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Luoghi della cura
Fotografia e committenza pubblica all’Ospedale Sant’Agostino ed Estense di Modena
Comunicato stampa
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L’Azienda USL di Modena e Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea presentano la mostra e il libro Luoghi della cura. Fotografia e committenza pubblica all’Ospedale Sant’Agostino ed Estense di Modena, a cura di Nicoletta Leonardi.
La mostra e la pubblicazione del volume sono le tappe conclusive di una indagine fotografica commissionata dalla USL di Modena in occasione del trasferimento dello storico Ospedale Sant’Agostino ed Estense, ubicato nel centro della città, nella nuova sede ad alta tecnologia di Baggiovara, un’area periferica distaccata dal tessuto urbano.
Il trasferimento ha offerto l’occasione per la realizzazione, per la prima volta in Italia, di un intervento di arte pubblica in cui la fotografia compare quale strumento di gestione del delicato passaggio di un’intera comunità di cittadini, utenti ed operatori sanitari dai vecchi ai nuovi luoghi della cura: da un passato familiare, connotato dalla buona qualità delle pratiche mediche e delle relazioni interpersonali, ad un futuro ad alto contenuto tecnologico, garanzia di migliori risultati diagnostico terapeutici, e tuttavia dai tratti ancora incerti sul fronte più prettamente “umano” dei servizi sanitari.
Sulla base di questi presupposti, l’indagine è stata realizzata con la finalità di fissare una memoria condivisa dell’Ospedale vecchio, luogo caro agli operatori ed ai cittadini, affidando alla fotografia il compito di raccontare qualcosa delle donne e degli uomini, dei luoghi, dei servizi e degli strumenti che ne hanno determinato la storia. Un racconto nel quale gli utenti e gli operatori dell’ospedale sono stati coinvolti direttamente.
Le fotografie realizzate costituiscono una importante testimonianza documentaria della storia della cultura medica, delle pratiche della cura, e del sistema delle relazioni umane all’interno delle strutture sanitarie. Esse illuminano aspetti trascurati della nostra storia, offrendo una consapevolezza nuova della vita sociale e della vita dei territori.
La ricerca sull'Ospedale Sant' Agostino ed Estense di Modena, è stata avviata nella primavera del 2004.
La cura del progetto è stata affidata da Linea di Confine a Nicoletta Leonardi, critica e storica della fotografia da tempo impegnata nei settori della fotografia documentaria e sociale e dell’arte pubblica. Il progetto è stato inoltre realizzato con la consulenza e la collaborazione di Frits Giertsberg, curatore presso il Nederlands Fotomuseum di Rotterdam, che ha già lavorato nell’ambito di committenze pubbliche incentrate sui temi della malattia e delle relazioni umane all’interno di strutture sanitarie.
L’indagine è stata affidata a cinque fotografi di notorietà internazionale:
Marina Ballo Charmet ha realizzato un video sulla notte nel reparto geriatrico in cui il rapporto fra malattia, vecchaia e istituzione è rappresentato nei termini del sonno come momento di abbandono in un tempo sospeso, al margine fra coscienza e incoscienza, scandito dai ritmi dei turni ospedalieri e dai gesti rituali e affettivi della cura.
----Francesco Gnot ha fotografato gli ambienti dell’ospedale come luoghi in cui la testimonianza della presenza umana è affidata unicamente all’esistenza esteriore degli oggetti. Proiezioni del sé fuori dall’anima verso il mondo degli altri, gli oggetti compaiono ripetutamente nella forma di protesi per il corpo, strumenti di supporto e di riabilitazione (una sedia a rotelle, uno sgabello in metallo con poggia testa, gli strumenti per la fisioterapia).
William Guerrieri ha incentrato il suo lavoro sulla ricostruzione dei codici visivi della cultura medica attraverso ambienti e strumenti scientifici appartenenti alle pratiche della medicina moderna, presente a Modena già dal Settecento: gli studi dei medici, le biblioteche, il museo anatomico, frammenti di referti, macchinari ormai caduti in disuso. Utilizzando la stessa strategia operativa dei suoi precedenti lavori, Guerrieri accosta immagini di diversa natura e provenienza, invitando l’osservatore a riattivare i processi della memoria personale e collettiva.
