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Manuel Olivares – Pulpaintings
Mostra personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Per noi l’Acropoli di Atene è l’esempio perfetto di uno dei più antichi film”
Sergej M. Ejzenstein
Nella seconda metà degli anni trenta Sergej M. Ejzenstein portò a termine “teoria generale del montaggio” uno dei suoi scritti più esaustivi sul linguaggio cinematografico e non solo; il testo infatti offre un’approfondita analisi del montaggio cinematografico rivelando una serie infinita di connessioni di questo con le forme di arte precedenti a partire dall’architettura degli antichi Greci.
La progettazione da parte degli architetti Greci del percorso, e dunque la previsione della successone di immagini cui il visitatore dell’antica Acropoli era soggetto costituiscono secondo il noto regista una delle più remote forme di film (montaggio cinematografico).
Anche la pittura costituisce secondo Ejzenstain punto di partenza per un giusto approccio allo studio del montaggio, esemplare è l’analisi che egli compie del ritratto dell’attrice Russa M.N Ermolova di Serov…” il montaggio non consiste tanto nella successione di una serie di pezzi quanto nella loro contemporaneità”.
A distanza di tanti anni credo che il cinema possa in qualche modo essere “responsabile” di un processo inverso, e cioè di aver a sua volta influenzato altre forme di espressione tra cui la pittura.
Manuel Olivares
MANUEL OLIVARES
Manuel Olivares è nato a Napoli nel 1967.
Dopo un lungo periodo trascorso in Norvegia nel 1992 torna a Napoli dove si dedica unicamente alla pittura cominciando a partecipare a numerose mostre sia in Italia che all’estero. La sua pittura decanta l’immagine fino ad esaltarne la struttura geometrico astratto- concreta su rapporti armonici di forma colore e luce; figure e spazio.
NOVEMBRE 2009
“ PULPAINTINGS” MUSEO MINIMO - NAPOLI
AGOSTO 2009
“GRANDMOTHER WAITS FOR YOU” - Embassy Gallery - Embassy Tower at the Roxy Art House -
experimental exhibition/event as part of the Edinburgh Art Festival . Edinburgh
LUGLIO 2009
PRIMA RASSEGNA INTERNAZIONALE DI ARTE CONTEMPORANEA “ARTE NELL’ISOLA” ISOLA DELLA MADDALENA
GIUGNO 2009
Casa Italia Pescara – ETERNOLOGIE - XVI Giochi del Mediterraneo 2009 – CONI - PESCARA
MAGGIO 2009
Honorable Concejo Municipal de Santa Fe de la Vera Cruz – ARGENTINA
MARZO 2009
“1000 ARTISTI A PALAZZO” PALAZZO ARESE BORROMEO CESANO MADERNO
MARZO 2009
London EAST Festival, con “AUGUST art” – Londra UK
FEBBRAIO 2009
CHATEAU DES REAUX - GALLERIA PERMANENTE D’ARTE CONTEMPORANEA di Yevheh Yukhnytsya - Chouze sur Loire FRANCIA.
DICEMBRE 2008
“IL GIALLO DI NAPOLI” CASTEL DELL’OVO - NAPOLI
SETTEMBRE 2008
“FUTURENERGIE” – VILLA MARIA – QUILIANO (SAVONA)
LUGLIO 2008
“VISIONI E LINGUAGGI” - OFFICINA KOINE’ -EBOLI
MAGGIO 2008
“VUOTO E CREATIVITA’ “ – STUDIO D’ARS - MILANO
APRILE 2008
GALLERIA GANO’ - NAPOLI
MARZO 2008
“FREE INTERNATIONAL ARTIST” SALA DE CERIMONIAS DE LA INTENDENCIA MUNICIPAL DE MONTEVIDEO – MONTEVIDEO - URUGUAY
GENNAIO 2008
“FREE INTERNATIONAL ARTISTS” MUSEO STORICO DI BERGAMO, CONVENTO DI SAN FRANCESCO - BERGAMO
NOVEMBRE 2007
“LO SPAZIO OLTRE I LIMITI DELL’ISTINTO”
TY’SH – POZZUOLI (NA)
SETTEMBRE 2007
KARL –FRANZENS – UNIVERSITAT GRAZ – “STOFFTUCHER IM WIND” GRAZ AUSTRIA
GIUGNO 2007
“XXIX RASSEGNA BICE BUGATTI” – NOVA MILANESE
MARZO 2007
“ARTE VIAGGIANTE” II° EDIZIONE – SPAZIO ART-LINE - MILANO
DICEMBRE 2006
GALLERIA HABITANTE – PANAMA - PANAMA
DICEMBRE 2006
WORLD TRADE CENTER – HONG KONG
SETTEMBRE 2006
“STUDI APERTI”- ARTERIA – NAPOLI
GIUGNO 2006
“MEDITERRANEO” LE AXIDIE VICO EQUENSE (SORRENTO)
GIUGNO 2006
“MOLTIPLICAZIONI TEMPORALI” PICA GALLERY – NAPOLI
GENNAIO 2006
“IPOTESI” - MASCHIO ANGIOINO – SALA DELLA LOGGIA – NAPOLI
NOVEMBRE 2005
“BIENNALE DI ANKARA”
SALA “ARIF HIKMET KOYUNOGLU” MUSEO DI PITTURA E SCULTURA DELLO STATO – ANKARA - TURCHIA
NOVEMBRE 2005
”ARTE VIAGGIANTE” TORRE MEDIOEVALE COLNAGO (MI)
GENNAIO 2005
