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L’universo incantato di Moya
La poetica del fanciullo anima l’intera opera di Moya: la sua particolarità è di costruire l’opera attorno alle quattro lettere del suo nome, giocando tra pittura e scrittura.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 9 Aprile alle ore 18.30, nella sede di piazza Dante 10 in Spotorno, con la mostra L'universo incantato di Moya, la galleria Vintage inaugura una mostra dedicata interamente all'ultimo ciclo pittorico del giovane ma affermato artista francese.
Il progetto, a cura di Riccardo Zelatore ed Enrico Citriniti, si sviluppa attraverso un percorso di circa 20 vivaci opere su tela che testimoniano la natura ironica e bizzarra dell'autore. Patrick Moya presenzierà alla serata inaugurale riservando agli ospiti dell'evento, come piacevole cadeaux, una sorprendente live perfomance.
La mostra è accompagnata da un catalogo con testo critico di Riccardo Zelatore.
La poetica del fanciullo anima l'intera opera di Moya: la sua particolarità è di costruire l'opera attorno alle quattro lettere del suo nome, giocando tra pittura e scrittura. Le lettere scomposte e deformate, diventano simboli associati a forme e a colori e utilizzate quale "soggetto" di uno stupefacente numero di opere: pitture, sculture monumentali, installazioni, pellicole, fotografie, happening.
Egli raduna i principali personaggi del suo immaginario e li inserisce in un contesto di citazioni autobiografiche. Immagini che evocano lo stile grafico, limpido, lineare, pop del fumetto. Una sorta di gioco dei ruoli dove Moya è artista e soggetto al tempo stesso generando un microcosmo dai colori vivaci, affollato di curiosi omini volanti, angioletti / diavoletti / pinocchietti / pupazzetti, e ancora animali, giocolieri, equilibristi, spesso evocati dal volteggiare arioso di quattro lettere, isolate o ricomposte: M,O, Y, A. Il suo intervento espressivo invade gli spazi della comunicazione visiva (con incursioni pure nel circuito della radio e della televisione) e i luoghi pubblici (piazze, strade, giardini). Dilaga nel quotidiano o in gallerie e musei tradizionali. L'effetto visivo è spettacolare volutamente ingenuo, ispirato ai mondi colorati e inverosimili dei fumetti, delle favole e dei cartoon e ricco di citazioni dei grandi classici della pittura e della scultura.
Quarantanove anni, allievo della scuola d'arte nizzarda di Villa Arson e un passato da modello, Moya espone le proprie opere dal 1987 in tutto il mondo. Sue mostre personali hanno avuto luogo in Francia (Nizza, Montecarlo, Parigi), Italia (museo d'arte Moderna di Bologna, Padova e Bari), Inghilterra (Londra), Spagna (Barcellona), Germania (Amburgo), Stati Uniti (Chicago e New York), a Taiwan e Hong Kong.
Testo in catalogo:
La poetica del fanciullo anima l'intera opera di Moya: la particolarità compositiva che contraddistingue fortemente la sua maniera e che rappresenta la sua sigla espressiva è quella di costruire l'opera attorno alle quattro lettere del suo nome. Egli gioca tra pittura e scrittura, lavora sui piani multipli del linguaggio artistico all'interno di un suo percorso progettuale che lo porta dal dipinto alla scultura senza soluzioni di continuità. Le lettere scomposte e deformate, diventano simboli associati a forme e a colori e sono utilizzate quale soggetto di uno stupefacente numero di opere: pitture, sculture monumentali, installazioni, pellicole, fotografie, happening.
