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L’universo di Pier Paolo Pasolini. Arte e bellezza da Giotto a Patti Smith.
Scostandosi dallo stereotipo della mostra d’arte fissa e silenziosa – come si scostava il protagonista di questa esposizione da una categoria artistica precisa – così da poterla definire esperienza-evento, si apre il 26 giugno L’universo di Pier Paolo Pasolini. Arte e bellezza da Giotto a Patti Smith.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Scostandosi dallo stereotipo della mostra d’arte fissa e silenziosa - come si scostava il
protagonista di questa esposizione da una categoria artistica precisa - così da poterla
definire esperienza-evento, si apre il 26 giugno (fino al 2 novembre) al Castello Carlo
V di Lecce L’universo di Pier Paolo Pasolini. Arte e bellezza da Giotto a Patti
Smith.
La mostra, promossa dal Raggruppamento Temporaneo di Imprese: Theutra, Oasimed
e Novamusa, con il patrocinio del Comune di Lecce, è curata da Gianni Canova,
Silvia Borsari e Paola Rampini e ideata da Ventundodici Srl. La mostra si inserisce
all’interno della programmazione per la candidatura di Lecce Capitale europea della
cultura 2019.
All’interno del percorso mostra saranno presenti una selezione di film, fotogrammi
accostati alle riproduzioni delle opere citate, libri di poesia e di narrativa,
documentazione video, audio e radio, le canzoni scritte da Pasolini e interpretate
da Aisha Cerami, figlia del celebre sceneggiatore scomparso lo scorso anno. Non
mancheranno le testimonianze della sua carriera pittorica e una raffinata selezione di
scatti del fotografo Roberto Villa che ha immortalato il backstage del film “Il fiore delle
mille e una notte” seguendo Pasolini durante le riprese.
Ogni sabato verrà proiettato un film, tra quelli citati in mostra. Si inizia il 28 Giugno
alle 20 con Comizi d’amore (1965) e poi con cadenza settimanale si potrà assistere
a Mamma Roma (1962); Ro.Go.Pa.G. (1963); Decameron (1971) e Il fiore delle
mille e una notte (1975).
Sotto il segno della contaminazione pasoliniana cadono tutte le convenzioni storico-
artistiche che suddividono le arti dal cinema, la cultura alta da quella popolare
e il passato dal contemporaneo. In Pasolini si ricongiungono tutte le arti e si
schiudono nuovi ragionamenti e punti di vista alternativi ricchi di una sorprendente
immediatezza.
Pasolini ha sempre suscitato scandalo avviando dibattiti e confronti: questa mostra
intende riaprirne alcuni offrendo un nuovo e suggestivo punto di osservazione,
anche più d’uno se si considera l’ecclettismo pasoliniano: la sua vita è costellata di
sperimentazioni e fortunate collisioni stilistiche, come in un gioco di ruolo Pasolini
è un poeta che gira film, un regista che rinnega la televisione, un romanziere che
scrive articoli, un giornalista che fa critica letteraria, un regista che dipinge ottenendo
sempre risultati di un’originale bellezza.
I suoi film sono ricchi d’inquadrature pittoriche che manifestano la sua predilezione
per Giotto, Leonardo, Mantegna e Rosso Fiorentino. In queste scelte è forte l’eco degli
appunti presi durante le lezioni universitarie di storia dell’arte di Roberto Longhi.
Ma Pasolini non è solo un allievo, è anche un artista che realizza immagini con tratti
fulminei, caricaturali, dalla resa sorprendente. Con la sua “pittura dialettale” ritrae
se stesso, i suoi amici e tanti altri protagonisti di quella ricca, frizzante e irripetibile
stagione culturale. Pasolini frequenta Longhi, Moravia, Morante, Maraini, Calvino
e Ungaretti, ammira Morandi, Mafai, De Pisis, Rosai, Guttuso e ha un rapporto
problematico con la Pop Art, esplosa in quegli anni e approdata a Venezia nel 1964.
Dunque una mostra dedicata a un grande italiano ammirato anche all’estero e alle
parole di Patti Smith si affida l’ultimo omaggio: “Pasolini a New York negli anni
Sessanta era considerato un maestro da tutti noi. Andare a vedere i suoi film era
un rito. Ricordo che una volta mi recai al cinema con il mio amico Mapplethorpe e in
sala si erano già sistemati Warhol, Morrisey, tutti i poeti e gli artisti che come noi lo
studiavano e s’ispiravano a lui”.
Per la realizzazione della mostra si ringrazia: il Gabinetto Scientifico Letterario G.P.
Vieusseux di Firenze; la Fondazione di Studi dell’Arte Roberto Longhi di Firenze; la
Pinacoteca di Brera e il Museo del Cenacolo Vinciano di Milano.
Inoltre non sarebbe stata possibile senza l’aiuto di Roberto Villa e Rosalba Trebian,
Graziella Chiarcossi, Gloria Manghetti, Lynn Goldsmith e Cristiana Colli e la preziosa
collaborazione del sistema bibliotecario leccese.
protagonista di questa esposizione da una categoria artistica precisa - così da poterla
definire esperienza-evento, si apre il 26 giugno (fino al 2 novembre) al Castello Carlo
V di Lecce L’universo di Pier Paolo Pasolini. Arte e bellezza da Giotto a Patti
Smith.
