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Lynn Carver – Fili
I principali filoni della ricerca di Lynn Carver possono essere identificati nei Ritratti, nelle Mappe e nelle opere in cui è predominante l’aspetto del lettering
Comunicato stampa
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Dal 7 marzo al 3 maggio 2009 a Borgo Valsugana, in provincia di Trento, si terrà la mostra Fili, dell’artista americana Lynn Carver; un’occasione per conoscere, attraverso un percorso espositivo affascinante, i nodi della sua ricerca personale dagli anni Settanta ai giorni nostri. Allestita negli Spazi livioRossi di Arte Sella, la mostra sarà inaugurata sabato 7 marzo alla presenza dell’artista.
Ci sono tre situazioni uniche a monte di questa mostra: un’artista originale, un violoncellista e un singolare sodalizio di intellettuali. Lynn Carver approda in Italia negli anni ’80, in un’antica casa di pietra tra i boschi dei Colli Asolani. Qui, assieme al marito, crea un suo angolo di mondo, al riparo dall’invadenza degli accelerati ritmi newyorkesi dove fino ad allora aveva vissuto e lavorato. A strapparla dal suo buen retiro è un altro artista, il violoncellista Mario Brunello, che un giorno si imbatte nella casa di Lynn, si innamora del suo lavoro e le propone di esporre negli spazi di Antiruggine, un ex capannone industriale alle porte di Castelfranco Veneto trasformato in un eccezionale spazio di sperimentazione artistica. In questo luogo Alessandro Baricco, Vinicio Capossela, Giuseppe Cederna, Carlo Mazzacurati, Moni Ovadia, Marco Paolini, Paolo Rumiz e molti altri hanno avuto modo di entrare in contatto con il pubblico, abbandonando il palco per confrontarsi con chiunque lo volesse.
E’ grazie al rapporto di scambio e d’interesse reciproco creatosi negli anni fra Mario Brunello e l’Associazione Arte Sella che la mostra di Lynn Carver arriva oggi agli Spazi livioRossi, un luogo emblematico ed evocativo che, come Antiruggine, conserva le tracce della propria storia passata. Il palazzo, situato nel centro storico di Borgo Valsugana è stato emporio, laboratorio di sedie artigianali, libreria, dinamico punto di riferimento per gli appassionati di cultura e arte. L’Associazione Arte Sella, che ha preso in gestione gli spazi per svolgervi parte delle sue molteplici attività, si impegna a mantenere viva la memoria di questo passato coltivando un dialogo costante con la vita della comunità e del centro storico che la circonda.
Le opere di Lynn Carver sono il risultato di un lavoro che si serve di taglio e cucito, orgogliosamente – come scrive il curatore della mostra Daniele Capra – svolto in prima persona, per costruire mappe geografiche, comporre ritratti, scrivere con il filo pagine di giornali o guide telefoniche. Le numerose ore passate a progettare i lay-out, a realizzare in solitudine le infinite operazioni di cucitura di lavori talvolta di grandi dimensioni, testimoniano una sensibilità per la pratica orientale dello zen e un forte controllo emozionale necessari a gestire le complesse dinamiche temporali che intercorrono tra il progetto e la sua realizzazione. Gli unici compagni di viaggio sono la radio, e talvolta il sonnacchioso miagolio di una vecchia macchina da cucire a pedale.
I principali filoni della ricerca di Lynn Carver possono essere identificati nei Ritratti, nelle Mappe e nelle opere in cui è predominante l’aspetto del lettering. I ritratti nascono casualmente negli anni Settanta, quando l’artista sceglie di miniaturizzare le dimensioni di un copriletto e realizza, in piccola dimensione, un letto con tanto di lenzuola e cuscini che diventa inevitabilmente rappresentazione di uno stato emotivo interiore. “Successivamente –scrive il curatore della mostra - i Ritratti prenderanno anche altre forme ma continueranno ad essere legati alla dimensione dell’alcova, declinata ogni volta con la leggerezza o la complessità del caso. Le Mappe di città rappresentano corrispondenze topografiche tra realtà differenti e diventano, nella dinamica narrativa che soggiace al tessuto, luoghi di legami e di simboli. La prima pagina di un giornale, un foglio strappato delle Pagine Gialle, un album di foto di famiglia: sono questi i lavori di Lynn Carver in cui emerge la passione per le lettere, per i testi, da intendersi nel loro sviluppo grafico. Con forza lei ha spesso ricreato quelle scritte, talvolta fedelmente, molte altre dando solo l'illusione di esservi fedele”.
La mostra, promossa da Mario e Arianna Brunello e curata da Daniele Capra, è arricchita da un catalogo pubblicato da Silvana Editoriale con interventi di Mario Brunello, Alessandro Baricco, Aldo Cibic, Paolo Rumiz, Euro Pavanetto.