Se l'illusione si presenta come fenomeno rappresentabile, come contenuto stesso della misteriosa macchina rappresentativa che è l'arte, il nostro artista, da grande, decide di fare il bambino: Moya coglie la componente spirituale dell'inconscio dove verità e menzogna, saggezza e follia, bene e male si confondono. Egli, grazie al gioco, approda in un terreno che sta a metà strada tra l'ordine e il disordine, uno spazio di nessuno dove l'immaginazione è una strategia e finzione di uno scopo. Moya raduna i principali personaggi del suo immaginario e li inserisce in un contesto di citazioni autobiografiche. Immagini che strizzano l'occhio al mondo dell'illustrazione e dei graffiti, evocano lo stile grafico, limpido, lineare, pop del fumetto. Una sorta di gioco dei ruoli dove Moya è attore e modello, artista e soggetto al tempo stesso, generando un microcosmo dai colori vivaci, sgargianti e semplici. Sosteneva Joan Mirò "…prendo in giro i miei personaggi. Prendo in giro l'uomo, questa marionetta che è impossibile prendere sul serio…". In mezzo a tanta arte pretenziosa Moya crea un universo affollato di curiosi omini volanti, angioletti, diavoletti, pinocchietti, pupazzetti e ancora animali, giocolieri, equilibristi, sempre evocati dal volteggiare arioso di quattro lettere, isolate o ricomposte: M, O, Y, A. La firma dunque, il nome non unicamente come vezzo narcisistico ma denuncia arguta del logo, simbolo di autenticità. Il suo intervento espressivo invade gli spazi della comunicazione visiva, con incursioni pure nel circuito della radio e della televisione e i luoghi pubblici, piazze, strade, giardini. Il suo lavoro dilaga nel quotidiano o in gallerie e musei tradizionali. L'effetto visivo è spettacolare, volutamente ingenuo e adolescenziale, ispirato ai mondi colorati e inverosimili delle favole e dei cartoon e ricco di citazioni dei grandi classici della pittura e della scultura. Realtà, fantasia e un innato senso della meraviglia permettono all'artista di creare una dimensione originale, di portare la propria sfida alle convenzioni. Le sue opere affrontano spesso con ironia e spontaneità il tema psicologico dell'anima, del doppio, rispecchiamento fra uomo e sua autorappresentazione, manifestano deformazioni fantastiche ed evocative di elementi naturali. Un racconto, quello di Moya, che passa attraverso la riappropriazione consapevole di codici pittorici dove gli archetipi utilizzati altro non sono che giocattoli della memoria, sospesi tra sogno e realtà. Per Moya il disegno è naturale come la parola: immediato e indispensabile. Egli disegna su taccuini, fogli volanti, riesce a cogliere in pochi tratti una personalità, un'anima, un'emozione intima. Le immagini di Moya, da giocatore acuto qual è, fungono da vettori dell'immaginario dello spettatore, delle sue memorie, delle sue pulsioni e dei suoi desideri, per portarlo a vivere e a completare quanto vede nell'opera aiutando quest'ultima a trasformarsi in realtà vissuta.
Riccardo Zelatore
Biografia
Patrick Moya vive e lavora a Nizza. Allievo della scuola d'arte nizzarda di Villa Arson e un passato da modello, Moya espone le proprie opere dal 1987 in tutto il mondo. Sue mostre personali hanno avuto luogo in Francia (Nizza, Montecarlo, Parigi), Italia (Bologna, Padova e Bari), Inghilterra (Londra), Spagna (Barcellona), Germania (Amburgo), Stati Uniti (Chicago e New York), a Taiwan e Hong Kong.
Principali esposizioni personali:
1987 "Le quatre faces de Moya", Castel San Pietro (BO)
"Y" Villa Arson, Nizza
1988 "L'Ombre du Modèle" Interim Art Gallery, Londra
"Le occupazioni del burattino" Museo d'Arte Moderna, Bologna
"Le Cercle" Galerie Ghislain Mollet Vieville, Parigi
1989 Palais Marc Barcellona
1991 Galerie Lola Gassin, Nizza
1992 Galerie Municipale Remp'Arts, Tolone
Galleria dei Tribunali, Bologna
Sangamon Gallery, Chicago
1993 Institut Francais Thessalonique, Grecia
"Le Cairo" Chicago
1994 "Le Moya Enchanté" Galerie Lola Gassin, Nizza
Fiera d'Arte Contemporanea di Bari
CCDC et Alliance Francaise Hong Kong
"Sculptures" Place du Palais de Justice, Nizza
1995 Hamburg Messe, Amburgo
Museo d'Arte Moderna Kaohsiung, Taiwan
1996 Galerie Tu Montes, Saint-Etienne
"Moya et les Huiles" Association des Jeunes Monégasques, Montecarlo
"Moya-Moya" Museo d'Arte Moderna e
Contemporanea, Nizza
Galerie Rosen Viersen Germania
1997 Galerie Ismane Goblet, Lille
"Art Concept" Port de Sanary sur Mer
1998 Galerie du Comité National Monégasque des Arts
Plastiques, Monaco
Vision Gallery Brooklyn, New York
Galerie Ferrero, Nizza
1999 Galerie Artmetro, Savona
Faculté de Médecine de Nice
2000 Visual Art Center, Hong Kong
Baloard, Montpellier
Acqua Dolce, Celle Ligure (SV)
2001 Espace Ecuriel Masséna, Nizza
Galerie Ferrero, Nizza
Muse Gallery, Hong Kong
2002 Dong Baek Art Center Pusan, Corea
Granteatrino Casa di Pulcinella, Bari
Maison Francaise, Bologna
2003 "Patrick Moya" Galleria Vintage, Spotorno (SV)
Arsenal de Metz, Metz
G.C. Art Gallery, Bordighera
Il progetto, a cura di Riccardo Zelatore ed Enrico Citriniti, si sviluppa attraverso un percorso di circa 20 vivaci opere su tela che testimoniano la natura ironica e bizzarra dell'autore. Patrick Moya presenzierà alla serata inaugurale riservando agli ospiti dell'evento, come piacevole cadeaux, una sorprendente live perfomance.
