degli anni ‘90 ha iniziato a dedicarsi alla fotografia, coniugando nel suo percorso di ricerca questo medium
all’installation art. Ha sperimentato poi l’elaborazione digitale su base fotografica per realizzare una sorta di
set virtuali, attraversati da un soggetto femminile metaforico, costruiti come fossero frame da video .
Luisa Raffaelli ha esposto in diverse gallerie e istituzioni pubbliche, ha tenuto workshop di progettazione
artistico ambientale con studenti presso la facoltà di Architettura di Torino, ha collaborato con il regista Walter
Malosti alla realizzazione di una installazione performativa presso la Fondazione Merz di Torino nell’ambito
della rassegna di arte visiva e musica contemporanea “Meteorite in Giardino”.I suoi lavori sono presenti in
collezioni pubbliche e private
Protagonista delle opere di Luisa Raffaelli è spesso una figura femminile “narrante”, identificabile solo da
una massa di capelli rossi che le nasconde il volto e che costituisce l’elemento distintivo della sua identità.
Il tema messo in campo è quello della fuga e del disadattamento, tema che negli ultimi lavori vede come
soggetto non solo più la donna rossa, metaforica e plurale, ma anche la natura, legati da una sorta di
alleanza, perché il corpo è natura umana alienata e la natura è corporea e sensibile. La fuga può essere
una reazione, un progetto, una necessità, e il disadattamento una consapevolezza, una coscienza critica.
Entrambi possono condurre nel loro percorso a nuovi punti di vista e alla revisione del senso. “Si può fuggire
in molti modi”, dice l’artista, “nella disseminazione del corpo nelle reti informatiche, o in una dimensione
spaziale e mentale, nella quale immagino si inoltri con noi la natura”. Negli ultimi lavori presentati da Dieffe
Arte contemporanea il tema della fuga ha assunto questa valenza “cosmica”. Gli alberi, sradicandosi con
forza da boschi accerchiati, muovono verso il cielo e non lasciano che tracce di fronde nel grigiore in cui
erano prigionieri. La donna dai capelli rossi strappa i suoi radicamenti costrittivi e abbandona la città. L’artista
rappresenta una città immaginaria, nascente, vista dall’alto. La rappresenta in un suo punto di disordine
entropico, che mantiene a prima vista l’aspetto di una trama governata, ma dove la struttura, miniaturizzata,
è degerarchizzata, fluidificata e ‘’aperta’’. Questa città appare come un fiume, come un continuum di piccoli
intarsi costruttivi, ma è destrutturata, è leggera , è fatta di legno, non di cemento. Il suo disordine vorrebbe
essere organico, generativo, come la natura. Non è caos speculativo. Piccole tele candide effigiano uomini
bianchi fissati nei gesti quotidiani. Piccole teste, anche loro bianche e fuori scala, sono disseminate in
questa micro città fluidificata e paiono cercare, o attendere, il ritorno della loro anima sensibile, del loro spirito
per riprendere vita. Non a caso Dieffe Arte Contemporanea presenta Luisa Raffaelli in concomitanza con la
manifestazione “Torino Spiritualità” nella mostra “Strutture e Fughe”, a cura di Guido Curto, dal 16 settembre
all’8 ottobre 2014 utilizzando il nuovo ampio spazio per la creatività torinese: l’Innerspace di Torino, in via
Cesare Battisti 17.
16
settembre 2014
Luisa Raffaelli – Strutture e fughe
Dal 16 settembre all'otto ottobre 2014
arte contemporanea
Location
INNERSPACE17
Torino, Via Cesare Battisti, 17, (Torino)
Torino, Via Cesare Battisti, 17, (Torino)
Vernissage
16 Settembre 2014, h 18.30
Autore