Marco Signorini ha scattato immagini che si presentano come documenti storici di un passato già lontano. L’intento del fotografo è infatti proprio quello di sottolineare il passaggio dal vecchio al nuovo congelando il presente in immagini ricoperte da una leggera patina monocroma, nelle quali i medici, gli infermieri, e gli ambienti dell’ospedale appaiono sospensi nel tempo, come reperti in formalina nelle teche di un museo di storia naturale.
Raimond Wouda, ha rappresentato la vita quotidiana dell’ospedale, al confine fra pubblico e privato, con particolare riferimento al rapporto fra gli individui fotografati e l’ambiente circostante. Nei suoi ritratti ambientati e nelle più ampie vedute del cortile interno dell’ospedale, i gesti e le pose più semplici assumono un tono quasi monumentale e tuttavia privo di sentimentalismo.
Ad indicare l’accento posto sulla memoria e sulla continuità, una selezione delle immagini realizzate nell’ospedale storico verrà installata nel Nuovo Ospedale Sant’Agostino ed Estense di Baggiovara.
Nella giornata del 26 Febbraio, in occasione dell’inaugurazione della mostra, Nicoletta Leonardi e Frits Giertsberg terranno una conferenza nella quale il progetto Luoghi della cura sarà illustrato al pubblico anche attraverso il confronto con altre indagini sugli stessi temi realizzate recentemente in Europa.
Biografie
Marina Ballo Charmet (Milano 1942). Congiuntamente al suo mestiere di psicoterapeuta infantile, si dedica, dalla metà degli anni Ottanta, alle opere fotografiche e, più recentemente, al video. Dal 1990 ad oggi il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre personali e collettive tenutesi presso istituzioni italiane e straniere quali il Centre national de la Photographie di Parigi, Care of-La fabbrica del vapore di Milano, il Palazzo della Triennale di Milano, il Canadian Center of Architecture di Montreal, la Galleria degli Uffizi di Firenze, la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, il Photographic Museum of Finland di Helsinki, XLVII Biennale di Venezia, il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, il Musée des beaux-arts di Nantes. Apparso in prestigiose pubblicazioni, il lavoro dell’artista è inoltre oggetto dei tre monografie: Con la coda dell’occhio (Art&, Udine 1995), Rumore di fondo (Art&. Udine 1998) e Primo campo (Le Point du Jour Éditeur, Parigi 2004).
Francesco Gnot (Firenze 1965). Ha studiato fotografia presso la Fondazione Studio Marangoni di Firenze. Il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre personali e collettive quali: Le Maschere dell’Uomo, Museo di Antropologia, Firenze 2000; Paesaggi Possibili, Archivio Fotografico Toscano, Prato 2001 (a cura di Nicoletta Leonardi); Events, Studio Arts Center International, Firenze 2001 (a cura di Maria Antonia Rinaldi e Matteo Chini); Gemine Muse, Chiostro di Santa Maria Novella, Firenze 2002 (a cura di Daria Filardo); Insider, Stazione Leopolda, Firenze 2003 (a cura di Sergio Risaliti), Spazio Foto, Firenze (a cura di Nicoletta Leonardi), Passaggi, Centro per arte contemporanea Quarter, Firenze (a cura di Sergio Risaliti). Nel Luglio 2002 gli è stato assegnato il premio “miglior portfolio del giorno” della Galerie D’Essay durante i Rencontres Internationales de la Photographie d’Arles. Il suo lavoro è stato pubblicato in riviste e cataloghi e, recentemente, nel volume monografico Paesaggi Possibili (Fondazione Gruppo Bancario Credito Valtellinese, Sondrio 2003).
