Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Made in Italy – Ri-Generazione Italica
mostra d’arte contemporanea “Ri-Generazione Italica” del gruppo Made in Italy.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si aprirà il 16 aprile a Campobasso nella Galleria AxA - Palladino Company
Via Colle delle Api, 170 la mostra d’arte contemporanea “Ri-Generazione Italica” del gruppo Made in Italy.
Presentazione critica prof. Enrico Borgatti. Ospite del gruppo l’artista Mario Serra.
Il Gruppo “Made in Italy” (quartetto di pittori abruzzesi) è composto da Giancarlo Costanzo, il quale esplicita apertamente l’aspetto psicologico-introspettivo del suo percorso. Egli esprime infatti (sono parole sue) “sensazioni” che giungono dal profondo del suo essere, “dove la natura tace e il silenzio regna sul suono”. Così facendo si colloca nella ricerca del bello materico (v. La materia nello spazio urbano, 2010, PE) in posizione di Ervartung cioè di attesa esistenziale che la natura (il suolo, il buio, il suono) faccia la sua parte rispetto agl’individui e viceversa. Tutto ciò sembra evocare mutatis mutandis l’omonimo titolo del primo lavoro teatrale del compositore austriaco Arnold Schoenberg (1909): su testo della giovane poetessa Marie Poppenheim, la trama (in 4 scene) ha per protagonista un solo personaggio, la Donna, che s’inoltra in un’oscura foresta alla vana ricerca dell’amato: simulacro dello smarrimento interiore, angoscia come misura dell’esperienza. In Costanzo vi è però un elemento di sintesi in positivo, la certezza tranquilla e semplice delle proprie possibilità espressive in un àmbito socializzante e popolare.
Per Manuela Mazzini (comasca di nascita) si parla di “pittura geometrico-astrattista” (A. Picariello, La materia nello spazio urbano, PE) ma io aggiungo: le sfolgoranti luminosità dei fasci di luce intersecati incarnano pure una concreta visione gioiosamente policroma, proiettata verso un oscuro cielo (Ovaline, 2010, Avezzano). Ma lo sfavillar di colori può prendere diverse strade, per esempio attraverso un geometrismo esasperato in molteplici figure che però si armonizzano in giochi cromatici ad onta del polimorfismo asimmetrico dell’insieme (v. Play with me, 2009). L’artista sembra ricordare (o evocare) un certo luminismo lombardo trasferito nel mondo dell’astrazione del primo Novecento: il manierista milanese Giovan Paolo Lomazzo (pittore e trattatista, sec.XVI) già scriveva che “lume è qualità sanza corpo”, intuendo il moderno significato di lume e valori, predicati immateriali e antiplastici.
Il ciociaro-avezzanese Mauro Rea è “navigato artista patafisico e materico la cui ricerca scatena dirompenze visive al limite del contenimento” (v. A.P., op. cit.). Un nebuloso surrealismo di sapore sarcastico-zoologico informa le sue recenti tele polimateriche (v. Dalla serie Zoo-mm Italico, 2010). In altri lavori si evidenzia la variante, diciamo così, ieratico-geroglifica ancestrale (v. Storie macerate, 2009). Il suo impegno, partito da una figurazione espressionista, è approdato – fra cadute e riscatti nelle pieghe-piaghe della materia – ad un’operazione in parte dura, polemica e politica; in altra parte alchemica ed intimista. Si confronta spesso col tridimensionale, con lo spazio; ma anche con l’essere esistente, con la memoria, con la storia individuale e collettiva. Lavora con particolare meticolosità usando materiali per lo più recuperati dagli ambienti più disparati. Numerosi premî coronano la sua cultura accademica, che unisce all’umiltà essenziale del suo operato in perfetta coincidenza col suo vissuto.
Franco Sinisi, potentino d’origine ma residente ad Avezzano, ha compiuto gli studî (Liceo ed Accademia) impegnandosi giovanissimo in una Collettiva d’Arte Contemporanea (Verona, 1995). Numerosissime sono le Collettive e Personali effettuate in tutt’Italia. Pittore e grafico di vaglio (crea il logo per la Fondazione Mirror, Micron Technology, 2005 ), sperimenta il linguaggio della sintesi cromatica pervenendo negli ultimi lavori ad una essenzialità evanescente e misteriosamente ancorata ad una sensibilità raffinata, colta, garbata. È il caso di Dinamiche esistenziali - Volto Santo (2010) in cui le macchie di colore appena accennate divagano leggiadre accarezzando il biancore del supporto. In Yes you can (2010) la rarefazione si fa velatura ed il bianco si fa grigio, segno anche qui di un’evidente raffinatezza pensosa e pacata. Privilegiando tecnica mista e olio su legno dimostra una grande saggezza formale ed una coerenza ideale non comune nella pittura contemporanea.
Via Colle delle Api, 170 la mostra d’arte contemporanea “Ri-Generazione Italica” del gruppo Made in Italy.
