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Maestri del Novecento –La rappresentazione della figura umana in Friuli Venezia Giulia
La mostra di Cividale del Friuli racconta il Novecento attraverso l’analisi e l’interpretazione pittorica di grandi artisti che hanno colto sguardi, passioni, reazioni nella raffigurazione umana
Comunicato stampa
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Prosegue fino al 18 marzo la mostra “Maestri del Novecento –La rappresentazione della figura umana in Friuli Venezia Giulia” in corso a Palazzo de Nordis a Cividale del Friuli, la città ducale dichiarata patrimonio Unesco nel 2011 per le sue testimonianze longobarde, già nota per eventi importanti come il Mittelfest ed ora fulcro di alcuni degli eventi culturali principali della regione .
La rassegna, inaugurata il 22 dicembre ha già portato nella città friulana oltre 4.500 persone in tre settimane di apertura, per una media di 200 visitatori al giorno.
La mostra espone i capolavori di oltre 80 dei più importanti artisti contemporanei del Friuli Venezia Giulia (tra gli altri Afro e Mirko Basaldella, Modotto, Giuseppe Zigaina, Sergio Altieri, Anzil, Giorgio Celiberti, Carlo Ciussi, Aldo Colò, Cesare Mocchiutti, Giorgio Gomirato, Fred Pittino, Tullio Crali, Arturo Martini, Piero Marussigh) che si sono cimentati nella rappresentazione della figura umana. Attraverso un percorso ricco di opere inedite o normalmente non accessibili al pubblico, provenienti da collezioni private e pubbliche, l’esposizione presenta una selezione dei più importanti pittori legati al Friuli Venezia Giulia, ma noti ben oltre i confini regionali, dal Novecento fino ai giorni nostri, che si sono confrontati con la figura umana, focalizzando l’attenzione sull’importanza che il territorio ha avuto per queste generazioni di artisti.
La mostra è la prosecuzione ideale della precedente esposizione del 2010 “I maestri del paesaggio” di cui rovescia il punto di vista completandone così il significato e le finalità. La storia che scorreva sul paesaggio friulano ora emerge dai volti delle figure umane, dagli uomini e dalle donne che l'hanno vissuta da protagonisti o da testimoni.
Resta, in entrambe le esposizioni, il valore dell'artista, il suo esclusivo modo di fermare emozioni, passioni, semplici momenti. Con stili e tecniche che raccontando un secolo di storia, ne raccontano anche l'evoluzione artistica contemporanea.
Filo conduttore è proprio l’evoluzione della rappresentazione della figura umana, sia naturalistica che concettuale attraverso il Novecento, dal ritratto al rapporto dell’uomo con il mondo contemporaneo. L’uomo e la sua raffigurazione sono da sempre al centro del pensiero degli artisti che, nel Novecento, hanno vissuto questa tematica in maniera viscerale, partendo dai canoni dei reale per poi approdare a raffigurazioni che si collegano direttamente alla profondità del pensiero e dell’anima.
Un percorso di primaria importanza per la cultura figurativa, che si ricollega alle più alte riflessioni sulla natura umana e sulla sua condizione, in un secolo difficile e tormentato che però è stato per il Friuli Venezia Giulia il periodo artisticamente più fecondo e più ricco di grandi personalità artistiche.
L’esposizione presenta un’ottantina di opere che seguono il criterio cronologico ed è suddivisa in due sezioni, disegno e pittura. Nell’esposizione trovano spazio i maggiori artisti regionali insieme ad autori di valenza nazionale e internazionale che hanno interagito in vario modo con il mondo dell’arte in Friuli Venezia Giulia.
