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Maddalena Zuddas – Di terra in terra
una ricerca di Maddalena Zuddas sul paesaggio toscano
Comunicato stampa
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Maddalena Zuddas ha voluto dare alla mostra che la vede protagonista nei mesi di marzo e aprile alla Galleria “ViaMaestra 114” di Poggibonsi un titolo palesemente metaforico: “Di terra in terra”. La parola “terra”, infatti, assume in questa occasione un duplice significato, richiamando da un lato i territori esplorati dall’artista in un suo viaggio immaginario tra i borghi del chianti fiorentino, le crete senesi e i siti industriali della Val d’Elsa e, dall’altro, la particolare e raffinata tecnica utilizzata per la realizzazione delle opere, dipinte esclusivamente con terre naturali.
La sua ricerca artistica parte dallo studio della tecnica pittorica dei maestri del passato: già Giorgio Vasari ne Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri descrive come in pittura, sin dal medioevo, si facesse largo uso di “carbone macinato” e “terre gialle e rosse” per ottenere quasi tutti i colori. Come ricorda anche Eric Hebborn, la tavolozza dei grandi artisti era costituita da pochi colori fondamentali. Franz Hals e Rembrandt, e non erano certo gli unici, utilizzavano una base di soli quattro colori.
Maddalena Zuddas, pur con le limitazioni derivanti da una gamma cromatica ristretta, diretta conseguenza della scelta di utilizzare esclusivamente le terre raccolte e setacciate con le proprie mani in Toscana e in Sardegna, lavorando sapientemente con il pennello riesce tuttavia ad ottenere molteplici effetti coloristici e variegate sfumature. Le campiture di colore sono piatte e rigorosamente bilanciate, suddivise tra loro da tratti neri tracciati con polvere di carbone. L’artista, deliberatamente, rinuncia così quasi del tutto alla profondità e risolve ogni moto plastico in superficie.
Quando dipinge le crete senesi, Maddalena Zuddas sa cogliere le linee principali del paesaggio riconoscendo il movimento delle colline senza farsi distrarre da particolari che potrebbero indebolire la struttura dell’insieme. Le sue opere, rigorosamente su carta, sono “fresche”, dipinte tutte di prima; evita in tale maniera di far insordire i toni dei colori. Nel dipingere appare lontana da una rappresentazione naturalistica e più attenta ad una visione sintetica della realtà.
I siti industriali ed i borghi, allo stesso modo, sono delineati con tratti essenziali e marcati che danno alla composizione un’atmosfera sospesa e senza tempo. Non esiste un rapporto con una dimensione umana ma solo la raffigurazione di un ambiente. I volumi delle architetture sono definiti da segni neri e le finestre e le porte appaiono come spazi vuoti, al pari di come Mario Sironi dipingeva le sue periferie urbane tra la fine del primo e l’inizio del secondo decennio del secolo scorso, un maestro al quale tutti gli artisti originari della Sardegna pagano ancor oggi, più o meno consapevolmente, il loro tributo.
La sua ricerca artistica parte dallo studio della tecnica pittorica dei maestri del passato: già Giorgio Vasari ne Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri descrive come in pittura, sin dal medioevo, si facesse largo uso di “carbone macinato” e “terre gialle e rosse” per ottenere quasi tutti i colori. Come ricorda anche Eric Hebborn, la tavolozza dei grandi artisti era costituita da pochi colori fondamentali. Franz Hals e Rembrandt, e non erano certo gli unici, utilizzavano una base di soli quattro colori.
Maddalena Zuddas, pur con le limitazioni derivanti da una gamma cromatica ristretta, diretta conseguenza della scelta di utilizzare esclusivamente le terre raccolte e setacciate con le proprie mani in Toscana e in Sardegna, lavorando sapientemente con il pennello riesce tuttavia ad ottenere molteplici effetti coloristici e variegate sfumature. Le campiture di colore sono piatte e rigorosamente bilanciate, suddivise tra loro da tratti neri tracciati con polvere di carbone. L’artista, deliberatamente, rinuncia così quasi del tutto alla profondità e risolve ogni moto plastico in superficie.
Quando dipinge le crete senesi, Maddalena Zuddas sa cogliere le linee principali del paesaggio riconoscendo il movimento delle colline senza farsi distrarre da particolari che potrebbero indebolire la struttura dell’insieme. Le sue opere, rigorosamente su carta, sono “fresche”, dipinte tutte di prima; evita in tale maniera di far insordire i toni dei colori. Nel dipingere appare lontana da una rappresentazione naturalistica e più attenta ad una visione sintetica della realtà.
I siti industriali ed i borghi, allo stesso modo, sono delineati con tratti essenziali e marcati che danno alla composizione un’atmosfera sospesa e senza tempo. Non esiste un rapporto con una dimensione umana ma solo la raffigurazione di un ambiente. I volumi delle architetture sono definiti da segni neri e le finestre e le porte appaiono come spazi vuoti, al pari di come Mario Sironi dipingeva le sue periferie urbane tra la fine del primo e l’inizio del secondo decennio del secolo scorso, un maestro al quale tutti gli artisti originari della Sardegna pagano ancor oggi, più o meno consapevolmente, il loro tributo.
03
marzo 2007
Maddalena Zuddas – Di terra in terra
Dal 03 marzo al 14 aprile 2007
arte contemporanea
Location
VIAMAESTRA 114 ARTE CONTEMPORANEA
Poggibonsi, Via Fiume, 60, (Siena)
Poggibonsi, Via Fiume, 60, (Siena)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 17.00 alle 19.30
su appuntamento in altri giorni e orari
Vernissage
3 Marzo 2007, ore 17,30
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