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Madame, Madame
Duo show delle artiste Laura Berger e Azadeh Elmizadeh, a cura di Domenico De Chirico. La bi-personale
intitolata “Madame, Madame” si prefigge l’obiettivo di indagare la condizione subordinata della donna in tutte le sue fasi di vita, dall’infanzia al battesimo sessuale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal testo critico di Domenico De Chirico:
Tra corpi definiti, assommati e messi a nudo e nembosi agglomerati di immagini sulfuree,
prendendo grandemente ispirazione da "Il secondo sesso", saggio della scrittrice e filosofa francese
Simone de Beauvoir, pubblicato per la prima volta a Parigi nel 1949, questa mostra bi-personale
intitolata "Madame, Madame" si prefigge l'obiettivo di contribuire ulteriormente a districare
quell'aggrovigliata matassa che ancora oggi ammorba l'umanità e che più propriamente riguarda la
condizione subordinata della donna in tutte le sue fasi di vita, dall'infanzia al battesimo sessuale,
dalla maturità alla terza età, senza esclusione di colpi. Appellandosi graniticamente a quell'assioma
secondo cui in un mondo in cui i due sessi fossero uguali, entrambi sarebbero più liberi , la stessa de
Beauvoir sostiene che è fondamentale che la donna venga necessariamente integrata appieno nella
società con gli stessi diritti e doveri dell'uomo, inclusi i riconoscimenti civili, politici e giuridici e
che le debbano essere conseguentemente e imprescindibilmente riconosciute tutte le conquiste che
ne derivano. A tal proposito, a sostegno di questa tesi, da considerarsi come fonte primaria di
ispirazione di "Madame, Madame", l'attivista e politica italiana Adele Faccio, tra le prime
propugnatrici del diritto all'autodeterminazione delle donne su materie riguardanti il proprio corpo,
durante una delle sue più note interviste televisive, affermò con intelligibile determinazione che noi
«non siamo maschi e femmine tagliati col coltello». Alla luce di tali premesse, mediante la
manifestazione tangibile dell’interpretazione creativa del reale, movimenti fluttuanti, danze
amniotiche e una sapiente enfatizzazione dei colori, tutti elementi da intendersi come autentici
slanci vitali, le due artiste qui coinvolte, l'americana Laura Berger (*1979) e l'iraniana di nascita ma
canadese d'adozione Azadeh Elmizadeh (*1987), hanno generosamente contribuito, ciascuna
secondo il proprio credo artistico, a scrivere le pagine di questo inedito capitolo espositivo così
chiamato "Madame, Madame".
Laura Berger intende la pittura come mezzo puro per esplorare cosa significa essere umani e più
propriamente cosa significa essere vivi e connessi gli uni agli altri - tutti con le proprie esperienze e
storie, pronti a condividere e a mettere in pratica quella preziosa nozione di collettività inclusiva,
senza mai dimenticarsi di ciò che è stato seppur ignari di ciò che ci attende. Berger ha dapprima
iniziato a dipingere come pratica terapeutica e questo continua ad essere il fondamento del suo
lavoro: usa il colore come strumento di centratura, di guarigione e ciò è un modo per creare energie
diverse e sfumature di vita sempre più sorprendenti; utilizza l'esplorazione narrativa e compositiva
come un modo per elaborare varie esperienze e ricordi. Le piace lasciare gli elementi narrativi e
Tube Culture Hall
Piazza XXV Aprile | Milan | www.tubeculturehall.com| info@tubeculture.it | ig: tube_culture_hall
ambientali volatili e aperti all'interno dei suoi fantasmagorici e ammalianti dipinti così da poter
creare una sensazione simile a quella, per l'appunto, di un sogno o di un ricordo, tra mistico e
misterioso, spontaneo e suadente, sacro e profano, vita e morte. Ciò che più contraddistingue la sua
produzione pittorica è l’energia sia emotiva sia psicologica che alcalinizza ogni dipinto al fine di
creare storie fluide che possano includere svariate, inattese e stupefacenti connessioni. Inoltre, le
figure che avvivano le sue amabili opere pittoriche potrebbero, oltremodo, rappresentare lo stesso