William Guerrieri (Reggio Emilia 1952). Ideatore e coordinatore del progetto Linea di Confine, si dedica alla ricerca fotografica dalla metà degli anni Ottanta. Fra le mostre personali e collettive: Ambienti pubblici, Der Retzhof, Leibnitz (Austria) 1993; Venezia-Marghera. Fotografia e trasformazioni nella città contemporanea, Biennale di Venezia 1997; Pagine di fotografia italiana 1900-1998, Galleria Gottardo, Lugano 1998; Oggi nessuno può dirsi neutrale, Galleria Arge/Kunst, Bolzano 1998; Zona 16, Openspace, Milano 1999; 32 Italian Photographers: a tribute to Phyllips Lambert, CCA, Montréal 1999; Luoghi come paesaggi. Fotografia e committenza pubblica in Europa negli anni Novanta, Galleria degli Uffizi, Firenze 2000; Le Bati et Le Vivant, Le Havre 2002; Atlante 03, MAXXI, Roma 2003; Work in Progress, Centro per l’Impiego, Modena 2003; Sguardi contemporanei, Biennale d’Architettura, Venezia 2004. Le sue ricerche sono pubblicate, fra l’altro, in Venezia-Marghera (a cura di Paolo Costantini) Charta, Milano 1997; Pagine di fotografia italiana (a cura di Roberta Valtorta) Charta, Milano 1998; Spaziomerci (a cura di Tiziana Serena), Silvana Editoriale, Milano 2002; Le Bati et le Vivant, Café-Crème, Lussemburgo 2002; Work in progress (a cura di Nicoletta Leonardi), Silvana Editoriale, Milano 2004. Nel 1998 ha pubblicato la monografia Oggi nessuno può dirsi neutrale, con testi di Antonella Russo e Val Williams.
Marco Signorini (Firenze 1962). Diplomato nel 1993 all’Accademia di Belle Arti di Firenze, lavora dal 1990 con la fotografia e il video. Il suo lavoro è stato in Italia e all’estero in mostre personali e collettive quali Marco Signorini, Galleria Dryphoto, Prato 1992; Rotte Metropolitane 2 (a cura di Claudio Marra), Villa Arrivabene, Firenze 1996; Narrative Art 1970-1990 (a cura di Renato Barilli), Palazzo Rasponi Murat, Ravenna 1996; Passaggi. Fotografia nell’arte italiana contemporanea (a cura di Antonella Russo) Arcate dei Murazzi, Torino 1996; Via Emilia – Fotografie luoghi non luoghi (a cura di William Guerrieri e Guido Guidi) Linea di Confine, L’Ospitale, Rubiera (RE) 2001; L’hoggidì (a cura di Anna Maria Amonaci), Fondazione Longhi, Firenze 1999; Idea di Metropoli (a cura di Roberta Valtorta), Museo di Fotografia Contemporanea Villa Ghirlanda, Cinisello Balsamo 2002; Le bâti, le vivant – semaines européennes de l’image (a cura di Christian Gattinoni) Ateliers Associés, Le Havre 2002; Il Museo, e le collezioni (a cura di Roberta Valtorta), Museo di Fotografia Contemporanea Villa Ghirlanda, Cinisello Balsamo 2004. Fra i cataloghi nei quali è stato pubblicato e commentato il suo lavoro ricordiamo Venti Fotografi Italiani, a cura di Paolo Costantini e William Guerrieri, Carpi 1995; Via emilia - Fotografie luoghi non luoghi, a cura di William Guerrieri e Guido Guidi, edizioni Linea di Confine, Rubiera 1999; Le bâti, le vivant – semaines européennes de l’image, a cura di Paul Di Felice, Paul Stiwer, edizioni Café-Crème, Lussemburgo 2002; Il Museo, le collezioni, a cura di R.Valtorta, Tranchida Editore, Milano 2004.
Raimond Wouda (Amserdam 1964). Ha frequentato la Royal Academy of Arts di L’Aia ultimando gli studi nel 1992. Autore versatile e attento alle tematiche sociali è attivo a livello internazionale da diversi anni. Tra le mostre più importanti ricordiamo: Historie Parallele, Institut Neerlandais, Parigi 2004; Dual III, Consortium, Amsterdam, 2003; Section One, Fotomuseum, L’Aia 2003; Wild Zone, Witte de With, Rotterdam, 2001; Sec. 8, Nederlands Foto Instituut, Rotterdam 2000; Holland-Belgium, Nederlands Foto Instituut, Rotterdam 2000. I suoi lavori sono apparsi nei seguenti volumi: Histoire parallele, Filigranes Éditions, Parigi 2004; Euroscapes, Must Publishers, Amsterdam 2003; Section one, Ludion publishers, Ghent 2003; Permanent food 10, 2002; Photographers in the Netherlands, an anthology 1852-2002, Ludion publishers, Ghent 2002; From #4, Witte de With, Rotterdam 2001; Holland-Belgium, Rotterdam 2000; The Sweet Sea, Voetnoot publishers, Amsterdam 2000.