“DUALISMO” – BBLIOTECA ELSA MORANTE – ROMA
DICEMBRE 2004
GALLERIA METROPOLITAN INTERNATIONAL ART - LECCE
DICEMBRE 2004
PREMIO ELEXPO PER CALENDARIO 2005
NOVEMBRE 2004
HOTEL ART FAIR - SHERATON - CON LA GALLERIA “IL PONTE” - ROMA
NOVEMBRE 2004
“VIDEOPROIEZIONE”- GALLERIA METROPOLITAN INTERNATIONAL ART – LECCE
NOVEMBRE 2004
CENTRO CULTURAL GRAN VIA CAJA DE LA RIOJA – LA RIOJA SPAGNA
OTTOBRE 2004
“2nd WORLD CONGRESS AGAINST THE DEATH PENALTY” PALAIS DES CONGRES – MONTREAL - CANADA
AGOSTO 2004
PARTECIPAZIONE A: “ART AT THE MIRROR” ( PROGETTO DI RUGGERO MAGGI ) BIENNALE DI LONDRA 2004 – LONDRA -INGHILTERRA
LUGLIO 2004
CASA DELLE CULTURE DI COSENZA – SALA PRIMO MORONI - COSENZA
LUGLIO 2004
HOTEL SIRENE - CAPRI (NA)
GIUGNO 2004
UNIVERSITY OF POMONA - LOS ANGELES - CALIFORNIA
MAGGIO 2004
PARTECIPAZIONE A : “ CAMERA 312, PROMEMORA PER PIERRE RESTANY ” ( PROGETTO DI GIANNI OTTAVIANI ) MIART - MILANO
MAGGIO 2004
BIENNALE DI NAPOLI 2004 - ISTITUTO PALIZZI - NAPOLI
MARZO 2004
“ ARTEXPO 900’ ” - CHAPITEAU DE FONTVIEILLE - MONTECARLO
MARZO 2004
“400 METRI PER L’INFANZIA” PALAZZO REALE – SALA DELLA FORTUNA - NAPOLI
GENNAIO 2004
“ ASTRATTAMENTE ” GALLERIA LOGOS - ROMA
DICEMBRE 2003
“AL CARO GIORGIO” - OMAGGIO A GIORGIO GABER - SPAZIO 12 MILANO
SETTEMBRE 2002
GALLERIA OPEN ART - MILANO
SETTEMBRE 2002
GALLERIA PRO ARTE DI LUGOJ - LUGOJ - ROMANIA
APRILE 2002
STUDIO D’ARTE “IL PONTE” - ROMA
GENNAIO 2002
“GLOBALVISION” - SPAZIO MATISSE - ROMA
LUGLIO AGOSTO 2001
HOTEL SAVIOLI SPIAGGIA - RICCIONE
AGOSTO 2001
GALLERIA PINO PASCALI - POLIGNIANO A MARE (BA)
MAGGIO 2001
CANTIERI CULTURALI “ LA ZISA “- PALERMO
OTTOBRE 1998
“BERLINAPOLI” SALA GEMITO E GOETHE INSTITIUT – NAPOLI.
NOVEMBRE 1997
SALA ITALIA, CASTEL DELL’ OVO IN OCCASIONE DI “NAPOLI NEL MONDO”- NAPOLI
SETTEMBRE 1996
CHIESA DI SAN FRANCESCO – BOLSENA.
MAGGIO1995
INTERNATIONAL ART BIENNALE – MALTA.
APRILE 1995
GALLERIA ALBA – FERRARA.
LUGLIO 1994
“L’ARTE DI UNIRE I POPOLI”, ISTITUTO CULTURALE TEDESCO GOETHE
INSTITIUT – NAPOLI.
DICEMBRE 1993
“A NORD E A SUD DEL MEDITERRANEO”, ISTITUTO CULTURALE SPAGNOLO
CERVANTES – NAPOLI.
APRILE 1991
“L’UOMO E L’AMBIENTE” MUSEO DELLE SCIENZE E DELLE TECNICHE DI S.VITTORE MILANO
TY’SH
TY’SH, VIA VECCHIA S. GENNARO, 15 POZZUOLI(NA)
DAL 9 AL 24 NOVEMBRE - 2007
IINAUGURAZIONE VENERDI 9 E SABATO 10 NOVEMBRE - ORE 20,00 – 24,00
INFO : labtysh@libero.it
LO SPAZIO OLTRE I LIMITI DELL’ISTINTO
CREDO CHE L’ISTINTO SIA PIU’ UTILE ALLA DIFESA CHE NON ALLA CREAZIONE,
UNA SORTA DI “PROGRAMMA “ PRONTO A INTERVENIRE LADDOVE NON C’E’ TEMPO O MODO PER PENSARE… IN ARTE, MA NON SOLO, RESPONSABILE SPESSO DI RIPETIZIONI, AUTOMATISMI, STASI… CONSIDERO L’ISTINTO L’ASPETTO PIU’ “CONSERVATORE” DELLA NOSTRA ANIMA…
LO SPAZIO DI PER SE NON HA INTERRUZIONI GEOMETRICO FORMALI, CONFINI, LIMITI SE NON NELLA PERCEZIONE DI CHI GUARDA DA TROPPO VICINO O DA TROPPO LONTANO.
REALTA’ DIFFERENTI A DISTANZE DIFFERENTI, COME IL TEMPO E LE DIVERSE INTERPRETAZIONI CHE NE VENGONO DATE IN (SCUSATEMI IL GICO DI PAROLE) ALTRI TEMPI..
ESISTE, ALLORA, ANCHE PER LO SPAZIO UN PRESENTE PER COSI’ DIRE COSMICO?
IL DISORDINE, Il CONFINE TRA COSA E COSA, LA DIVERSIFICAZIONE DEL TUTTO INTORNO A NOI NON E’ ALTRO CHE UN PUNTO DI VISTA A META’ STRADA TRA IL TROPPO VICINO E IL TROPPO LONTANO, OGNI DIMENSIONE HA IL SUO TEMPO, IL SUO PRESENTE.
LA DILATAZIONE DELLO SPAZIO QUOTIDIANO COME MARCATURA DELL’ALTRIMENTI INVISIBILE COSTITUISCE PARTE DI QUESTA RICERCA CHE SI PREFIGGE COME SCOPO L’ANALISI DELLO SPAZIO FISICO FUORI DAI LIMITI DELL’ISTINTUALITA’ VIAGGIANDO TUTTAVIA ATTRAVERSO PANORAMI QUOTIDIANI, SPESSO ANONIMI, DOVE IL NUOVO SARA’ LA NATURALE CONSEGUENZA
DI UN PUNTO DI VISTA INDIVIDUALE E NON UN OBIETTIVO FINE A SE STESSO.
MANUEL OLIVARES
Il TY’SH, dopo un anno di intensa attività che ha visto protagonisti artisti come Paolo Bresciani, Massimiliano Mirabella, Martin Derient e Mariangela Levita, riapre la nuova stagione espositiva con una inedita quanto attesa personale dell’artista napoletano Manuel Olivares.
