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Malaparte. Arcitaliano nel mondo
La mostra si snoda in un percorso visivo che tocca tutte le tappe fondamentali della vita di Curzio Malaparte e le sottolinea esponendo i documenti originali da lui custoditi. Finora non era stato possibile accedere a queste carte che erano serbate gelosamente: ora, finalmente, diventa possibile conoscere, seguendo la vita e la figura dello scrittore pratese, lo svolgimento della storia, non solo intellettuale, di mezzo Novecento italiano.
Comunicato stampa
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Il ricco e ancora poco conosciuto Archivio Malaparte (circa 300 faldoni, contenenti manoscritti e dattiloscritti originali di opere edite e inedite, articoli di giornale, documenti personali, lettere e fotografie) è appena giunto a Milano alla Biblioteca di via Senato, dove si sta provvedendo a un riordino delle carte per poterle mettere a disposizione di quanti, critici, storici e letterati, vorranno consultarle e comprendere a fondo la complessa e controversa figura dello scrittore pratese: Malaparte, infatti, non è ancora stato oggetto di una ragionevole e obiettiva biografia.
La mostra che la Fondazione Biblioteca di via Senato dedica, come primo atto dopo l’acquisizione del suo archivio, a Kurt Erich Suckert vuole testimoniare i fatti salienti della sua vita, attraverso i documenti presenti nell’Archivio, senza giudizi o preconcetti, cercando di rendere giustizia alla sua figura di intellettuale a tutto tondo, apprezzato e conosciuto ancora oggi più all’estero che in Italia.
Malaparte fu arcitaliano in tutti i sensi perché, pur di padre tedesco, fu ben radicato nella tradizione culturale italiana più autentica, rivendicando in ogni momento la propria toscanità; in un’epoca drammaticamente travagliata come la sua, seppe conoscere e raccontare finemente gli italiani coi loro pregi e difetti, in un costante e sincero confronto con le diverse culture incontrate nei suoi viaggi in Europa e nel mondo. Fu soprattutto un attento lettore del suo tempo, sia a livello politico, sia letterario, comprendendo prima e meglio di altri la natura della modernità che si andava faticosamente attuando intorno.
Nel racconto della sua vita si evidenziano quattro momenti che idealmente richiamano i quattro elementi che costituiscono il cosmo. Anche se indicati temporalmente, non sono quattro momenti distinti e separati, ma, nel continuo fluire uno nell’altro, sono la dimostrazione della perenne trasformazione del suo carattere e della sua disposizione, morale e culturale, di fronte agli avvenimenti storici e sociali.
1898-1920. Il fuoco della passione e della conoscenza.
L’apprendistato al Liceo Cicognini di Prato, sui cui banchi studiò anche D’Annunzio. L’interesse per il sociale nell’ambiente operaio della città di Prato. La scoperta della prima guerra mondiale come scelta irrinunciabile e, allo stesso tempo, come fuoco che consuma la vita.
1921-1942. L’aria del Moderno che avanza.
La rivoluzione fascista e la sua conseguente retorica al cospetto delle contemporanee rivoluzioni europee. La comprensione del Moderno. L’aria serena che repentinamente si muta in un vento impetuoso, nel recare in sé il germe di una guerra inevitabile, questa volta subita e mal sopportata.
1943-1945. La terra della rovina.
La guerra civile che distrugge la civiltà. Nei suoi capolavori, Kaputt e la Pelle, mostra le scorie di una generazione perduta: le rovine di una società che non ha più rispetto né memoria.
1946-1957. L’acqua della purificazione.
Passato il dramma della guerra, il tentativo di cercare un proprio equilibrio nella comprensione di sé; l’attrazione per la rappresentazione: il cinema, il teatro e la rivista. L’attenzione per coloro che soffrono e non hanno voce per manifestarlo. La scoperta del dolore fisico e morale.
La mostra si snoda in un percorso visivo che tocca tutte le tappe fondamentali della vita di Curzio Malaparte e le sottolinea esponendo i documenti originali da lui custoditi. Finora non era stato possibile accedere a queste carte che erano serbate gelosamente: ora, finalmente, diventa possibile conoscere, seguendo la vita e la figura dello scrittore pratese, lo svolgimento della storia, non solo intellettuale, di mezzo Novecento italiano.
Saranno infatti esposte per la prima volta le lettere a lui indirizzate dai più importanti personaggi culturali e politici della prima parte del XX secolo, le testimonianze degli amici e dei collaboratori, i suoi manoscritti e dattiloscritti, anche in varie stesure, alcuni documenti personali e fotografie dai suoi album privati come pure quelle delle varie corrispondenze dall’estero [Etiopia, Balcani, Cina: circa una ventina di foto per ogni reportage], che avranno una sezione dedicata. Inoltre sarà dedicato uno spazio particolare alla progettazione e realizzazione della magnifica villa di Capri, alla cui ideazione e arredamento Malaparte contribuì in maniera diretta e originale.