La mostra e la pubblicazione del volume sono le tappe conclusive di una indagine fotografica commissionata dalla USL di Modena in occasione del trasferimento dello storico Ospedale Sant’Agostino ed Estense, ubicato nel centro della città, nella nuova sede ad alta tecnologia di Baggiovara, un’area periferica distaccata dal tessuto urbano.
Il trasferimento ha offerto l’occasione per la realizzazione, per la prima volta in Italia, di un intervento di arte pubblica in cui la fotografia compare quale strumento di gestione del delicato passaggio di un’intera comunità di cittadini, utenti ed operatori sanitari dai vecchi ai nuovi luoghi della cura: da un passato familiare, connotato dalla buona qualità delle pratiche mediche e delle relazioni interpersonali, ad un futuro ad alto contenuto tecnologico, garanzia di migliori risultati diagnostico terapeutici, e tuttavia dai tratti ancora incerti sul fronte più prettamente “umano” dei servizi sanitari.
Sulla base di questi presupposti, l’indagine è stata realizzata con la finalità di fissare una memoria condivisa dell’Ospedale vecchio, luogo caro agli operatori ed ai cittadini, affidando alla fotografia il compito di raccontare qualcosa delle donne e degli uomini, dei luoghi, dei servizi e degli strumenti che ne hanno determinato la storia. Un racconto nel quale gli utenti e gli operatori dell’ospedale sono stati coinvolti direttamente.
Le fotografie realizzate costituiscono una importante testimonianza documentaria della storia della cultura medica, delle pratiche della cura, e del sistema delle relazioni umane all’interno delle strutture sanitarie. Esse illuminano aspetti trascurati della nostra storia, offrendo una consapevolezza nuova della vita sociale e della vita dei territori.
La ricerca sull'Ospedale Sant' Agostino ed Estense di Modena, è stata avviata nella primavera del 2004.
La cura del progetto è stata affidata da Linea di Confine a Nicoletta Leonardi, critica e storica della fotografia da tempo impegnata nei settori della fotografia documentaria e sociale e dell’arte pubblica. Il progetto è stato inoltre realizzato con la consulenza e la collaborazione di Frits Giertsberg, curatore presso il Nederlands Fotomuseum di Rotterdam, che ha già lavorato nell’ambito di committenze pubbliche incentrate sui temi della malattia e delle relazioni umane all’interno di strutture sanitarie.
L’indagine è stata affidata a cinque fotografi di notorietà internazionale:
Marina Ballo Charmet ha realizzato un video sulla notte nel reparto geriatrico in cui il rapporto fra malattia, vecchaia e istituzione è rappresentato nei termini del sonno come momento di abbandono in un tempo sospeso, al margine fra coscienza e incoscienza, scandito dai ritmi dei turni ospedalieri e dai gesti rituali e affettivi della cura.
----Francesco Gnot ha fotografato gli ambienti dell’ospedale come luoghi in cui la testimonianza della presenza umana è affidata unicamente all’esistenza esteriore degli oggetti. Proiezioni del sé fuori dall’anima verso il mondo degli altri, gli oggetti compaiono ripetutamente nella forma di protesi per il corpo, strumenti di supporto e di riabilitazione (una sedia a rotelle, uno sgabello in metallo con poggia testa, gli strumenti per la fisioterapia).
William Guerrieri ha incentrato il suo lavoro sulla ricostruzione dei codici visivi della cultura medica attraverso ambienti e strumenti scientifici appartenenti alle pratiche della medicina moderna, presente a Modena già dal Settecento: gli studi dei medici, le biblioteche, il museo anatomico, frammenti di referti, macchinari ormai caduti in disuso. Utilizzando la stessa strategia operativa dei suoi precedenti lavori, Guerrieri accosta immagini di diversa natura e provenienza, invitando l’osservatore a riattivare i processi della memoria personale e collettiva.
Marco Signorini ha scattato immagini che si presentano come documenti storici di un passato già lontano. L’intento del fotografo è infatti proprio quello di sottolineare il passaggio dal vecchio al nuovo congelando il presente in immagini ricoperte da una leggera patina monocroma, nelle quali i medici, gli infermieri, e gli ambienti dell’ospedale appaiono sospensi nel tempo, come reperti in formalina nelle teche di un museo di storia naturale.