A partire dal 9 novembre fino al 24, gli ultimi lavori pittorici di Olivares saranno presentati negli spazi dell’associazione puteolana, presieduta e diretta da Sasi Menale, lavori di vario formato ma comunque ascrivibili alla medesima linea di ricerca che, parafrasando il titolo della mostra: “si prefigge come scopo l’analisi dello spazio fisico fuori dai limiti dell’istintualità”.
Un prospettivismo dove la dilatazione del quotidiano designa l’“altrimenti invisibile”, dove la visione, sospesa tra il troppo vicino e il troppo lontano, apre alla dimensione temporale dell’“eterno presente”.
Qui del quotidiano si indagano ameni quanto apparentemente insignificanti anfratti, una sequela di paesaggi dove lo spazio della contemporaneità si definisce come luogo dell’antropizzazione: gli oggetti, gli interni, la luce artificiale ed ogni altro elemento della composizione pittorica allude ad un realismo tutto simbolico, dove il riferimento all’attualità del presente assume spesso caratteri parossistici e visionari.
Decisamente un segno dei tempi.
DAVIDE AURICCHIO (VIATICO)
L’arte ha un ruolo determinante e qualche risposta plausibile di fronte all’orrore degli accadimenti della società contemporanea. Ecco perché Manuel Olivares, che espone domani sera ore 20 i suoi ultimi lavori al Ty’sh in via vecchia San Gennaro 15 a Pozzuoli, la nuova location curata da artisti, designers, architetti con lo scopo di incontro e scambio all’insegna della creatività, concentra la sua ricerca sul tentativo di interpretare la realtà circostante contraddittoria, imprendibile e frammentaria.
Dopo le due recenti personali “Ipotesi” , dove l’artista ha posto l’uomo al centro dei suoi pensieri, e “Moltiplicazioni temporali” dove invece si è dedicato al tempo, questa volta con “Lo spazio oltre i limiti dell’istinto”, titolo dell’esposizione visitabile fino al 24 novembre, è attento allo spazio, all’istintualità con cui viene percepito e sulla possibilità di un “presente cosmico” alla ricerca di un’armonia perduta. “Credo – spiega Olivares - che l’istinto sia più utile alla difesa che non alla creazione. Una sorta di programma pronto ad intervenire laddove non c’è tempo o modo per pensare. In arte, ma non solo, responsabile spesso di ripetizioni, automatismi, stasi. così considero l’istinto l’aspetto più conservatore della nostra anima”. Circa 20 le opere presentate realizzate olio su tela, alcune di grandissime dimensioni, per rappresentare lo spazio senza interruzioni geometrico formali, confini, limiti, se non nella percezione di chi le osserva da vicino o da lontano. La mostra intende analizzare da diversi punti di vista spesso antitetici la dilatazione dello spazio quotidiano come sottolineatura dell’ invisibile, inteso dall’artista come rapporto del singolo individuo con il proprio passato e l’estrema dipendenza di quest’ultimo dal presente. “il ruolo dell’artista – dice- risiede nella possibilità di sperimentare visioni e di scavare nella storia e nelle logiche nascoste o apparentemente scontate al fine di produrre un senso, una faglia critica”. Con una ricca gamma cromatica, Olivares rappresenta simboli, segni e forme private della loro intrinseca oggettività, che raccontano la nostra storia , il nostro quotidiano e che ci fanno riflettere sul nostro destino e sulla necessità che ha l’arte di rompere il velo ipocrita di questa perfettissima società dove tutto appare lucido, razionale, preordinato.
DANIELA RICCI ( IL MATTINO )
MANUEL OLIVARES
MOLTIPLICAZIONI TEMPORALI
PICAGALLERY - NAPOLI
GIUGNO 2006
A cura di
Maria Savarese
HO SEMPRE PENSATO CHE ANCHE IL PASSATO CAMBIA, IL MODO IN CUI LO GUARDIAMO INTENDO…TUTTO DIPENDE DALL’OGGI, DALLO STATO D’ANIMO ATTUALE! IL PRESENTE SE NE STA LI , APPARENTEMENTE FERMO, IMMOBILE, TUTTO PRESO DALLA SUA QUOTIDIANIETA A NASCONDERCI OGNI SUA MOSSA…MA E’ PROPRIO QUESTA “CALMA PIATTA” AD IMPEDIRCI TROPPO SPESSO DI COGLIERE L’IMPORTANZA DEI FATTI, NASCONDENDOCI QUELLO CHE UN GIORNO DIVERRA L’INESORABILE SCENOGRAFIA DELLA NOSTRA VITA…
UN PASSATO DUNQUE MAI TRASCORSO, UN PRESENTE E UN FUTURO CHE SI INCONTRANO CON ESSO OGNI GIORNO; LO CAREZZANO, LO INVOCANO,, LO INSULTANO, LO COLPISCONO…
NON IMPORTA RESTERANNO SEMPRE INSIEME.
MANUEL OLIVARES
“TELEVISIONE,CINEMA, VIDEO…VIVIAMO ORMAI DI ESPERIENZE INDIRETTE, DI LUCE RIFLESSA! VEDIAMO SEMPRE DI PIU E CAPIAMO SEMPRE DI MENO, COME DAL FINESTRINO DI UN’AUTO, VIA VIA CHE LA VELOCITA’ AUMENTASI PERDONO I CONTORNI,POI ANCHE I COLORI COMINCIANO, LENTAMENTE, A FONDERSI TRA LORO SINO A DIVENTARE UN UNICO COLORE, IL BIANCO, IL VUOTO. MI CHIEDO SE QUESTA è COMUNICAZIONE.”
È COSI’ CHE MANUEL OLIVARES COMMENTA LE SUE OPERE IN MOSTRA ALLA PICAGALLERY
SUL RAPPORTO TRA L’UOMO E L’INCOMUNICABILITA’. IL TALENTO DI SAPER VIVERE CON INTERESSE E CURIOSITA’, IL RAPPORTO CON L’INTERO UNIVERSO DEGLI EVENTI NATURALI ED UMANI, CON LO SPAZIO, CON IL PIANETA E CON LA STORIA DEVE IN QUALCHE MODO ESSERE RECUPERATO POICHE’ SIAMO SPETTATORI ENTUSIASTI DI STRAORDINARI PRODIGI DELLA TECNICA CHE PERO’ RENDONO L’INDIVIDUO SINCRONIZZATO E INTERDIPENDENTE NELLA MASSA VIVENDO E PENSANDO NON PIU’ COME SINGOLO MA COME COLLETTIVITA’.
