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MaMa – Arcaico contemporaneo
A tu per tu con la terracotta, MaMa incorre nella creazione di manufatti “comunemente estranei” in cui l’uso comune (è il caso dei vasi) diviene parte infinitesimale della loro presenza, e l’estraneità porta alla curiosità di conoscerli, toccarli, capirne l’estetica in rapporto ad un ipotetico ieri
Comunicato stampa
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Che azione intraprende l'artista in cerca di un anacronismo impossibile, come quello di un'arcaicità capace d'incastrarsi al millimetro tra le sovrastrutture contemporanee? Si costruisce un'arcaicità tutta propria, e così ha fatto Massimiliano Marchetti, in arte MaMa. Partendo ovviamente dall'azione primaria, fondare plasticamente le sue tracce fisiche con l'ausilio della terracotta (tecnica nel dna per un savonese e sicuramente oggi più ancien di altre, ed anche per questo praticamente e ideologicamente fondamentale nel lavoro di MaMa).
Dalla terracotta l'artista trae i cimeli di una fantomatica archeologia caratterizzata dal più che ricorrente richiamo alla rotondità sferica, pur se MaMa stesso sembri non tenere mai troppo in considerazione la finitezza formale di tale geometria. Che si apre quindi a possibili variazioni sul tema, divenendo contenitore come un mitologico vaso di Pandora proiettato nell'attualità, o una geometria scardinata dall'interno, generando sulla sua superficie una miriade di inclusioni multiformi. Un feticcio Arcaico contemporaneo che assolve l'importante scopo della forma-palinsesto per coprirsi di una miriadi di simboli, e su cui è lapalissiano il peso dei segni pressati per mano di Mama, indecifrabile scrittura che nella sua profondità è stemperata dal brillio lucente degli smalti. Lucido e scabro, il contatto tra la materia prima e l'artista si risolve in un tutti contro tutti senza vincitori o vinti, dove la gentilezza delle parti riflettenti corre in aiuto delle superfici più avvizzite.
A tu per tu con la terracotta, MaMa incorre nella creazione di manufatti “comunemente estranei” in cui l'uso comune (è il caso dei vasi) diviene parte infinitesimale della loro presenza, e l'estraneità porta alla curiosità di conoscerli, toccarli, capirne l'estetica in rapporto ad un ipotetico ieri che gli appartiene almeno quanto un assodato oggi. L'universo creato da MaMa è lì immobile, in attesa solo d'essere scoperto. (Testo critico a cura di Andrea Rossetti)
Dalla terracotta l'artista trae i cimeli di una fantomatica archeologia caratterizzata dal più che ricorrente richiamo alla rotondità sferica, pur se MaMa stesso sembri non tenere mai troppo in considerazione la finitezza formale di tale geometria. Che si apre quindi a possibili variazioni sul tema, divenendo contenitore come un mitologico vaso di Pandora proiettato nell'attualità, o una geometria scardinata dall'interno, generando sulla sua superficie una miriade di inclusioni multiformi. Un feticcio Arcaico contemporaneo che assolve l'importante scopo della forma-palinsesto per coprirsi di una miriadi di simboli, e su cui è lapalissiano il peso dei segni pressati per mano di Mama, indecifrabile scrittura che nella sua profondità è stemperata dal brillio lucente degli smalti. Lucido e scabro, il contatto tra la materia prima e l'artista si risolve in un tutti contro tutti senza vincitori o vinti, dove la gentilezza delle parti riflettenti corre in aiuto delle superfici più avvizzite.
A tu per tu con la terracotta, MaMa incorre nella creazione di manufatti “comunemente estranei” in cui l'uso comune (è il caso dei vasi) diviene parte infinitesimale della loro presenza, e l'estraneità porta alla curiosità di conoscerli, toccarli, capirne l'estetica in rapporto ad un ipotetico ieri che gli appartiene almeno quanto un assodato oggi. L'universo creato da MaMa è lì immobile, in attesa solo d'essere scoperto. (Testo critico a cura di Andrea Rossetti)
15
ottobre 2016
MaMa – Arcaico contemporaneo
Dal 15 al 26 ottobre 2016
arte contemporanea
Location
SATURA – PALAZZO STELLA
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15-19
Vernissage
15 Ottobre 2016, 17.00
Autore
Curatore