Tessuti e fili (in)visibili
di Daniele Capra
È una ricerca artistica silenziosa e solitaria quella condotta da Lynn Carver nella sua dimora nei colli che circondano Asolo. Un’attività sotto traccia, lontana dall’invadenza dei flussi che nelle città creano e rapidamente dissipano mode ed energie, e consumano vorticosamente relazioni, legami, persone. Un lavoro estenuante che si serve di taglio e cucito, orgogliosamente svolto in prima persona, per costruire mappe geografiche, comporre ritratti, scrivere con il filo pagine di giornali o guide telefoniche. Pare quasi non vi sia posto per altro, o che tutto il resto –probabilmente– abbia scelto di manifestarsi nella forma magica del lavoro femminile svolto con l’ago. Alla velocità, alla competizione, alla volontà di affermazione cui la frenesia quotidiana sembra renderci schiavi, l’artista americana seraficamente contrappone un approccio ponderato, metodico, lento, caratterizzato da una forte componente meditativa e processuale.
Le numerose ore di lavoro passate a progettare i lay-out, a realizzare in solitudine le infinite operazioni di cucitura di lavori talvolta di grandi dimensioni, testimoniano una sensibilità fortemente vocata alla pratica orientale dello zen, nonché un calibratissimo controllo emozionale, in grado cioè di gestire le complesse dinamiche temporali che intercorrono tra progetto e realizzazione compiuta. Gli unici compagni di viaggio sono la radio ed il sonnacchioso miagolio della vecchia macchina da cucire a pedale, che vivono in simbiosi nel tranquillo sottotetto da cui si vedono le fronde degli alberi.
Un aneddoto ci racconta come Kant fosse, in tarda età, così abituale e preciso nella passeggiata mattutina da potersi basare sul suo passaggio per determinare l’ora esatta: i cittadini di Königsberg ed il filosofo potevano quindi reciprocamente confidare nel rispetto di un ordine che era tenuto in vita dalla reiterazione delle medesime azioni.
È questo il rapporto di fiducia che lega Lynn Carver al proprio lavoro. Svolgere le medesime azioni nel medesimo luogo e con un rituale definito ha sviluppato in lei la sicurezza di un ordine mentale, e di conseguenza anche universale, difficilmente scalfibile. Il suo lavoro, deliziosamente artigianale, mostra così da un lato l’infinita pazienza dell’artista e dall’altro la sua necessità di eseguire ogni azione in prima persona. Come goccia su goccia la pietra scava la roccia, con la medesima costanza le mani dell’artista cuciono –con ago e filo– mappe, pagine di giornali, ritratti di luoghi e di persone.
Alighiero Boetti, dopo che ne aveva curato il progetto, affidava la realizzazione delle proprie opere in paesi del Medio Oriente. Quasi nessuno dei suoi celeberrimi planisferi o innumerevoli aforismi è infatti stato ricamato da lui personalmente: in quel caso l’ideazione era l’aspetto preponderante. Al contrario per Lynn Carver è centrale confrontarsi direttamente con i tempi lunghi di una pratica che è, nella nostra tradizione, quasi esclusivamente femminile. Il suo è un processo di manipolazione di tessuti –seta, cotone, lino, taffetà– che nasce dal lavoro quotidiano per diventare progressivamente spirituale, in maniera non dissimile alla realizzazione delle icone sacre nella tradizione religiosa ortodossa.
In un incontro Lynn mi raccontò di come da piccola, nei momenti di pianto, la madre fosse solita prenderla in braccio e portarla a quietare alla finestra del soggiorno, in cui erano collocate delle tende rosa antico con dei grandi fiori. Puntualmente, alla vista delle tende, lei smetteva di piangere ed iniziava a giocare con le pieghe di tessuto. È il primo episodio di un amore che non tarderà a manifestarsi, portandola a praticare a lungo, negli Stati Uniti, la professione di textile designer. E che, in maniera ancor più singolare, la spingerà a collezionare tessuti e stoffe per tutta la sua vita.
La vista del suo studio è illuminante: ovunque vi sono pezzi si tessuti, ritagli di etichette, rocchetti di filo, disposti ordinatamente. La presenza di innumerevoli scampoli, raccolti in un arco di tempo che si snoda a partire dalla sua adolescenza, testimoniano infatti l’estrema razionalità dell’artista americana, che ha indefessamente catalogato (per colore, per tipo di fibra, ecc.) pezzi della sua vita, cui ricorre per costruire –evidentemente risemantizzandoli– le proprie opere. Vi è così un doppio cordone ombelicale che soggiace al suo lavoro: non solo quindi la corrispondenza tra soggetto rappresentato e opera, ma anche tra opera e pezzi di vita individuale già vissuta, sedimentata e tassonomicamente disposta. Ne consegue, così, che l’artista difficilmente cercherà del materiale al di fuori del proprio atelier, poiché tutto è già stato certosinamente metabolizzato e catalogato, ed è pronto ad accendere –all’occorrenza– i fili di una serie infinita di connessioni tra passato e presente.
Benché siano del tutto analoghe le procedure di lavoro, i filoni principali della sua ricerca si possono condensare nei ritratti, nelle mappe, e nelle opere in cui è predominante l’aspetto del lettering.