Obiettivo della mostra sarà quello di ricollocare Malaparte nel posto che gli spetta all’interno della storia del secolo scorso, come interprete di primo piano della scena letteraria, politica e sociale europea e mondiale.
La mostra che la Fondazione Biblioteca di via Senato dedica, come primo atto dopo l’acquisizione del suo archivio, a Kurt Erich Suckert vuole testimoniare i fatti salienti della sua vita, attraverso i documenti presenti nell’Archivio, senza giudizi o preconcetti, cercando di rendere giustizia alla sua figura di intellettuale a tutto tondo, apprezzato e conosciuto ancora oggi più all’estero che in Italia.
Malaparte fu arcitaliano in tutti i sensi perché, pur di padre tedesco, fu ben radicato nella tradizione culturale italiana più autentica, rivendicando in ogni momento la propria toscanità; in un’epoca drammaticamente travagliata come la sua, seppe conoscere e raccontare finemente gli italiani coi loro pregi e difetti, in un costante e sincero confronto con le diverse culture incontrate nei suoi viaggi in Europa e nel mondo. Fu soprattutto un attento lettore del suo tempo, sia a livello politico, sia letterario, comprendendo prima e meglio di altri la natura della modernità che si andava faticosamente attuando intorno.
Nel racconto della sua vita si evidenziano quattro momenti che idealmente richiamano i quattro elementi che costituiscono il cosmo. Anche se indicati temporalmente, non sono quattro momenti distinti e separati, ma, nel continuo fluire uno nell’altro, sono la dimostrazione della perenne trasformazione del suo carattere e della sua disposizione, morale e culturale, di fronte agli avvenimenti storici e sociali.
1898-1920. Il fuoco della passione e della conoscenza.
L’apprendistato al Liceo Cicognini di Prato, sui cui banchi studiò anche D’Annunzio. L’interesse per il sociale nell’ambiente operaio della città di Prato. La scoperta della prima guerra mondiale come scelta irrinunciabile e, allo stesso tempo, come fuoco che consuma la vita.
1921-1942. L’aria del Moderno che avanza.
La rivoluzione fascista e la sua conseguente retorica al cospetto delle contemporanee rivoluzioni europee. La comprensione del Moderno. L’aria serena che repentinamente si muta in un vento impetuoso, nel recare in sé il germe di una guerra inevitabile, questa volta subita e mal sopportata.
1943-1945. La terra della rovina.
La guerra civile che distrugge la civiltà. Nei suoi capolavori, Kaputt e la Pelle, mostra le scorie di una generazione perduta: le rovine di una società che non ha più rispetto né memoria.
1946-1957. L’acqua della purificazione.
Passato il dramma della guerra, il tentativo di cercare un proprio equilibrio nella comprensione di sé; l’attrazione per la rappresentazione: il cinema, il teatro e la rivista. L’attenzione per coloro che soffrono e non hanno voce per manifestarlo. La scoperta del dolore fisico e morale.
La mostra si snoda in un percorso visivo che tocca tutte le tappe fondamentali della vita di Curzio Malaparte e le sottolinea esponendo i documenti originali da lui custoditi. Finora non era stato possibile accedere a queste carte che erano serbate gelosamente: ora, finalmente, diventa possibile conoscere, seguendo la vita e la figura dello scrittore pratese, lo svolgimento della storia, non solo intellettuale, di mezzo Novecento italiano.
Saranno infatti esposte per la prima volta le lettere a lui indirizzate dai più importanti personaggi culturali e politici della prima parte del XX secolo, le testimonianze degli amici e dei collaboratori, i suoi manoscritti e dattiloscritti, anche in varie stesure, alcuni documenti personali e fotografie dai suoi album privati come pure quelle delle varie corrispondenze dall’estero [Etiopia, Balcani, Cina: circa una ventina di foto per ogni reportage], che avranno una sezione dedicata. Inoltre sarà dedicato uno spazio particolare alla progettazione e realizzazione della magnifica villa di Capri, alla cui ideazione e arredamento Malaparte contribuì in maniera diretta e originale.
Obiettivo della mostra sarà quello di ricollocare Malaparte nel posto che gli spetta all’interno della storia del secolo scorso, come interprete di primo piano della scena letteraria, politica e sociale europea e mondiale.
02
marzo 2010
Malaparte. Arcitaliano nel mondo
Dal 02 marzo al 26 settembre 2010
Location
BIBLIOTECA DI VIA DEL SENATO
Milano, Via Senato, 14, (Milano)
Milano, Via Senato, 14, (Milano)
Orario di apertura
Aperto tutti i giorni dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.00