personaggio diviso in sé diversi – ritraendo vari aspetti del sé che lavorano insieme o che si
schierano l'uno contro l'altro. Per di più, alcune figure, tra quelle che sovente si sovrappongono,
sono contraddistinte da una leggera trasparenza e potrebbero metaforicamente rappresentare un sé
spirituale o addirittura provenire da un passato che, tuttavia, continua a farsi sentire a voce alta;
Evitando intenzionalmente ogni tipo di cesura, il lavoro di Azadeh Elmizadeh esamina come la
contingenza, l’incertezza e la parafrasi analitica possano essere strategie utilizzate per minare i
confini culturali prescritti e ormai inconfutabilmente anacronistici. L'intera pratica di Elmizadeh
affonda le sue radici nel lento processo di stratificazione di smalti traslucidi di pittura ad olio per
costruire visivamente anticipazione e incertezza temporali, dirigendosi spedita verso la dinamica
dirompente del divenire. Realizza dipinti che danno continuamente l'impressione di astrazione
seppur rivelando lentamente segni sottili di gesto rappresentativo. In questa nuova serie di dipinti,
Elmizadeh esplora il motivo ricorrente della cornice che, a sua volta, assume molteplici forme come
porte, finestre e vignette, evocando contemporaneamente l'astrazione modernista e attirando
l'attenzione su un contenuto narrativo implicito, da cui ne deriva una commistione armonica di
elementi eterogenei che in ultima istanza formano un sol tutto ricco ed omogeneo, elaboratamente
supersensoriale e gentilmente euritmico.
Infine, per dirla con il maestro del realismo francese Gustave Flaubert, in riferimento al suo
romanzo “Madame Bovary”: sarà forse vero che «...nessuno, mai, riesce a dare l'esatta misura delle
proprie necessità, né dei propri concetti, né del proprio dolore, e la parola umana è come un paiolo
incrinato su cui veniamo battendo melodie atte a far ballare gli orsi, quando vorremmo intenerire le
stelle»?
Tra corpi definiti, assommati e messi a nudo e nembosi agglomerati di immagini sulfuree,
prendendo grandemente ispirazione da "Il secondo sesso", saggio della scrittrice e filosofa francese
Simone de Beauvoir, pubblicato per la prima volta a Parigi nel 1949, questa mostra bi-personale
intitolata "Madame, Madame" si prefigge l'obiettivo di contribuire ulteriormente a districare
quell'aggrovigliata matassa che ancora oggi ammorba l'umanità e che più propriamente riguarda la
condizione subordinata della donna in tutte le sue fasi di vita, dall'infanzia al battesimo sessuale,
dalla maturità alla terza età, senza esclusione di colpi. Appellandosi graniticamente a quell'assioma
secondo cui in un mondo in cui i due sessi fossero uguali, entrambi sarebbero più liberi , la stessa de
Beauvoir sostiene che è fondamentale che la donna venga necessariamente integrata appieno nella
società con gli stessi diritti e doveri dell'uomo, inclusi i riconoscimenti civili, politici e giuridici e
che le debbano essere conseguentemente e imprescindibilmente riconosciute tutte le conquiste che
ne derivano. A tal proposito, a sostegno di questa tesi, da considerarsi come fonte primaria di
ispirazione di "Madame, Madame", l'attivista e politica italiana Adele Faccio, tra le prime
propugnatrici del diritto all'autodeterminazione delle donne su materie riguardanti il proprio corpo,
durante una delle sue più note interviste televisive, affermò con intelligibile determinazione che noi
«non siamo maschi e femmine tagliati col coltello». Alla luce di tali premesse, mediante la
manifestazione tangibile dell’interpretazione creativa del reale, movimenti fluttuanti, danze
amniotiche e una sapiente enfatizzazione dei colori, tutti elementi da intendersi come autentici
slanci vitali, le due artiste qui coinvolte, l'americana Laura Berger (*1979) e l'iraniana di nascita ma
canadese d'adozione Azadeh Elmizadeh (*1987), hanno generosamente contribuito, ciascuna
secondo il proprio credo artistico, a scrivere le pagine di questo inedito capitolo espositivo così
chiamato "Madame, Madame".