I ritratti nascono casualmente negli anni Settanta, quando sceglie di miniaturizzare le dimensioni di un copriletto e realizza, in scala, un letto con tanto di lenzuola e cuscini. Quel letto racconta così le difficoltà e la vita del committente –un amico– di cui diventa inevitabilmente punto di partenza per un’analisi psicanalitica: i ritratti nascono infatti dall’esigenza di descrivere i tratti psicologici o narrare gli eventi che hanno plasmato la soggettività di una persona. Successivamente prenderanno anche altre forme, ma continueranno ad essere fortemente legati alla dimensione dell’alcova, declinata ogni volta con la leggerezza o la complessità del caso.
Le mappe di città, invece, nascono dal desiderio di esplicitare le trame nascoste nell’intreccio di strade, di vie di fuga, di pieni e vuoti che costituiscono il labirinto di ogni luogo. Sono naturale situazione privilegiata di corrispondenze topografiche tra realtà lontane, in cui si addensano legami e simboli, di cui i tessuti sono incarnazione narrativa (negli effetti ogni ritaglio di stoffa è una piccola tessera di un enorme mosaico appartenuto all’artista). Sono punti di snodo tra mondi incompenetrabili, dei quali si avverte profondo il carico suggestivo.
La prima pagina di un giornale, un foglio strappato da un elenco telefonico o un banale annuncio pubblicitario, sono stati tra i soggetti preferiti di Lynn Carver per l’utilizzato della parola scritta in senso grafico. Il contrasto tra testo e sfondo è stato ricostruito con il ricamo, spesso riproducendo i chiaroscuri delle immagini, come avviene ad esempio nel caso di un vero e proprio album fotografico di famiglia: il gioco è quello di utilizzare una forma che sia percepita dall’osservatore a metà strada tra riproduzione fedele ed illusione. Ma –come è inutile aggiungere– in questa selva di rimandi sfuggevoli, non farebbe alcuna differenza.
Arte Sella – il progetto
Arte Sella è una biennale d’arte contemporanea nata nel 1986 che si svolge nei prati e nei boschi della Valle di Sella, a nord del piccolo comune di Borgo Valsugana (Trentino). La manifestazione si innesta sulla scia di un rinnovamento culturale e morale che prende il via negli anni ’80 con la corrente Art in Nature, in cui il “fare arte nella natura” viene inteso come una possibilità per distanziarsi dai canoni artistici tradizionali, in uno spazio d’espressione nuovo e più libero, lontano dalle logiche del mercato dell’arte e dei circuiti tradizionali atelier-galleria-museo.
I progetti artistici che nascono ad Arte Sella rispettano alcuni principi costitutivi. Qui l’artista lascia il ruolo di protagonista per mettere al centro del processo creativo l’opera. Vittorio Fagone, artista contemporaneo e teorico dell’Art in Nature, afferma che l’elemento essenziale che distingue l’attitudine verso la natura degli artisti appartenenti a questo movimento è la convinzione che l’uomo sia obbligato a mantenere una relazione di alleanza con l’ambiente naturale. Ad Arte Sella gli artisti invitati realizzano opere che vivono con e nella natura, sono incoraggiati ad agire unicamente in questa valle, cercano di limitare le modifiche radicali del territorio e recuperano ciò di cui hanno bisogno per le loro opere nei boschi circostanti utilizzando materiali naturali come le foglie, i rami d’albero, le pietre e la terra della Val di Sella. Ogni anno, alla conclusione dell’esposizione, quasi tutte le opere si inseriscono nel ciclo vitale della natura fino ad essere nuovamente riassorbite dall’ambiente circostante che ne decreta la scomparsa definitiva. Dal momento che la mutazione del lavoro è continua, costante e sottomessa alle condizioni atmosferiche, la percezione delle opere cambia di stagione in stagione, secondo l’ora del giorno e della notte ed esse non possono, in alcun caso, essere riportate alla loro condizione primordiale, senza forzare la loro sopravvivenza naturale. Questa dimensione del lavoro artistico ha un rapporto diverso anche con l’ecologia: la natura non è più protetta, ma interpretata nella sua essenza, è una fonte di sapere e di esperienza che va salvaguardata anche attraverso un atteggiamento di rispetto e attenzione da parte dei visitatori. Anche se il fatto di abbandonare un’opera alla decadenza naturale rappresenta l’essenza di Arte Sella; un lavoro artistico può comunque essere in alcuni casi tolto dal percorso per iniziare un percorso differente che lo condurrà in un museo o in una galleria d’arte.
I luoghi
Nel corso degli anni, grazie al lavoro costante dell’omonima Associazione che la organizza, promuove e gestisce, Arte Sella è riuscita a diventare un punto di riferimento per l’arte contemporanea, ma anche uno spazio di sperimentazione e ricerca negli ambiti della musica, dello spettacolo, delle fotografia e delle più diverse discipline artistiche, articolando le proprie attività in più spazi. Nell’incontaminata Valle di Sella, si sviluppa il Percorso ArteNatura, un sentiero forestale che si estende per due chilometri sul versante del monte Armentera, conducendo il visitatore alla scoperta delle opere che, dal 1986, nascono, vivono e muoiono in questi luoghi. Il visitatore è invitato a iniziare un percorso che si dipana fra stretti sentieri di terra battuta, un biotopo, ampi prati e alberi secolari in un dialogo silenzioso con le opere realizzate dagli artisti nel corso degli anni. Sono 45 le opere visibili al momento che comprendono lavori, tra gli altri, di Jaakko Pernu, Francois Lelong, Giuliano Orsingher, Roy F. Staab, Thierry Teneul.
