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Making Movies
“Making Movies” presenta il lavoro di 5 artisti nati negli anni ’70, tutti accomunati dall’essere attivi sia nel mondo della produzione cinematografica che in quello della video arte.
Comunicato stampa
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Ma i confini di genere sono troppo stretti e questi artisti operano in realtà in un terreno misto e morfologicamente incerto, quello del libero gioco con l’immagine in movimento, che persegue la suggestione narrativa come ambizione maggiore. Seduzioni letterarie, musicali e autobiografiche si intrecciano tra di loro, innescando una proliferazione semantica ed emozionale che caratterizza la particolare natura di questi lavori.
I lavori di Yuri Ancarani (Ravenna 1972) hanno per soggetto la complessità dei paesaggi geografici e culturali della Riviera romagnola, non quella vacanziera e scintillante, bensì quella periferica, palustre e industriale. Il suo sguardo, influenzato dalla scrittura “musicale” di Tondelli, che al micromondo della Riviera ha riservato alcune delle sue pagini migliori, si posa su uomini e cose con un peso languido e affascinato. Impossibile dire se “Vicino al cuore” (2004) sia un video d’arte o un corto cinematografico. E’ semplicemente una sguardo intenso ed appassionato su un viaggio notturno in barca, alla periferia estrema delle fabbriche che circondano Ravenna, là dove comincia il mare. In un luogo indimenticabile, dalla fascinazione ambigua e spettacolare, fatta di fumi e bagliori, questo salpare acquista il sapore ancestrale del viaggio e del mito, in una dimensione tutta emotiva che riconduce direttamente alle suggestioni della scrittura tondelliana.
Gianluca e Massimiliano De Serio (Torino 1978), filmaker torinesi, operano secondo un poetica incentrata su memoria e identità. Soggetti delle loro storie sono personaggi segnati dallo sradicamento e dal nomadismo, figure marginali la cui cognizione di identità si assottiglia sino a disperdersi o traslarsi in un ibrido che coincide Vincitori del Kodak Short Film Award per il miglior
corto italiano in pellicola al Torino Film Festival 2003 e preselezionati per il gli Oscar dei
cortometraggi 2005 a Los Angeles, presentano in mostra “Il giorno del santo” (2002), storia
dell’ultimo giorno di lavoro a Torino di una ragazza curdo-irachena. Le immagini e il racconto in
prima persona della vita da emigrante della ragazza si accompagnano, in ideale unità, a frammenti di vecchi super8 degli anni ’70 che documentano il duro lavoro dei braccianti italiani, costretti anch’essi a emigrare per cercare una vita migliore.
Il giorno dell’inaugurazione sarà invece visibile in anteprima, in una versione non definitiva, l’ultimo lavoro degli artisti, “Mio fratello Yang” (2004), che tenta uno sguardo nelle pieghe poco conosciute
delle comunità cinesi in Italia. E’ la storia, per cenni e non detti, di una ragazza appena giunta dalla Cina a Torino. La aspettano un cambio di identità, un nuovo nome e un nuovo fratello. La strategia dei De Serio opera qui mediante una radicale sottrazione di ogni elemento accessorio, sino a rasentare l’azzeramento della narrazione. I dialoghi e gli scambi di battute diventano schegge disperse nei lunghi spazi di silenzio della microstoria, secondo una modalità narrativa non dissimile da quella della scrittura di Carver.
Un mercatino delle pulci francese, un vecchio film in 18 millimetri, un nome sconosciuto, Maxime Soufflet, una datazione, 1942-1958. Partendo da questi elementi dispersi, Nicolas Devos (Dunkerque, 1975), filmaker ed eclettico compositore musicale, ha confezionato “Di marmo siete voi” (2003), prodotto dal prestigioso centro di arte visiva francese Le Fresnoy. Tutto ciò che si sa dell’identità di Maxime Soufflet e dei luoghi ripresi, lo si può solo dedurre per supposizioni dalle immagini del film. S’intravedono scene di vacanza, un matrimonio, dei bambini. L’operazione artistica di Devos consiste nel tentativo di riportare a nuova vita questo diario visivo di un uomo dimenticato, restituendo vigore narrativo ed emozione alle immagini attraverso la musica da lui stesso composta. L’artista si è liberamente ispirato alle partiture del compositore tedesco del ‘600 Heinrich Schütz. Dal titolo di un madrigale di quest’ultimo, “Di marmo siete voi”, ha preso nome l’opera. E’ il segno di una sfida: dare dignità e testimonianza solida, “marmorea”, alle immagini di una vita, che potrebbe essere quella di chiunque, abbandonate nell’oblio generale sul banco di un rigattiere di periferia.
Carolina Gonçalves (San Paolo, 1977) si muove principalmente nel mondo del cinema, ma con una capacità di attenzione ai dettagli e al “peso” della singola immagine, che l’hanno portata ad essere molto apprezzata in ambito artistico. Anch’esso prodotto dal centro Le Fresnoy, “Clairelumière” (2003) presenta momenti di quotidianità urbana di Claire, una bambina sorda dalla nascita. L’artista è cresciuta con una madre priva di udito e sin dall’infanzia ha imparato naturalmente a convivere con il particolare universo sensoriale di chi non ha questo senso. Il lavoro intende ripercorrere questa esperienza personale, mediante un registro narrativo sottile e delicato. Nel progetto sono stati coinvolti come attori diversi bambini privi di udito dalla nascita, che contribuiscono a rendere indefinito e ambiguo il confine tra fiction e realtà del lavoro.
