La Galleria Cardi inaugura stasera dalle 19 alle 21 la mostra collettiva intitolata “Made in Italy” e dedicata ai giovani artisti italiani della Galleria. Gli spazi espositivi saranno occupati da opere che utilizzano i principali mezzi espressivi, dalla pittura al video, dalla scultura alle installazioni, alla fotografia. Maura Biava (Reggio Emilia, 1970), che vive e lavora ad Amsterdam, realizza fotografie di personaggi ritratti in situazioni e pose che si riferiscono ad un mondo fantastico. Le sue opere sul personaggio Doride ambientate nel mondo marino rappresentano una metafora del mondo dell’arte, un mondo dell’immaginario in cui il protagonista, l’artista, vive. Fabrizio Braghieri (Milano, 1967), vive e lavora a Milano. L’artista presenta dipinti e installazioni che rimandano, con giochi di parole e reinterpretazioni di loghi commerciali, alla realtà di tutti i giorni, costituita anche da banalità e luoghi comuni. Il risultato esprime dunque l’ironia, segnata da una vena di amarezza, con cui l’artista cerca di interpretare la tempesta mediatica a cui è sottoposto l’uomo contemporaneo. Francesco Carrozzini (Monza, 1982), vive e lavora a New York, sarà presente con una video sculpture. Un oggetto tridimensionale che trasmette, in loop narrativo, immagini ravvicinate di un corpo femminile, di azioni e movimenti, di citazioni e invenzioni, di sacro e profano, di iconografia classica e tecnologia digitale. Federico Pepe (Omegna, 1976), vive e lavora a Milano. L’artista occupa lo spazio espositivo con una installazione dalle proporzioni ragguardevoli in modo da avvolgere il visitatore e catturare la sua attenzione. La scultura sembra rimandare alle fiabe nordiche, gioca con i sensi, lascia all’osservatore la libertà di ascoltare i suggerimenti del proprio inconscio. Marco Perego (Salò del Garda, 1979), vive e lavora a New York. Nei suoi quadri esprime l’osservazione della realtà da un punto di vista inconsueto ed originale, utilizzando i poster dei prodotti in vendita nei supermercati popolari di Spanish Harlem, a New York. L’artista lavora abitualmente ascoltando musica blues o di Jimi Hendrix e, come faceva il chitarrista, esprime una passionalità e una espressività vitale che travalica l’apetto estetico delle sue opere.