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Lydia Predominato – Labirinti
La mostra è il quarto ed ultimo appuntamento del ciclo Spazio Aperto 2006
Comunicato stampa
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La mostra e' il quarto ed ultimo appuntamento del ciclo Spazio Aperto 2006, in cui Vittoria Biasi, Maria Vinella, Anna Guillot e Lorenzo Mango propongono le loro riflessioni critiche intorno alle linee di tendenza della contemporaneita'.
Comunque si presenti, il labirinto e' un percorso. Ci sara' chi lo percorrera' interamente o chi si perdera' lungo il cammino: e' senza dubbio un percorso iniziatico.
L’immagine del viaggio e' una rappresentazione primaria del percorso dell’animo umano, del suo risveglio alla coscienza. La vita di per se stessa e' un procedere - nelle societa' primitive la vita intera dell’uomo era un camminare continuo.
La progressione del cammino va verso il centro, un centro sacro dove dimora il mysterium tremendum, il dio, il mostro - o l’acquisizione del sapere. E’ un campo di forze, un punto di incontro di tensioni. Il centro del labirinto contiene sempre una mutazione, dal mondo delle apparenze a quello delle essenze. L’uomo e' chiamato ad un confronto con se stesso: chi esce dal labirinto non e' piu' quello che vi e' entrato.
Puo' essere una sfida fatta al fruitore quella di chiedergli di cercare di rintracciare questi passaggi in ogni opera esposta, capire quale e' stata la ricerca personale dell’artista, capire se il percorso si e' interrotto o invece se il centro e' stato raggiunto e se l’artista e' uscita dal labirinto, infine cercare di capire qual e' il messaggio individuale che i labirinti hanno voluto trasmettere.
Scrive Lorenzo Mango:… Nel lavoro di Lydia Predominato la fiber art incontra il labirinto sul terreno comune di una ricerca sui fondamenti. L’uno, in una qualche misura, dice l’altro, nel senso che la natura simbolica del labirinto si traduce immediatamente in una operativita' in cui agiscono la carta, il filo, gli intrecci naturali in un gioco ricco di rimandi che mai si risolvono sul piano della mera assonanza formale. Nel senso che il labirinto non e' immagine riconoscibile in se' quanto meccanismo simbolico che sottende l’atto costruttivo dell’opera. Il quale, attraverso una disposizione per cerchi e spirali risale proprio alla sua fonte, che e', prima di ogni altra cosa, luogo di energia.
Le forme che discendono da questo procedimento di lavoro si stagliano di fronte allo spettatore come entita' ambigue: rimandi a qualcosa di ancestrale, evocazione di natura, composizioni astratte, realta' materiche.
Tutte cose che ruotano - labirinticamente verrebbe da dire - attorno ad un che di inafferrabile, di irriconducibile ad una rivelazione certa, sia essa risolta in un dato strettamente estetico sia essa tramite di un “dire ulteriore". E che, in questo loro ruotare, rivelano la loro natura di ricerca.
Perche' la fiber art, per Lydia Predominato, non e' recupero di una tradizione - per quanto ricca e nobile essa possa essere - ma ricerca di un’arte che sia esperienza esistenziale profonda e fondante; occasione per mettersi di fronte a se stessi in quanto parte di un sapere e di un vivere che ci trascendono e risalgono fino all’originario. Elemento questo, come abbiamo visto, ritornare nella poetica dell’artista anche da altra fonte, quella del racconto personale, in una sorta di autobiografia psichica, del video."
In occasione della mostra viene presentato per la prima volta anche il video Labirinto - Ancora il filo di Arianna che vede come protagonista l’artista stessa e che e' stato girato nel labirinto costruito dallo scultore Sandro Marinacci.
Viene presentato anche il libro d’artista dal titolo Labirinti, edizioni Orolontano, creato dall’artista assieme ad Alfonso Filieri, Vito Capone ed Elisabetta Diamanti.
La serata inaugurale ospitera' anche l’artista Fausta Manno con una sua performance e una lettura delle composizioni dei poeti Paolo Mancinelli, Roberto Marconi, Fabio Scotto e Sergio Zuccaro contenute nel libro Labirinti
Comunque si presenti, il labirinto e' un percorso. Ci sara' chi lo percorrera' interamente o chi si perdera' lungo il cammino: e' senza dubbio un percorso iniziatico.
