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Małgorzata Chomicz – Identità incisa
La mostra presenta una selezione di opere grafiche che delinea il suggestivo percorso di Małgorzata Chomicz, incisora apprezzata in ambito internazionale, dagli anni Novanta fino ad oggi.
Comunicato stampa
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L’Associazione degli Amici dell’Atelier Calcografico di Novazzano inaugura la stagione espositiva del suo anno giubilare, il quarantesimo di attività, con una personale dedicata a Małgorzata Chomicz (*1970), artista internazionalmente nota, di origine polacca, da molti anni stabilmente attiva anche in Italia. La mostra allestita nel Porticato della Biblioteca Salita dei Frati a Lugano presenta una selezione di opere grafiche che delinea il suggestivo percorso di Małgorzata Chomicz nel campo della stampa d’arte dagli anni Novanta fino ad oggi. L’esposizione si apre alla presenza dell’artista sabato 18 maggio, alle ore 17.30, e si potrà visitare fino a sabato 29 giugno.
La prima esposizione di opere grafiche organizzata dall’Associazione Amici dell’Atelier Calcografico (AAAC) di Novazzano nell’anno in corso, che è anche il quarantesimo dalla sua fondazione, è dedicata a Małgorzata Chomicz, originaria della Polonia, incisora di grande pregio apprezzata in ambito internazionale. L’artista divide la propria attività tra la città natale di Olsztyn, dove dal 2020 è professore ordinario di Tecniche di incisione nell’Università di Varmia-Masuria, e Perugia, dove ha uno studio e laboratorio d’incisione.
La mostra presentata nel Porticato della Biblioteca luganese comprende una cinquantina di incisioni di piccolo e grande formato realizzate da Małgorzata Chomicz sin dai suoi esordi negli anni Novanta. Le opere, rappresentative dei suoi principali cicli grafici, sono eseguite con i procedimenti tradizionali di incisione in cavo e in rilievo (acquaforte, acquatinta, puntasecca, maniera nera e linoleografia), talvolta con impressioni multiple e fondi colorati. Come di consueto, tra le incisioni in mostra figura quella stampata appositamente per i soci dell’AAAC nell’Atelier di Gianstefano Galli a Novazzano: “Fossil”, del 2023.
A un’osservazione attenta, le opere di Małgorzata Chomicz rivelano una grande maestria sia nell’utilizzo delle tecniche dell’incisione lineare o puntinata, su lastra metallica e su linoleum, sia nella resa di superfici più o meno sature, eseguite all’acquatinta o a maniera nera.
A un primo sguardo risaltano però le suggestive atmosfere create dall’artista a partire da frammenti di paesaggio, dettagli di elementi naturali o forme geometriche immerse in ambienti tenebrosi, vivificati da manifestazioni di luce che suscitano un’ammirata fascinazione. Come spesso avviene nel campo della stampa d’arte, protagonista è la luce, definita a risparmio dall’accumularsi di linee e superfici inchiostrate e, in modo indiretto, dall’apposizione di toni scuri sul supporto chiaro.
Il titolo “Identità incisa”, proposto dalla stessa artista, offre una possibile chiave di lettura della sua poetica, là dove il termine “identità”, riferito all’opera grafica, definisce il persistere dell’aspetto formale e al tempo stesso sostanziale attraverso il variare degli attributi, degli accidenti e dei modi di essere. In effetti, nel tempo cambiano le fonti d’ispirazione e gli oggetti stessi, ma forte permane la tensione nel creare microcosmi attraverso la luce, che nelle opere di Małgorzata Chomicz conferisce anche senso alla narrazione.
Costante nel tempo risulta l’attitudine a intessere un racconto poetico da frammenti reali di paesaggi, di oggetti e di forme geometriche. Molto appropriatamente la storica dell’arte Ewa Urbànska nella monografia pubblicata nel 2020 per le edizioni dell’Università di Varmia-Masuria, scrive che Małgorzata Chomicz «può creare un'atmosfera grafica e farci sentire l'ansia, il desiderio e la sofferenza nascosti nella natura». I soggetti ispirati alla natura sono infatti trattati come frammenti di trame naturalistiche, brani di realtà, reliquie di essenza materiale che con il contrappunto del manifestarsi della luce evocano narrazioni che vanno al di là della rappresentazione fisica degli oggetti, al di là della percezione visiva contingente.