Ad aprire l’avventura visiva lunga più di un secolo è la Scena veneziana di Emma Ciardi (Venezia, 1879-1933), figlia di Guglielmo Ciardi, uno dei maggiori protagonisti della pittura veneziana di fine Ottocento. La prima parte del Novecento una folta rappresentanza sia della vivacissima e variegata cultura triestina e giuliana, cui appartengono Giuseppe Barison, Arturo Rietti, Gino Parin, Gino De Finetti, Guido Fulignot, Edoardo Del Neri, Ugo Carà, Carlo Sbisà, Federico Righi.
La cultura friulana dell’epoca è rappresentata da due le tele di Arturo Colavini Le fasi del risveglio e Atelier dell’artista, da Umberto Martina e soprattutto da Giovanni Napoleone Pellis (1888-1962) che introdusse nella pittura regionale una visione espressionistico-secessionista, filtrata attraverso il post-caravaggismo.
Sempre alla scuola friulana appartengono il tolmezzino Giovanni Moro, Enrico Ursella, il cividalese Luigi Bront, Antonio Coceani, Marcello Mascherini.
Trieste e Gorizia sono teatro di importanti sperimentazioni avanguardistiche, fermenti che approderanno poi anche in Friuli dopo il 1928 con la Scuola Friulana d’Avanguardia. A questa feconda fucina della prima parte del secolo appartengono Tullio Crali (presente in mostra un suo autoritratto), rappresentante del futurismo e Augusto Cernigoj con diverse opere.
La mostra presenta anche opera di grandi maestri internazionali quali Mario Sironi, Virgilio Guidi, Piero Marussig, entrato nella storia come una dei fondatori del gruppo del Novecento a Milano, di cui si presenta la splendida Fedra (1932), Afro Basaldella (1912- 1976) con una delicata e giovanile Maternità, Mirko Basaldella, Arturo Martini (1889-1947), Modotto (1900-1968) con la grande Distruzione-Fregene.
Le riflessioni che attraversarono gli anni densi di tragici avvenimenti vicini alla metà del secolo sono affidate a Fred Pittino, che risulterà figura artistica di assoluto valore, che rifiuterà il novecentismo in favore di una riflessione intimista e sensibile, a Giuseppe Zigaina, protagonista del periodo neorealista, al pittore-stregone Anzil Toffolo, e ad altri grandissimi artisti come Luciano Ceschia, Carlo Ciussi, Giorgio Celiberti.
Gli anni successivi vedono l’affermarsi del cividalese Aldo Colò, presente con un inedito Autritratto e le figure di Sergio Altieri, Cesare Mocchiutti, Giovanni Saccomanni, Guido Tavagnacco, Renzo Tubaro; in mostra anche l’architetto- disegnatore Marcello D’Olivo.
Gli anni più recenti sono raccontati con opere spesso inedite di artisti come Giorgio Gomirato, Gianni Borta, Renzo Codognotto, Claudio Mario Feruglio,Franco Dugo, Matteo Massagrande, Zec Safet, Lajos Markos, Nata, Aita, Marotta&Russo.
Promossa dall'Associazione Culturale Amîs di Cividât in stretta collaborazione scientifica con la Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia, che ha messo a disposizione Palazzo de Nordis come sede dell’esposizione, la mostra è stata sostenuta dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dall’Azienda Speciale Villa Manin, dalla Provincia di Udine, dal Comune di Cividale del Friuli e dalla Banca di Cividale: una sinergia che ha contribuito a creare un ulteriore valore culturale sul territorio.
L’esposizione, curata da Alessandro Fontanini, sarà aperta al pubblico con ingresso libero: un vero e proprio omaggio alla città di Cividale e a tutti gli appassionati di arte.
L'iniziativa è corredata da un corposo catalogo scientifico curato sempre da Alessandro Fontanini con il coordinamento scientifico del Soprintendente per i beni storici, artistici ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia, Luca Caburlotto, di Maria Chiara Cadore, Rossella Fabiani, Chiara de Santi e ulteriori saggi critici di Fabio Cescutti e Licio Damiani. Edito da Editrice Leonardo di Pasian di Prato, il catalogo presenta oltre ai saggi scientifici anche le schede delle singole opere e un importante e accurato apparato iconografico.
