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Lune inquiete ovvero Darkness&Light
Il percorso espositivo -Apparizioni in Tre Atti- si snoda in tre siti ed è giocato sul filo del contrasto tra gioco e verità disvelata, attraverso luminescenti entità, tra inquietudine ed allegria.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Lune inquiete, ovvero Darkness&Light” sonda i territori dell’inconscio attraverso lo
sconfinamento tra la materia e le sue deformazioni, esaltate dalla luce e dalla sua sottrazione.
La luce scolpisce la materia, al pari dell’ombra: dà corpo ai turbamenti, oscillando e danzando
con le ombre e le forme di entità misteriose che sembrano affiorare dall’inconscio o dagli
anfratti della fantasia. “Lune inquiete” esplora i paesaggi lunari del mito, riemergendo dalla
notte della memoria o da proiezioni avveniristichecon radici ancestrali. Dà corpo alla
sospensione tra immaginazione e realtà profonda, ma nascosta nella psiche, rimossa,
deformata o affiorante nel divenire.
Nato dalla collaborazione tra l'Associazione Fornace Pasquinucci ed il direttore artistico di
“Mercantia”, Alessandro Gigli, il progetto è stato ideato da M. Francesca Pepi per Festival
Internazionale del Teatro di Strada di Certaldo, quest'anno dedicato alla “luce leggera”.
Il percorso espositivo -Apparizioni in Tre Atti- si snoda in tre siti ed è giocato sul filo del
contrasto tra gioco e verità disvelata, attraverso luminescenti entità, tra inquietudine ed
allegria.
Lo stesso contrasto si ritrova nell’adozione di strumenti tecnologici(videoproiezioni, neon,
installazioni acustiche…) e materiali poveri o recuperati(ruggini, oggetti disseppelliti da una
vecchia soffitta, metafora della memoria e dell’inconscio).
Atto primo
Torre di Casa Boccaccio
Corpi luminescenti, le installazioni leggere ed eleganti di Cecco Ragni poste sulla Torre di
Casa Boccaccio, quasi catturate dal potere magnetico dell’immaginazione del grande scrittore,
sembrano alludere al mondo poetico dei sogni e delle creature fantastiche. Come lune danzano
nella notte: una, sospesa nel cielo, visibile sui colli intorno a Certaldo; una inquieta, affacciata
sulla vertigine; un’altra, più discreta e appartata, nel loggiato di Casa Boccaccio.
Atto secondo
La Tomba etrusca
“Dov’era la luna? Ché il cielo notava in un’alba di perla…”: arte e poesia si fondono nelle
installazioni di Cecco Ragni, che per questo luogo, di antica memoria sacrale, ha ideato il
riposo misterioso e inquieto di questi corpi. La distanza dalle entità celesti, cullate da una
musica originale ideata da Massimo Ruberti, viene quasi annullata in uno spazio
claustrofobico e affascinante che sembra esaltare il potere di attrazione tra creature celesti e
terrestri.
Atto terzo
Sottosuolo Museo d’Arte Sacra
Dalla contemplazione inquieta e permeata di leggerezza, al dinamismo delle luci e delle ombre
che duellano nel sottosuolo: la cripta del Museo diventa laboratorio di ricerca, dove si
concentrano tecnologie, immagini ancestrali e performances. Alle installazioni luminose di
Christian Gobbo, ispirate in parte alla mitologia, fanno da contraltare le resinotipie dark di
Michela Sbrana. Nelle neon-sculptures dell’artista trevigiano ruggini e tecnologia riecheggiano
il contrasto esaltato nelle opere fuligginose della Sbrana, che aprono su varchi di ombra
misteriosi. Si alternano le performances degli artisti comportamentali Federica Casarosa,
novella Matelda del sottosuolo, indicatrice dell'ombra, anziché della luce, e Sandro Bottari in
dialogo con una rivisitazione abitabile del "Quadrato nero" di
Malevich; nelle musiche con videoinstallazioni dal titolo “Lights”, di Gianni Paci, Fabio
Petralli e Dario Baldin la protesta cantilenata diventa ninna-nanna militante; mentre “Vivo
Totale! Esperimento live di Manucinema” di Tuia Cherici vede la manipolazione allucinatoria di
un cinemanufatto con improvvisazioni musicali di Matteo Bennici al violoncello.
sconfinamento tra la materia e le sue deformazioni, esaltate dalla luce e dalla sua sottrazione.
