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Manifesti d’artista
E’ una forma d’arte pubblica che seduce molti artisti, specie giovani, che permette loro di far conoscere i propri esiti creativi, scavalcando i non sempre facili gradini di accesso alle gallerie private, ai musei o alle pubbliche istituzioni
Comunicato stampa
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L’operazione “manifesti d’artista”, dopo il successo ottenuto l’anno scorso, torna ad apparire a Trieste, in via Fabio Severo, angolo Foro Ulpiano. E’ ancora il GRUPPO 78 a promuovere l’iniziativa, a cura di Maria Campitelli in collaborazione con Elisa Vladilo, e con il sostegno dell’assessorato alla cultura della Regione F.V.G.
E’ una forma d’arte pubblica che seduce molti artisti, specie giovani, che permette loro di far conoscere i propri esiti creativi, scavalcando i non sempre facili gradini di accesso alle gallerie private, ai musei o alle pubbliche istituzioni. E’ una forma più fresca ed immediata di distribuzione dell’arte presso il cittadino della strada, dall’occasionale passante, all’automobilista, a tutti dunque, in un’arena di confronto aperta, a differenza dei luoghi deputati all’arte, di natura elitaria dove l’espressione passa attraverso le mediazioni dei cosidetti “addetti ai lavori”. E’ una forma che ha attecchito anche in altri ambiti della nostra regione, come ad esempio nelle strade di Codroipo (UD) dove sono divenuti manifesti d’arte le immagini dei lavori premiati l’anno scorso all’ultima edizione di “Maninfesto” - dedicata alla fotografia - promossa dal centro d’arte contemporanea di Villa Manin.
Viviamo un momento storico dove da più parti, si manifesta la necessità di democratizzare l’arte. Di renderla partecipata, un bene di e per tutti, considerazione questa su cui viaggia in particolar modo la “Public Art”. Di essa il Gruppo 78 si è occupato l’anno scorso.
E’ il fatto di invadere uno spazio di norma utilizzato dalla pubblicità, a cambiare le carte in tavola, una salutare appropriazione che tenta di suscitare nel cittadino almeno una perplessità, un’interrogativo che può diventare la via di avvicinamento a un mondo sconosciuto, pieno di fascinazioni, qual è l’universo “arte”. Ricordiamo che esistono i prodromi di questo percorso, da Belfast parecchi anni fa, dove si è incominciato ad usare gli spazi d’affissione commerciali per diffondere opere d’arte - a cui ha partecipato anche la triestina Elisa Vladilo. E poi c’è la lunga esperienza, tuttora in atto, di “Careof”, la galleria d’arte di Milano che, tra le tante attività, continua a promuovere artisti attraverso i “manifesti” in via Luigi Nono.
Quest’anno gli artisti invitati provengono non solo dall’Italia; si cosittuisce così anche un confronto internazionale, con proposte tra loro diversissime.
Spesso sono fotografie scattate e rielaborate ad hoc per lo spazio gigantesco – i manifesti misurano m. 3 x 6 – o riproduzioni di opere grafiche, o enunciati che adombrano pensieri e letture particolari del mondo in cui viviamo, proposizioni ironiche e giocose, partendo proprio dall’aspetto commerciale dell’affissione, e vi compare anche la poesia, o meglio lla scrittura poetica (Roberto Dedenaro) come soggetto non meno importante dell’arte, da distribuire a tutti.
Gli artisti sono : Mauro Altamura (U.S.A.), Carlo Andreasi, Roberto Dedenaro, Lucia Flego, Massimo Gardone, Adriano Gon, Sebastjan Leban –Stas Kleindienst (Slovenia), Ivana Maksimovic (Serbia), Cesare Piccotti, Mario Sillani Djerrahian, Paolo Ravalico Scerri, Francesca Tjia, Paolo Toffolutti, Tadej Pogacar, (Slovenia), Cristina Treppo.
I nuovi manifesti d’artista partono il 21 luglio 2008 con tre lavori di Mauro Altamura, Lucia Flego, Ivana Maksimovic.