Nel periodo estivo le molteplici attività di Arte Sella vengono ospitate anche a Malga Costa, un antico edificio rurale trasformato in un nuovo spazio espositivo e culturale aperto alla sperimentazione artistica.
L’associazione gestisce dal 2006 anche gli Spazi livioRossi. L’edificio, di notevole valore architettonico, situato nel centro storico di Borgo Valsugana, conserva anche un valore culturale in quanto sede, fin dai primi anni del secolo scorso, di un’antica libreria e di un laboratorio artigiano. Le sale degli Spazi livioRossi sono un centro espositivo permanente, sede amministrativa e gestionale dell’associazione, spazio di consultazione, sede di laboratori creativi per bambini e adulti.
La Cattedrale Vegetale
Una delle opere che caratterizza con forza lo spazio naturale di Arte Sella è la Cattedrale Vegetale, realizzata nel 2001 nelle vicinanze di Malga Costa dall’artista Giuliano Mauri. L’incontro con gli organizzatori di Arte Sella e la preziosa assistenza del Servizio di Valorizzazione Ambientale della Provincia Autonoma di Trento hanno permesso di concretizzare il sogno coltivato per anni dall’artista. Dal 2001 sono migliaia i visitatori che hanno visitato quest’imponente opera d’arte e architettura che possiede le dimensioni di una vera e propria cattedrale gotica, con tre navate di dodici metri di altezza e una superficie di 1220 metri quadrati. Quattrocentoventi colonne di sostegno, cinquecento anelli, tremila ramoscelli intrecciati costituiscono l'impalcatura che ha permesso e permetterà l'elevazione della Cattedrale. All'interno delle colonne sono stati piantati infatti dei piccoli alberi di carpine. Le colonne sono artifici realizzati dall’artista per accompagnare le piante durante i vent' anni di cui esse hanno bisogno per diventare adulte; dopo tale periodo, le strutture sono destinate a marcire per lasciare il posto ad 80 piante a forma di colonna che ricorderanno il lavoro dell’artista.
Una metafora
La bellezza del progetto di Arte Sella risiede nel toccare la sensibilità di ognuno di noi e nel creare una possibilità di incontro con il mondo naturale coinvolgendo sia i cultori dell’arte, i visitatori abituali delle esposizioni e dei musei, ma anche persone che si avvicinano all’arte solo per curiosità. Laura Tomaselli, attuale presidente d'Arte Sella, evoca ciò che l’opera di Giuliano Mauri, Cattedrale Vegetale, significa per la manifestazione e per gli organizzatori esprimendo, più in generale, la sensibilità che anima il progetto Arte Sella: Conversando un giorno con Giuliano Mauri, mentre osservavamo insieme l'innalzarsi della Cattedrale, lui mi disse che un'opera d'arte riempie sempre un vuoto dell'anima. E io, ripensando a quella medesima radura in cui ci trovavamo, vuota fino a qualche mese prima, pensai che la sua Cattedrale avrebbe interpretato magnificamente la metafora, colmando quello straordinario spazio naturale così come avrebbe arricchito l'anima di chi si sarebbe recato o vi avrebbe sostato vicino. Nemmeno in quel prezioso momento di consonanza tra Arte e Natura, a cui noi di Arte Sella siamo pur abituati, mi resi conto di quanto bisogno avessimo noi tutti di quell'opera…
Spazi espositivi:
Percorso ArteNatura: lunghezza del percorso, 3 km circa. Tempo di percorrenza 2.00 ore circa. Opere di: Thierry Teneul, Belle Shafir, Maria Dompè, Yves Rousguisto, Bob Vershueren, Paul Feichter, Alois Lindenbauer, Yves Rousguisto, Giuliano Orsingher, Gabriele Jardini, Flora Viale, Johann Feilacher, Tim Curtis, Jeannette Zippel, Gabriele Jardini, Cornelia Konrads, Dimitri Xénakis, Chris Booth, Roy F. Staab, Richard Harris, Steven Siegel, Matilde Grau, Sally Matthews, Urs Twellmann, Armin Schubert, Nils-Udo, Alois Lindenbauer, Roberto Conte, Strijdom van der Merwe, Alois Lindenbauer, Bob Verschueren, Heather Jansch Anton Schaller
Malga Costa. Principali mostre del 2008: Jakko Pernu (giugno/settembre 2008), “Spaventapasseri/Scarecrow” - opere di Aldo Cibic, Francesco Garbelli, Ugo La Pietra, Francesco Mariotti, Marco Porta, Clara Rota, Agatha Ruiz de La Prada (settembre/ottobre 2008).
Spazi livioRossi. Principali mostre del 2008: "John Cage: un ritratto”, fotografie e videoinstallazioni di Roberto Masotti. Installazione ospite “Gardening withJohn” di Alvin Curran (marzo/giugno 2008), Nils Udo (giugno/settembre 2008).