La mostra, promossa dal Raggruppamento Temporaneo di Imprese: Theutra, Oasimed
e Novamusa, con il patrocinio del Comune di Lecce, è curata da Gianni Canova,
Silvia Borsari e Paola Rampini e ideata da Ventundodici Srl. La mostra si inserisce
all’interno della programmazione per la candidatura di Lecce Capitale europea della
cultura 2019.
All’interno del percorso mostra saranno presenti una selezione di film, fotogrammi
accostati alle riproduzioni delle opere citate, libri di poesia e di narrativa,
documentazione video, audio e radio, le canzoni scritte da Pasolini e interpretate
da Aisha Cerami, figlia del celebre sceneggiatore scomparso lo scorso anno. Non
mancheranno le testimonianze della sua carriera pittorica e una raffinata selezione di
scatti del fotografo Roberto Villa che ha immortalato il backstage del film “Il fiore delle
mille e una notte” seguendo Pasolini durante le riprese.
Ogni sabato verrà proiettato un film, tra quelli citati in mostra. Si inizia il 28 Giugno
alle 20 con Comizi d’amore (1965) e poi con cadenza settimanale si potrà assistere
a Mamma Roma (1962); Ro.Go.Pa.G. (1963); Decameron (1971) e Il fiore delle
mille e una notte (1975).
Sotto il segno della contaminazione pasoliniana cadono tutte le convenzioni storico-
artistiche che suddividono le arti dal cinema, la cultura alta da quella popolare
e il passato dal contemporaneo. In Pasolini si ricongiungono tutte le arti e si
schiudono nuovi ragionamenti e punti di vista alternativi ricchi di una sorprendente
immediatezza.
Pasolini ha sempre suscitato scandalo avviando dibattiti e confronti: questa mostra
intende riaprirne alcuni offrendo un nuovo e suggestivo punto di osservazione,
anche più d’uno se si considera l’ecclettismo pasoliniano: la sua vita è costellata di
sperimentazioni e fortunate collisioni stilistiche, come in un gioco di ruolo Pasolini
è un poeta che gira film, un regista che rinnega la televisione, un romanziere che
scrive articoli, un giornalista che fa critica letteraria, un regista che dipinge ottenendo
sempre risultati di un’originale bellezza.
I suoi film sono ricchi d’inquadrature pittoriche che manifestano la sua predilezione
per Giotto, Leonardo, Mantegna e Rosso Fiorentino. In queste scelte è forte l’eco degli
appunti presi durante le lezioni universitarie di storia dell’arte di Roberto Longhi.
Ma Pasolini non è solo un allievo, è anche un artista che realizza immagini con tratti
fulminei, caricaturali, dalla resa sorprendente. Con la sua “pittura dialettale” ritrae
se stesso, i suoi amici e tanti altri protagonisti di quella ricca, frizzante e irripetibile
stagione culturale. Pasolini frequenta Longhi, Moravia, Morante, Maraini, Calvino
e Ungaretti, ammira Morandi, Mafai, De Pisis, Rosai, Guttuso e ha un rapporto
problematico con la Pop Art, esplosa in quegli anni e approdata a Venezia nel 1964.
Dunque una mostra dedicata a un grande italiano ammirato anche all’estero e alle
parole di Patti Smith si affida l’ultimo omaggio: “Pasolini a New York negli anni
Sessanta era considerato un maestro da tutti noi. Andare a vedere i suoi film era
un rito. Ricordo che una volta mi recai al cinema con il mio amico Mapplethorpe e in
sala si erano già sistemati Warhol, Morrisey, tutti i poeti e gli artisti che come noi lo
studiavano e s’ispiravano a lui”.
Per la realizzazione della mostra si ringrazia: il Gabinetto Scientifico Letterario G.P.
Vieusseux di Firenze; la Fondazione di Studi dell’Arte Roberto Longhi di Firenze; la
Pinacoteca di Brera e il Museo del Cenacolo Vinciano di Milano.
Inoltre non sarebbe stata possibile senza l’aiuto di Roberto Villa e Rosalba Trebian,
Graziella Chiarcossi, Gloria Manghetti, Lynn Goldsmith e Cristiana Colli e la preziosa
collaborazione del sistema bibliotecario leccese.
26
giugno 2014
L’universo di Pier Paolo Pasolini. Arte e bellezza da Giotto a Patti Smith.
Dal 26 giugno al 02 novembre 2014
arte moderna e contemporanea
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
CASTELLO CARLO V
Lecce, Viale Xxv Luglio, (Lecce)
Lecce, Viale Xxv Luglio, (Lecce)
Biglietti
intero: euro 7; ridotto: euro 5 (over 65; under 18; gruppi superiori a 10 persone);
scolaresche: 3 euro; biglietto famiglia 15 euro (2 adulti e bambini)
Orario di apertura
dal 27 giugno al 30 settembre: tutti i giorni dalle 9 alle 21;
dal 1 ottobre al 2 novembre: tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 16.30 alle 20.30.
Vernissage
26 Giugno 2014, h 18
Autore
Curatore