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Manifesti d’artista 2010 #5
E’ giunto alla sua quarta edizione il progetto d’arte pubblica
Comunicato stampa
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Tre gli artisti per il V appuntamento di MANIFESTI D’ARTISTA: HEDYA KLEIN, israeliana d’origine che vive tra Austria e il Vermont negli U.S.A., FRANCO ULE, triestino e JENNIFER NUSS pure americana. L’evento accadrà lunedì 19 luglio alle ore 18, in via Fabio Severo, come di consueto.
MANIFESTI D’ARTISTA è un’iniziativa, alla sua IV edizione, che sta riscuotendo grande successo presso gli artisti. E’ promossa dal gruppo78 a cura di Maria Campitelli in collaborazione con Elisa Vladilo; quest’anno anche con l’apporto di Eleonora Farina, Matija Plevnik e Vittorio Urbani.
Franco Ule è innanzi tutto pittore, formatosi nei fermenti culturale degli ultimi anni ‘70, in un recupero di figuralità, sulla scia della transavanguardia. Ma con un forte retaggio espressionista e comunque libero nell’espressività che associa reminiscenze e citazioni disparate, tratte anche dalla letteratura, dalla storia, da una variegata cultura che rende le sue opere polisemiche e misteriose. Il manifesto presenta, in dimensioni gigantesche , ancora una citazione, il disegno di una grande mano, secondo uno stile antico, al tratteggio, che campeggia in un paesaggio di ascendenza medievale. Immagine ironica, suggerisce l’artista, che “salta indietro nel tempo nell’irrealtà del contemporaneo”. Una mano – “hand” suona il titolo- con al centro un occhio, che riecheggia antichi percorsi di conoscenza, dai risvolti alchemici, per affondare nel mistero delle cose, negli abissi dello spirito. E’ un invito alla riflessione e all’elevazione, in un mondo sgangherato, solcato da grettezza e materialismo.
Il manifesto di Hedya Klein contiene una sua modalità particolare in quanto sarà compiuto al momento della presentazione con l’aggiunta di una parola “remem..er (con la “b” caduta) dipinta in diretta con una bomboletta spray. Il senso del manifesto può apparire ambiguo. Una parola, con un suo lapidario significato, errata, aggiunta lì quasi per caso, come fosse stata dipinta di notte, indica l’artista -succede no?- equiparandosi alle improvvisazioni di ignoti, che imbrattano i muri per esprimersi, ma soprattutto per gridare la loro rabbia. Uno scherzo, un ammonimento, un’eco di frequenti accadimenti sui muri metropolitani? Il tutto su uno sfondo verdino testurizzato, con dei cerchietti gialli e delle placide api ronzanti. Il contrasto, una situazione bipolare, fa chiaramente da sfondo a questa proposta.
Infine l’americana Jennifer Nuss ci offre un manifesto singolare, con un’immagine, si potrebbe dire, di tipo circense, un’ibrida figura che passeggia su una corda tesa. Con in una mano una testa recisa d’animale e uomo insieme, e nell’altra un pugnale; e lei stessa appare come una ragazza/scimmia per quanto pomposamente vestita con abito rosso/magenta e capelli turchini. Un recupero teriomorfico in chiave horror? Una sua versione grottesca nell’intento di esorcizzare il male? Uno sberleffo alla ragione e alle sue regole? L’uomo della strada troverà la sua risposta.
MANIFESTI D’ARTISTA è un’iniziativa, alla sua IV edizione, che sta riscuotendo grande successo presso gli artisti. E’ promossa dal gruppo78 a cura di Maria Campitelli in collaborazione con Elisa Vladilo; quest’anno anche con l’apporto di Eleonora Farina, Matija Plevnik e Vittorio Urbani.
Franco Ule è innanzi tutto pittore, formatosi nei fermenti culturale degli ultimi anni ‘70, in un recupero di figuralità, sulla scia della transavanguardia. Ma con un forte retaggio espressionista e comunque libero nell’espressività che associa reminiscenze e citazioni disparate, tratte anche dalla letteratura, dalla storia, da una variegata cultura che rende le sue opere polisemiche e misteriose. Il manifesto presenta, in dimensioni gigantesche , ancora una citazione, il disegno di una grande mano, secondo uno stile antico, al tratteggio, che campeggia in un paesaggio di ascendenza medievale. Immagine ironica, suggerisce l’artista, che “salta indietro nel tempo nell’irrealtà del contemporaneo”. Una mano – “hand” suona il titolo- con al centro un occhio, che riecheggia antichi percorsi di conoscenza, dai risvolti alchemici, per affondare nel mistero delle cose, negli abissi dello spirito. E’ un invito alla riflessione e all’elevazione, in un mondo sgangherato, solcato da grettezza e materialismo.
Il manifesto di Hedya Klein contiene una sua modalità particolare in quanto sarà compiuto al momento della presentazione con l’aggiunta di una parola “remem..er (con la “b” caduta) dipinta in diretta con una bomboletta spray. Il senso del manifesto può apparire ambiguo. Una parola, con un suo lapidario significato, errata, aggiunta lì quasi per caso, come fosse stata dipinta di notte, indica l’artista -succede no?- equiparandosi alle improvvisazioni di ignoti, che imbrattano i muri per esprimersi, ma soprattutto per gridare la loro rabbia. Uno scherzo, un ammonimento, un’eco di frequenti accadimenti sui muri metropolitani? Il tutto su uno sfondo verdino testurizzato, con dei cerchietti gialli e delle placide api ronzanti. Il contrasto, una situazione bipolare, fa chiaramente da sfondo a questa proposta.
Infine l’americana Jennifer Nuss ci offre un manifesto singolare, con un’immagine, si potrebbe dire, di tipo circense, un’ibrida figura che passeggia su una corda tesa. Con in una mano una testa recisa d’animale e uomo insieme, e nell’altra un pugnale; e lei stessa appare come una ragazza/scimmia per quanto pomposamente vestita con abito rosso/magenta e capelli turchini. Un recupero teriomorfico in chiave horror? Una sua versione grottesca nell’intento di esorcizzare il male? Uno sberleffo alla ragione e alle sue regole? L’uomo della strada troverà la sua risposta.
19
luglio 2010
Manifesti d’artista 2010 #5
Dal 19 luglio al 02 agosto 2010
arte contemporanea
Location
VIA FABIO SEVERO
Trieste, Via Fabio Severo, (Trieste)
Trieste, Via Fabio Severo, (Trieste)
Vernissage
19 Luglio 2010, ore 18
Sito web
www.gruppo78.it
Autore
Curatore