Arte Sella
Corso Ausugum 55-57
38051 Borgo Valsugana (Tn)
Info: 0461 751251 – 347.3841307
e-mail: artesella@yahoo.it
www.artesella.it
Ci sono tre situazioni uniche a monte di questa mostra: un’artista originale, un violoncellista e un singolare sodalizio di intellettuali. Lynn Carver approda in Italia negli anni ’80, in un’antica casa di pietra tra i boschi dei Colli Asolani. Qui, assieme al marito, crea un suo angolo di mondo, al riparo dall’invadenza degli accelerati ritmi newyorkesi dove fino ad allora aveva vissuto e lavorato. A strapparla dal suo buen retiro è un altro artista, il violoncellista Mario Brunello, che un giorno si imbatte nella casa di Lynn, si innamora del suo lavoro e le propone di esporre negli spazi di Antiruggine, un ex capannone industriale alle porte di Castelfranco Veneto trasformato in un eccezionale spazio di sperimentazione artistica. In questo luogo Alessandro Baricco, Vinicio Capossela, Giuseppe Cederna, Carlo Mazzacurati, Moni Ovadia, Marco Paolini, Paolo Rumiz e molti altri hanno avuto modo di entrare in contatto con il pubblico, abbandonando il palco per confrontarsi con chiunque lo volesse.
E’ grazie al rapporto di scambio e d’interesse reciproco creatosi negli anni fra Mario Brunello e l’Associazione Arte Sella che la mostra di Lynn Carver arriva oggi agli Spazi livioRossi, un luogo emblematico ed evocativo che, come Antiruggine, conserva le tracce della propria storia passata. Il palazzo, situato nel centro storico di Borgo Valsugana è stato emporio, laboratorio di sedie artigianali, libreria, dinamico punto di riferimento per gli appassionati di cultura e arte. L’Associazione Arte Sella, che ha preso in gestione gli spazi per svolgervi parte delle sue molteplici attività, si impegna a mantenere viva la memoria di questo passato coltivando un dialogo costante con la vita della comunità e del centro storico che la circonda.
Le opere di Lynn Carver sono il risultato di un lavoro che si serve di taglio e cucito, orgogliosamente – come scrive il curatore della mostra Daniele Capra – svolto in prima persona, per costruire mappe geografiche, comporre ritratti, scrivere con il filo pagine di giornali o guide telefoniche. Le numerose ore passate a progettare i lay-out, a realizzare in solitudine le infinite operazioni di cucitura di lavori talvolta di grandi dimensioni, testimoniano una sensibilità per la pratica orientale dello zen e un forte controllo emozionale necessari a gestire le complesse dinamiche temporali che intercorrono tra il progetto e la sua realizzazione. Gli unici compagni di viaggio sono la radio, e talvolta il sonnacchioso miagolio di una vecchia macchina da cucire a pedale.
I principali filoni della ricerca di Lynn Carver possono essere identificati nei Ritratti, nelle Mappe e nelle opere in cui è predominante l’aspetto del lettering. I ritratti nascono casualmente negli anni Settanta, quando l’artista sceglie di miniaturizzare le dimensioni di un copriletto e realizza, in piccola dimensione, un letto con tanto di lenzuola e cuscini che diventa inevitabilmente rappresentazione di uno stato emotivo interiore. “Successivamente –scrive il curatore della mostra - i Ritratti prenderanno anche altre forme ma continueranno ad essere legati alla dimensione dell’alcova, declinata ogni volta con la leggerezza o la complessità del caso. Le Mappe di città rappresentano corrispondenze topografiche tra realtà differenti e diventano, nella dinamica narrativa che soggiace al tessuto, luoghi di legami e di simboli. La prima pagina di un giornale, un foglio strappato delle Pagine Gialle, un album di foto di famiglia: sono questi i lavori di Lynn Carver in cui emerge la passione per le lettere, per i testi, da intendersi nel loro sviluppo grafico. Con forza lei ha spesso ricreato quelle scritte, talvolta fedelmente, molte altre dando solo l'illusione di esservi fedele”.
La mostra, promossa da Mario e Arianna Brunello e curata da Daniele Capra, è arricchita da un catalogo pubblicato da Silvana Editoriale con interventi di Mario Brunello, Alessandro Baricco, Aldo Cibic, Paolo Rumiz, Euro Pavanetto.
Tessuti e fili (in)visibili
di Daniele Capra
È una ricerca artistica silenziosa e solitaria quella condotta da Lynn Carver nella sua dimora nei colli che circondano Asolo. Un’attività sotto traccia, lontana dall’invadenza dei flussi che nelle città creano e rapidamente dissipano mode ed energie, e consumano vorticosamente relazioni, legami, persone. Un lavoro estenuante che si serve di taglio e cucito, orgogliosamente svolto in prima persona, per costruire mappe geografiche, comporre ritratti, scrivere con il filo pagine di giornali o guide telefoniche. Pare quasi non vi sia posto per altro, o che tutto il resto –probabilmente– abbia scelto di manifestarsi nella forma magica del lavoro femminile svolto con l’ago. Alla velocità, alla competizione, alla volontà di affermazione cui la frenesia quotidiana sembra renderci schiavi, l’artista americana seraficamente contrappone un approccio ponderato, metodico, lento, caratterizzato da una forte componente meditativa e processuale.
