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Maddalena Zuddas – Di terra in terra
Una ricerca sul paesaggio sardo e toscano in cui l’artista, pur con le limitazioni derivanti da una gamma cromatica ristretta, diretta conseguenza della scelta di utilizzare esclusivamente le terre raccolte e setacciate con le proprie mani in Toscana e in Sardegna, riesce tuttavia ad ottenere molteplici effetti coloristici e variegate sfumature
Comunicato stampa
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Nell’ambito della Rassegna “Mostre a Palazzo”, sabato 7 giugno alle ore 17.30, presso il Palazzo Comunale di Casole d’Elsa (Si), si inaugura la mostra personale di Maddalena Zuddas dal titolo “Di terra in terra”.
Maddalena Zuddas ha voluto dare a questa mostra un titolo palesemente metaforico: la parola “terra”, infatti, assume in questa occasione un duplice significato. Da un lato richiama i territori esplorati dall’artista in un suo viaggio immaginario tra i borghi del chianti fiorentino, le crete senesi, i paesaggi agresti sardi, i siti industriali della Val d’Elsa e del Campidano e, dall’altro, la particolare e raffinata tecnica utilizzata per la realizzazione delle opere, dipinte esclusivamente con terre naturali.
La sua ricerca artistica parte dallo studio della tecnica pittorica dei maestri del passato: già Giorgio Vasari ne Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri descrive come in pittura, sin dal medioevo, si facesse largo uso di “carbone macinato” e “terre gialle e rosse” per ottenere quasi tutti i colori. Come ricorda anche Eric Hebborn, la tavolozza dei grandi artisti era costituita da pochi colori fondamentali. Franz Hals e Rembrandt, e non erano certo gli unici, utilizzavano una base di soli quattro colori.
Maddalena Zuddas, pur con le limitazioni derivanti da una gamma cromatica ristretta, diretta conseguenza della scelta di utilizzare esclusivamente le terre raccolte e setacciate con le proprie mani in Toscana e in Sardegna, lavorando sapientemente con il pennello riesce tuttavia ad ottenere molteplici effetti coloristici e variegate sfumature. Le campiture di colore sono piatte e rigorosamente bilanciate, suddivise tra loro da tratti neri tracciati con polvere di carbone. L’artista, deliberatamente, rinuncia così quasi del tutto alla profondità e risolve ogni moto plastico in superficie.
Quando dipinge le crete senesi, Maddalena Zuddas sa cogliere le linee principali del paesaggio riconoscendo il movimento delle colline senza farsi distrarre da particolari che potrebbero indebolire la struttura dell’insieme. Le sue opere, rigorosamente su carta, sono “fresche”, dipinte tutte di prima; evita in tale maniera di far insordire i toni dei colori. Nel dipingere appare lontana da una rappresentazione naturalistica e più attenta ad una visione sintetica della realtà.
I siti industriali ed i borghi, allo stesso modo, sono delineati con tratti essenziali e marcati che danno alla composizione un’atmosfera sospesa e senza tempo. Non esiste un rapporto con una dimensione umana ma solo la raffigurazione di un ambiente. I volumi delle architetture sono definiti da segni neri e le finestre e le porte appaiono come spazi vuoti, alla maniera in cui Mario Sironi dipingeva le sue periferie urbane tra la fine del primo e l’inizio del secondo decennio del secolo scorso. Un maestro che, nato in Sardegna ma sempre vissuto nel continente, con le sue Montagne dal profilo ferrigno e dall’impasto tenebroso della tarda maturità ha influenzato non pochi artisti originari dell’Isola, tra i quali, verosimilmente, anche Maddalena Zuddas.
Maddalena Zuddas ha voluto dare a questa mostra un titolo palesemente metaforico: la parola “terra”, infatti, assume in questa occasione un duplice significato. Da un lato richiama i territori esplorati dall’artista in un suo viaggio immaginario tra i borghi del chianti fiorentino, le crete senesi, i paesaggi agresti sardi, i siti industriali della Val d’Elsa e del Campidano e, dall’altro, la particolare e raffinata tecnica utilizzata per la realizzazione delle opere, dipinte esclusivamente con terre naturali.
La sua ricerca artistica parte dallo studio della tecnica pittorica dei maestri del passato: già Giorgio Vasari ne Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri descrive come in pittura, sin dal medioevo, si facesse largo uso di “carbone macinato” e “terre gialle e rosse” per ottenere quasi tutti i colori. Come ricorda anche Eric Hebborn, la tavolozza dei grandi artisti era costituita da pochi colori fondamentali. Franz Hals e Rembrandt, e non erano certo gli unici, utilizzavano una base di soli quattro colori.
Maddalena Zuddas, pur con le limitazioni derivanti da una gamma cromatica ristretta, diretta conseguenza della scelta di utilizzare esclusivamente le terre raccolte e setacciate con le proprie mani in Toscana e in Sardegna, lavorando sapientemente con il pennello riesce tuttavia ad ottenere molteplici effetti coloristici e variegate sfumature. Le campiture di colore sono piatte e rigorosamente bilanciate, suddivise tra loro da tratti neri tracciati con polvere di carbone. L’artista, deliberatamente, rinuncia così quasi del tutto alla profondità e risolve ogni moto plastico in superficie.
Quando dipinge le crete senesi, Maddalena Zuddas sa cogliere le linee principali del paesaggio riconoscendo il movimento delle colline senza farsi distrarre da particolari che potrebbero indebolire la struttura dell’insieme. Le sue opere, rigorosamente su carta, sono “fresche”, dipinte tutte di prima; evita in tale maniera di far insordire i toni dei colori. Nel dipingere appare lontana da una rappresentazione naturalistica e più attenta ad una visione sintetica della realtà.
I siti industriali ed i borghi, allo stesso modo, sono delineati con tratti essenziali e marcati che danno alla composizione un’atmosfera sospesa e senza tempo. Non esiste un rapporto con una dimensione umana ma solo la raffigurazione di un ambiente. I volumi delle architetture sono definiti da segni neri e le finestre e le porte appaiono come spazi vuoti, alla maniera in cui Mario Sironi dipingeva le sue periferie urbane tra la fine del primo e l’inizio del secondo decennio del secolo scorso. Un maestro che, nato in Sardegna ma sempre vissuto nel continente, con le sue Montagne dal profilo ferrigno e dall’impasto tenebroso della tarda maturità ha influenzato non pochi artisti originari dell’Isola, tra i quali, verosimilmente, anche Maddalena Zuddas.
07
giugno 2008
Maddalena Zuddas – Di terra in terra
Dal 07 al 19 giugno 2008
arte contemporanea
Location
PALAZZO COMUNALE
Casole D'elsa, Piazza Paolo Luchetti, 1, (Siena)
Casole D'elsa, Piazza Paolo Luchetti, 1, (Siena)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 8 alle 20
Vernissage
7 Giugno 2008, ore 17.30
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