Laura Berger intende la pittura come mezzo puro per esplorare cosa significa essere umani e più
propriamente cosa significa essere vivi e connessi gli uni agli altri - tutti con le proprie esperienze e
storie, pronti a condividere e a mettere in pratica quella preziosa nozione di collettività inclusiva,
senza mai dimenticarsi di ciò che è stato seppur ignari di ciò che ci attende. Berger ha dapprima
iniziato a dipingere come pratica terapeutica e questo continua ad essere il fondamento del suo
lavoro: usa il colore come strumento di centratura, di guarigione e ciò è un modo per creare energie
diverse e sfumature di vita sempre più sorprendenti; utilizza l'esplorazione narrativa e compositiva
come un modo per elaborare varie esperienze e ricordi. Le piace lasciare gli elementi narrativi e
Tube Culture Hall
Piazza XXV Aprile | Milan | www.tubeculturehall.com| info@tubeculture.it | ig: tube_culture_hall
ambientali volatili e aperti all'interno dei suoi fantasmagorici e ammalianti dipinti così da poter
creare una sensazione simile a quella, per l'appunto, di un sogno o di un ricordo, tra mistico e
misterioso, spontaneo e suadente, sacro e profano, vita e morte. Ciò che più contraddistingue la sua
produzione pittorica è l’energia sia emotiva sia psicologica che alcalinizza ogni dipinto al fine di
creare storie fluide che possano includere svariate, inattese e stupefacenti connessioni. Inoltre, le
figure che avvivano le sue amabili opere pittoriche potrebbero, oltremodo, rappresentare lo stesso
personaggio diviso in sé diversi – ritraendo vari aspetti del sé che lavorano insieme o che si
schierano l'uno contro l'altro. Per di più, alcune figure, tra quelle che sovente si sovrappongono,
sono contraddistinte da una leggera trasparenza e potrebbero metaforicamente rappresentare un sé
spirituale o addirittura provenire da un passato che, tuttavia, continua a farsi sentire a voce alta;
Evitando intenzionalmente ogni tipo di cesura, il lavoro di Azadeh Elmizadeh esamina come la
contingenza, l’incertezza e la parafrasi analitica possano essere strategie utilizzate per minare i
confini culturali prescritti e ormai inconfutabilmente anacronistici. L'intera pratica di Elmizadeh
affonda le sue radici nel lento processo di stratificazione di smalti traslucidi di pittura ad olio per
costruire visivamente anticipazione e incertezza temporali, dirigendosi spedita verso la dinamica
dirompente del divenire. Realizza dipinti che danno continuamente l'impressione di astrazione
seppur rivelando lentamente segni sottili di gesto rappresentativo. In questa nuova serie di dipinti,
Elmizadeh esplora il motivo ricorrente della cornice che, a sua volta, assume molteplici forme come
porte, finestre e vignette, evocando contemporaneamente l'astrazione modernista e attirando
l'attenzione su un contenuto narrativo implicito, da cui ne deriva una commistione armonica di
elementi eterogenei che in ultima istanza formano un sol tutto ricco ed omogeneo, elaboratamente
supersensoriale e gentilmente euritmico.
Infine, per dirla con il maestro del realismo francese Gustave Flaubert, in riferimento al suo
romanzo “Madame Bovary”: sarà forse vero che «...nessuno, mai, riesce a dare l'esatta misura delle
proprie necessità, né dei propri concetti, né del proprio dolore, e la parola umana è come un paiolo
incrinato su cui veniamo battendo melodie atte a far ballare gli orsi, quando vorremmo intenerire le
stelle»?
13
settembre 2023
Madame, Madame
Dal 13 settembre al 20 ottobre 2023
arte contemporanea
Location
Tube Culture Hall
Milano, Piazza XXV Aprile, 11, (MI)
Milano, Piazza XXV Aprile, 11, (MI)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 15-19
Vernissage
13 Settembre 2023, dalle 18
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Autore
Curatore
Autore testo critico