CON “MOLTIPLICAZIONI TEMPORALI”, E’ COSI CHE SI INTITOLA LA MOSTRA, OLIVARES DOPO AVER ESPOSTO RECENTEMENTE NELLA SALA DELLA LOGGIA AL MASCHIO ANGIOINO INTENDE
DI NUOVO ANALIZZARE IL RAPPORTO DEL SINGOLO INDIVIDUOCON IL PROPRIO PASSATO E L’ESTREMA DIPENDENZA DI QUEST’ULTIMO DAL PRESENTE. DIECI LAVORI DI GRANDI DIMENSIONI SOTTOLINIANO, DUNQUE LA MUTEVOLEZZA DEL PASSATO IN CONTINUO MOLTIPLICARSI, APPUNTO, ED INTRECCIARSI CON LO STATO D’ANIMO DEL MOMENTOE OFFRONO LO SPUNTO PER OSSERVARE DA PUNTI DI VISTA DIVERSI , SPESSO ANTITETICI, LA MEDESIMA REALTA’ TRASCORSA.
SEDIE DI PLASTICA, OMBRELLI ABBANDONATI, COPERTONI DI AUTOMOBILI, OGGETTI DI USO QUOTIDIANO SONO PRIVATI DELLA LORO FUNZIONALITA’ PER DIVENTARE PORTATORI DI ALTRI SIGNIFICATI E VALORI. CON UNA RICCA GAMMA CROMATICA, OLIVARES, RAPPRESENTA I SIMBOLI CHE RACCONTANO UNA STORIA, UN PASSATO FORTEMENTE EMOZIONALE CHE APPARTIENE AD OGNUNO DI NOI. ATTRAVERSO IL TAGLIO FOTOGRAFICO DI QUESTE IMMAGINI, RESE CON COLORI FORTI, TONALITA’ E CHIAROSCURI ACCENTUATI, L’ARTISTA PRIVA ANCHE LE FORME DELLA LORO INTRINSECA OGGETTIVITA’CHE DI CONSEGUENZA ACQUISTANO UNA FUNZIONE EVOCATRICE PER FARCI RIFLETTERE SUL NOSTRO DESTINO IN QUESTA NOSTRA SOCIETA’ DEI CONSUMI DOVE TUTTO APPARE LUCIDO, RAZIONALE, PREORDINATO.
DANIELA RICCI (IL MATTINO)
MANUEL OLIVARES
IPOTESI
MASCHIO ANGIOINO – SALA DELLA LOGGIA
GENNAIO 2006
A cura di
Antonella Galano
Presentazione del Presidente del Consiglio Regione Campania
Sandra Lonardo Mastella
CON TUTTO IL RISPETTO PER DIO, NON HO MAI CREDUTO CHE GLI ANIMALI SIANO STATI CREATI PER FARE COMPAGNIA AGLI UOMINI, HO SEMPRE PENSATO, INVECE, CHE QUALCUNO SIA ARRIVATO SULLA TERRA DA MOLTO LONTANO E NE ABBIA MODIFICATO UNO…PROPRIO COME STIAMO PROVANDO A FARE NOI OGGI; NON HO MAI RITENUTO NORMALE CHE TRA TANTE SPECIE, SOLTANTO UNA SIA STATA CAPACE DI PROGREDIRE E NON SOLTANTO DI ADATTARSI…E POI GLI UOMINI HANNO UNO STRANO RAPPORTO CON L’AMBIENTE, E’ COME SE NON SI SENTISSERO A PROPRIO AGIO, DEVONO MODIFICARE, CAMBIARE, ADATTARE…
QUANDO GUARDO IL MIO CANE ROTOLARSI IN UNA NUVOLA DI TERRA, QUANDO LO VEDO LANCIARSI IN UNA POZZANGHERA O MASTICARE I RESTI DI UNA CAROGNA LO IMMAGINO COME UN TUTTUNO CON L’AMBIENTE CHE LO CIRCONDA E NON COME UN’OSPITE.
ARCHITETTURE, OGGETTI, LUCI ARTIFICIALI…CONTRASTI EVIDENTI, SEGNI TANGIBILI DELLA CONDIZIONE “UMANA”. ECCO DUNQUE LA NECESSITA’ DI ALLONTANARSI, DI PROVARE A GUARDARE TUTTO DA UNA CERTA DISTANZA, DA UN PUNTO DI VISTA ESTRANEO CHE NON ATTRIBUISCE ALLA FORMA ALCUN SIGNIFICATO FUNZIONALE MA CHE CERCA ATTRAVERSO LA DISTANZA DI RIALLACCIARE UN RAPPORTO PERSO...
IO CREDO CHE ESISTA UN CERCHIO PIU GRANDE, LONTANO, CHE UNISCE TUTTO E TUTTI PASSANDO ATTRAVERSO L’INFINITA’ DELLE FORME, UNENDO L’INTIMO DEL DETTAGLIO ALL’INFINITO DELL’UNIVERSO…
MANUEL OLIVARES
PRIMA DEL MOMENTO, L’ISTINTO SOPRASSIEDE SULL’ARTISTA CHE DA’ ALLA SUA FORZA CREATRICE UN’ ORIGINE NELLA FORMA DELL’ISTANTE.
GLI OGGETTI RAPPRESENTATI SONO QUOTIDIANITA’ DISMESSE, ESISTENTI NEL REALE E SCHIAVE DELL’OVVIETA’ GIORNALIERA, VIVONO EMARGINATE NELL’INCONSISTENZA DELL’UOMO MODERNO; SONO SIMBOLI DEL TRASMUTARSI CONTINUO DEL TEMPO.
