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Magnificat. Donne e Madonne nell’arte dal XV secolo a oggi
Raffinate sculture icona della raccolta di Bruno Albertino e Anna Alberghina, collezionisti di arte africana, dialogano con opere di importanti maestri della pittura dal XV secolo a oggi sul tema universale della donna e madre
Comunicato stampa
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Le opere in mostra, individuate per qualità e pregio, sono prevalentemente lignee e risalgono ad un periodo che va dalla fine dell’800 alla prima metà del ‘900. Appartengono a svariate culture dell’Africa occidentale e centro-equatoriale e compaiono in numerose pubblicazioni di settore.
La donna riveste da sempre un ruolo fondamentale nelle società tradizionali africane.
In tutte le civiltà l’evento della maternità è sacralizzato, spesso divinizzato, fino a diventare la metafora della genesi. Per magnificare questo gesto millenario l’artista africano, utilizzando infinite soluzioni formali, sa sempre sorprendere, esprimendo sentimenti e sensazioni frutto dell’amore materno.
La figura femminile rappresentia uno dei cardini dell’iconografia africana come, peraltro, si osserva in tutte le arti figurative delle società umane. Tuttavia, l’Occidente ammira la scultura dell’Africa nera per la sua ricchezza stilistica e inventiva formale, perdendo di vista il valore rituale che essa ha, invece, per i popoli che la producono. Si tratta, infatti, di oggetti di culto, creati per favorire il rapporto con il sovrannaturale. E’ bene tenere sempre in considerazione questo aspetto per non osservare le sculture africane come mero oggetto di contemplazione.
Nelle sale di Palazzo Lomellini saranno visibili opere di Carpanetto, Lupo, Pittara, Delleani, Bonomi, Felice Casorati, Carlo Levi, Enzo Nenci, Francesco Tabusso, Antonio Carena, Mario Caffaro Rore, e poi opere di Francesco Cairo, Mattia Preti, Bernardo Strozzi, Carlo Dolci, Jacques Blanchard, Thomas Gainsborough, Govert Flinck, Pieter Frans de Grebber.
La donna riveste da sempre un ruolo fondamentale nelle società tradizionali africane.
In tutte le civiltà l’evento della maternità è sacralizzato, spesso divinizzato, fino a diventare la metafora della genesi. Per magnificare questo gesto millenario l’artista africano, utilizzando infinite soluzioni formali, sa sempre sorprendere, esprimendo sentimenti e sensazioni frutto dell’amore materno.
La figura femminile rappresentia uno dei cardini dell’iconografia africana come, peraltro, si osserva in tutte le arti figurative delle società umane. Tuttavia, l’Occidente ammira la scultura dell’Africa nera per la sua ricchezza stilistica e inventiva formale, perdendo di vista il valore rituale che essa ha, invece, per i popoli che la producono. Si tratta, infatti, di oggetti di culto, creati per favorire il rapporto con il sovrannaturale. E’ bene tenere sempre in considerazione questo aspetto per non osservare le sculture africane come mero oggetto di contemplazione.
Nelle sale di Palazzo Lomellini saranno visibili opere di Carpanetto, Lupo, Pittara, Delleani, Bonomi, Felice Casorati, Carlo Levi, Enzo Nenci, Francesco Tabusso, Antonio Carena, Mario Caffaro Rore, e poi opere di Francesco Cairo, Mattia Preti, Bernardo Strozzi, Carlo Dolci, Jacques Blanchard, Thomas Gainsborough, Govert Flinck, Pieter Frans de Grebber.
01
giugno 2018
Magnificat. Donne e Madonne nell’arte dal XV secolo a oggi
Dal primo giugno al 29 luglio 2018
arte antica
arte moderna e contemporanea
arte moderna e contemporanea
Location
PALAZZO LOMELLINI
Carmagnola, Piazza Sant'agostino, (Torino)
Carmagnola, Piazza Sant'agostino, (Torino)
Orario di apertura
Giovedì, venerdì e sabato 15.30-18.30
Domenica 10.00-12.30 15.30-18.30
Vernissage
1 Giugno 2018, h 18.00
Autore
Curatore