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Manifesto 100
Nella ricorrenza del Centenario del Manifesto Futurista, una mostra per approfondire la seconda fase della più importante avanguardia italiana del ’900
Comunicato stampa
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Lo scoppio della Prima guerra mondiale decreta la fine di un mondo e di un immaginario
nel quale il Futurismo affondava le proprie radici ideologiche. La mostra “Manifesto 100”
illustra la genesi di un manifesto che orienta il movimento futurista verso un’attività
ricostruttiva lontana dalla pars destruens dei primi anni.
Con il Manifesto, quindi, si conclude la fase distruttiva che aveva caratterizzato i primi anni
del Futurismo: per la prima volta, Giacomo Balla e Fortunato Depero parlano di una
“ricostruzione” che tende tanto a costruire di nuovo, quanto a mettere ordine, migliorare.
Nel contempo, la riflessione sul presente e sulle posizioni prese e a lungo mantenute
contiene una sorta di nostalgia di quanto si è perduto.
Quando nel 1915 Balla e Depero firmano il Manifesto Ricostruzione futurista dell’universo, il
movimento futurista si avviò verso una seconda fase nella quale l’esigenza di un’arte totale
aspirava a influenzare molti aspetti dell’esistenza attraverso una radicale trasformazione
dell’ambiente: dall’arredo alla moda, dal cinema al teatro, dalla musica alla danza,
dal manifesto pubblicitario alla progettazione dell’oggetto d’uso.
Balla progettò e realizzò l’intero arredamento della sua Casa d’arte; Depero, con la
produzione di arazzi e cuscini, creò uno spazio per realizzare oggetti d’arte, mobili,
giocattoli, maquettes caratterizzati da strutture essenziali e da linee dinamiche.
Questo aspetto già nel 1916 trova pubblica visibilità nell’Esposizione futurista Depero, prima
personale romana dell’artista e mostra tra le più originali dell’avanguardia italiana. Alcune
fotografie del suo archivio – rare testimonianze della manifestazione – documentano la
presenza di linguaggi astratti pittorici, plastici e verbo visuali.
“Manifesto 100”, a cura di Nicoletta Boschiero, responsabile Casa d’Arte Futurista
Depero, e Federico Zanoner, Archivio del ’900, racconta tutto questo.
La mostra si sviluppa nei diversi spazi della Casa Depero, seconda sede del Mart e unico
museo italiano dedicato al Futurismo.
Documenti, foto e opere dei due maggiori Futuristi saranno in mostra assieme a quattro
grandi arazzi di Balla (di rientro dalla grande mostra appena conclusa a Messina) e a un
album che racconta, come un souvenir testuale e fotografico, la vita di Depero a Roma nel
biennio 1915-1916.
In mostra infine anche “Il ritratto della marchesa Casati”, un complesso plastico di Balla
del quale esistono solo le sequenze fotografiche. Il progetto è stato ricostruito da alcune
studenti del Liceo artistico Depero di Rovereto: Chiara Marchel, Giulia Tomasoni,
Eleonora Vergari, Sara Zandonai, con il coordinamento delle insegnanti Tiziana Pretto e
Luisa Vanzetta. Il rifacimento dell’opera rinnova una delle numerose collaborazioni del
Mart con i soggetti del territorio e favorisce la conoscenza dei documenti conservati presso
l’Archivio del ’900 del Museo.
nel quale il Futurismo affondava le proprie radici ideologiche. La mostra “Manifesto 100”
illustra la genesi di un manifesto che orienta il movimento futurista verso un’attività
ricostruttiva lontana dalla pars destruens dei primi anni.
Con il Manifesto, quindi, si conclude la fase distruttiva che aveva caratterizzato i primi anni
del Futurismo: per la prima volta, Giacomo Balla e Fortunato Depero parlano di una
“ricostruzione” che tende tanto a costruire di nuovo, quanto a mettere ordine, migliorare.
Nel contempo, la riflessione sul presente e sulle posizioni prese e a lungo mantenute
contiene una sorta di nostalgia di quanto si è perduto.
Quando nel 1915 Balla e Depero firmano il Manifesto Ricostruzione futurista dell’universo, il
movimento futurista si avviò verso una seconda fase nella quale l’esigenza di un’arte totale
aspirava a influenzare molti aspetti dell’esistenza attraverso una radicale trasformazione
dell’ambiente: dall’arredo alla moda, dal cinema al teatro, dalla musica alla danza,
dal manifesto pubblicitario alla progettazione dell’oggetto d’uso.
Balla progettò e realizzò l’intero arredamento della sua Casa d’arte; Depero, con la
produzione di arazzi e cuscini, creò uno spazio per realizzare oggetti d’arte, mobili,
giocattoli, maquettes caratterizzati da strutture essenziali e da linee dinamiche.
Questo aspetto già nel 1916 trova pubblica visibilità nell’Esposizione futurista Depero, prima
personale romana dell’artista e mostra tra le più originali dell’avanguardia italiana. Alcune
fotografie del suo archivio – rare testimonianze della manifestazione – documentano la
presenza di linguaggi astratti pittorici, plastici e verbo visuali.
“Manifesto 100”, a cura di Nicoletta Boschiero, responsabile Casa d’Arte Futurista
Depero, e Federico Zanoner, Archivio del ’900, racconta tutto questo.
La mostra si sviluppa nei diversi spazi della Casa Depero, seconda sede del Mart e unico
museo italiano dedicato al Futurismo.
Documenti, foto e opere dei due maggiori Futuristi saranno in mostra assieme a quattro
grandi arazzi di Balla (di rientro dalla grande mostra appena conclusa a Messina) e a un
album che racconta, come un souvenir testuale e fotografico, la vita di Depero a Roma nel
biennio 1915-1916.
In mostra infine anche “Il ritratto della marchesa Casati”, un complesso plastico di Balla
del quale esistono solo le sequenze fotografiche. Il progetto è stato ricostruito da alcune
studenti del Liceo artistico Depero di Rovereto: Chiara Marchel, Giulia Tomasoni,
Eleonora Vergari, Sara Zandonai, con il coordinamento delle insegnanti Tiziana Pretto e
Luisa Vanzetta. Il rifacimento dell’opera rinnova una delle numerose collaborazioni del
Mart con i soggetti del territorio e favorisce la conoscenza dei documenti conservati presso
l’Archivio del ’900 del Museo.
13
novembre 2015
Manifesto 100
Dal 13 novembre 2015 al 03 aprile 2016
Location
CASA D’ARTE FUTURISTA DEPERO
Rovereto, Via Portici, 38, (Trento)
Rovereto, Via Portici, 38, (Trento)
Vernissage
13 Novembre 2015, ore 18
Curatore