PRESENTE, PASSATO E FUTURO ENTRANO IN UNA UNICITA’ DI FORME PLASTICHE CHE NELLA CIRCOLARITA’ DEI MOVIMENTI RAFFIGURANO L’ORIZZONTE DI CHI VEDE OLTRE. IL RISULTATO FORMALE SONO IMMAGGINI DI CHI , OGGI, IMMEMORE DELLA STORIA DI TUTTI I GIORNI, AVVERTE L’URLO MA NON HA CORAGGIO NELLA PROPRIA SOLITUDINE DI URLARE; CHI TEME OGGI DI NON TACERE ?
LA PITTURA DI MANUEL, PARTECIPA ALLA VITA ATTRAVERSO UN DIALOGO VEEMENTE TRA I SUOI SOGGETTI ANTROPOMORFI E LA CONSAPEVOLEZZA DI CHI OSSERVA CHE TUTTO SCORRE PUR PERMANENDO PER SEMPRE NELLA MEMORIA DI TUTTI. MOLTIPLICAZIONI NELLA MEMORIA DI OGNUNO DI NOI CHE DIMENTICO DEI FRANGENTI PASSATI ATTRAVERSA IL RICORDO DEGLI AMBIENTI VISSUTI NELL’IMMAGINARIO EMOZIONALE DI UN TEMPO. IL PRESENTE SI MOLTIPLICA NELL ESPRESSIONE FUTURA NELLE GEOMETRIE DELLO SPAZIO.
LUCE ED OMBRA DIVENTANO NEL CONTRASTO CHIAROSCURALE SQUARCIO DI QUESTO SILENZIO MANCATO. OLIVARES FA RESPIRARE LA VITA CHE SOTTRAE ALLA VITA UN CERCHIO SENZA FINE.
ANTONELLA GALANO
SEDIE E TAVOLINI DA BAR DI QUELLI ROSSO-ARANCIONE CHE SI TROVANO ATTORNO AI CHIOSCHETTI ALL’APERTO;LUNGHI PALI DELLA LUCE; SARACINESCHE DI NEGOZI O GARAGE. INSOMMA OGETTI COSI ORDINARI CHE QUANDO LI INCROCIAMO NEANCHE C BADIAMO E MAI PENSEREMMO DI TROVARLI PROTAGONISTI DI UN CICLO DI OPERE PITTORICHE. EPPURE è PROPRIO L’OVVIO QUOTIDIANO AL CENTRO DELLA PIU RECENTE RICERCA ARTISTICA DI MANUEL OLIVARES ALLE CUI OPERE è AFFIDATO IL COMPITO DI INAUGURARE GANO’, IL NUOVO SPAZIO ESPOSITIVO DI PIAZZETTA RODINO’ PENSATO COME LUOGO DI INCONTROAPERTO ALLA DIFFUSIONE DELL’ARTE IN TUTTE LE SUE FORME PITTURA, FOTOGRAFIA MUSICA, LETTERATURE, TENDENZE E DESIGN- E PER CONOSCERE MODI DI FARE E PENSARE DIVERSI, PER DISCUTERE E CONFRONTARSI, APRIRSI AD ALTRE VISIONI DELLA REALTA’ CHE CI CIRCONDA.
IN PINO TARGHET, DUNQUE,LA PERSONALE DI OLIVARES, CHE SIA PURE CON UNA TRADIZIONALISSIMA PITTURA AD OLIO SU TELA, NEL SUO INCESSANTE TENTATIVO DI CONCILIAZIONE ARMONICA DELLE FIGURE NELLO SPAZIO, METTE A FUOCO GLI ASPETTI PIU’ INEDITI DELL’ORDINARIO TRASFORMANDOLO IN VISIONI SURREALI, QUASI ONIRICHE, MA A BEN VEDERE ILLUMINANDOLO CON UNA LUCE CHE NE EVIDENZIA LE CARATTERISTICHE E LE FUNZIONI. ADDIRITTURA INGIGANTENDOLE, PER MEGLIO PORLE ALL’ATTENZIONE DI CHI LE OSSERVA. UN MODO PER RIFLETTERESU CIO CHE LA VELOCITA’ DELLA ROUTINE DELLA TV, DEL CINEMA E DEL VIDEO APPIATTISCE FINO AD UNA TOTALE FUSIONE DI FORME INFORMI DAI COLORI INCOLOREE PER COMINCIARE A GUARDARE IL MONDO CIRCOSTANTE CON RINNOVATA CURIOSITA’, CON OCCHIO VIGILE NON DA SPETTATORE PASSIVO.
UNA DECINA IN TUTTO LE OPERE DI MANUEL OLIVARES, SONO TUTTE DI GRANDE FORMATO, ANIMATE DA SCELTE CROMATICHE FORTI E DECISE, CHE – A SECONDA DEI SOGETTI INDAGATI –SPAZIANO TRA LE GAMME DEI VERDI E DEI BLU, DEI BIANCHI E DEI GRIGI , DEI GIALLI ROSSO-ARANCIONE SCELTI NEI TONALITA’ PIU SATURE E STESI E STESI CON PENNELLATE A CAMPITURE AMPIE E SOTTILI PER MEGLIO RAPPRESENTARE LE FORME INDAGATE. NAPOLETANO, CLASSE 1967, FORMATOSI FUORI DAGLI AMBIENTI ACCADEMICI, DOPO UN LUNGO PERIEODO TRASCORSO IN NORVEGIA NEL 1992, DAL SUO RIENTRO IN CITTA’ MANUEL OLIVARES SI è DEDICATO UNICAMENTE ALLA PITTURA CON LA QUALE, FEDELE AL SUO STILE FIGURATIVO DECANTA L’IMMAGINE FINO AD ESALTARNE LA STRUTTURA GEOMETRICA ASTRATTO-CONCRETA.
PAOLA DE CIUCEIS ( IL MATTINO )
..altro scenario è quello che da di Napoli il pittore Manuel Olivares, se a Napoli si riferisce e non a una città utopica, nei frammenti ingigantiti da una lente che li sottrae alla realtà oggettuale per renderli simulacri di luce e colore assunti al piano affascinante delle idee platoniche.
Geometrie ideali avulse da ogni funzione e che quindi hanno perduto ogni valore progettuale e concreto e perciò ogni intento persuasivo sociale.
