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Manifesti d’artista 2010 #2
E’ giunto alla sua quarta edizione il progetto d’arte pubblica
Comunicato stampa
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II APPUNTAMENTO di “MANIFESTI D’ARTISTA”
Per il secondo appuntamento di “MANIFESTI D’ARTISTA” quattro gli autori che dai cartelloni giganti affrontano il giudizio e le reazioni dell’uomo della strada, in questo caso via Fabio Severo, nei pressi del palazzo di Giustizia, a Trieste. Il progetto di public art, come è noto, viene proposto dal Gruppo 78, per la cura di Maria Campitelli in collaborazione con Elisa Vladilo e quest’anno anche di Vittorio Urbani, Eleonora Farina, Mattia Plevnik.
Giordano Rizzardi, proveniente da Padova, con “Religion” ci offre una maestosa immagine di un convivio di donne che chiaramente allude, nella disposizione, all’Ultima cena di Leonardo. Le donne, giovani e anziane insieme, che siedono davanti ad un tavolo ricolmo dei ci bi più svariati, con i loro fazzolettoni colorati, provengono dalla Moldavia. E’ un omaggio sacralizzato alle donne Moldave che con la loro forza morale e nella loro semplicità sostengono una nazione. Il loro sederi a tavola si tramuta in un’azione di ascendenza divina.
Il manifesto di Vincenzo Casali, artista veneziano, gravita su tutt’altro terreno. E’ una pagina tratta da un suo “libro d’artista” che propone delle cripto poesie, cioè poesie che si mimetizzano dentro ad altri testi con cui entrano in sintonia oppure se ne allontanano. Qui il testo è “The Shadow Line”, che è anche il titolo del manifesto, La Linea d’ombra di Conrad, un celebre libro sul Mare che, non a caso, è stato scelto per la nostra città. Un manifesto dunque che rimanda indirettamente al mare, che lascia trapelare, attraverso le parole risparmiate dall’oscuramento del testo, “magiche atmosfere”, sfumature che appartengono alle sensazioni dell’artista.
Daniel Gontz è nato a Bucarest ed è presentato da Eleonora Farina. E’ un artista di forte impegno-socio-politico, che di conseguenza spesso ha lavorato nella sfera pubblica. Con il manifesto “Hope” Gontz affronta le problematiche delle comunità zingare in relazione al suo paese, la Romania. Dice l’artista “qui gli zingari hanno la stessa reputazione degli afro-americani in America. I nostri zingari sono le loro persone di colore”. L’artista auspica un rifiuto interiore di questa idea, che sfidi l’accettazione pubblica di un tabù ormai superato (il fatto che uno zingaro possa aspirare al potere) e spera - v. il titolo “Hope” con accanto un personaggio alla cow-boy, un’allusione americana - nel cambiamento.
Con Stefano Graziani, fotografo triestino dalle particolari suggestioni e di ben qualificate esperienze, torniamo al mare. Un’immagine anticata, in b/n, tratta da qualche vecchia stampa, con uno stormo di uccelli che volteggiano in un cielo lattiginoso sopra il mare. Anche qui l’ispirazione è letteraria. Risale a “Moby Dick”, al capitolo in cui si parla della bianchezza della balena e si cita l’albatro, “donde vengono quelle nuvole di spirituale meraviglia e di pallido terrore”, mitico animale che a sua volta rimanda alla “Ballata del vecchio marinaio” di Coleridge. L’albatro ucciso, foriero di sventure, che perseguita l’equipaggio. Un misto dunque di evocazioni romantiche, che si condensano anche nel titolo insolitamente lungo e curioso “A questa domanda i pirati procurano subito di allontanarsi”.
Per il secondo appuntamento di “MANIFESTI D’ARTISTA” quattro gli autori che dai cartelloni giganti affrontano il giudizio e le reazioni dell’uomo della strada, in questo caso via Fabio Severo, nei pressi del palazzo di Giustizia, a Trieste. Il progetto di public art, come è noto, viene proposto dal Gruppo 78, per la cura di Maria Campitelli in collaborazione con Elisa Vladilo e quest’anno anche di Vittorio Urbani, Eleonora Farina, Mattia Plevnik.
Giordano Rizzardi, proveniente da Padova, con “Religion” ci offre una maestosa immagine di un convivio di donne che chiaramente allude, nella disposizione, all’Ultima cena di Leonardo. Le donne, giovani e anziane insieme, che siedono davanti ad un tavolo ricolmo dei ci bi più svariati, con i loro fazzolettoni colorati, provengono dalla Moldavia. E’ un omaggio sacralizzato alle donne Moldave che con la loro forza morale e nella loro semplicità sostengono una nazione. Il loro sederi a tavola si tramuta in un’azione di ascendenza divina.
Il manifesto di Vincenzo Casali, artista veneziano, gravita su tutt’altro terreno. E’ una pagina tratta da un suo “libro d’artista” che propone delle cripto poesie, cioè poesie che si mimetizzano dentro ad altri testi con cui entrano in sintonia oppure se ne allontanano. Qui il testo è “The Shadow Line”, che è anche il titolo del manifesto, La Linea d’ombra di Conrad, un celebre libro sul Mare che, non a caso, è stato scelto per la nostra città. Un manifesto dunque che rimanda indirettamente al mare, che lascia trapelare, attraverso le parole risparmiate dall’oscuramento del testo, “magiche atmosfere”, sfumature che appartengono alle sensazioni dell’artista.
Daniel Gontz è nato a Bucarest ed è presentato da Eleonora Farina. E’ un artista di forte impegno-socio-politico, che di conseguenza spesso ha lavorato nella sfera pubblica. Con il manifesto “Hope” Gontz affronta le problematiche delle comunità zingare in relazione al suo paese, la Romania. Dice l’artista “qui gli zingari hanno la stessa reputazione degli afro-americani in America. I nostri zingari sono le loro persone di colore”. L’artista auspica un rifiuto interiore di questa idea, che sfidi l’accettazione pubblica di un tabù ormai superato (il fatto che uno zingaro possa aspirare al potere) e spera - v. il titolo “Hope” con accanto un personaggio alla cow-boy, un’allusione americana - nel cambiamento.
Con Stefano Graziani, fotografo triestino dalle particolari suggestioni e di ben qualificate esperienze, torniamo al mare. Un’immagine anticata, in b/n, tratta da qualche vecchia stampa, con uno stormo di uccelli che volteggiano in un cielo lattiginoso sopra il mare. Anche qui l’ispirazione è letteraria. Risale a “Moby Dick”, al capitolo in cui si parla della bianchezza della balena e si cita l’albatro, “donde vengono quelle nuvole di spirituale meraviglia e di pallido terrore”, mitico animale che a sua volta rimanda alla “Ballata del vecchio marinaio” di Coleridge. L’albatro ucciso, foriero di sventure, che perseguita l’equipaggio. Un misto dunque di evocazioni romantiche, che si condensano anche nel titolo insolitamente lungo e curioso “A questa domanda i pirati procurano subito di allontanarsi”.
07
giugno 2010
Manifesti d’artista 2010 #2
Dal 07 al 20 giugno 2010
arte contemporanea
Location
VIA FABIO SEVERO
Trieste, Via Fabio Severo, (Trieste)
Trieste, Via Fabio Severo, (Trieste)
Vernissage
7 Giugno 2010, ore 18
Sito web
www.gruppo78.it
Autore
Curatore