I lavori di Yuri Ancarani (Ravenna 1972) hanno per soggetto la complessità dei paesaggi geografici e culturali della Riviera romagnola, non quella vacanziera e scintillante, bensì quella periferica, palustre e industriale. Il suo sguardo, influenzato dalla scrittura “musicale” di Tondelli, che al micromondo della Riviera ha riservato alcune delle sue pagini migliori, si posa su uomini e cose con un peso languido e affascinato. Impossibile dire se “Vicino al cuore” (2004) sia un video d’arte o un corto cinematografico. E’ semplicemente una sguardo intenso ed appassionato su un viaggio notturno in barca, alla periferia estrema delle fabbriche che circondano Ravenna, là dove comincia il mare. In un luogo indimenticabile, dalla fascinazione ambigua e spettacolare, fatta di fumi e bagliori, questo salpare acquista il sapore ancestrale del viaggio e del mito, in una dimensione tutta emotiva che riconduce direttamente alle suggestioni della scrittura tondelliana.
Gianluca e Massimiliano De Serio (Torino 1978), filmaker torinesi, operano secondo un poetica incentrata su memoria e identità. Soggetti delle loro storie sono personaggi segnati dallo sradicamento e dal nomadismo, figure marginali la cui cognizione di identità si assottiglia sino a disperdersi o traslarsi in un ibrido che coincide Vincitori del Kodak Short Film Award per il miglior
corto italiano in pellicola al Torino Film Festival 2003 e preselezionati per il gli Oscar dei
cortometraggi 2005 a Los Angeles, presentano in mostra “Il giorno del santo” (2002), storia
dell’ultimo giorno di lavoro a Torino di una ragazza curdo-irachena. Le immagini e il racconto in
prima persona della vita da emigrante della ragazza si accompagnano, in ideale unità, a frammenti di vecchi super8 degli anni ’70 che documentano il duro lavoro dei braccianti italiani, costretti anch’essi a emigrare per cercare una vita migliore.
Il giorno dell’inaugurazione sarà invece visibile in anteprima, in una versione non definitiva, l’ultimo lavoro degli artisti, “Mio fratello Yang” (2004), che tenta uno sguardo nelle pieghe poco conosciute
delle comunità cinesi in Italia. E’ la storia, per cenni e non detti, di una ragazza appena giunta dalla Cina a Torino. La aspettano un cambio di identità, un nuovo nome e un nuovo fratello. La strategia dei De Serio opera qui mediante una radicale sottrazione di ogni elemento accessorio, sino a rasentare l’azzeramento della narrazione. I dialoghi e gli scambi di battute diventano schegge disperse nei lunghi spazi di silenzio della microstoria, secondo una modalità narrativa non dissimile da quella della scrittura di Carver.
Un mercatino delle pulci francese, un vecchio film in 18 millimetri, un nome sconosciuto, Maxime Soufflet, una datazione, 1942-1958. Partendo da questi elementi dispersi, Nicolas Devos (Dunkerque, 1975), filmaker ed eclettico compositore musicale, ha confezionato “Di marmo siete voi” (2003), prodotto dal prestigioso centro di arte visiva francese Le Fresnoy. Tutto ciò che si sa dell’identità di Maxime Soufflet e dei luoghi ripresi, lo si può solo dedurre per supposizioni dalle immagini del film. S’intravedono scene di vacanza, un matrimonio, dei bambini. L’operazione artistica di Devos consiste nel tentativo di riportare a nuova vita questo diario visivo di un uomo dimenticato, restituendo vigore narrativo ed emozione alle immagini attraverso la musica da lui stesso composta. L’artista si è liberamente ispirato alle partiture del compositore tedesco del ‘600 Heinrich Schütz. Dal titolo di un madrigale di quest’ultimo, “Di marmo siete voi”, ha preso nome l’opera. E’ il segno di una sfida: dare dignità e testimonianza solida, “marmorea”, alle immagini di una vita, che potrebbe essere quella di chiunque, abbandonate nell’oblio generale sul banco di un rigattiere di periferia.
Carolina Gonçalves (San Paolo, 1977) si muove principalmente nel mondo del cinema, ma con una capacità di attenzione ai dettagli e al “peso” della singola immagine, che l’hanno portata ad essere molto apprezzata in ambito artistico. Anch’esso prodotto dal centro Le Fresnoy, “Clairelumière” (2003) presenta momenti di quotidianità urbana di Claire, una bambina sorda dalla nascita. L’artista è cresciuta con una madre priva di udito e sin dall’infanzia ha imparato naturalmente a convivere con il particolare universo sensoriale di chi non ha questo senso. Il lavoro intende ripercorrere questa esperienza personale, mediante un registro narrativo sottile e delicato. Nel progetto sono stati coinvolti come attori diversi bambini privi di udito dalla nascita, che contribuiscono a rendere indefinito e ambiguo il confine tra fiction e realtà del lavoro.
23
settembre 2004
Making Movies
Dal 23 settembre al 09 novembre 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA FRANCO SOFFIANTINO
Torino, Via Gioachino Rossini, 23, (Torino)
Torino, Via Gioachino Rossini, 23, (Torino)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 14 alle 19
Vernissage
23 Settembre 2004, ore 19
Autore
Curatore