Un platonismo che cerca l’accordo di forme assunte a voci di inconsapevole riscatto dalla brutalità della materia e, più che salvare porgendo una cima al naufrago, rileva magicamente che quel rottame può nascondere anche bellezza, luce sublime e forse la speranza che tutto il mondo in sfacelo conservi un ordine possibile dentro di sé una armonia che sovrasti il disordine, così che dallo strappo della materia corrotta possa la luce ricomporsi in bellezza. Non si dice che la bellezza salverà il mondo? Allora forse occorre cercarla nei suoi rifugi la bellezza, ricomporla senza paura di uscire dalle regole dominanti, e farla respirare all’aria, gonfiarla di luce. Non occorre una sentenza che decreti il giudizio, basta la volontà di non ammettere la sconfitta ne fra i rottami ossidati delle industrie, ne tra il baluginìo assordante dei motori o l’inquinamento dei rifiuti urbani. Ricomporre mentalmente l’ordine di uno scenario che si rifiuti di indicare solo ciò che non deve essere ma che lasci emergere la volontà di ritrovare la funzione della vita nell’ordine del cosmo.
LUCIANA RICCI ALIOTTA ( CON- FINE )
Superfici pittoriche colme di tassellature organiche, sottili e dense campiture cromatiche che delineano presenze figurali; linee, tratti affusolati confusi e giustapposti che evocano simulacri d’architettura e d’umanità: osservando le opere di Manuel Olivares siamo subito catturati da una sensazione di saturazione , di pienezza, di condensamento. Campi cromatici composti da mezzi toni, con accenti di colore più intenso, delineano le parti da evidenziare nella totalità della composizione scenica. La risultante strutturale dell’impianto pittorico è quella di una febbrile e concitata visione di vedute architettoniche e di presenze ,creata da un apparente caos compositivo , che in realtà si traduce in un preciso equilibrio tra spazi vuoti e pieni, in una calibrata alternanza tra colori freddi e caldi e, soprattutto, in un calibrata alternanza tra colori freddi e caldi e, soprattutto, in un efficace incidenza della luce che illumina -e quindi evidenzia- le parti narrative del discorso pittorico.
Nelle opere di Manuel Olivares vi sono numerosissimi imput stilistici che fanno pensare alla storia dell’arte come a un continuum temporale che dalla tradizione giunge alla più attuale ricerca formale .nella sua pittura si ritrovano numerosi dati compositivi . all’arte antica, Olivares si collega per una certa visione della figura in “stile serpentinato” della rappresentazione pittorica, tipica del manierismo .certamente il gioco ad incastri tra i volumi, tra gli spazi vuoti e pieni,tra l’incidenza luminosa e la tassellatura del colore non può
che far pensare alle logiche compositive di Cézanne , alla pittura fluida e nervosa di Kokoschka, ma anche ad un cubismo analitico magmatico e liquefatto. Tuttavia anche il dato surrealista è incisivo: basti pensare ad alcune figure di Max Ernst , alle deformità di Dalì alle architetture fluttuanti di Escher. Da una primordiale organicità latente, realizzata attraverso un’affusolata e precisa pittura tonale, si arriva ad una estrapolazione coloristica più incisiva, in un processo di “messa in evidenza” dell’architettura. Da un territorio figurale si approda ad una realtà deforme, alterata, allucinata. Il trascendente ha, di per se , un gusto magico, alchemico. La realtà appare dunque trasposta attraverso uno slittamento semantico, il simulacro dell’umano è medium immaginifico.
Manuel Olivares ci propone un mondo fluttuante. Al caos della casualità, l’autore conferisce un ordine e un equilibrio per mezzo del logos armonizzante , in una sorta di precisione magica degli equilibri . Il movimento e la fluidità compositiva , come ci ha insegnato Panofsky, diventano processo divisibile all’infinito e mutevole, la deformazione viene legittimata otticamente e fisicamente come mezzo estetico. Oppure, secondo gli scritti sull’arte di Baudelaire : “ciò che non è impercettibilmente deformato, da una sensazione di freddezza e insensibilità; ne consegue che l’irregolare , ciò che non ci si aspetta , la meraviglia lo stupore è un elemento essenziale e tipico del bello”.
DARIO SALANI
La pittura si confronta oggi con tecniche estremamente sofisticate, dalle eccezionali possibilità espressive che, a volte, fanno di uno spot pubblicitario una vera e propria opera d’arte, per perfezione formale e capacità di suscitare emozioni. È un confronto che sembrerebbe relegare il pittore a ruoli marginali, quando è invece fonte di imprevedibili stimoli per la sua sensibilità artistica.
Fotografia, cinema, televisione creano diverse e molteplici rappresentazioni del mondo che arricchiscono la percezione soggettiva, schiudendo nuove prospettive e significati. Questi sono i più recenti aspetti di un’evoluzione visiva che in passato, la pittura ha sempre saputo cogliere ed esprimere e che oggi assumono particolari implicazioni, come nelle opere di Manuel Olivares.
A 35 anni, Manuel Olivares è partecipe di questa affascinante evoluzione: la sua tecnica è tradizionale, olio su tela, e lo stile è figurativo. Sulle sue opere, i critici esprimono interessanti e dotti giudizi, con richiami a illustri maestri del passato: i manieristi, Escher, Dalì…certamente, Olivares, pur estraneo alle accademie d’arte, non è immune da suggestioni o “simpatie” artistiche. Sono affinità culturali di una ricerca espressiva, in cui lo sguardo dell’artista si volge al mare delle immagini in cui siamo immersi e che mutano e alterano la nostra sensibilità visiva. Un alterazione che, banalmente, spesso ci fa paragonare un bel paesaggio a una cartolina, capovolgendo il rapporto tra reale e artificiale, tra modello e rappresentazione. Le immagini di Olivares presentano inquadrature inconsuete, di taglio cinematografico, dove le linee sinuose e le tonalità cromatiche suscitano sensazioni stranianti, quasi un ingresso in un mondo parallelo. Un mondo fantastico? Forse, ma creato da un diverso “punto di vista” che, all’improvviso, ferma un fotogramma del film che scorre davanti ai nostri occhi. Olivares lascia l’interpretazione alla sensibilità di chi guarda: i suoi quadri sono “Senza titolo”.
DINO ERBA
……i contrasti dei rossi, dei blu, i gialli compatti che sembrano lacca, le sfumature di luce sulla linea d’orizzonte, che penetrano ed emozionano.