Mauro Altamura è un artista americano che privilegia, nella sua ricerca espressiva, la fotografia. Ama il ritratto, ma usa una procedura particolare di sfocamento dell’immagine che acquista così un tono crepuscolare, ed introspettivo. L’immagine per il manifesto che s’intitola “Airplane 1” discende da una nuova serie di lavori realizzati con una camera/giocattolo con cui l’artista fotografa aerei in volo. L’immagine dell’aereo è volutamente piccola, quasi una macchia insignificante nella profondità del cielo e non sembra avere alcuna connessione con la terra. L’immenso spazio che lo circonda vuole implicare quell’idea di pacifica solitudine che in passato accompagnava il concetto romantico di volo e viaggio. Dopo l’11 settembre l’aereo da simbolo di potere industriale e di libertà è passato a quello di minaccia e di paura. L’aereo solitario del manifesto, terribilmente lontano, intende riflettere questi nuovi significati confluiti nell’immaginario collettivo.
Lucia Flego propone “Foto di famiglia”, una gigantografia di un matrimonio giapponese, di cui l’artista si è occupata dopo “Self Confident Bride”, (ovvero la sposa sicura di sé). Cioè l’incredibilie scultura/installazione costituita da 20.000 stringhe di plastica, di norma impiegate negli allacciamenti elettrici. E’ una fotografia tratta da un video che racconta questo matrimonio. La sposa è una giovane di un paese – il Giappone - avanzato, sotto molti aspetti all’avanguardia; eppure non è sicura di sé, soggiace al potere maschile che detta le regole. Le tradizioni sono molto rispettate e gli sposi sognano matrimoni secondo rituali antichi come testimonia questa immagine severa, dove il numeroso parentado si dispone, per la foto di famiglia, secondo un rigoroso ordine gerarchico.
Ivana Maksimovic ci introduce alle soglie della vita. Il suo manifesto s’intitola : “Si prega silenzio; stanno nascendo bambini”. L’ispirazione discende da un cartello appeso davanti ad un clinica di Belgrado, in centro città, su cui è scritta la frase sopra citata. E’ un invito – da seguirsi scrupolosamente, pena ingenti multe - al rispetto per i bimbi che stanno venendo alla luce in quel posto e per le madri che li generano. L’idea, in Ivana, si è espansa in due figure abbozzate ai lati, i genitori, e si è ulteriormente concretizzata in una coppia seduta ai piedi del cartello. Un’esaltazione dell’amore dunque e della vita che comporta. Ivana Maksimovic è una fotografa chiaramente attratta da tutto quello che appare insolito, singolare. E questo cartello, tradotto nel manifesto in italiano con caratteri d’oro, è certo uno spunto che cattura l’attenzione, posto com’è in mezzo al traffico convulso di una grande città, dove il silenzio non sembra proprio di casa.
E’ una forma d’arte pubblica che seduce molti artisti, specie giovani, che permette loro di far conoscere i propri esiti creativi, scavalcando i non sempre facili gradini di accesso alle gallerie private, ai musei o alle pubbliche istituzioni. E’ una forma più fresca ed immediata di distribuzione dell’arte presso il cittadino della strada, dall’occasionale passante, all’automobilista, a tutti dunque, in un’arena di confronto aperta, a differenza dei luoghi deputati all’arte, di natura elitaria dove l’espressione passa attraverso le mediazioni dei cosidetti “addetti ai lavori”. E’ una forma che ha attecchito anche in altri ambiti della nostra regione, come ad esempio nelle strade di Codroipo (UD) dove sono divenuti manifesti d’arte le immagini dei lavori premiati l’anno scorso all’ultima edizione di “Maninfesto” - dedicata alla fotografia - promossa dal centro d’arte contemporanea di Villa Manin.
Viviamo un momento storico dove da più parti, si manifesta la necessità di democratizzare l’arte. Di renderla partecipata, un bene di e per tutti, considerazione questa su cui viaggia in particolar modo la “Public Art”. Di essa il Gruppo 78 si è occupato l’anno scorso.
E’ il fatto di invadere uno spazio di norma utilizzato dalla pubblicità, a cambiare le carte in tavola, una salutare appropriazione che tenta di suscitare nel cittadino almeno una perplessità, un’interrogativo che può diventare la via di avvicinamento a un mondo sconosciuto, pieno di fascinazioni, qual è l’universo “arte”. Ricordiamo che esistono i prodromi di questo percorso, da Belfast parecchi anni fa, dove si è incominciato ad usare gli spazi d’affissione commerciali per diffondere opere d’arte - a cui ha partecipato anche la triestina Elisa Vladilo. E poi c’è la lunga esperienza, tuttora in atto, di “Careof”, la galleria d’arte di Milano che, tra le tante attività, continua a promuovere artisti attraverso i “manifesti” in via Luigi Nono.