Presentazione critica prof. Enrico Borgatti. Ospite del gruppo l’artista Mario Serra.
Il Gruppo “Made in Italy” (quartetto di pittori abruzzesi) è composto da Giancarlo Costanzo, il quale esplicita apertamente l’aspetto psicologico-introspettivo del suo percorso. Egli esprime infatti (sono parole sue) “sensazioni” che giungono dal profondo del suo essere, “dove la natura tace e il silenzio regna sul suono”. Così facendo si colloca nella ricerca del bello materico (v. La materia nello spazio urbano, 2010, PE) in posizione di Ervartung cioè di attesa esistenziale che la natura (il suolo, il buio, il suono) faccia la sua parte rispetto agl’individui e viceversa. Tutto ciò sembra evocare mutatis mutandis l’omonimo titolo del primo lavoro teatrale del compositore austriaco Arnold Schoenberg (1909): su testo della giovane poetessa Marie Poppenheim, la trama (in 4 scene) ha per protagonista un solo personaggio, la Donna, che s’inoltra in un’oscura foresta alla vana ricerca dell’amato: simulacro dello smarrimento interiore, angoscia come misura dell’esperienza. In Costanzo vi è però un elemento di sintesi in positivo, la certezza tranquilla e semplice delle proprie possibilità espressive in un àmbito socializzante e popolare.
Per Manuela Mazzini (comasca di nascita) si parla di “pittura geometrico-astrattista” (A. Picariello, La materia nello spazio urbano, PE) ma io aggiungo: le sfolgoranti luminosità dei fasci di luce intersecati incarnano pure una concreta visione gioiosamente policroma, proiettata verso un oscuro cielo (Ovaline, 2010, Avezzano). Ma lo sfavillar di colori può prendere diverse strade, per esempio attraverso un geometrismo esasperato in molteplici figure che però si armonizzano in giochi cromatici ad onta del polimorfismo asimmetrico dell’insieme (v. Play with me, 2009). L’artista sembra ricordare (o evocare) un certo luminismo lombardo trasferito nel mondo dell’astrazione del primo Novecento: il manierista milanese Giovan Paolo Lomazzo (pittore e trattatista, sec.XVI) già scriveva che “lume è qualità sanza corpo”, intuendo il moderno significato di lume e valori, predicati immateriali e antiplastici.
Il ciociaro-avezzanese Mauro Rea è “navigato artista patafisico e materico la cui ricerca scatena dirompenze visive al limite del contenimento” (v. A.P., op. cit.). Un nebuloso surrealismo di sapore sarcastico-zoologico informa le sue recenti tele polimateriche (v. Dalla serie Zoo-mm Italico, 2010). In altri lavori si evidenzia la variante, diciamo così, ieratico-geroglifica ancestrale (v. Storie macerate, 2009). Il suo impegno, partito da una figurazione espressionista, è approdato – fra cadute e riscatti nelle pieghe-piaghe della materia – ad un’operazione in parte dura, polemica e politica; in altra parte alchemica ed intimista. Si confronta spesso col tridimensionale, con lo spazio; ma anche con l’essere esistente, con la memoria, con la storia individuale e collettiva. Lavora con particolare meticolosità usando materiali per lo più recuperati dagli ambienti più disparati. Numerosi premî coronano la sua cultura accademica, che unisce all’umiltà essenziale del suo operato in perfetta coincidenza col suo vissuto.
Franco Sinisi, potentino d’origine ma residente ad Avezzano, ha compiuto gli studî (Liceo ed Accademia) impegnandosi giovanissimo in una Collettiva d’Arte Contemporanea (Verona, 1995). Numerosissime sono le Collettive e Personali effettuate in tutt’Italia. Pittore e grafico di vaglio (crea il logo per la Fondazione Mirror, Micron Technology, 2005 ), sperimenta il linguaggio della sintesi cromatica pervenendo negli ultimi lavori ad una essenzialità evanescente e misteriosamente ancorata ad una sensibilità raffinata, colta, garbata. È il caso di Dinamiche esistenziali - Volto Santo (2010) in cui le macchie di colore appena accennate divagano leggiadre accarezzando il biancore del supporto. In Yes you can (2010) la rarefazione si fa velatura ed il bianco si fa grigio, segno anche qui di un’evidente raffinatezza pensosa e pacata. Privilegiando tecnica mista e olio su legno dimostra una grande saggezza formale ed una coerenza ideale non comune nella pittura contemporanea.
16
aprile 2011
Made in Italy – Ri-Generazione Italica
Dal 16 al 26 aprile 2011
arte contemporanea
Location
AXA – PALLADINO COMPANY
Campobasso, Via Colle Delle Api, 170, (Campobasso)
Campobasso, Via Colle Delle Api, 170, (Campobasso)
Orario di apertura
Lunedì - Sabato 9.00-13.00 e 16.00-20.00
Autore
Curatore