E poi che ci vuoi fare, pezzi di città piegate, deformate, angoli di balcone(postazioni visive privilegiate- punti di vedetta), palazzi che sembrano torri-fortezze che attorno a loro generano paesaggi apparentemente vuoti, interni rigorosi dove i mobili sembrano fatti di luce al pari dei corpi che sembrano essi stessi pezzi di città,e poi i materiali stessi della città, asfalti, marciapiedi,lamiere, canalizzazioni che percorrono lo spazio….entusiasmano il mio immaginario da sempre attratto dai materiali e dalle deformazioni della contemporaneità.
La sensazione??? una città scolpita in uno spazio apparentemente unitario……. ma che unitario non è. Da quei balconi hai un senso di vertigine…c’è un altro spazio che non lasci vedere, profondissimo, intenso…vertiginoso appunto.
E poi gli spessori…tutto ha uno spessore, scale, marciapiedi, parapetti, strisce pedonali, pelle…
L’idea che mi danno le tue tele è che si alimentano d’aria, quasi che l’aria debba penetrare tra i volumi dei palazzi, attraversare i vuoti, riempire le strade.
ALESSANDRA PANZINI
Sono scorci di ambienti e scene vissute su un remoto pianeta di un lontano sistema solare, le immagini che mi incantano, impresse sulle tele di Manuel Olivares ? o piuttosto si tratta di fotogrammi di vita quotidiana catturati dall’artista nella sua Napoli, rivedute e “corrette” alla luce di un interpretazione “fantasy” di luoghi conosciuti; quasi una mitizzazione formale di aspetti contingenti della propria realtà che ha in un “solipsismo egotico” di goethiana memoria il suo strumento privilegiato?
Che si tratti di immagini reali, catturate e poi metabolizzate dalla fervida mente di Manuel o piuttosto istantanee di, un mondo lontano con cui il nostro sembra essere in psichica comunione, poco importa. Le tele di Olivares ci riportano ad una dimensione onirica e fantastica quasi fanciullesca, ad un universo fatato che ho emblematicamente voluto chiamare “Urania”.
È’ innegabile che nei lavori di Manuel compaiano brandelli della sua città ma deformati da misteriose forze e occulti avvenimenti; angoli di strade silenti, palazzi che hanno le sembianze di torri di avvistamento e costruzioni fortificate di fattura angioina attorniate da paesaggi scarni e immoti, spazi interni angusti e labirintici dove gli arredi sembrano vivificarsi, divenire corpi di esseri umanoidi, anch’essi immobili, quasi pietrificati da un’ immane forza come avvenne secoli orsono a Pompei . E’ a mio avviso paradigmatico che un artista nato e vive a Napoli, metropoli caotica e “casciarona” per eccellenza, si rifuggi in questo mondo immaginifico di silenzio, immobilità e luce….novello “Cavaliere del silenzio”.
Ma ad un’ occhiata più attenta questi anfratti immersi in un impasto di colori tenui e quasi “soffici” che avvolgono in una coltre di ovattata tranquillità, scale, marciapiedi, parapetti, strisce pedonali, tutto insomma,, rivelano uno strano senso di inadeguatezza che pervade al pari di un inquietante segreto queste tele altrimenti così eteree.
Sono maggiormente le figure umane a “disturbare” l’osservatore. Nelle tele in cui compaiono corpi , si avverte una sorta di disarmonia in questi “esseri”, enfatizzata dalla dicotomia formale tra queste figure sinuose e gli spazi lineari in cui queste sono inserite. Quasi fossero fuori posto ed esse stesse a disagio in un contesto tanto metafisicamente geometrizzato, in uno spazio che riecheggia uno sfaldamento dei volumi di memoria cubista. Perché Olivares costantemente nasconde alla vista, con mirabile artificio, le teste e i volti, impedendoci di apprezzare i moti dell’animo dei suoi personaggi, apparentemente divisi tra una volontà di immedesimazione , di mimetismo- accentuato da una certa identità cromatica con il contesto – e un ineluttabile destino di diversità e di alienazione.
E se queste figure fossero effettivamente fuori luogo in un luogo fuori dal tempo? E se vi fossero capitate per caso , quasi sprofondate in un sonno profondo i cui sogni sono talmente reali da avvincerle, impedendole di destarsi per tornare alla propria caotica e frenetica
realtà? E se questi personaggi che tanto che tanto ci inquietano e avvincono al contempo, di cui inevitabilmente ci chiediamo l’origine e la sorte, in realtà non fossimo altri che noi stessi, catturati nostro malgrado in questa atmosfera tanto lontana dalla nostra quotidiana realtà? Se fossimo noi ormai irrimediabilmente assuefatti a questo mondo di fantasia che ci ammalia come la nenia di una sirena ?
Manuel Olivares conosce la risposta e, forse, la conosciamo anche noi.
ANTONELLO FANIZZI
…..I suoi spazi, per noi che viviamo a Torino ( quindi una grande città come Napoli ), ci propongono subito una dimensione conosciuta, anche se diversa; diversità nei colori, la costante presenza di gialli e rossi; nei cieli tersi, senza nubi e con sfumature cangianti. Gli spazi che Olivares ci propone sono in qualche misura rilassanti, perché non sono oppressi dai colori fumosi con cui abitualmente associamo l’agglomerato urbano. Un discorso a parte meritano i quadri dove è rappresentata la presenza umana. Qui i rapporti si ribaltano; nei due quadri dove sono raffigurati corpi, abbiamo avvertito come una sorta di disagio, come se queste figure si contrapponessero agli spazi lineari in cui vengono inseriti. Ne quadro 0034 le figure guardano un manufatto in lontananza: hanno quasi lo stesso colore dell’edificio, un associazione inquietante che viene integrata da una delle rare atmosfere plumbee prodotte dall’artista. Mentre nel quadro 0063 la sinuosità del corpo si contrappone alla geometricità dell’arredamento; in questo caso il colore del corpo influenza il bianco delle pareti dando al complesso dell’immagine una tonalità brillante, quindi la drammaticità è nella forma : l’ assenza della testa non ci fa capire lo stato d’animo del personaggio raffigurato……
GIANNI PATRITO
Lo spazio diventa un gioco da fare puntualmente in modo diverso. Così le dimensioni diventano tessere di un mosaico da ricostruire combinando i colori in modo da ottenere sempre un risultato differente ed incantevole. Così Manuel Olivares, giovane Artista napoletano, compone i suoi spazi su tela, immaginando una realtà fatta di forme ben definite, a volte spigolose che delineano un mondo vivace nato dall’idea dei colori che si combinano in modo perfetto ispirando emozioni e suggerendo interpretazioni
Ed ecco che una tela diventa una fenditura….immaginate uno strappo su una tenda pesante che permette di guardare un paesaggio inaspettato, in cui forme e colori prendono forma sotto la luce che li attraversa.
