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Magdalo Mussio
Nei lavori di M. Mussio immagini, blocchi di testo frantumati e spesso illeggibili, parole, numeri, cifre, diagrammi, segni e improbabili mappe sono immersi senza centralità in uno spazio bianco denso, materico o, più raramente, nero.
Comunicato stampa
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Terminati gli studi di architettura all'università e di scenografia all'accademia di Belle Arti a Firenze, Mussio si dedica per un breve periodo al teatro sia come regista che come scenografo, ma presto rivolge il proprio interesse al disegno animato. Le sue prime esperienze sono al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma con Antonio Rubino. Negli anni cinquanta si trasferisce in Canada e a Montreal con Norman Mc Laren passa all'animazione diretta. Nel 1974 ottiene il Nastro d'Argento con il cortometraggio Umanomeno. Dal cinema e dal fumetto nasce nei suoi lavori il rapporto tra scrittura e figura o luogo in cui la scrittura diviene immagine. Ritroveremo infatti nelle opere molte immagini dei suoi film.
Rientrato in Italia negli anni sessanta Mussio alternerà l' attività artistica con quella di scrittore e poeta, editore e insegnante. E' vicino al Gruppo 63 e redattore responsabile della storica rivista Marcatre. Nel 1968 pubblica "In pratica", "Praticabili per memoria concreta" e "Il fastidio delle parole". Il suo libro più recente è Monodico/Radure dell'essere del 2001. Per alcuni anni insegna incisione all'accademia di belle arti di Macerata.
Nei lavori di M. Mussio immagini, blocchi di testo frantumati e spesso illeggibili, parole, numeri, cifre, diagrammi, segni e improbabili mappe sono immersi senza centralità in uno spazio bianco denso, materico o, più raramente, nero.
Sono frammenti di memoria che creano una autobiografia costantemente aggiornata.
"Io credo ..che quelle tavole, quelle carte scritte e poco dipinte siano da pensare come percorsi di una vicenda umana che si condensa e si rapprende in tracce, in geroglifici, in parole appunto; percorsi d'una vicenda che cerca e trova nella deriva dei segni , nella diaspora della grafia, la propria corretta dimensione.".. "Si pensi dunque all'artista come a un cartografo che si occupa soprattutto della geografia dei pensieri, dei sentimenti, delle passioni, degli umori e che traccia il disegno offuscato dei propri ricordi e ritrovamenti, delle proprie conquiste intellettuali, dei progetti e delle loro variazioni, delle attese" . (Alberto Signorini: M.M. un artista poligrafo" in Scrivere la differenza - Scrittura e Alterità nell'opera di M.M. Università degli studi di Camerino, 1999)
Scrive Mussio in "chiarevalli monodico" 1963-86 ed. , 1996: "Sul margine della carta cominciai a scrivere parole fitte e illeggibili, raschiavo o spennellavo per poi di nuovo ricoprire nascondendole. Sopra scrivevo segreto , ma anche per me era ignoto quello che sotto vi era scritto, tanto che slittavo in una ambiguità pittorica. La reminiscenza, l'esilio, la sofferenza del limite oltre quell'ostacolo mi facevano sentire quel punto unico continuare in me una estrema assenza."
" Quello che veramente ci appartiene è solo il nostro passato, la nostra cultura e cioè la memoria."
Rientrato in Italia negli anni sessanta Mussio alternerà l' attività artistica con quella di scrittore e poeta, editore e insegnante. E' vicino al Gruppo 63 e redattore responsabile della storica rivista Marcatre. Nel 1968 pubblica "In pratica", "Praticabili per memoria concreta" e "Il fastidio delle parole". Il suo libro più recente è Monodico/Radure dell'essere del 2001. Per alcuni anni insegna incisione all'accademia di belle arti di Macerata.
Nei lavori di M. Mussio immagini, blocchi di testo frantumati e spesso illeggibili, parole, numeri, cifre, diagrammi, segni e improbabili mappe sono immersi senza centralità in uno spazio bianco denso, materico o, più raramente, nero.
Sono frammenti di memoria che creano una autobiografia costantemente aggiornata.
"Io credo ..che quelle tavole, quelle carte scritte e poco dipinte siano da pensare come percorsi di una vicenda umana che si condensa e si rapprende in tracce, in geroglifici, in parole appunto; percorsi d'una vicenda che cerca e trova nella deriva dei segni , nella diaspora della grafia, la propria corretta dimensione.".. "Si pensi dunque all'artista come a un cartografo che si occupa soprattutto della geografia dei pensieri, dei sentimenti, delle passioni, degli umori e che traccia il disegno offuscato dei propri ricordi e ritrovamenti, delle proprie conquiste intellettuali, dei progetti e delle loro variazioni, delle attese" . (Alberto Signorini: M.M. un artista poligrafo" in Scrivere la differenza - Scrittura e Alterità nell'opera di M.M. Università degli studi di Camerino, 1999)
Scrive Mussio in "chiarevalli monodico" 1963-86 ed. , 1996: "Sul margine della carta cominciai a scrivere parole fitte e illeggibili, raschiavo o spennellavo per poi di nuovo ricoprire nascondendole. Sopra scrivevo segreto , ma anche per me era ignoto quello che sotto vi era scritto, tanto che slittavo in una ambiguità pittorica. La reminiscenza, l'esilio, la sofferenza del limite oltre quell'ostacolo mi facevano sentire quel punto unico continuare in me una estrema assenza."
" Quello che veramente ci appartiene è solo il nostro passato, la nostra cultura e cioè la memoria."
29
gennaio 2004
Magdalo Mussio
Dal 29 gennaio al 06 marzo 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA MILANO
Milano, Via Daniele Manin, 13, (Milano)
Milano, Via Daniele Manin, 13, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10,00 - 13,00 e 16,00 - 20,00
Vernissage
29 Gennaio 2004, ore 19,00