Non è quindi un caso che due delle opere esposte rechino il titolo di “Haiku”, termine che nella letteratura giapponese indica poesie brevissime che legano un minimo accenno al mondo naturale alla condizione umana: il tutto espresso in tre soli versi, lasciando al lettore il tempo e lo spazio per ampliare e completare l’opera.
Nota biografica
Nata nel 1970 a Olsztyn, in Polonia, dal 1990 Małgorzata Chomicz opera nel campo dell’incisione, della stampa d’arte e del libro d’artista.
Laureatasi nel 1995 all’Accademia di Belle Arti di Poznań, nel 1997 consegue il dottorato di ricerca in Arti grafiche all’Accademia di Belle Arti di Varsavia. Alla sua attività artistica affianca sin dal 1996 la carriera d’insegnante accademico di ruolo di Tecniche di incisione e stampa. Nel 2005 è nominata professore di ricerca presso l’Accademia di Belle Arti di Cracovia; nel 2007 diviene professore straordinario dell’Università di Varmia-Masuria a Olsztyn e nel 2020 consegue nel medesimo ateneo il titolo di professore ordinario.
Nel 2018 è invitata a partecipare al simposio International Graphic Arts Festival organizzato dalla Indira Kala Sangeet University a Khairagarh in India; l’anno successivo è visiting professor in quella stessa sede accademica. L’artista tiene inoltre lezioni d’incisione nel suo studio privato a Perugia.
Promotrice di progetti nel settore dell’incisione, ha presentato tutta una serie di mostre personali – tra cui quella tenutasi nel 2015 al Palazzo di Diocleziano a Spalato – e ha partecipato a innumerevoli collettive in tutto mondo.
Insignita di numerosi riconoscimenti, nel 2019 è premiata alla Triennale Européenne de l’Estampe Contemporaine di Tolosa e nel 2020 riceve il Grand Prix e il Prix du Public assegnati nell’ambito del René Carcan International Prize for Printmaking a Bruxelles.
Sue opere sono conservate in numerosi musei e collezioni pubbliche internazionali, tra cui The China Printmaking Museum di Guanlan, il Museo del vetro antico a Zara, in Croazia, e il Museo della Grafica di Pisa.
Per ulteriori informazioni si rimanda ai siti:
www.incisoricontemporanei.it, www.instagram.com/malgorzatachomicz/
La prima esposizione di opere grafiche organizzata dall’Associazione Amici dell’Atelier Calcografico (AAAC) di Novazzano nell’anno in corso, che è anche il quarantesimo dalla sua fondazione, è dedicata a Małgorzata Chomicz, originaria della Polonia, incisora di grande pregio apprezzata in ambito internazionale. L’artista divide la propria attività tra la città natale di Olsztyn, dove dal 2020 è professore ordinario di Tecniche di incisione nell’Università di Varmia-Masuria, e Perugia, dove ha uno studio e laboratorio d’incisione.
La mostra presentata nel Porticato della Biblioteca luganese comprende una cinquantina di incisioni di piccolo e grande formato realizzate da Małgorzata Chomicz sin dai suoi esordi negli anni Novanta. Le opere, rappresentative dei suoi principali cicli grafici, sono eseguite con i procedimenti tradizionali di incisione in cavo e in rilievo (acquaforte, acquatinta, puntasecca, maniera nera e linoleografia), talvolta con impressioni multiple e fondi colorati. Come di consueto, tra le incisioni in mostra figura quella stampata appositamente per i soci dell’AAAC nell’Atelier di Gianstefano Galli a Novazzano: “Fossil”, del 2023.
A un’osservazione attenta, le opere di Małgorzata Chomicz rivelano una grande maestria sia nell’utilizzo delle tecniche dell’incisione lineare o puntinata, su lastra metallica e su linoleum, sia nella resa di superfici più o meno sature, eseguite all’acquatinta o a maniera nera.
A un primo sguardo risaltano però le suggestive atmosfere create dall’artista a partire da frammenti di paesaggio, dettagli di elementi naturali o forme geometriche immerse in ambienti tenebrosi, vivificati da manifestazioni di luce che suscitano un’ammirata fascinazione. Come spesso avviene nel campo della stampa d’arte, protagonista è la luce, definita a risparmio dall’accumularsi di linee e superfici inchiostrate e, in modo indiretto, dall’apposizione di toni scuri sul supporto chiaro.