Le numerose ore di lavoro passate a progettare i lay-out, a realizzare in solitudine le infinite operazioni di cucitura di lavori talvolta di grandi dimensioni, testimoniano una sensibilità fortemente vocata alla pratica orientale dello zen, nonché un calibratissimo controllo emozionale, in grado cioè di gestire le complesse dinamiche temporali che intercorrono tra progetto e realizzazione compiuta. Gli unici compagni di viaggio sono la radio ed il sonnacchioso miagolio della vecchia macchina da cucire a pedale, che vivono in simbiosi nel tranquillo sottotetto da cui si vedono le fronde degli alberi.
Un aneddoto ci racconta come Kant fosse, in tarda età, così abituale e preciso nella passeggiata mattutina da potersi basare sul suo passaggio per determinare l’ora esatta: i cittadini di Königsberg ed il filosofo potevano quindi reciprocamente confidare nel rispetto di un ordine che era tenuto in vita dalla reiterazione delle medesime azioni.
È questo il rapporto di fiducia che lega Lynn Carver al proprio lavoro. Svolgere le medesime azioni nel medesimo luogo e con un rituale definito ha sviluppato in lei la sicurezza di un ordine mentale, e di conseguenza anche universale, difficilmente scalfibile. Il suo lavoro, deliziosamente artigianale, mostra così da un lato l’infinita pazienza dell’artista e dall’altro la sua necessità di eseguire ogni azione in prima persona. Come goccia su goccia la pietra scava la roccia, con la medesima costanza le mani dell’artista cuciono –con ago e filo– mappe, pagine di giornali, ritratti di luoghi e di persone.
Alighiero Boetti, dopo che ne aveva curato il progetto, affidava la realizzazione delle proprie opere in paesi del Medio Oriente. Quasi nessuno dei suoi celeberrimi planisferi o innumerevoli aforismi è infatti stato ricamato da lui personalmente: in quel caso l’ideazione era l’aspetto preponderante. Al contrario per Lynn Carver è centrale confrontarsi direttamente con i tempi lunghi di una pratica che è, nella nostra tradizione, quasi esclusivamente femminile. Il suo è un processo di manipolazione di tessuti –seta, cotone, lino, taffetà– che nasce dal lavoro quotidiano per diventare progressivamente spirituale, in maniera non dissimile alla realizzazione delle icone sacre nella tradizione religiosa ortodossa.
In un incontro Lynn mi raccontò di come da piccola, nei momenti di pianto, la madre fosse solita prenderla in braccio e portarla a quietare alla finestra del soggiorno, in cui erano collocate delle tende rosa antico con dei grandi fiori. Puntualmente, alla vista delle tende, lei smetteva di piangere ed iniziava a giocare con le pieghe di tessuto. È il primo episodio di un amore che non tarderà a manifestarsi, portandola a praticare a lungo, negli Stati Uniti, la professione di textile designer. E che, in maniera ancor più singolare, la spingerà a collezionare tessuti e stoffe per tutta la sua vita.
La vista del suo studio è illuminante: ovunque vi sono pezzi si tessuti, ritagli di etichette, rocchetti di filo, disposti ordinatamente. La presenza di innumerevoli scampoli, raccolti in un arco di tempo che si snoda a partire dalla sua adolescenza, testimoniano infatti l’estrema razionalità dell’artista americana, che ha indefessamente catalogato (per colore, per tipo di fibra, ecc.) pezzi della sua vita, cui ricorre per costruire –evidentemente risemantizzandoli– le proprie opere. Vi è così un doppio cordone ombelicale che soggiace al suo lavoro: non solo quindi la corrispondenza tra soggetto rappresentato e opera, ma anche tra opera e pezzi di vita individuale già vissuta, sedimentata e tassonomicamente disposta. Ne consegue, così, che l’artista difficilmente cercherà del materiale al di fuori del proprio atelier, poiché tutto è già stato certosinamente metabolizzato e catalogato, ed è pronto ad accendere –all’occorrenza– i fili di una serie infinita di connessioni tra passato e presente.
Benché siano del tutto analoghe le procedure di lavoro, i filoni principali della sua ricerca si possono condensare nei ritratti, nelle mappe, e nelle opere in cui è predominante l’aspetto del lettering.
I ritratti nascono casualmente negli anni Settanta, quando sceglie di miniaturizzare le dimensioni di un copriletto e realizza, in scala, un letto con tanto di lenzuola e cuscini. Quel letto racconta così le difficoltà e la vita del committente –un amico– di cui diventa inevitabilmente punto di partenza per un’analisi psicanalitica: i ritratti nascono infatti dall’esigenza di descrivere i tratti psicologici o narrare gli eventi che hanno plasmato la soggettività di una persona. Successivamente prenderanno anche altre forme, ma continueranno ad essere fortemente legati alla dimensione dell’alcova, declinata ogni volta con la leggerezza o la complessità del caso.