La mostra è accompagnata da un catalogo con testo critico di Riccardo Zelatore.
La poetica del fanciullo anima l'intera opera di Moya: la sua particolarità è di costruire l'opera attorno alle quattro lettere del suo nome, giocando tra pittura e scrittura. Le lettere scomposte e deformate, diventano simboli associati a forme e a colori e utilizzate quale "soggetto" di uno stupefacente numero di opere: pitture, sculture monumentali, installazioni, pellicole, fotografie, happening.
Egli raduna i principali personaggi del suo immaginario e li inserisce in un contesto di citazioni autobiografiche. Immagini che evocano lo stile grafico, limpido, lineare, pop del fumetto. Una sorta di gioco dei ruoli dove Moya è artista e soggetto al tempo stesso generando un microcosmo dai colori vivaci, affollato di curiosi omini volanti, angioletti / diavoletti / pinocchietti / pupazzetti, e ancora animali, giocolieri, equilibristi, spesso evocati dal volteggiare arioso di quattro lettere, isolate o ricomposte: M,O, Y, A. Il suo intervento espressivo invade gli spazi della comunicazione visiva (con incursioni pure nel circuito della radio e della televisione) e i luoghi pubblici (piazze, strade, giardini). Dilaga nel quotidiano o in gallerie e musei tradizionali. L'effetto visivo è spettacolare volutamente ingenuo, ispirato ai mondi colorati e inverosimili dei fumetti, delle favole e dei cartoon e ricco di citazioni dei grandi classici della pittura e della scultura.
Quarantanove anni, allievo della scuola d'arte nizzarda di Villa Arson e un passato da modello, Moya espone le proprie opere dal 1987 in tutto il mondo. Sue mostre personali hanno avuto luogo in Francia (Nizza, Montecarlo, Parigi), Italia (museo d'arte Moderna di Bologna, Padova e Bari), Inghilterra (Londra), Spagna (Barcellona), Germania (Amburgo), Stati Uniti (Chicago e New York), a Taiwan e Hong Kong.
Testo in catalogo:
La poetica del fanciullo anima l'intera opera di Moya: la particolarità compositiva che contraddistingue fortemente la sua maniera e che rappresenta la sua sigla espressiva è quella di costruire l'opera attorno alle quattro lettere del suo nome. Egli gioca tra pittura e scrittura, lavora sui piani multipli del linguaggio artistico all'interno di un suo percorso progettuale che lo porta dal dipinto alla scultura senza soluzioni di continuità. Le lettere scomposte e deformate, diventano simboli associati a forme e a colori e sono utilizzate quale soggetto di uno stupefacente numero di opere: pitture, sculture monumentali, installazioni, pellicole, fotografie, happening.
Se l'illusione si presenta come fenomeno rappresentabile, come contenuto stesso della misteriosa macchina rappresentativa che è l'arte, il nostro artista, da grande, decide di fare il bambino: Moya coglie la componente spirituale dell'inconscio dove verità e menzogna, saggezza e follia, bene e male si confondono. Egli, grazie al gioco, approda in un terreno che sta a metà strada tra l'ordine e il disordine, uno spazio di nessuno dove l'immaginazione è una strategia e finzione di uno scopo. Moya raduna i principali personaggi del suo immaginario e li inserisce in un contesto di citazioni autobiografiche. Immagini che strizzano l'occhio al mondo dell'illustrazione e dei graffiti, evocano lo stile grafico, limpido, lineare, pop del fumetto. Una sorta di gioco dei ruoli dove Moya è attore e modello, artista e soggetto al tempo stesso, generando un microcosmo dai colori vivaci, sgargianti e semplici. Sosteneva Joan Mirò "…prendo in giro i miei personaggi. Prendo in giro l'uomo, questa marionetta che è impossibile prendere sul serio…". In mezzo a tanta arte pretenziosa Moya crea un universo affollato di curiosi omini volanti, angioletti, diavoletti, pinocchietti, pupazzetti e ancora animali, giocolieri, equilibristi, sempre evocati dal volteggiare arioso di quattro lettere, isolate o ricomposte: M, O, Y, A. La firma dunque, il nome