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L’universo femminile fra pensiero e manualità. Le simboliche pitture sognanti di Erni Kwast
Le immagini femminili raffigurate dalla pittrice sono schematizzate al massimo, rese nell’accentuazione delle forme rotondeggianti e carnose, vedute tergalmente o di tre quarti, con i capelli che ricoprono il volto, senza specifici lineamenti
Comunicato stampa
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Si intitola “L'universo femminile fra pensiero e manualità. Le simboliche pitture ‘sognanti’ di Erni Kwast” la mostra curata da Giampaolo Trotta e promossa dal Museo di Santo Stefano al Ponte. Olandese è l’artista che propone e l’ex convento di Santo Stefano al Ponte è il bellissimo edificio che la ospita, a partire dal 26 settembre, a due passi dal famosissimo Ponte Vecchio e da Piazza della Signoria. La manifestazione è organizzata dal Museo Diocesano della Curia Arcivescovile di Firenze e con il patrocinio del Comune di Firenze.
Il Museo, che ospita importanti opere d’arte come La Madonna in trono con il Bambino di Giotto, con questa manifestazione vuole continuare a promuovere, tramite “Spazio-incontri d’Arte Contemporanea, eventi di qualità, coerentemente con i suoi connotati culturali. L’artista proposta, come si è detto, è Erni Kwast. Le immagini femminili raffigurate dalla pittrice sono schematizzate al massimo, rese nell’accentuazione delle forme rotondeggianti e carnose, vedute tergalmente o di tre quarti, con i capelli che ricoprono il volto, senza specifici lineamenti. Questa pittura, per campi cromatici essenziali, rimanda ad un fare quasi scultoreo ed immediatamente vengono in mente opere di Marino Marini (da lei molto amato) e di Fernando Botero. Con quest’ultimo, però, la similitudine è più apparente che reale. Le donne della Kwast, infatti, sono calde e coinvolgenti, tenere e materne come in un sogno; i loro sguardi (pur non rappresentati) ti avvolgono e ti rassicurano. Il particolare scompare per lasciare spazio esclusivamente ai morbidi volumi cromatici, sintesi e astrazione di un’idea, carichi di significati simbolici, conservando dell’Impressionismo francese un uso meno incisivo del colore rispetto a Gauguin.
Lo scopo dell'arte per la nostra pittrice olandese, come già per i Simbolisti, non è la diretta rappresentazione delle cose, ma delle idee-archetipi che sono a monte. Accanto alla matrice francese (dall’uso postimpressionista del cromatismo ‘idealizzato’ di Cézanne e di Bonnard alla simbologia di Gauguin) sono individuabili, nella statuarietà delle sue donne, eco alle sculture di Marino Marini, dell’olandese Charlotte van Pallandt e del belga Rik Wouters.
La Kwast ci introduce nel suo mondo figurativo lirico, fatto di atmosfere, di personaggi semplici e tratti dal quotidiano in paesaggi lineari e semplificati.
I dodici quadri esposti al Museo Diocesano fiorentino, come sottolinea il titolo dato alla mostra, ci restituiscono un ‘semplice’ spaccato del mondo al femminile di Erni Kwast, ricco di poesia intimista.
Ecco, nei primi tre dipinti, le donne nei loro lavori manuali, connessi ai campi e alla vendemmia, ma vedute come in una sorta di sereno idillio fuori dal tempo. Accanto ad esse, altre tre pitture con donne che lavorano in un giardino, innaffiando le rigogliose piante fiorite, rese per ‘macchie’ francesi di luminose rose primaverili. Infine, le sei opere della seconda serie, con la donna nel suo ruolo maggiormente di ‘intellettuale’, sola e meditabonda, mentre simbolicamente legge un libro. Donne sdraiate sull’erba o sedute, dalle capigliature castano-fulve oppure con tondeggianti e turgidi cappellini, che si richiamano alla moda degli Anni Venti, gli anni nei quali si affermarono con difficoltà le prime intellettuali femministe
Il Museo, che ospita importanti opere d’arte come La Madonna in trono con il Bambino di Giotto, con questa manifestazione vuole continuare a promuovere, tramite “Spazio-incontri d’Arte Contemporanea, eventi di qualità, coerentemente con i suoi connotati culturali. L’artista proposta, come si è detto, è Erni Kwast. Le immagini femminili raffigurate dalla pittrice sono schematizzate al massimo, rese nell’accentuazione delle forme rotondeggianti e carnose, vedute tergalmente o di tre quarti, con i capelli che ricoprono il volto, senza specifici lineamenti. Questa pittura, per campi cromatici essenziali, rimanda ad un fare quasi scultoreo ed immediatamente vengono in mente opere di Marino Marini (da lei molto amato) e di Fernando Botero. Con quest’ultimo, però, la similitudine è più apparente che reale. Le donne della Kwast, infatti, sono calde e coinvolgenti, tenere e materne come in un sogno; i loro sguardi (pur non rappresentati) ti avvolgono e ti rassicurano. Il particolare scompare per lasciare spazio esclusivamente ai morbidi volumi cromatici, sintesi e astrazione di un’idea, carichi di significati simbolici, conservando dell’Impressionismo francese un uso meno incisivo del colore rispetto a Gauguin.
Lo scopo dell'arte per la nostra pittrice olandese, come già per i Simbolisti, non è la diretta rappresentazione delle cose, ma delle idee-archetipi che sono a monte. Accanto alla matrice francese (dall’uso postimpressionista del cromatismo ‘idealizzato’ di Cézanne e di Bonnard alla simbologia di Gauguin) sono individuabili, nella statuarietà delle sue donne, eco alle sculture di Marino Marini, dell’olandese Charlotte van Pallandt e del belga Rik Wouters.
La Kwast ci introduce nel suo mondo figurativo lirico, fatto di atmosfere, di personaggi semplici e tratti dal quotidiano in paesaggi lineari e semplificati.
I dodici quadri esposti al Museo Diocesano fiorentino, come sottolinea il titolo dato alla mostra, ci restituiscono un ‘semplice’ spaccato del mondo al femminile di Erni Kwast, ricco di poesia intimista.
Ecco, nei primi tre dipinti, le donne nei loro lavori manuali, connessi ai campi e alla vendemmia, ma vedute come in una sorta di sereno idillio fuori dal tempo. Accanto ad esse, altre tre pitture con donne che lavorano in un giardino, innaffiando le rigogliose piante fiorite, rese per ‘macchie’ francesi di luminose rose primaverili. Infine, le sei opere della seconda serie, con la donna nel suo ruolo maggiormente di ‘intellettuale’, sola e meditabonda, mentre simbolicamente legge un libro. Donne sdraiate sull’erba o sedute, dalle capigliature castano-fulve oppure con tondeggianti e turgidi cappellini, che si richiamano alla moda degli Anni Venti, gli anni nei quali si affermarono con difficoltà le prime intellettuali femministe
26
settembre 2008
L’universo femminile fra pensiero e manualità. Le simboliche pitture sognanti di Erni Kwast
Dal 26 settembre al 26 ottobre 2008
Location
MUSEO DIOCESANO
Firenze, Piazza Santo Stefano, 5, (Firenze)
Firenze, Piazza Santo Stefano, 5, (Firenze)
Orario di apertura
Da lunedì a sabato 16-19
Vernissage
26 Settembre 2008, ore 18
Sito web
www.ernikwast.nl
Curatore