La luce scolpisce la materia, al pari dell’ombra: dà corpo ai turbamenti, oscillando e danzando
con le ombre e le forme di entità misteriose che sembrano affiorare dall’inconscio o dagli
anfratti della fantasia. “Lune inquiete” esplora i paesaggi lunari del mito, riemergendo dalla
notte della memoria o da proiezioni avveniristichecon radici ancestrali. Dà corpo alla
sospensione tra immaginazione e realtà profonda, ma nascosta nella psiche, rimossa,
deformata o affiorante nel divenire.
Nato dalla collaborazione tra l'Associazione Fornace Pasquinucci ed il direttore artistico di
“Mercantia”, Alessandro Gigli, il progetto è stato ideato da M. Francesca Pepi per Festival
Internazionale del Teatro di Strada di Certaldo, quest'anno dedicato alla “luce leggera”.
Il percorso espositivo -Apparizioni in Tre Atti- si snoda in tre siti ed è giocato sul filo del
contrasto tra gioco e verità disvelata, attraverso luminescenti entità, tra inquietudine ed
allegria.
Lo stesso contrasto si ritrova nell’adozione di strumenti tecnologici(videoproiezioni, neon,
installazioni acustiche…) e materiali poveri o recuperati(ruggini, oggetti disseppelliti da una
vecchia soffitta, metafora della memoria e dell’inconscio).
Atto primo
Torre di Casa Boccaccio
Corpi luminescenti, le installazioni leggere ed eleganti di Cecco Ragni poste sulla Torre di
Casa Boccaccio, quasi catturate dal potere magnetico dell’immaginazione del grande scrittore,
sembrano alludere al mondo poetico dei sogni e delle creature fantastiche. Come lune danzano
nella notte: una, sospesa nel cielo, visibile sui colli intorno a Certaldo; una inquieta, affacciata
sulla vertigine; un’altra, più discreta e appartata, nel loggiato di Casa Boccaccio.
Atto secondo
La Tomba etrusca
“Dov’era la luna? Ché il cielo notava in un’alba di perla…”: arte e poesia si fondono nelle
installazioni di Cecco Ragni, che per questo luogo, di antica memoria sacrale, ha ideato il
riposo misterioso e inquieto di questi corpi. La distanza dalle entità celesti, cullate da una
musica originale ideata da Massimo Ruberti, viene quasi annullata in uno spazio
claustrofobico e affascinante che sembra esaltare il potere di attrazione tra creature celesti e
terrestri.
Atto terzo
Sottosuolo Museo d’Arte Sacra
Dalla contemplazione inquieta e permeata di leggerezza, al dinamismo delle luci e delle ombre
che duellano nel sottosuolo: la cripta del Museo diventa laboratorio di ricerca, dove si
concentrano tecnologie, immagini ancestrali e performances. Alle installazioni luminose di
Christian Gobbo, ispirate in parte alla mitologia, fanno da contraltare le resinotipie dark di
Michela Sbrana. Nelle neon-sculptures dell’artista trevigiano ruggini e tecnologia riecheggiano
il contrasto esaltato nelle opere fuligginose della Sbrana, che aprono su varchi di ombra
misteriosi. Si alternano le performances degli artisti comportamentali Federica Casarosa,
novella Matelda del sottosuolo, indicatrice dell'ombra, anziché della luce, e Sandro Bottari in
dialogo con una rivisitazione abitabile del "Quadrato nero" di
Malevich; nelle musiche con videoinstallazioni dal titolo “Lights”, di Gianni Paci, Fabio
Petralli e Dario Baldin la protesta cantilenata diventa ninna-nanna militante; mentre “Vivo
Totale! Esperimento live di Manucinema” di Tuia Cherici vede la manipolazione allucinatoria di
un cinemanufatto con improvvisazioni musicali di Matteo Bennici al violoncello.
14
luglio 2010
Lune inquiete ovvero Darkness&Light
Dal 14 al 18 luglio 2010
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
CASA BOCCACCIO
Certaldo, Via Giovanni Boccaccio, (Firenze)
Certaldo, Via Giovanni Boccaccio, (Firenze)
Orario di apertura
ore 20.30-24.00
Autore
Curatore