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Maia Sambonet – E da parola a silenzio ritorno a un punto zero
Iscrivere uno spazio bianco come una pagina e metterlo in movimento con una successione di interventi fino alla forma attuale dell’installazione, a distanza di un mese dall’apertura in occasione della VI giornata del contemporaneo (9 ottobre 2010).
Comunicato stampa
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OPENING_26 NOVEMBRE 2010_18:30
***
Studiolo. Piccola stanza adibita a studio. (Rizzoli Larousse)
Iscrivere uno spazio bianco come una pagina e metterlo in movimento con una successione di interventi fino alla forma attuale dell'installazione, a distanza di un mese dall'apertura in occasione della VI giornata del contemporaneo (9 ottobre 2010).
L'ipotesi di lavoro nasce in risposta a una frase di Autografia d’un ritratto di Carmelo Bene:
“Lo scritto è il funerale dell’orale, è la rimozione continua dell’interno”.
Da questa affermazione emblematica e incisiva sorgono spunti per una serie di incontri intorno ai temi dell'emergere della voce e del «quasi niente» che, nel quotidiano, muove la scrittura. Ospiti nel corso della residenza: Nicola Scaldaferri, musicologo e compositore; Claude Marzotto, illustratrice; Stefano Graziani, fotografo e scrittore; Milo De Angelis, poeta; oltre alla partecipazione a un seminario di danza tenuto a Roma da Raffaella Giordano e Roberto Castello.
Ospiti anche un numero di autori, da Dolores Prato a Walter Benjamin, con incontri che avvengono sulle pagine, e non per questo meno concreti. I libri rispondono. Sulle pagine affiora qualche cosa… Come un dito, la voce indica, apre una pista. Ti concedi il sussulto di una esclamazione «!»; felice di una scoperta, condividi materiali con vivi e morti. Lo studio apre le porte come un libro la copertina.
I lavori esplorano due momenti distinti ma connessi: l'eloquenza delle immagini e la materia della parola. Proiettata nella stanza e restituita all’osservatore, alla scrittura è chiesto di “tornare orale” e provocare un discorso per immagini intorno a una presenza.
Esito della residenza è l'installazione di figure disseminate nello spazio e visibili al buio. Un invito a posare lo sguardo e ascoltare con gli occhi.
Il quasi niente si circonda di bianco; si staglia nel bianco, e sfuma.
Un dettaglio, estrapolato da un pieno, fa spazio intorno a sé.
Una parola cade in una pagina come un sasso in un lago, con onde concentriche.
Salto del poeta di parola in parola. Il baratro da silenzio a parola.
E da parola a silenzio.
Ritorno a un punto zero, giardino zen, casa pulita, una ciotola vuota.
Il vuoto tra le mani protese è un pieno che non si dà mai.
Il corpo danzante parla nel silenzio, salta di punto in punto.
Maia Sambonet, 26 Novembre 2010 Studiolo, Spazio Cabinet, Milano
“There is a community of the spirit.
Join it, and feel the delight
of walking in the noisy street,
and being the noise”.
Rumi, Selected Poems, trad. Coleman Barks, Penguin, London, 2004, p. 3.
***
Studiolo. Piccola stanza adibita a studio. (Rizzoli Larousse)
Iscrivere uno spazio bianco come una pagina e metterlo in movimento con una successione di interventi fino alla forma attuale dell'installazione, a distanza di un mese dall'apertura in occasione della VI giornata del contemporaneo (9 ottobre 2010).
L'ipotesi di lavoro nasce in risposta a una frase di Autografia d’un ritratto di Carmelo Bene:
“Lo scritto è il funerale dell’orale, è la rimozione continua dell’interno”.
Da questa affermazione emblematica e incisiva sorgono spunti per una serie di incontri intorno ai temi dell'emergere della voce e del «quasi niente» che, nel quotidiano, muove la scrittura. Ospiti nel corso della residenza: Nicola Scaldaferri, musicologo e compositore; Claude Marzotto, illustratrice; Stefano Graziani, fotografo e scrittore; Milo De Angelis, poeta; oltre alla partecipazione a un seminario di danza tenuto a Roma da Raffaella Giordano e Roberto Castello.
Ospiti anche un numero di autori, da Dolores Prato a Walter Benjamin, con incontri che avvengono sulle pagine, e non per questo meno concreti. I libri rispondono. Sulle pagine affiora qualche cosa… Come un dito, la voce indica, apre una pista. Ti concedi il sussulto di una esclamazione «!»; felice di una scoperta, condividi materiali con vivi e morti. Lo studio apre le porte come un libro la copertina.
I lavori esplorano due momenti distinti ma connessi: l'eloquenza delle immagini e la materia della parola. Proiettata nella stanza e restituita all’osservatore, alla scrittura è chiesto di “tornare orale” e provocare un discorso per immagini intorno a una presenza.
Esito della residenza è l'installazione di figure disseminate nello spazio e visibili al buio. Un invito a posare lo sguardo e ascoltare con gli occhi.
Il quasi niente si circonda di bianco; si staglia nel bianco, e sfuma.
Un dettaglio, estrapolato da un pieno, fa spazio intorno a sé.
Una parola cade in una pagina come un sasso in un lago, con onde concentriche.
Salto del poeta di parola in parola. Il baratro da silenzio a parola.
E da parola a silenzio.
Ritorno a un punto zero, giardino zen, casa pulita, una ciotola vuota.
Il vuoto tra le mani protese è un pieno che non si dà mai.
Il corpo danzante parla nel silenzio, salta di punto in punto.
Maia Sambonet, 26 Novembre 2010 Studiolo, Spazio Cabinet, Milano
“There is a community of the spirit.
Join it, and feel the delight
of walking in the noisy street,
and being the noise”.
Rumi, Selected Poems, trad. Coleman Barks, Penguin, London, 2004, p. 3.
26
novembre 2010
Maia Sambonet – E da parola a silenzio ritorno a un punto zero
Dal 26 novembre al 03 dicembre 2010
arte contemporanea
Location
SPAZIO CABINET
Milano, Via Rinaldo Rigola, 1, (Milano)
Milano, Via Rinaldo Rigola, 1, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato solo su appuntamento. Tel. 338.3032422
Vernissage
26 Novembre 2010, ore 18.30
Autore
Curatore