L’immagine del viaggio e' una rappresentazione primaria del percorso dell’animo umano, del suo risveglio alla coscienza. La vita di per se stessa e' un procedere - nelle societa' primitive la vita intera dell’uomo era un camminare continuo.
La progressione del cammino va verso il centro, un centro sacro dove dimora il mysterium tremendum, il dio, il mostro - o l’acquisizione del sapere. E’ un campo di forze, un punto di incontro di tensioni. Il centro del labirinto contiene sempre una mutazione, dal mondo delle apparenze a quello delle essenze. L’uomo e' chiamato ad un confronto con se stesso: chi esce dal labirinto non e' piu' quello che vi e' entrato.
Puo' essere una sfida fatta al fruitore quella di chiedergli di cercare di rintracciare questi passaggi in ogni opera esposta, capire quale e' stata la ricerca personale dell’artista, capire se il percorso si e' interrotto o invece se il centro e' stato raggiunto e se l’artista e' uscita dal labirinto, infine cercare di capire qual e' il messaggio individuale che i labirinti hanno voluto trasmettere.
Scrive Lorenzo Mango:… Nel lavoro di Lydia Predominato la fiber art incontra il labirinto sul terreno comune di una ricerca sui fondamenti. L’uno, in una qualche misura, dice l’altro, nel senso che la natura simbolica del labirinto si traduce immediatamente in una operativita' in cui agiscono la carta, il filo, gli intrecci naturali in un gioco ricco di rimandi che mai si risolvono sul piano della mera assonanza formale. Nel senso che il labirinto non e' immagine riconoscibile in se' quanto meccanismo simbolico che sottende l’atto costruttivo dell’opera. Il quale, attraverso una disposizione per cerchi e spirali risale proprio alla sua fonte, che e', prima di ogni altra cosa, luogo di energia.
Le forme che discendono da questo procedimento di lavoro si stagliano di fronte allo spettatore come entita' ambigue: rimandi a qualcosa di ancestrale, evocazione di natura, composizioni astratte, realta' materiche.
Tutte cose che ruotano - labirinticamente verrebbe da dire - attorno ad un che di inafferrabile, di irriconducibile ad una rivelazione certa, sia essa risolta in un dato strettamente estetico sia essa tramite di un “dire ulteriore". E che, in questo loro ruotare, rivelano la loro natura di ricerca.
Perche' la fiber art, per Lydia Predominato, non e' recupero di una tradizione - per quanto ricca e nobile essa possa essere - ma ricerca di un’arte che sia esperienza esistenziale profonda e fondante; occasione per mettersi di fronte a se stessi in quanto parte di un sapere e di un vivere che ci trascendono e risalgono fino all’originario. Elemento questo, come abbiamo visto, ritornare nella poetica dell’artista anche da altra fonte, quella del racconto personale, in una sorta di autobiografia psichica, del video."
In occasione della mostra viene presentato per la prima volta anche il video Labirinto - Ancora il filo di Arianna che vede come protagonista l’artista stessa e che e' stato girato nel labirinto costruito dallo scultore Sandro Marinacci.
Viene presentato anche il libro d’artista dal titolo Labirinti, edizioni Orolontano, creato dall’artista assieme ad Alfonso Filieri, Vito Capone ed Elisabetta Diamanti.
La serata inaugurale ospitera' anche l’artista Fausta Manno con una sua performance e una lettura delle composizioni dei poeti Paolo Mancinelli, Roberto Marconi, Fabio Scotto e Sergio Zuccaro contenute nel libro Labirinti
06
dicembre 2006
Lydia Predominato – Labirinti
Dal 06 al 22 dicembre 2006
arte contemporanea
Location
STUDIO ARTE FUORI CENTRO
Roma, Via Ercole Bombelli, 22, (Roma)
Roma, Via Ercole Bombelli, 22, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle 17 alle 20
Vernissage
6 Dicembre 2006, ore 18
Autore
Curatore