Raimond Wouda, ha rappresentato la vita quotidiana dell’ospedale, al confine fra pubblico e privato, con particolare riferimento al rapporto fra gli individui fotografati e l’ambiente circostante. Nei suoi ritratti ambientati e nelle più ampie vedute del cortile interno dell’ospedale, i gesti e le pose più semplici assumono un tono quasi monumentale e tuttavia privo di sentimentalismo.
Ad indicare l’accento posto sulla memoria e sulla continuità, una selezione delle immagini realizzate nell’ospedale storico verrà installata nel Nuovo Ospedale Sant’Agostino ed Estense di Baggiovara.
Nella giornata del 26 Febbraio, in occasione dell’inaugurazione della mostra, Nicoletta Leonardi e Frits Giertsberg terranno una conferenza nella quale il progetto Luoghi della cura sarà illustrato al pubblico anche attraverso il confronto con altre indagini sugli stessi temi realizzate recentemente in Europa.
Biografie
Marina Ballo Charmet (Milano 1942). Congiuntamente al suo mestiere di psicoterapeuta infantile, si dedica, dalla metà degli anni Ottanta, alle opere fotografiche e, più recentemente, al video. Dal 1990 ad oggi il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre personali e collettive tenutesi presso istituzioni italiane e straniere quali il Centre national de la Photographie di Parigi, Care of-La fabbrica del vapore di Milano, il Palazzo della Triennale di Milano, il Canadian Center of Architecture di Montreal, la Galleria degli Uffizi di Firenze, la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, il Photographic Museum of Finland di Helsinki, XLVII Biennale di Venezia, il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, il Musée des beaux-arts di Nantes. Apparso in prestigiose pubblicazioni, il lavoro dell’artista è inoltre oggetto dei tre monografie: Con la coda dell’occhio (Art&, Udine 1995), Rumore di fondo (Art&. Udine 1998) e Primo campo (Le Point du Jour Éditeur, Parigi 2004).
Francesco Gnot (Firenze 1965). Ha studiato fotografia presso la Fondazione Studio Marangoni di Firenze. Il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre personali e collettive quali: Le Maschere dell’Uomo, Museo di Antropologia, Firenze 2000; Paesaggi Possibili, Archivio Fotografico Toscano, Prato 2001 (a cura di Nicoletta Leonardi); Events, Studio Arts Center International, Firenze 2001 (a cura di Maria Antonia Rinaldi e Matteo Chini); Gemine Muse, Chiostro di Santa Maria Novella, Firenze 2002 (a cura di Daria Filardo); Insider, Stazione Leopolda, Firenze 2003 (a cura di Sergio Risaliti), Spazio Foto, Firenze (a cura di Nicoletta Leonardi), Passaggi, Centro per arte contemporanea Quarter, Firenze (a cura di Sergio Risaliti). Nel Luglio 2002 gli è stato assegnato il premio “miglior portfolio del giorno” della Galerie D’Essay durante i Rencontres Internationales de la Photographie d’Arles. Il suo lavoro è stato pubblicato in riviste e cataloghi e, recentemente, nel volume monografico Paesaggi Possibili (Fondazione Gruppo Bancario Credito Valtellinese, Sondrio 2003).
William Guerrieri (Reggio Emilia 1952). Ideatore e coordinatore del progetto Linea di Confine, si dedica alla ricerca fotografica dalla metà degli anni Ottanta. Fra le mostre personali e collettive: Ambienti pubblici, Der Retzhof, Leibnitz (Austria) 1993; Venezia-Marghera. Fotografia e trasformazioni nella città contemporanea, Biennale di Venezia 1997; Pagine di fotografia italiana 1900-1998, Galleria Gottardo, Lugano 1998; Oggi nessuno può dirsi neutrale, Galleria Arge/Kunst, Bolzano 1998; Zona 16, Openspace, Milano 1999; 32 Italian Photographers: a tribute to Phyllips Lambert, CCA, Montréal 1999; Luoghi come paesaggi. Fotografia e committenza pubblica in Europa negli anni Novanta, Galleria degli Uffizi, Firenze 2000; Le Bati et Le Vivant, Le Havre 2002; Atlante 03, MAXXI, Roma 2003; Work in Progress, Centro per l’Impiego, Modena 2003; Sguardi contemporanei, Biennale d’Architettura, Venezia 2004. Le sue ricerche sono pubblicate, fra l’altro, in Venezia-Marghera (a cura di Paolo Costantini) Charta, Milano 1997; Pagine di fotografia italiana (a cura di Roberta Valtorta) Charta, Milano 1998; Spaziomerci (a cura di Tiziana Serena), Silvana Editoriale, Milano 2002; Le Bati et le Vivant, Café-Crème, Lussemburgo 2002; Work in progress (a cura di Nicoletta Leonardi), Silvana Editoriale, Milano 2004. Nel 1998 ha pubblicato la monografia Oggi nessuno può dirsi neutrale, con testi di Antonella Russo e Val Williams.
