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Manifesti d’artista
Opere d’arte affisse lungo la strada al posto dei manifesti commerciali
Comunicato stampa
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“MANIFESTI D’ARTISTA” – terza edizione
Riparte “manifesti d’artista”, ossia l’iniziativa che propone opere d’arte affisse lungo la strada al posto dei manifesti commerciali, in via Fabio Severo, di fronte al Palazzo di Giustizia, luogo ormai eletto a questo genere di pubbliche proposizioni artistiche. E’ sempre il Gruppo 78 a promuoverle a cura di Maria Campitelli in collaborazione con Elisa Vladilo, sulla scia di quell’ampio discorso sull’Arte Pubblica svolto in città tra il 2007 e il 2008.
Dal prossimo 8 giugno, ogni 15 giorni si snoderanno, nel gigantesco formato di 3 metri x 6, fino alla metà di ottobre (salvo il mese di agosto) immagini, messaggi, enunciati frutto di riflessioni e pensieri che scaturiscono da convinzioni e sperimentazioni avvallate da collaudati percorsi d’arte. Il fatto di portare l’arte lungo le strade, fuori dai musei e gallerie - cioè da luoghi protetti oltre che destinati nello specifico all’esposizione di prodotti artistici - comporta certo una visione e un consumo diversi dell’opera stessa. Innanzi tutto testimonia una volontà di apertura e di democratizzazione del prodotto artistico, rendendolo visibile e fruibile da tutti, non solo dagli addetti ai lavori, dall’uomo della strada proprio in senso letterale, in quanto chiunque, automobilisti compresi, può lasciarsi investire dal diverso flusso d’informazione che da essi promana. In secondo luogo in qualche modo s’instaura un’inevitabile connessione tra l’immagine d’arte e il manifesto pubblicitario in sé, usato di norma a fini commerciali, in quanto l’artista stesso a volte tende a parafrasarne le modalità visive di promozione commerciale, o con intenti ludici o risucchiando l’arte in una sfera promozionale e autoreferenziale in un complesso gioco di interferenze e di scambio di ruoli. Certi artisti, come Carlo Buzzi ad esempio, hanno scelto da tempo di proporre il loro lavoro attraverso i manifesti stradali, e soprattutto attraverso la propria immagine, coniugando visibilità e pensiero (e molta ironia), assieme alla realtà circostante, dentro a sequenze di altri manifesti di tutt’altro tenore, proprio per una coesistenza di arte e quotidianità. Una sorta di commento, di proposizione “altra”, di disturbo se vogliamo, nel marasma indefinito del bombardamento pubblicitario, azzerato dal suo eccesso. Il concetto di “pubblico” poi può ingenerare diverse interpretazioni veicolando l’espressione verso forme nuove rispetto a quelle di solito praticate dall’artista, verso contaminazioni ed echi di altri linguaggi, come quello dei trailer cinematografici, oppure, al contrario, c’è chi propone il proprio lavoro come fosse esposto in galleria, semplicemente ingrandito. E c’è l’ulteriore declinazione pubblica del “dopo”, nella breve durata della sua affissione, in cui la fruizione da parte dell’occasionale visitatore della strada può consumarsi nei modi più imprevisti fino alla parziale o totale distruzione, per non parlare dell’incidenza delle condizioni meteorologiche. E’ insomma un prodotto soggetto alla trasformazione, ad un logorio accelerato.
I temi proposti quest’anno variano all’infinito, dalle problematiche sociali, come il fenomeno delle migrazioni, a quello della donna nello scenario attuale, dal teriomorfismo (attributi animali innestati in figure umane) all’utilizzo di frames in scansioni di stampo cinematografico, dalla resistenza dell’arte in qualsiasi frangente, anche di fronte a tragiche distruzioni, alle riflessioni che nascono da assemblaggi di immagini tratte da riviste, alla citazione di eventi di public art, evocati da sequenze fotografiche…
16 gli artisti che quest’anno si affacceranno lungo la via Fabio Severo: locali, nazionali e stranieri: tra questi ultimi tre austriaci, una svizzera e due sloveni. Essi sono : Angelo Pretolani, Erika Stocker, Marco Deganutti, Anda Klancic, Carlo Buzzi, Luca Scarabelli, Martin Dickinger, Uli Vobank Schedler, Hyeda Klein, Laura Malacart, Manuela Sedmach, Barbara Faessler, Anna Pontel, BRIDA, Annalisa Cattani, Giancarlo Norese.