Il titolo “Identità incisa”, proposto dalla stessa artista, offre una possibile chiave di lettura della sua poetica, là dove il termine “identità”, riferito all’opera grafica, definisce il persistere dell’aspetto formale e al tempo stesso sostanziale attraverso il variare degli attributi, degli accidenti e dei modi di essere. In effetti, nel tempo cambiano le fonti d’ispirazione e gli oggetti stessi, ma forte permane la tensione nel creare microcosmi attraverso la luce, che nelle opere di Małgorzata Chomicz conferisce anche senso alla narrazione.
Costante nel tempo risulta l’attitudine a intessere un racconto poetico da frammenti reali di paesaggi, di oggetti e di forme geometriche. Molto appropriatamente la storica dell’arte Ewa Urbànska nella monografia pubblicata nel 2020 per le edizioni dell’Università di Varmia-Masuria, scrive che Małgorzata Chomicz «può creare un'atmosfera grafica e farci sentire l'ansia, il desiderio e la sofferenza nascosti nella natura». I soggetti ispirati alla natura sono infatti trattati come frammenti di trame naturalistiche, brani di realtà, reliquie di essenza materiale che con il contrappunto del manifestarsi della luce evocano narrazioni che vanno al di là della rappresentazione fisica degli oggetti, al di là della percezione visiva contingente.
Non è quindi un caso che due delle opere esposte rechino il titolo di “Haiku”, termine che nella letteratura giapponese indica poesie brevissime che legano un minimo accenno al mondo naturale alla condizione umana: il tutto espresso in tre soli versi, lasciando al lettore il tempo e lo spazio per ampliare e completare l’opera.
Nota biografica
Nata nel 1970 a Olsztyn, in Polonia, dal 1990 Małgorzata Chomicz opera nel campo dell’incisione, della stampa d’arte e del libro d’artista.
Laureatasi nel 1995 all’Accademia di Belle Arti di Poznań, nel 1997 consegue il dottorato di ricerca in Arti grafiche all’Accademia di Belle Arti di Varsavia. Alla sua attività artistica affianca sin dal 1996 la carriera d’insegnante accademico di ruolo di Tecniche di incisione e stampa. Nel 2005 è nominata professore di ricerca presso l’Accademia di Belle Arti di Cracovia; nel 2007 diviene professore straordinario dell’Università di Varmia-Masuria a Olsztyn e nel 2020 consegue nel medesimo ateneo il titolo di professore ordinario.
Nel 2018 è invitata a partecipare al simposio International Graphic Arts Festival organizzato dalla Indira Kala Sangeet University a Khairagarh in India; l’anno successivo è visiting professor in quella stessa sede accademica. L’artista tiene inoltre lezioni d’incisione nel suo studio privato a Perugia.
Promotrice di progetti nel settore dell’incisione, ha presentato tutta una serie di mostre personali – tra cui quella tenutasi nel 2015 al Palazzo di Diocleziano a Spalato – e ha partecipato a innumerevoli collettive in tutto mondo.
Insignita di numerosi riconoscimenti, nel 2019 è premiata alla Triennale Européenne de l’Estampe Contemporaine di Tolosa e nel 2020 riceve il Grand Prix e il Prix du Public assegnati nell’ambito del René Carcan International Prize for Printmaking a Bruxelles.
Sue opere sono conservate in numerosi musei e collezioni pubbliche internazionali, tra cui The China Printmaking Museum di Guanlan, il Museo del vetro antico a Zara, in Croazia, e il Museo della Grafica di Pisa.
Per ulteriori informazioni si rimanda ai siti:
www.incisoricontemporanei.it, www.instagram.com/malgorzatachomicz/
18
maggio 2024
Małgorzata Chomicz – Identità incisa
Dal 18 maggio al 29 giugno 2024
arte contemporanea
Location
BIBLIOTECA SALITA DEI FRATI
Lugano, Salita Dei Frati, 4/A, (Lugano)
Lugano, Salita Dei Frati, 4/A, (Lugano)
Orario di apertura
mercoledì, giovedì e venerdì: ore 14-18 / sabato: ore 9-12
Vernissage
18 Maggio 2024, 17.30
Sito web
Autore
Produzione organizzazione