La rassegna, inaugurata il 22 dicembre ha già portato nella città friulana oltre 4.500 persone in tre settimane di apertura, per una media di 200 visitatori al giorno.
La mostra espone i capolavori di oltre 80 dei più importanti artisti contemporanei del Friuli Venezia Giulia (tra gli altri Afro e Mirko Basaldella, Modotto, Giuseppe Zigaina, Sergio Altieri, Anzil, Giorgio Celiberti, Carlo Ciussi, Aldo Colò, Cesare Mocchiutti, Giorgio Gomirato, Fred Pittino, Tullio Crali, Arturo Martini, Piero Marussigh) che si sono cimentati nella rappresentazione della figura umana. Attraverso un percorso ricco di opere inedite o normalmente non accessibili al pubblico, provenienti da collezioni private e pubbliche, l’esposizione presenta una selezione dei più importanti pittori legati al Friuli Venezia Giulia, ma noti ben oltre i confini regionali, dal Novecento fino ai giorni nostri, che si sono confrontati con la figura umana, focalizzando l’attenzione sull’importanza che il territorio ha avuto per queste generazioni di artisti.
La mostra è la prosecuzione ideale della precedente esposizione del 2010 “I maestri del paesaggio” di cui rovescia il punto di vista completandone così il significato e le finalità. La storia che scorreva sul paesaggio friulano ora emerge dai volti delle figure umane, dagli uomini e dalle donne che l'hanno vissuta da protagonisti o da testimoni.
Resta, in entrambe le esposizioni, il valore dell'artista, il suo esclusivo modo di fermare emozioni, passioni, semplici momenti. Con stili e tecniche che raccontando un secolo di storia, ne raccontano anche l'evoluzione artistica contemporanea.
Filo conduttore è proprio l’evoluzione della rappresentazione della figura umana, sia naturalistica che concettuale attraverso il Novecento, dal ritratto al rapporto dell’uomo con il mondo contemporaneo. L’uomo e la sua raffigurazione sono da sempre al centro del pensiero degli artisti che, nel Novecento, hanno vissuto questa tematica in maniera viscerale, partendo dai canoni dei reale per poi approdare a raffigurazioni che si collegano direttamente alla profondità del pensiero e dell’anima.
Un percorso di primaria importanza per la cultura figurativa, che si ricollega alle più alte riflessioni sulla natura umana e sulla sua condizione, in un secolo difficile e tormentato che però è stato per il Friuli Venezia Giulia il periodo artisticamente più fecondo e più ricco di grandi personalità artistiche.
L’esposizione presenta un’ottantina di opere che seguono il criterio cronologico ed è suddivisa in due sezioni, disegno e pittura. Nell’esposizione trovano spazio i maggiori artisti regionali insieme ad autori di valenza nazionale e internazionale che hanno interagito in vario modo con il mondo dell’arte in Friuli Venezia Giulia.
Ad aprire l’avventura visiva lunga più di un secolo è la Scena veneziana di Emma Ciardi (Venezia, 1879-1933), figlia di Guglielmo Ciardi, uno dei maggiori protagonisti della pittura veneziana di fine Ottocento. La prima parte del Novecento una folta rappresentanza sia della vivacissima e variegata cultura triestina e giuliana, cui appartengono Giuseppe Barison, Arturo Rietti, Gino Parin, Gino De Finetti, Guido Fulignot, Edoardo Del Neri, Ugo Carà, Carlo Sbisà, Federico Righi.
La cultura friulana dell’epoca è rappresentata da due le tele di Arturo Colavini Le fasi del risveglio e Atelier dell’artista, da Umberto Martina e soprattutto da Giovanni Napoleone Pellis (1888-1962) che introdusse nella pittura regionale una visione espressionistico-secessionista, filtrata attraverso il post-caravaggismo.
