Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Malkunst 2
Pittura d’oggi a Berlino
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Fondazione Mudima, presenta a Milano la seconda parte del progetto MALKUNST – pittura d’oggi a Berlino – iniziato nel 2000, un saggio della vitalità della giovane generazione di artisti che vive e lavora in Germania.
La pittura intesa nel suo significato più proprio è da vari anni, soprattutto in Germania, un medium privilegiato in grado di raccogliere e sintetizzare stimoli esterni e di leggere la realtà contemporanea; le immagini riprese, fotografate, rielaborate da supporti informatici scelgono la tela per essere composte ed espresse.
Non a caso il titolo della mostra prende il nome dall’ allegoria della pittura (Die Malkunst) di Jan Vermeer, un’opera del 1665/66 centrata sulla tensione tra riproduzione del reale e creazione dell’immagine.
Dieci artisti hanno lavorato sulle possibilità relazionali tra la pittura e lo spazio contenitore. Martin Damman, (Friedrichshafen/Bodensee, Germania, 1965 – vive e lavora a Berlino), è principalmente conosciuto per i suoi acquerelli su carta di grandi dimensioni così come per il suo lavoro video. Le fonti principali da cui deriva il suo lavoro, vengono dalla tv e dalle pellicole cinematografiche così come dagli archivi storici e dalle immagini di guerra; spesso nelle sue mostre combina i watercolors con le fotografie della seconda guerra mondiale stampate ad alta risoluzione. Martin Eder (Augsburg, Germania, 1968 – vive e lavora a Berlino), esponente di spicco dell’ultima generazione di pittori tedeschi, realizza lavori quasi surrealisti, mettendo insieme immagini di donne prese da riviste pornografiche e cuccioli di animali, pur non essendo interessato né alla pornografia come Jeff Koons né agli animali. L’artista usa cliché commerciali per commentare la società contemporanea guidata da desideri infantili. Come surrealista è anche il lavoro di Oda Jaune (Sofia, Bulgaria, 1979 – vive e lavora a Düsseldorf). Una tra le più interessanti artiste della nuova generazione in Germania. La giovane artista bulgara per i suoi quadri prende spunto da foto scattate durante i suoi viaggi e da immagini prese da internet o da riviste, per poi riassemblarle in un insieme bizzarro. I suoi lavori, senza titolo, ci pongono delle domande alle quali lo spettatore deve dare risposte. Il risultato formale ci riporta ai quadri di Renè Magritte o anche alla pittura metafisica di Giorgio De Chirico. La ricerca di Axel Geis (Limburg, Germania, 1970 – vive e lavora a Berlino) e dell’artista inglese Gavin Tremlett (Hertford UK, 1977 – vive e lavora a Berlino) si focalizza principalmente sulla figura umana, ma mentre lo stile di Tremlett richiama la pittura italiana del sedicesimo secolo usando le tecniche di chiaro scuro, caravaggesche, dando ai corpi un effetto scultoreo, Geis al contrario prende spunto dal cinema e da vecchie foto, trasferendole sulla tela attraverso un processo di astrazione pittorica, che ne modifica i contenuti. L’artista greco Dimitris Tzamouranis (Kalamata, Grecia 1967 – vive e lavora a Berlino), adotta una tecnica che deriva dalla pittura religiosa tradizionale, usando come superficie pittorica il rame. La natura di questo materiale, lo ha portato ad interessarsi al concetto di specchiamento, obbligando lo spettatore a porsi domande sulle differenze percettive tra le immagini reali e quelle riflesse. Erik Schmidt (Herford, Germania, 1968 – vive e lavora a Berlino), crea i suoi quadri con lo spirito fotografico, dando importanza all’inquadratura e al tempo di esposizione. Frammenti di vita quotidiana sono immortalati sulla tela, cercando di riprodurre uno scatto fotografico con uno stile quasi impressionista. Conosciuto anche per i suoi lavori video, nei quali partecipa in qualità di cronista e voyeur.
Franziska Klotz (Dresda, Germania, 1979 – vive e lavora a Berlino) un’altra giovane di grande interesse, alternando olii, acrilici e spray, l’artista predilige soggetti colti nello scorrere abituale della vita quotidiana all’interno di spazi reali e virtuali che funzionano come ambienti e scenari, riportandoli sulla tela con una pittura gestuale, a tratti appositamente non finiti e con colori estesi a larghe campiture, al contrario l’inglese Marten Frerichs (North Shields, UK, 1967 – vive e lavora a Berlino) rappresenta spazi interni ed esterni dove la figura umana è bandita, costringendo in questo modo lo spettatore a proiettarsi in questi spazi, venendone però respinto dalle superfici piatte dei quadri . Deliberatamente rifiuta l’olio, considerato troppo classico, usando acrilici, inchiostri e vernici. I soggetti dei suoi lavori derivano dalla cultura pop. Kailiang Yang (Jinan-Shandong, Cina, 1974 – vive e lavora ad Amburgo). Dopo avere seguito i corsi di Norbert Schwontkwoski, l’artista cinese focalizza il suo lavoro su scenari quotidiani, sezionando strade e quartieri di città, riportando sulla tela le sue percezioni visive. Alterna scenari pittorici curati nei dettagli, quasi iperrealisti, ad altri che sembrano sfuocati e confusi, generando uno spostamento multidirezionale in chi li osserva.