I primi manifesti che decollano l’8 giugno con appuntamento alle ore 18, sono di Angelo Pretolani ed Erika Stocker.
La grandiosa foglia di alloro di Angelo Pretolani si ricollega a face book, innestandosi così in una attualissima e diffusissima prassi di comunicazione. Rientra infatti nel lavoro di performance quotidiano che l’artista svolge sul blog planetario, dal titolo “Sotto il selciato c’è la spiaggia” e si riferisce alla performance dello scorso 29 aprile. L’azione, realmente accaduta, riguarda Angelo che passeggia lungo il marciapiede del binario 9 della stazione Brignole a Genova, mentre ascolta distrattamente gli annunci dei treni. Abbandona la foglia di alloro nella sala di aspetto con su scritto “Lascia che la vita ti passi attraverso”. Una frase di adesione alla vita, intrisa di pacata filosofia, un invito ad abbandonarsi senza remore ad essa. “Sotto il selciato c’è la spiaggia” discende dall’omonimo titolo del film di Helma Sanders del 1975, a sua volta sottratto a uno slogan del maggio francese, e questo percorso, scelto da Pretolani, la dice lunga circa l’orientamento, le convinzioni, le nostalgie dell’artista.
Altrettanto significativo il messaggio di Erika Stocker lanciato attraverso un’immagine bicromatica (giallo/viola) che nei contorni evoca la forma bombata dei vecchi televisori catodici. Un’immagine, tratta da un’antica diapositiva, che passa dunque attraverso la TV, luogo di trasmissione per eccellenza. E racconta di una casa in demolizione, dove tra i calcinacci passa l’artista stessa. E’ la sua casa, quella che poi, nella ristrutturazione, si è trasformata in quella attuale. Ma questo interessa fino a un certo punto. Ciò che colpisce è l’analogia intenzionale con le attuali distruzioni dell’Abruzzo; un passare attraverso, con spirito costruttivo e fiducioso, accompagnati dalla dicitura “L’arte attraversa vittoriosamente la vita”. Qui è una fede nell’arte che vince gli ostacoli e le difficoltà della vita, un opporsi alla distruzione attraverso la sua forza universale che non muore mai, ed è un’affermazione estensibile alle realtà più disparate.
Riparte “manifesti d’artista”, ossia l’iniziativa che propone opere d’arte affisse lungo la strada al posto dei manifesti commerciali, in via Fabio Severo, di fronte al Palazzo di Giustizia, luogo ormai eletto a questo genere di pubbliche proposizioni artistiche. E’ sempre il Gruppo 78 a promuoverle a cura di Maria Campitelli in collaborazione con Elisa Vladilo, sulla scia di quell’ampio discorso sull’Arte Pubblica svolto in città tra il 2007 e il 2008.
Dal prossimo 8 giugno, ogni 15 giorni si snoderanno, nel gigantesco formato di 3 metri x 6, fino alla metà di ottobre (salvo il mese di agosto) immagini, messaggi, enunciati frutto di riflessioni e pensieri che scaturiscono da convinzioni e sperimentazioni avvallate da collaudati percorsi d’arte. Il fatto di portare l’arte lungo le strade, fuori dai musei e gallerie - cioè da luoghi protetti oltre che destinati nello specifico all’esposizione di prodotti artistici - comporta certo una visione e un consumo diversi dell’opera stessa. Innanzi tutto testimonia una volontà di apertura e di democratizzazione del prodotto artistico, rendendolo visibile e fruibile da tutti, non solo dagli addetti ai lavori, dall’uomo della strada proprio in senso letterale, in quanto chiunque, automobilisti compresi, può lasciarsi investire dal diverso flusso d’informazione che da essi promana. In secondo luogo in qualche modo s’instaura un’inevitabile connessione tra l’immagine d’arte e il manifesto pubblicitario in sé, usato di norma a fini commerciali, in quanto l’artista stesso a volte tende a parafrasarne le modalità visive di promozione commerciale, o con intenti ludici o risucchiando l’arte in una sfera promozionale e autoreferenziale in un complesso gioco di interferenze e di scambio di ruoli. Certi artisti, come Carlo Buzzi ad esempio, hanno scelto da tempo di proporre il loro lavoro attraverso i manifesti stradali, e soprattutto attraverso la propria immagine, coniugando visibilità e pensiero (e molta ironia), assieme alla realtà circostante, dentro a sequenze di altri manifesti di tutt’altro tenore, proprio per una coesistenza di arte e quotidianità. Una sorta di commento, di proposizione “altra”, di disturbo se vogliamo, nel marasma indefinito del bombardamento pubblicitario, azzerato dal suo eccesso. Il concetto di “pubblico” poi può ingenerare diverse interpretazioni veicolando l’espressione verso forme nuove rispetto a quelle di solito praticate dall’artista, verso contaminazioni ed echi di altri linguaggi, come quello dei trailer cinematografici, oppure, al contrario, c’è chi propone il proprio lavoro come fosse esposto in galleria, semplicemente ingrandito. E c’è l’ulteriore declinazione pubblica del “dopo”, nella breve durata della sua affissione, in cui la fruizione da parte dell’occasionale visitatore della strada può consumarsi nei modi più imprevisti fino alla parziale o totale distruzione, per non parlare dell’incidenza delle condizioni meteorologiche. E’ insomma un prodotto soggetto alla trasformazione, ad un logorio accelerato.