Quest’anno gli artisti invitati provengono non solo dall’Italia; si cosittuisce così anche un confronto internazionale, con proposte tra loro diversissime.
Spesso sono fotografie scattate e rielaborate ad hoc per lo spazio gigantesco – i manifesti misurano m. 3 x 6 – o riproduzioni di opere grafiche, o enunciati che adombrano pensieri e letture particolari del mondo in cui viviamo, proposizioni ironiche e giocose, partendo proprio dall’aspetto commerciale dell’affissione, e vi compare anche la poesia, o meglio lla scrittura poetica (Roberto Dedenaro) come soggetto non meno importante dell’arte, da distribuire a tutti.
Gli artisti sono : Mauro Altamura (U.S.A.), Carlo Andreasi, Roberto Dedenaro, Lucia Flego, Massimo Gardone, Adriano Gon, Sebastjan Leban –Stas Kleindienst (Slovenia), Ivana Maksimovic (Serbia), Cesare Piccotti, Mario Sillani Djerrahian, Paolo Ravalico Scerri, Francesca Tjia, Paolo Toffolutti, Tadej Pogacar, (Slovenia), Cristina Treppo.
I nuovi manifesti d’artista partono il 21 luglio 2008 con tre lavori di Mauro Altamura, Lucia Flego, Ivana Maksimovic.
Mauro Altamura è un artista americano che privilegia, nella sua ricerca espressiva, la fotografia. Ama il ritratto, ma usa una procedura particolare di sfocamento dell’immagine che acquista così un tono crepuscolare, ed introspettivo. L’immagine per il manifesto che s’intitola “Airplane 1” discende da una nuova serie di lavori realizzati con una camera/giocattolo con cui l’artista fotografa aerei in volo. L’immagine dell’aereo è volutamente piccola, quasi una macchia insignificante nella profondità del cielo e non sembra avere alcuna connessione con la terra. L’immenso spazio che lo circonda vuole implicare quell’idea di pacifica solitudine che in passato accompagnava il concetto romantico di volo e viaggio. Dopo l’11 settembre l’aereo da simbolo di potere industriale e di libertà è passato a quello di minaccia e di paura. L’aereo solitario del manifesto, terribilmente lontano, intende riflettere questi nuovi significati confluiti nell’immaginario collettivo.
Lucia Flego propone “Foto di famiglia”, una gigantografia di un matrimonio giapponese, di cui l’artista si è occupata dopo “Self Confident Bride”, (ovvero la sposa sicura di sé). Cioè l’incredibilie scultura/installazione costituita da 20.000 stringhe di plastica, di norma impiegate negli allacciamenti elettrici. E’ una fotografia tratta da un video che racconta questo matrimonio. La sposa è una giovane di un paese – il Giappone - avanzato, sotto molti aspetti all’avanguardia; eppure non è sicura di sé, soggiace al potere maschile che detta le regole. Le tradizioni sono molto rispettate e gli sposi sognano matrimoni secondo rituali antichi come testimonia questa immagine severa, dove il numeroso parentado si dispone, per la foto di famiglia, secondo un rigoroso ordine gerarchico.
Ivana Maksimovic ci introduce alle soglie della vita. Il suo manifesto s’intitola : “Si prega silenzio; stanno nascendo bambini”. L’ispirazione discende da un cartello appeso davanti ad un clinica di Belgrado, in centro città, su cui è scritta la frase sopra citata. E’ un invito – da seguirsi scrupolosamente, pena ingenti multe - al rispetto per i bimbi che stanno venendo alla luce in quel posto e per le madri che li generano. L’idea, in Ivana, si è espansa in due figure abbozzate ai lati, i genitori, e si è ulteriormente concretizzata in una coppia seduta ai piedi del cartello. Un’esaltazione dell’amore dunque e della vita che comporta. Ivana Maksimovic è una fotografa chiaramente attratta da tutto quello che appare insolito, singolare. E questo cartello, tradotto nel manifesto in italiano con caratteri d’oro, è certo uno spunto che cattura l’attenzione, posto com’è in mezzo al traffico convulso di una grande città, dove il silenzio non sembra proprio di casa.
21
luglio 2008
Manifesti d’artista
Dal 21 luglio al 27 ottobre 2008
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
VIA FABIO SEVERO
Trieste, Via Fabio Severo, (Trieste)
Trieste, Via Fabio Severo, (Trieste)
Vernissage
21 Luglio 2008, ore 18.30
Sito web
www.gruppo78.it
Autore
Curatore