Le mappe di città, invece, nascono dal desiderio di esplicitare le trame nascoste nell’intreccio di strade, di vie di fuga, di pieni e vuoti che costituiscono il labirinto di ogni luogo. Sono naturale situazione privilegiata di corrispondenze topografiche tra realtà lontane, in cui si addensano legami e simboli, di cui i tessuti sono incarnazione narrativa (negli effetti ogni ritaglio di stoffa è una piccola tessera di un enorme mosaico appartenuto all’artista). Sono punti di snodo tra mondi incompenetrabili, dei quali si avverte profondo il carico suggestivo.
La prima pagina di un giornale, un foglio strappato da un elenco telefonico o un banale annuncio pubblicitario, sono stati tra i soggetti preferiti di Lynn Carver per l’utilizzato della parola scritta in senso grafico. Il contrasto tra testo e sfondo è stato ricostruito con il ricamo, spesso riproducendo i chiaroscuri delle immagini, come avviene ad esempio nel caso di un vero e proprio album fotografico di famiglia: il gioco è quello di utilizzare una forma che sia percepita dall’osservatore a metà strada tra riproduzione fedele ed illusione. Ma –come è inutile aggiungere– in questa selva di rimandi sfuggevoli, non farebbe alcuna differenza.
Arte Sella – il progetto
Arte Sella è una biennale d’arte contemporanea nata nel 1986 che si svolge nei prati e nei boschi della Valle di Sella, a nord del piccolo comune di Borgo Valsugana (Trentino). La manifestazione si innesta sulla scia di un rinnovamento culturale e morale che prende il via negli anni ’80 con la corrente Art in Nature, in cui il “fare arte nella natura” viene inteso come una possibilità per distanziarsi dai canoni artistici tradizionali, in uno spazio d’espressione nuovo e più libero, lontano dalle logiche del mercato dell’arte e dei circuiti tradizionali atelier-galleria-museo.
I progetti artistici che nascono ad Arte Sella rispettano alcuni principi costitutivi. Qui l’artista lascia il ruolo di protagonista per mettere al centro del processo creativo l’opera. Vittorio Fagone, artista contemporaneo e teorico dell’Art in Nature, afferma che l’elemento essenziale che distingue l’attitudine verso la natura degli artisti appartenenti a questo movimento è la convinzione che l’uomo sia obbligato a mantenere una relazione di alleanza con l’ambiente naturale. Ad Arte Sella gli artisti invitati realizzano opere che vivono con e nella natura, sono incoraggiati ad agire unicamente in questa valle, cercano di limitare le modifiche radicali del territorio e recuperano ciò di cui hanno bisogno per le loro opere nei boschi circostanti utilizzando materiali naturali come le foglie, i rami d’albero, le pietre e la terra della Val di Sella. Ogni anno, alla conclusione dell’esposizione, quasi tutte le opere si inseriscono nel ciclo vitale della natura fino ad essere nuovamente riassorbite dall’ambiente circostante che ne decreta la scomparsa definitiva. Dal momento che la mutazione del lavoro è continua, costante e sottomessa alle condizioni atmosferiche, la percezione delle opere cambia di stagione in stagione, secondo l’ora del giorno e della notte ed esse non possono, in alcun caso, essere riportate alla loro condizione primordiale, senza forzare la loro sopravvivenza naturale. Questa dimensione del lavoro artistico ha un rapporto diverso anche con l’ecologia: la natura non è più protetta, ma interpretata nella sua essenza, è una fonte di sapere e di esperienza che va salvaguardata anche attraverso un atteggiamento di rispetto e attenzione da parte dei visitatori. Anche se il fatto di abbandonare un’opera alla decadenza naturale rappresenta l’essenza di Arte Sella; un lavoro artistico può comunque essere in alcuni casi tolto dal percorso per iniziare un percorso differente che lo condurrà in un museo o in una galleria d’arte.
I luoghi
Nel corso degli anni, grazie al lavoro costante dell’omonima Associazione che la organizza, promuove e gestisce, Arte Sella è riuscita a diventare un punto di riferimento per l’arte contemporanea, ma anche uno spazio di sperimentazione e ricerca negli ambiti della musica, dello spettacolo, delle fotografia e delle più diverse discipline artistiche, articolando le proprie attività in più spazi. Nell’incontaminata Valle di Sella, si sviluppa il Percorso ArteNatura, un sentiero forestale che si estende per due chilometri sul versante del monte Armentera, conducendo il visitatore alla scoperta delle opere che, dal 1986, nascono, vivono e muoiono in questi luoghi. Il visitatore è invitato a iniziare un percorso che si dipana fra stretti sentieri di terra battuta, un biotopo, ampi prati e alberi secolari in un dialogo silenzioso con le opere realizzate dagli artisti nel corso degli anni. Sono 45 le opere visibili al momento che comprendono lavori, tra gli altri, di Jaakko Pernu, Francois Lelong, Giuliano Orsingher, Roy F. Staab, Thierry Teneul.
Nel periodo estivo le molteplici attività di Arte Sella vengono ospitate anche a Malga Costa, un antico edificio rurale trasformato in un nuovo spazio espositivo e culturale aperto alla sperimentazione artistica.
L’associazione gestisce dal 2006 anche gli Spazi livioRossi. L’edificio, di notevole valore architettonico, situato nel centro storico di Borgo Valsugana, conserva anche un valore culturale in quanto sede, fin dai primi anni del secolo scorso, di un’antica libreria e di un laboratorio artigiano. Le sale degli Spazi livioRossi sono un centro espositivo permanente, sede amministrativa e gestionale dell’associazione, spazio di consultazione, sede di laboratori creativi per bambini e adulti.