I temi proposti quest’anno variano all’infinito, dalle problematiche sociali, come il fenomeno delle migrazioni, a quello della donna nello scenario attuale, dal teriomorfismo (attributi animali innestati in figure umane) all’utilizzo di frames in scansioni di stampo cinematografico, dalla resistenza dell’arte in qualsiasi frangente, anche di fronte a tragiche distruzioni, alle riflessioni che nascono da assemblaggi di immagini tratte da riviste, alla citazione di eventi di public art, evocati da sequenze fotografiche…
16 gli artisti che quest’anno si affacceranno lungo la via Fabio Severo: locali, nazionali e stranieri: tra questi ultimi tre austriaci, una svizzera e due sloveni. Essi sono : Angelo Pretolani, Erika Stocker, Marco Deganutti, Anda Klancic, Carlo Buzzi, Luca Scarabelli, Martin Dickinger, Uli Vobank Schedler, Hyeda Klein, Laura Malacart, Manuela Sedmach, Barbara Faessler, Anna Pontel, BRIDA, Annalisa Cattani, Giancarlo Norese.
I primi manifesti che decollano l’8 giugno con appuntamento alle ore 18, sono di Angelo Pretolani ed Erika Stocker.
La grandiosa foglia di alloro di Angelo Pretolani si ricollega a face book, innestandosi così in una attualissima e diffusissima prassi di comunicazione. Rientra infatti nel lavoro di performance quotidiano che l’artista svolge sul blog planetario, dal titolo “Sotto il selciato c’è la spiaggia” e si riferisce alla performance dello scorso 29 aprile. L’azione, realmente accaduta, riguarda Angelo che passeggia lungo il marciapiede del binario 9 della stazione Brignole a Genova, mentre ascolta distrattamente gli annunci dei treni. Abbandona la foglia di alloro nella sala di aspetto con su scritto “Lascia che la vita ti passi attraverso”. Una frase di adesione alla vita, intrisa di pacata filosofia, un invito ad abbandonarsi senza remore ad essa. “Sotto il selciato c’è la spiaggia” discende dall’omonimo titolo del film di Helma Sanders del 1975, a sua volta sottratto a uno slogan del maggio francese, e questo percorso, scelto da Pretolani, la dice lunga circa l’orientamento, le convinzioni, le nostalgie dell’artista.
Altrettanto significativo il messaggio di Erika Stocker lanciato attraverso un’immagine bicromatica (giallo/viola) che nei contorni evoca la forma bombata dei vecchi televisori catodici. Un’immagine, tratta da un’antica diapositiva, che passa dunque attraverso la TV, luogo di trasmissione per eccellenza. E racconta di una casa in demolizione, dove tra i calcinacci passa l’artista stessa. E’ la sua casa, quella che poi, nella ristrutturazione, si è trasformata in quella attuale. Ma questo interessa fino a un certo punto. Ciò che colpisce è l’analogia intenzionale con le attuali distruzioni dell’Abruzzo; un passare attraverso, con spirito costruttivo e fiducioso, accompagnati dalla dicitura “L’arte attraversa vittoriosamente la vita”. Qui è una fede nell’arte che vince gli ostacoli e le difficoltà della vita, un opporsi alla distruzione attraverso la sua forza universale che non muore mai, ed è un’affermazione estensibile alle realtà più disparate.
08
giugno 2009
Manifesti d’artista
Dall'otto giugno al 15 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
VIA FABIO SEVERO
Trieste, Via Fabio Severo, (Trieste)
Trieste, Via Fabio Severo, (Trieste)
Vernissage
8 Giugno 2009, ore 18
Sito web
www.gruppo78.it
Autore
Curatore