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L’uomo del Concilio. Il cardinale Giovanni Morone tra Roma e Trento nell’età di Michelangelo
Più di 70 opere d’arte provenienti dal Louvre, dagli Uffizi, dalla Biblioteca Apostolica Vaticana e dalle principali Gallerie di Roma, ma anche dai musei di Berlino, Napoli, Siena e da prestigiose collezioni private, raccontano gli splendori dell’arte sacra e le vite dei papi, dei cardinali, degli imperatori e dei padri della Riforma protestante negli anni del Concilio. Dipinti e stampe illustrano l’iconografia dell’assemblea conciliare, mentre le pale d’altare eseguite a Trento dal pittore bergamasco Giovanni Battista Moroni mostrano i nuovi compiti affidati alla pittura devozionale.
Comunicato stampa
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Il Concilio di Trento ebbe un riconosciuto protagonista nel cardinale Giovanni Morone (Milano 1509 – Roma 1580), di cui si celebrano quest’anno i 500 anni dalla nascita.
Chiamato per due volte a guidare la straordinaria assemblea, che doveva partorire quella riforma della Chiesa troppe volte annunciata ma mai messa in cantiere, Morone incarna le contraddizioni sottese alla crisi religiosa del suo tempo. Le sue doti diplomatiche lo posero fin da giovane ai vertici della curia romana, ma la sua disponibilità al dialogo con il mondo luterano lo rese ben presto sospetto ai conservatori, tanto da essere processato per eresia dall’Inquisizione. Questa persecuzione culminò nel 1557 nel suo clamoroso arresto e nella prigionia in Castel Sant’Angelo, dove rimase a lungo rinchiuso per ordine di papa Paolo IV. Solo dopo la morte di quest’ultimo Morone poté recuperare la libertà, mentre il prestigio di cui ancora godeva indusse il nuovo papa, Pio IV, ad affidargli la delicata missione della chiusura del Concilio. Le travagliate vicende del cardinale milanese assumono dunque un valore emblematico, evidenziando i conflitti e le inquietudini che percorsero la Chiesa di Roma nel corso del Cinquecento, e offrono lo spunto per una rilettura del Concilio di Trento nuova e appassionante, finalmente lontana dai luoghi comuni.
Le opere in mostra
Più di 70 opere d’arte provenienti dal Louvre, dagli Uffizi, dalla Biblioteca Apostolica Vaticana e dalle principali Gallerie di Roma, ma anche dai musei di Berlino, Napoli, Siena e da prestigiose collezioni private, raccontano gli splendori dell’arte sacra e le vite dei papi, dei cardinali, degli imperatori e dei padri della Riforma protestante negli anni del Concilio. Dipinti e stampe illustrano l’iconografia dell’assemblea conciliare, mentre le pale d’altare eseguite a Trento dal pittore bergamasco Giovanni Battista Moroni mostrano i nuovi compiti affidati alla pittura devozionale.
Particolare attenzione è dedicata alle opere della cerchia di Michelangelo – presente in mostra con il drammatico Crocifisso ligneo di Casa Buonarroti – sorte in seno al “circolo degli spirituali”: un eletto gruppo di prelati e intellettuali che si riuniva a Viterbo intorno al cardinale d’Inghilterra Reginald Pole e alla poetessa Vittoria Colonna.
Accanto ad esse, i libri della biblioteca personale di Morone, lettere autografe e preziosi documenti d’archivio mai esposti al pubblico, che evocano il fervore culturale di una fase storica decisiva per i destini dell’Europa: quella compresa tra la drammatica frattura operata da Lutero e l’inizio della Controriforma.
Chiamato per due volte a guidare la straordinaria assemblea, che doveva partorire quella riforma della Chiesa troppe volte annunciata ma mai messa in cantiere, Morone incarna le contraddizioni sottese alla crisi religiosa del suo tempo. Le sue doti diplomatiche lo posero fin da giovane ai vertici della curia romana, ma la sua disponibilità al dialogo con il mondo luterano lo rese ben presto sospetto ai conservatori, tanto da essere processato per eresia dall’Inquisizione. Questa persecuzione culminò nel 1557 nel suo clamoroso arresto e nella prigionia in Castel Sant’Angelo, dove rimase a lungo rinchiuso per ordine di papa Paolo IV. Solo dopo la morte di quest’ultimo Morone poté recuperare la libertà, mentre il prestigio di cui ancora godeva indusse il nuovo papa, Pio IV, ad affidargli la delicata missione della chiusura del Concilio. Le travagliate vicende del cardinale milanese assumono dunque un valore emblematico, evidenziando i conflitti e le inquietudini che percorsero la Chiesa di Roma nel corso del Cinquecento, e offrono lo spunto per una rilettura del Concilio di Trento nuova e appassionante, finalmente lontana dai luoghi comuni.
Le opere in mostra
Più di 70 opere d’arte provenienti dal Louvre, dagli Uffizi, dalla Biblioteca Apostolica Vaticana e dalle principali Gallerie di Roma, ma anche dai musei di Berlino, Napoli, Siena e da prestigiose collezioni private, raccontano gli splendori dell’arte sacra e le vite dei papi, dei cardinali, degli imperatori e dei padri della Riforma protestante negli anni del Concilio. Dipinti e stampe illustrano l’iconografia dell’assemblea conciliare, mentre le pale d’altare eseguite a Trento dal pittore bergamasco Giovanni Battista Moroni mostrano i nuovi compiti affidati alla pittura devozionale.
Particolare attenzione è dedicata alle opere della cerchia di Michelangelo – presente in mostra con il drammatico Crocifisso ligneo di Casa Buonarroti – sorte in seno al “circolo degli spirituali”: un eletto gruppo di prelati e intellettuali che si riuniva a Viterbo intorno al cardinale d’Inghilterra Reginald Pole e alla poetessa Vittoria Colonna.
Accanto ad esse, i libri della biblioteca personale di Morone, lettere autografe e preziosi documenti d’archivio mai esposti al pubblico, che evocano il fervore culturale di una fase storica decisiva per i destini dell’Europa: quella compresa tra la drammatica frattura operata da Lutero e l’inizio della Controriforma.
04
aprile 2009
L’uomo del Concilio. Il cardinale Giovanni Morone tra Roma e Trento nell’età di Michelangelo
Dal 04 aprile al 26 luglio 2009
arte antica
Location
PALAZZO THUN
Trento, Via Rodolfo Belenzani, 19, (Trento)
Trento, Via Rodolfo Belenzani, 19, (Trento)
Orario di apertura
dalle 9.30 alle 12.30; dalle 14.30 alle 18.00 (chiuso il martedì).
Autore
Curatore