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L’unico tratto
Si tratta di otto giovani artisti, diversi per formazione, stile e percorsi di ricerca, ma accomunati da quello che Zuccaro definisce, nel testo in catalogo, «una volontà forte del fare», «un fare vero e concreto, privo di barocchismi di idee e parole».
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 12 dicembre alle ore 18 nella Galleria Lo Magno (Via Risorgimento, n. 91-93) sarà inaugurata una collettiva dal titolo “L’unico tratto”, a cura di Piero Zuccaro.
La mostra esporrà opere di Maria Buemi, Bruna Caniglia, Carlo e Fabio Ingrassia, Andrea e Marco (Gue’) Mangione, Cetty Previtera e Stefano Vespo. Si tratta di otto giovani artisti, diversi per formazione, stile e percorsi di ricerca, ma accomunati da quello che Zuccaro definisce, nel testo in catalogo, «una volontà forte del fare», «un fare vero e concreto, privo di barocchismi di idee e parole».
Maria Buemi, nelle sue opere, indaga lo spazio, la luce e la sua reazione fisica sulla materia pittorica. La sua pittura ha una matrice figurativa ma attraverso uno sguardo analitico giunge a un’astrazione del visibile.
Bruna Caniglia si concentra, invece, nello studio della sua immagine rispecchiata. S’ispira ad artisti che hanno fatto del loro corpo il proprio soggetto d’indagine e di espressione, come Andy Warhol o Urs Luthi. I suoi autoritratti su fondo scuro, fra natura e artificio, indagano il disagio dell’essere.
I gemelli Carlo e Fabio Ingrassia lavorano insieme, l’uno costruendo e l’altro decostruendo, fino a che l’opera non raggiunge un suo equilibrio. Nei loro “lavori sensibili” indagano lo scorrere del tempo, che porta con sé il rumore di tanti linguaggi, pensieri, ricordi, sensazioni.
Andrea Mangione mette al centro della sua opera elementi urbani, scritte o immagini da cartelloni pubblicitari che, inquadrando l’immagine, definiscono lo spazio pittorico e svelano l’artificio della visione.
Marco (Gue’) Mangione ha guardato all’insegnamento della pop art, all’arte di strada, al mondo del fumetto e dei cartoni animati. Analizza i processi che creano un personaggio e ne fanno un’icona visiva, riproducibile e riconoscibile. Il rigore compositivo, la pittura distillata, e l’ironia del messaggio sono i tratti distintivi della sua opera.
Cetty Previtera lavora “ascoltando” l’opera. Per lei non esiste un procedere unico, ma una tecnica sempre in mutazione. I suoi quadri si caratterizzano per gli impasti cromatici, le tonalità di bruni date quasi a velature, e la presenza di piccoli grumi di materia di colore vibrante.
Stefano Vespo, infine, dipinge l’uomo immerso nella sua quotidianità e nel suo spazio vitale, raggiungendo una perfetta sintesi tra figura e sfondo, con la sua geometria di piani e l’architettura intorno alla figura.
La mostra esporrà opere di Maria Buemi, Bruna Caniglia, Carlo e Fabio Ingrassia, Andrea e Marco (Gue’) Mangione, Cetty Previtera e Stefano Vespo. Si tratta di otto giovani artisti, diversi per formazione, stile e percorsi di ricerca, ma accomunati da quello che Zuccaro definisce, nel testo in catalogo, «una volontà forte del fare», «un fare vero e concreto, privo di barocchismi di idee e parole».
Maria Buemi, nelle sue opere, indaga lo spazio, la luce e la sua reazione fisica sulla materia pittorica. La sua pittura ha una matrice figurativa ma attraverso uno sguardo analitico giunge a un’astrazione del visibile.
Bruna Caniglia si concentra, invece, nello studio della sua immagine rispecchiata. S’ispira ad artisti che hanno fatto del loro corpo il proprio soggetto d’indagine e di espressione, come Andy Warhol o Urs Luthi. I suoi autoritratti su fondo scuro, fra natura e artificio, indagano il disagio dell’essere.
I gemelli Carlo e Fabio Ingrassia lavorano insieme, l’uno costruendo e l’altro decostruendo, fino a che l’opera non raggiunge un suo equilibrio. Nei loro “lavori sensibili” indagano lo scorrere del tempo, che porta con sé il rumore di tanti linguaggi, pensieri, ricordi, sensazioni.
Andrea Mangione mette al centro della sua opera elementi urbani, scritte o immagini da cartelloni pubblicitari che, inquadrando l’immagine, definiscono lo spazio pittorico e svelano l’artificio della visione.
Marco (Gue’) Mangione ha guardato all’insegnamento della pop art, all’arte di strada, al mondo del fumetto e dei cartoni animati. Analizza i processi che creano un personaggio e ne fanno un’icona visiva, riproducibile e riconoscibile. Il rigore compositivo, la pittura distillata, e l’ironia del messaggio sono i tratti distintivi della sua opera.
Cetty Previtera lavora “ascoltando” l’opera. Per lei non esiste un procedere unico, ma una tecnica sempre in mutazione. I suoi quadri si caratterizzano per gli impasti cromatici, le tonalità di bruni date quasi a velature, e la presenza di piccoli grumi di materia di colore vibrante.
Stefano Vespo, infine, dipinge l’uomo immerso nella sua quotidianità e nel suo spazio vitale, raggiungendo una perfetta sintesi tra figura e sfondo, con la sua geometria di piani e l’architettura intorno alla figura.
11
dicembre 2010
L’unico tratto
Dall'undici dicembre 2010 all'otto gennaio 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA LO MAGNO
Modica, Via Risorgimento, 91/93, (Ragusa)
Modica, Via Risorgimento, 91/93, (Ragusa)
Orario di apertura
tutti i giorni, dalle ore 9 alle 13 e dalle ore 16 alle 20. Chiuso il lunedì. La domenica pomeriggio la galleria sarà aperta su appuntamento.
Vernissage
11 Dicembre 2010, ore 18
Autore
Curatore