Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Lydia Lorenzi – Introspezioni
mostra personale di Lydia Lorenzi.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Ci sono artisti che rimangono fedeli a una linea per tutta la carriera, maniacalmente, come se rispondessero a un patto d'onore col proprio modo di esprimersi (pensate, per esempio, al caso esemplare di Giorgio Morandi).
Ce ne sono altri che, al contrario, amano spaziare in più territori, tecnici e formali innanzitutto, ma non solo, sfruttando quanto più possibile le risorse offerte dalla libertà di esprimersi, a cui evidentemente attribuiscono un valore di eccezionale importanza. La bergamasca Lydia Lorenzi, capace di muoversi a piacimento fra pittura e scultura, grafica e fotografia, ma anche fra figurazione e astrazione, simbolismo e formalismo, naturalismo e decorazione, appartiene certamente alla seconda categoria. Agli artisti sul tipo di Morandi si chiede di solito se il concepire un unico mondo di riferimento non finisca per limitare l'orizzonte della loro visione, precludendola alla comprensione del molteplice.
Agli artisti sul tipo della Lorenzi si chiede, invece, se tanto spaziare da lido a lido non possa correre il rischio di sfociare nella dispersione, a scapito della concentrazione. Sarebbe, probabilmente, domanda inutile: l'essere dispersivi, per gli artisti di un certo genere, non é elemento necessariamente negativo, come invece lo sarebbe qualunque contenimento obbligato del genio creativo. Se essere liberi vuol dire anche potersi disperdere, ben venga la dispersione.
non si può, quindi, inquadrare criticamente la variegatissima, multiforme produzione della Lorenzi espungendo dal suo esuberante mare magnum un nucleo ritenuto più rappresentativo di un altro senza credere di compiere un arbitrio. C'é una continuità di fondo da comprendere e rispettare, nel modo in cui la Lorenzi, di volta in volta, si confronta con la materia e la forma, rispondendo a sollecitazioni artistiche e intellettuali diverse, anche quando riconoscessimo delle preferenze nella gamma delle sue scelte espressive, rilevando, per esempio nelle opere di ispirazione musicale, un incremento di rarefazione, indubbiamente suggestiva, man mano che ci si allontana dal dato di natura e si ricorre a una materialità articolata, dalla foglia d'oro al ready made.
Ma nulla potrei dire di cui la Lorenzi non si sia già accorta da sola.
Vittorio Sgarbi
Ce ne sono altri che, al contrario, amano spaziare in più territori, tecnici e formali innanzitutto, ma non solo, sfruttando quanto più possibile le risorse offerte dalla libertà di esprimersi, a cui evidentemente attribuiscono un valore di eccezionale importanza. La bergamasca Lydia Lorenzi, capace di muoversi a piacimento fra pittura e scultura, grafica e fotografia, ma anche fra figurazione e astrazione, simbolismo e formalismo, naturalismo e decorazione, appartiene certamente alla seconda categoria. Agli artisti sul tipo di Morandi si chiede di solito se il concepire un unico mondo di riferimento non finisca per limitare l'orizzonte della loro visione, precludendola alla comprensione del molteplice.
Agli artisti sul tipo della Lorenzi si chiede, invece, se tanto spaziare da lido a lido non possa correre il rischio di sfociare nella dispersione, a scapito della concentrazione. Sarebbe, probabilmente, domanda inutile: l'essere dispersivi, per gli artisti di un certo genere, non é elemento necessariamente negativo, come invece lo sarebbe qualunque contenimento obbligato del genio creativo. Se essere liberi vuol dire anche potersi disperdere, ben venga la dispersione.
non si può, quindi, inquadrare criticamente la variegatissima, multiforme produzione della Lorenzi espungendo dal suo esuberante mare magnum un nucleo ritenuto più rappresentativo di un altro senza credere di compiere un arbitrio. C'é una continuità di fondo da comprendere e rispettare, nel modo in cui la Lorenzi, di volta in volta, si confronta con la materia e la forma, rispondendo a sollecitazioni artistiche e intellettuali diverse, anche quando riconoscessimo delle preferenze nella gamma delle sue scelte espressive, rilevando, per esempio nelle opere di ispirazione musicale, un incremento di rarefazione, indubbiamente suggestiva, man mano che ci si allontana dal dato di natura e si ricorre a una materialità articolata, dalla foglia d'oro al ready made.
Ma nulla potrei dire di cui la Lorenzi non si sia già accorta da sola.
Vittorio Sgarbi
05
ottobre 2019
Lydia Lorenzi – Introspezioni
Dal 05 al 15 ottobre 2019
arte contemporanea
Location
ARTSTUDIO38
Milano, Via Luigi Canonica, 38, (Milano)
Milano, Via Luigi Canonica, 38, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a domenica 9 - 20
Vernissage
5 Ottobre 2019, h 17:00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico
Allestimento