La Cattedrale Vegetale
Una delle opere che caratterizza con forza lo spazio naturale di Arte Sella è la Cattedrale Vegetale, realizzata nel 2001 nelle vicinanze di Malga Costa dall’artista Giuliano Mauri. L’incontro con gli organizzatori di Arte Sella e la preziosa assistenza del Servizio di Valorizzazione Ambientale della Provincia Autonoma di Trento hanno permesso di concretizzare il sogno coltivato per anni dall’artista. Dal 2001 sono migliaia i visitatori che hanno visitato quest’imponente opera d’arte e architettura che possiede le dimensioni di una vera e propria cattedrale gotica, con tre navate di dodici metri di altezza e una superficie di 1220 metri quadrati. Quattrocentoventi colonne di sostegno, cinquecento anelli, tremila ramoscelli intrecciati costituiscono l'impalcatura che ha permesso e permetterà l'elevazione della Cattedrale. All'interno delle colonne sono stati piantati infatti dei piccoli alberi di carpine. Le colonne sono artifici realizzati dall’artista per accompagnare le piante durante i vent' anni di cui esse hanno bisogno per diventare adulte; dopo tale periodo, le strutture sono destinate a marcire per lasciare il posto ad 80 piante a forma di colonna che ricorderanno il lavoro dell’artista.
Una metafora
La bellezza del progetto di Arte Sella risiede nel toccare la sensibilità di ognuno di noi e nel creare una possibilità di incontro con il mondo naturale coinvolgendo sia i cultori dell’arte, i visitatori abituali delle esposizioni e dei musei, ma anche persone che si avvicinano all’arte solo per curiosità. Laura Tomaselli, attuale presidente d'Arte Sella, evoca ciò che l’opera di Giuliano Mauri, Cattedrale Vegetale, significa per la manifestazione e per gli organizzatori esprimendo, più in generale, la sensibilità che anima il progetto Arte Sella: Conversando un giorno con Giuliano Mauri, mentre osservavamo insieme l'innalzarsi della Cattedrale, lui mi disse che un'opera d'arte riempie sempre un vuoto dell'anima. E io, ripensando a quella medesima radura in cui ci trovavamo, vuota fino a qualche mese prima, pensai che la sua Cattedrale avrebbe interpretato magnificamente la metafora, colmando quello straordinario spazio naturale così come avrebbe arricchito l'anima di chi si sarebbe recato o vi avrebbe sostato vicino. Nemmeno in quel prezioso momento di consonanza tra Arte e Natura, a cui noi di Arte Sella siamo pur abituati, mi resi conto di quanto bisogno avessimo noi tutti di quell'opera…
Spazi espositivi:
Percorso ArteNatura: lunghezza del percorso, 3 km circa. Tempo di percorrenza 2.00 ore circa. Opere di: Thierry Teneul, Belle Shafir, Maria Dompè, Yves Rousguisto, Bob Vershueren, Paul Feichter, Alois Lindenbauer, Yves Rousguisto, Giuliano Orsingher, Gabriele Jardini, Flora Viale, Johann Feilacher, Tim Curtis, Jeannette Zippel, Gabriele Jardini, Cornelia Konrads, Dimitri Xénakis, Chris Booth, Roy F. Staab, Richard Harris, Steven Siegel, Matilde Grau, Sally Matthews, Urs Twellmann, Armin Schubert, Nils-Udo, Alois Lindenbauer, Roberto Conte, Strijdom van der Merwe, Alois Lindenbauer, Bob Verschueren, Heather Jansch Anton Schaller
Malga Costa. Principali mostre del 2008: Jakko Pernu (giugno/settembre 2008), “Spaventapasseri/Scarecrow” - opere di Aldo Cibic, Francesco Garbelli, Ugo La Pietra, Francesco Mariotti, Marco Porta, Clara Rota, Agatha Ruiz de La Prada (settembre/ottobre 2008).
Spazi livioRossi. Principali mostre del 2008: "John Cage: un ritratto”, fotografie e videoinstallazioni di Roberto Masotti. Installazione ospite “Gardening withJohn” di Alvin Curran (marzo/giugno 2008), Nils Udo (giugno/settembre 2008).
Arte Sella
Corso Ausugum 55-57
38051 Borgo Valsugana (Tn)
Info: 0461 751251 – 347.3841307
e-mail: artesella@yahoo.it
www.artesella.it
07
marzo 2009
Lynn Carver – Fili
Dal 07 marzo al 03 maggio 2009
arte contemporanea
Location
SPAZI LIVIO ROSSI
Borgo Valsugana, Corso Augusum, 55, (Trento)
Borgo Valsugana, Corso Augusum, 55, (Trento)
Orario di apertura
mercoledì, giovedì, venerdì e sabato 10-12 e 16-19; domenica 16-19. Chiuso il lunedì e il martedì
Vernissage
7 Marzo 2009, ore 18
Editore
SILVANA EDITORIALE
Autore
Curatore