non unicamente come vezzo narcisistico ma denuncia arguta del logo, simbolo di autenticità. Il suo intervento espressivo invade gli spazi della comunicazione visiva, con incursioni pure nel circuito della radio e della televisione e i luoghi pubblici, piazze, strade, giardini. Il suo lavoro dilaga nel quotidiano o in gallerie e musei tradizionali. L'effetto visivo è spettacolare, volutamente ingenuo e adolescenziale, ispirato ai mondi colorati e inverosimili delle favole e dei cartoon e ricco di citazioni dei grandi classici della pittura e della scultura. Realtà, fantasia e un innato senso della meraviglia permettono all'artista di creare una dimensione originale, di portare la propria sfida alle convenzioni. Le sue opere affrontano spesso con ironia e spontaneità il tema psicologico dell'anima, del doppio, rispecchiamento fra uomo e sua autorappresentazione, manifestano deformazioni fantastiche ed evocative di elementi naturali. Un racconto, quello di Moya, che passa attraverso la riappropriazione consapevole di codici pittorici dove gli archetipi utilizzati altro non sono che giocattoli della memoria, sospesi tra sogno e realtà. Per Moya il disegno è naturale come la parola: immediato e indispensabile. Egli disegna su taccuini, fogli volanti, riesce a cogliere in pochi tratti una personalità, un'anima, un'emozione intima. Le immagini di Moya, da giocatore acuto qual è, fungono da vettori dell'immaginario dello spettatore, delle sue memorie, delle sue pulsioni e dei suoi desideri, per portarlo a vivere e a completare quanto vede nell'opera aiutando quest'ultima a trasformarsi in realtà vissuta.
Riccardo Zelatore
Biografia
Patrick Moya vive e lavora a Nizza. Allievo della scuola d'arte nizzarda di Villa Arson e un passato da modello, Moya espone le proprie opere dal 1987 in tutto il mondo. Sue mostre personali hanno avuto luogo in Francia (Nizza, Montecarlo, Parigi), Italia (Bologna, Padova e Bari), Inghilterra (Londra), Spagna (Barcellona), Germania (Amburgo), Stati Uniti (Chicago e New York), a Taiwan e Hong Kong.
Principali esposizioni personali:
1987 "Le quatre faces de Moya", Castel San Pietro (BO)
"Y" Villa Arson, Nizza
1988 "L'Ombre du Modèle" Interim Art Gallery, Londra
"Le occupazioni del burattino" Museo d'Arte Moderna, Bologna
"Le Cercle" Galerie Ghislain Mollet Vieville, Parigi
1989 Palais Marc Barcellona
1991 Galerie Lola Gassin, Nizza
1992 Galerie Municipale Remp'Arts, Tolone
Galleria dei Tribunali, Bologna
Sangamon Gallery, Chicago
1993 Institut Francais Thessalonique, Grecia
"Le Cairo" Chicago
1994 "Le Moya Enchanté" Galerie Lola Gassin, Nizza
Fiera d'Arte Contemporanea di Bari
CCDC et Alliance Francaise Hong Kong
"Sculptures" Place du Palais de Justice, Nizza
1995 Hamburg Messe, Amburgo
Museo d'Arte Moderna Kaohsiung, Taiwan
1996 Galerie Tu Montes, Saint-Etienne
"Moya et les Huiles" Association des Jeunes Monégasques, Montecarlo
"Moya-Moya" Museo d'Arte Moderna e
Contemporanea, Nizza
Galerie Rosen Viersen Germania
1997 Galerie Ismane Goblet, Lille
"Art Concept" Port de Sanary sur Mer
1998 Galerie du Comité National Monégasque des Arts
Plastiques, Monaco
Vision Gallery Brooklyn, New York
Galerie Ferrero, Nizza
1999 Galerie Artmetro, Savona
Faculté de Médecine de Nice
2000 Visual Art Center, Hong Kong
Baloard, Montpellier
Acqua Dolce, Celle Ligure (SV)
2001 Espace Ecuriel Masséna, Nizza
Galerie Ferrero, Nizza
Muse Gallery, Hong Kong
2002 Dong Baek Art Center Pusan, Corea
Granteatrino Casa di Pulcinella, Bari
Maison Francaise, Bologna
2003 "Patrick Moya" Galleria Vintage, Spotorno (SV)
Arsenal de Metz, Metz
G.C. Art Gallery, Bordighera
12
aprile 2004
L’universo incantato di Moya
Dal 12 aprile al 16 maggio 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA VINTAGE
Spotorno, Piazza Dante, 10, (Savona)
Spotorno, Piazza Dante, 10, (Savona)
Orario di apertura
tutti i giorni, 10:00-12:30; 16:00-19:00
Vernissage
12 Aprile 2004, ore 18.30