La pittura intesa nel suo significato più proprio è da vari anni, soprattutto in Germania, un medium privilegiato in grado di raccogliere e sintetizzare stimoli esterni e di leggere la realtà contemporanea; le immagini riprese, fotografate, rielaborate da supporti informatici scelgono la tela per essere composte ed espresse.
Non a caso il titolo della mostra prende il nome dall’ allegoria della pittura (Die Malkunst) di Jan Vermeer, un’opera del 1665/66 centrata sulla tensione tra riproduzione del reale e creazione dell’immagine.
Dieci artisti hanno lavorato sulle possibilità relazionali tra la pittura e lo spazio contenitore. Martin Damman, (Friedrichshafen/Bodensee, Germania, 1965 – vive e lavora a Berlino), è principalmente conosciuto per i suoi acquerelli su carta di grandi dimensioni così come per il suo lavoro video. Le fonti principali da cui deriva il suo lavoro, vengono dalla tv e dalle pellicole cinematografiche così come dagli archivi storici e dalle immagini di guerra; spesso nelle sue mostre combina i watercolors con le fotografie della seconda guerra mondiale stampate ad alta risoluzione. Martin Eder (Augsburg, Germania, 1968 – vive e lavora a Berlino), esponente di spicco dell’ultima generazione di pittori tedeschi, realizza lavori quasi surrealisti, mettendo insieme immagini di donne prese da riviste pornografiche e cuccioli di animali, pur non essendo interessato né alla pornografia come Jeff Koons né agli animali. L’artista usa cliché commerciali per commentare la società contemporanea guidata da desideri infantili. Come surrealista è anche il lavoro di Oda Jaune (Sofia, Bulgaria, 1979 – vive e lavora a Düsseldorf). Una tra le più interessanti artiste della nuova generazione in Germania. La giovane artista bulgara per i suoi quadri prende spunto da foto scattate durante i suoi viaggi e da immagini prese da internet o da riviste, per poi riassemblarle in un insieme bizzarro. I suoi lavori, senza titolo, ci pongono delle domande alle quali lo spettatore deve dare risposte. Il risultato formale ci riporta ai quadri di Renè Magritte o anche alla pittura metafisica di Giorgio De Chirico. La ricerca di Axel Geis (Limburg, Germania, 1970 – vive e lavora a Berlino) e dell’artista inglese Gavin Tremlett (Hertford UK, 1977 – vive e lavora a Berlino) si focalizza principalmente sulla figura umana, ma mentre lo stile di Tremlett richiama la pittura italiana del sedicesimo secolo usando le tecniche di chiaro scuro, caravaggesche, dando ai corpi un effetto scultoreo, Geis al contrario prende spunto dal cinema e da vecchie foto, trasferendole sulla tela attraverso un processo di astrazione pittorica, che ne modifica i contenuti. L’artista greco Dimitris Tzamouranis (Kalamata, Grecia 1967 – vive e lavora a Berlino), adotta una tecnica che deriva dalla pittura religiosa tradizionale, usando come superficie pittorica il rame. La natura di questo materiale, lo ha portato ad interessarsi al concetto di specchiamento, obbligando lo spettatore a porsi domande sulle differenze percettive tra le immagini reali e quelle riflesse. Erik Schmidt (Herford, Germania, 1968 – vive e lavora a Berlino), crea i suoi quadri con lo spirito fotografico, dando importanza all’inquadratura e al tempo di esposizione. Frammenti di vita quotidiana sono immortalati sulla tela, cercando di riprodurre uno scatto fotografico con uno stile quasi impressionista. Conosciuto anche per i suoi lavori video, nei quali partecipa in qualità di cronista e voyeur.
Franziska Klotz (Dresda, Germania, 1979 – vive e lavora a Berlino) un’altra giovane di grande interesse, alternando olii, acrilici e spray, l’artista predilige soggetti colti nello scorrere abituale della vita quotidiana all’interno di spazi reali e virtuali che funzionano come ambienti e scenari, riportandoli sulla tela con una pittura gestuale, a tratti appositamente non finiti e con colori estesi a larghe campiture, al contrario l’inglese Marten Frerichs (North Shields, UK, 1967 – vive e lavora a Berlino) rappresenta spazi interni ed esterni dove la figura umana è bandita, costringendo in questo modo lo spettatore a proiettarsi in questi spazi, venendone però respinto dalle superfici piatte dei quadri . Deliberatamente rifiuta l’olio, considerato troppo classico, usando acrilici, inchiostri e vernici. I soggetti dei suoi lavori derivano dalla cultura pop. Kailiang Yang (Jinan-Shandong, Cina, 1974 – vive e lavora ad Amburgo). Dopo avere seguito i corsi di Norbert Schwontkwoski, l’artista cinese focalizza il suo lavoro su scenari quotidiani, sezionando strade e quartieri di città, riportando sulla tela le sue percezioni visive. Alterna scenari pittorici curati nei dettagli, quasi iperrealisti, ad altri che sembrano sfuocati e confusi, generando uno spostamento multidirezionale in chi li osserva.
15
febbraio 2007
Malkunst 2
Dal 15 febbraio al 15 marzo 2007
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE MUDIMA
Milano, Via Alessandro Tadino, 26, (Milano)
Milano, Via Alessandro Tadino, 26, (Milano)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì dalle ore 10.30 – 13.00 / 15.30 – 19.30
Vernissage
15 Febbraio 2007, ore 18.30
Autore