Sempre alla scuola friulana appartengono il tolmezzino Giovanni Moro, Enrico Ursella, il cividalese Luigi Bront, Antonio Coceani, Marcello Mascherini.
Trieste e Gorizia sono teatro di importanti sperimentazioni avanguardistiche, fermenti che approderanno poi anche in Friuli dopo il 1928 con la Scuola Friulana d’Avanguardia. A questa feconda fucina della prima parte del secolo appartengono Tullio Crali (presente in mostra un suo autoritratto), rappresentante del futurismo e Augusto Cernigoj con diverse opere.
La mostra presenta anche opera di grandi maestri internazionali quali Mario Sironi, Virgilio Guidi, Piero Marussig, entrato nella storia come una dei fondatori del gruppo del Novecento a Milano, di cui si presenta la splendida Fedra (1932), Afro Basaldella (1912- 1976) con una delicata e giovanile Maternità, Mirko Basaldella, Arturo Martini (1889-1947), Modotto (1900-1968) con la grande Distruzione-Fregene.
Le riflessioni che attraversarono gli anni densi di tragici avvenimenti vicini alla metà del secolo sono affidate a Fred Pittino, che risulterà figura artistica di assoluto valore, che rifiuterà il novecentismo in favore di una riflessione intimista e sensibile, a Giuseppe Zigaina, protagonista del periodo neorealista, al pittore-stregone Anzil Toffolo, e ad altri grandissimi artisti come Luciano Ceschia, Carlo Ciussi, Giorgio Celiberti.
Gli anni successivi vedono l’affermarsi del cividalese Aldo Colò, presente con un inedito Autritratto e le figure di Sergio Altieri, Cesare Mocchiutti, Giovanni Saccomanni, Guido Tavagnacco, Renzo Tubaro; in mostra anche l’architetto- disegnatore Marcello D’Olivo.
Gli anni più recenti sono raccontati con opere spesso inedite di artisti come Giorgio Gomirato, Gianni Borta, Renzo Codognotto, Claudio Mario Feruglio,Franco Dugo, Matteo Massagrande, Zec Safet, Lajos Markos, Nata, Aita, Marotta&Russo.
Promossa dall'Associazione Culturale Amîs di Cividât in stretta collaborazione scientifica con la Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia, che ha messo a disposizione Palazzo de Nordis come sede dell’esposizione, la mostra è stata sostenuta dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dall’Azienda Speciale Villa Manin, dalla Provincia di Udine, dal Comune di Cividale del Friuli e dalla Banca di Cividale: una sinergia che ha contribuito a creare un ulteriore valore culturale sul territorio.
L’esposizione, curata da Alessandro Fontanini, sarà aperta al pubblico con ingresso libero: un vero e proprio omaggio alla città di Cividale e a tutti gli appassionati di arte.
L'iniziativa è corredata da un corposo catalogo scientifico curato sempre da Alessandro Fontanini con il coordinamento scientifico del Soprintendente per i beni storici, artistici ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia, Luca Caburlotto, di Maria Chiara Cadore, Rossella Fabiani, Chiara de Santi e ulteriori saggi critici di Fabio Cescutti e Licio Damiani. Edito da Editrice Leonardo di Pasian di Prato, il catalogo presenta oltre ai saggi scientifici anche le schede delle singole opere e un importante e accurato apparato iconografico.
22
dicembre 2011
Maestri del Novecento –La rappresentazione della figura umana in Friuli Venezia Giulia
Dal 22 dicembre 2011 al 18 marzo 2012
arte contemporanea
Location
MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE
Cividale Del Friuli, Piazza del Duomo, 13, (Udine)
Cividale Del Friuli, Piazza del Duomo, 13, (Udine)
Orario di apertura
Giovedì /venerdì /sabato /domenica 11.00 – 18.30 orario continuato
Autore
Curatore