Marco Signorini (Firenze 1962). Diplomato nel 1993 all’Accademia di Belle Arti di Firenze, lavora dal 1990 con la fotografia e il video. Il suo lavoro è stato in Italia e all’estero in mostre personali e collettive quali Marco Signorini, Galleria Dryphoto, Prato 1992; Rotte Metropolitane 2 (a cura di Claudio Marra), Villa Arrivabene, Firenze 1996; Narrative Art 1970-1990 (a cura di Renato Barilli), Palazzo Rasponi Murat, Ravenna 1996; Passaggi. Fotografia nell’arte italiana contemporanea (a cura di Antonella Russo) Arcate dei Murazzi, Torino 1996; Via Emilia – Fotografie luoghi non luoghi (a cura di William Guerrieri e Guido Guidi) Linea di Confine, L’Ospitale, Rubiera (RE) 2001; L’hoggidì (a cura di Anna Maria Amonaci), Fondazione Longhi, Firenze 1999; Idea di Metropoli (a cura di Roberta Valtorta), Museo di Fotografia Contemporanea Villa Ghirlanda, Cinisello Balsamo 2002; Le bâti, le vivant – semaines européennes de l’image (a cura di Christian Gattinoni) Ateliers Associés, Le Havre 2002; Il Museo, e le collezioni (a cura di Roberta Valtorta), Museo di Fotografia Contemporanea Villa Ghirlanda, Cinisello Balsamo 2004. Fra i cataloghi nei quali è stato pubblicato e commentato il suo lavoro ricordiamo Venti Fotografi Italiani, a cura di Paolo Costantini e William Guerrieri, Carpi 1995; Via emilia - Fotografie luoghi non luoghi, a cura di William Guerrieri e Guido Guidi, edizioni Linea di Confine, Rubiera 1999; Le bâti, le vivant – semaines européennes de l’image, a cura di Paul Di Felice, Paul Stiwer, edizioni Café-Crème, Lussemburgo 2002; Il Museo, le collezioni, a cura di R.Valtorta, Tranchida Editore, Milano 2004.
Raimond Wouda (Amserdam 1964). Ha frequentato la Royal Academy of Arts di L’Aia ultimando gli studi nel 1992. Autore versatile e attento alle tematiche sociali è attivo a livello internazionale da diversi anni. Tra le mostre più importanti ricordiamo: Historie Parallele, Institut Neerlandais, Parigi 2004; Dual III, Consortium, Amsterdam, 2003; Section One, Fotomuseum, L’Aia 2003; Wild Zone, Witte de With, Rotterdam, 2001; Sec. 8, Nederlands Foto Instituut, Rotterdam 2000; Holland-Belgium, Nederlands Foto Instituut, Rotterdam 2000. I suoi lavori sono apparsi nei seguenti volumi: Histoire parallele, Filigranes Éditions, Parigi 2004; Euroscapes, Must Publishers, Amsterdam 2003; Section one, Ludion publishers, Ghent 2003; Permanent food 10, 2002; Photographers in the Netherlands, an anthology 1852-2002, Ludion publishers, Ghent 2002; From #4, Witte de With, Rotterdam 2001; Holland-Belgium, Rotterdam 2000; The Sweet Sea, Voetnoot publishers, Amsterdam 2000.
26
febbraio 2005
Luoghi della cura
Dal 26 febbraio al 20 marzo 2005
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
CHIESA DI SAN PAOLO – SALA DELLE MONACHE
Modena, Via Francesco Selmi, (Modena)
Modena, Via Francesco Selmi, (Modena)
Vernissage
26 Febbraio 2005, ore 17,30
Autore
Curatore