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Maestri Italiani
Mostra collettiva di opere pittoriche di Maestri Italiani dal secondo novecento ad oggi.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Lo Spazio Intelvi 11 è una location ricavata all'interno di un edificio risalente all'800 nel borgo di Muronico, a meno di un chilometro da Argegno, sulla sponda occidentale del lago di Como.
Sono esposte opere di Maestri Italiani, per la maggior parte serigrafie e litografie di proprietà della Galleria, che costituiscono un piccolo compendio dell’arte figurativa italiana degli ultimi cento anni.
Domina il figurativo, forse perché è troppo forte il rischiamo dell’arte classica.
Una gloriosa tradizione che va dagli affreschi delle ville pompeiane a quelli delle chiese rinascimentali. Inevitabile che la maggior parte degli artisti italiani, da Giotto ad oggi, non si siano sottratti al fascino della figura. E’ solo nel secondo dopo guerra, con Burri e Fontana, che si assiste alla “rottura”, al gesto iconoclasta che, nella tensione sperimentatrice, contiene pure in sé qualche germe della tradizione almeno vissuto come anticorpo.
Cosa hanno in comune un’icona Pop di Lodola e il pupazzo antimilitarismo di Baj? Il cammeo post-moderno di Concetto Pozzati e la sciantosa decadente di Remo Squillantini? L’ironia probabilmente. Un atteggiamento di distacco da quella che è la grezza realtà di un capitalismo che non ci appartiene, cioè che non appartiene visceralmente alla razza italica, diversamente da quanto è accaduto nei paesi anglosassoni.
Si ride allora, si scherza amaro, un po’ prendersi in giro, un po’ per non soccombere ad un mondo piccolo e mediocre che si fa beffe della Cultura con la C maiuscola.
Scatta poi nell’artista nostrano spesso un senso di superiorità, non ingiustificato, che fa da contraltare ad un senso di impotenza verso un mondo che non si riesce a raddrizzare, malgrado tante buone intenzioni. In Italia i talenti (nell’arte, come nella letteratura e nella musica) non mancano. Ma il retroterra umano (politico e culturale) purtroppo non aiuta. Si fatica ad esprimere nuove idee (quasi mai premiate) a vantaggio del già noto, che appaga appunto perché rassicurante.
Rispetto alla fine novecento, la situazione sembra decisamente peggiorata. Allora almeno si vendeva arte con discreta facilità, le Gallerie erano centri vitali. Adesso, mah, si spera ogni anno che il peggio sia passato. Però sappiamo tutti che il periodo d’oro di artisti come Zancanaro, Squillantini, Baj, Caffè … solo per citare qualche esempio… non ritornerà mai più.
Paolo Avanzi
Sono esposte opere di Maestri Italiani, per la maggior parte serigrafie e litografie di proprietà della Galleria, che costituiscono un piccolo compendio dell’arte figurativa italiana degli ultimi cento anni.
Domina il figurativo, forse perché è troppo forte il rischiamo dell’arte classica.
Una gloriosa tradizione che va dagli affreschi delle ville pompeiane a quelli delle chiese rinascimentali. Inevitabile che la maggior parte degli artisti italiani, da Giotto ad oggi, non si siano sottratti al fascino della figura. E’ solo nel secondo dopo guerra, con Burri e Fontana, che si assiste alla “rottura”, al gesto iconoclasta che, nella tensione sperimentatrice, contiene pure in sé qualche germe della tradizione almeno vissuto come anticorpo.
Cosa hanno in comune un’icona Pop di Lodola e il pupazzo antimilitarismo di Baj? Il cammeo post-moderno di Concetto Pozzati e la sciantosa decadente di Remo Squillantini? L’ironia probabilmente. Un atteggiamento di distacco da quella che è la grezza realtà di un capitalismo che non ci appartiene, cioè che non appartiene visceralmente alla razza italica, diversamente da quanto è accaduto nei paesi anglosassoni.
Si ride allora, si scherza amaro, un po’ prendersi in giro, un po’ per non soccombere ad un mondo piccolo e mediocre che si fa beffe della Cultura con la C maiuscola.
Scatta poi nell’artista nostrano spesso un senso di superiorità, non ingiustificato, che fa da contraltare ad un senso di impotenza verso un mondo che non si riesce a raddrizzare, malgrado tante buone intenzioni. In Italia i talenti (nell’arte, come nella letteratura e nella musica) non mancano. Ma il retroterra umano (politico e culturale) purtroppo non aiuta. Si fatica ad esprimere nuove idee (quasi mai premiate) a vantaggio del già noto, che appaga appunto perché rassicurante.
Rispetto alla fine novecento, la situazione sembra decisamente peggiorata. Allora almeno si vendeva arte con discreta facilità, le Gallerie erano centri vitali. Adesso, mah, si spera ogni anno che il peggio sia passato. Però sappiamo tutti che il periodo d’oro di artisti come Zancanaro, Squillantini, Baj, Caffè … solo per citare qualche esempio… non ritornerà mai più.
Paolo Avanzi
21
dicembre 2016
Maestri Italiani
Dal 21 dicembre 2016 all'otto gennaio 2017
arte moderna e contemporanea
Location
SPAZIO INTELVI 11
Dizzasco, Via Valle Intelvi, 11, (Como)
Dizzasco, Via Valle Intelvi, 11, (Como)
Orario di apertura
ore 16.00 - 19.00
Vernissage
21 Dicembre 2016, ore 16.00 - 17.00
Autore
Curatore