E quando le tinte sono intense e solari, nei toni del giallo e del rosso, ci si sente pervadere da una sensazione inspiegabile che ispira gioia e vivacità.
Non mancano i contrasti cromatici, creati di proposito per insinuarsi nell’animo di chi guarda con l’abilità che hanno solo i colori, evocando ricordi ed ispirando nuovi pensieri, ed associazione d’idee!
Perché è inevitabile spaziare con la mente a cospetto di una tela che è indefinita, il cui contenuto non si ferma entro i limiti del dipinto, ma riesce a trovare il suo seguito nello spazio circostante. Così ritorna il concetto di spazio, in un percorso ciclico, rappresentando il punto d’inizio e quello d’arrivo di ogni ispirazione artistica.
A lasciare lo sfondo bianco di una parete dietro un quadro di Olivares si incappa nell’inevitabile genialità della mente che si sbizzarrisce creando, su quello sfondo, la continuazione di quei colori dipinti dall’artista, lasciandoli sfumare nella monocromia del reale.
E forse proprio questa la magia dell’arte di Olivares: permette all’osservatore delle sue opere di evadere dagli spazi tristi e angusti del contemporaneo, scappare dal rigore per rifugiarsi nello spazio senza confini di un mondo parallelo , popolato di speranze e fantasia in cui recuperare la dimensione originale di una personalità vivace.
Con un'unica, doverosa precisazione: tutto quello spazio non è mai vuoto.
LUISA MAURELLI
La pittura di Olivares concilia il gusto della figurazione con una sensibilità più inquieta e sperimentale, specie laddove l’opera cattura lo spaesamento e il vento esistenziale in un impasto di colori tenui e soffici; una specie di voce che si interroga e cerca, attraverso la comunicazione artistica , di stabilire contatti di autentico spessore umano.
ANTONIO FILIPPETTI
Olivares’ soft, sumptuous paintings focus on the fluidity of space within contemporary geometric
Structures. Redefining the clinical and the austere by his smooth suppleness of form and warm and delicate colours.
JENNY BROOKMAN
The paintings of Napoli artist Manuel Olivares possess a futuristic quality impacted by rigorous interiors where furniture flows without encumbrances and human bodies seem sculpted from light. The contrast between the colors- the red, the blue, the dense yellow- penetrates the volumes of the buildings and splashes through the empty spaces, filling them up. The artist paints from offbeat points of view, creating exotic perspectives from which the viewer can observe from unconventional vantage points. The buildings themselves seem to ground us with their dense and substantial construction, unobstructed by decoration and reduced to their purest form.
KRIS KLINE
SITI:
http://www.creativearchiveonline.co.uk/portfolio/olivares
http://www.saatchi-gallery.co.uk/yourgallery/artist_profile/Manuel+Olivares/26649.html
http://www.artecomunicarte.com/ArtistaDatosPAD2_P.php?Art=3729
http://aaa-arte.ning.com/profile/manuel
http://www.con-fine.com/arteventi/news/2008/news_40.htm
http://www.ctrl28.com/artists/Manuel_Olivares/Manuel_Olivares.htm
http://www.acla.it/gallerie/pittori/ManuelOlivares/ManuelOlivares.htm
http://digilander.libero.it/manuelolivares/opere.htm
http://www.itinerariodellarte.it/artista-contemporaneo-111-Olivares-Manuel.htm
http://www.teknemedia.net/fiere/dettaglio_news.html?newsId=1012
http://www.informarte.org/portal//modules.php?name=News&file=article&sid=1017
http://www.galleriarodino.com/home.php
http://www.viatico.org/2007/11/
http://www.artxworld.com/recensioni_arte.aspx?opera=88365311-32E1-4DEE-9485-C79C668E19BB
http://www.liberaaccademiapittura.com/eventi/eventi_det.cfm?newsID=72
http://rhizome.org/discuss/view/28099/
http://www.londonart.co.uk/sales/view_art.asp?artistID=297
http://www.absolutearts.com/artsnews/2001/08/03/28946.html
http://www.straccialvento.bravehost.com/garden.htm
http://www.arteriazip.it/studi_aperti_napoli/notte_bianca/artisti.htm
http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=30253
http://www.monterossocalabro.com/gallerie/pittura/manuel_olivares/manuel_olivares.htm
http://www.artcasting.net/doc/olivares.html
http://www.guzzardi.it/arte/archiviomailart/artistimailart/olivares.html
http://www.impulsesart.com/j/index.php?option=com_rsgallery2&Itemid=99999999&page=inline&id=1999&catid=341&limitstart=0
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http://www.medinapoli.it/?q=node/378
http://195.96.216.126/cjac/Gallery.aspx?view=201
http://photogallery.tiscali.it/arte/slide.php?idg=1881&id=19034&page=3
http://www.lucacurci.com/artexpo/2001/artists.html
http://www.ilgiallodinapoli.com/Artisti/tabid/75/Default.aspx
http://www.italianpainters.net/
http://www.diggstars.com/1-5-9879/picture/Manuel_Olivares_pictures.html
Sergej M. Ejzenstein
Nella seconda metà degli anni trenta Sergej M. Ejzenstein portò a termine “teoria generale del montaggio” uno dei suoi scritti più esaustivi sul linguaggio cinematografico e non solo; il testo infatti offre un’approfondita analisi del montaggio cinematografico rivelando una serie infinita di connessioni di questo con le forme di arte precedenti a partire dall’architettura degli antichi Greci.
La progettazione da parte degli architetti Greci del percorso, e dunque la previsione della successone di immagini cui il visitatore dell’antica Acropoli era soggetto costituiscono secondo il noto regista una delle più remote forme di film (montaggio cinematografico).
Anche la pittura costituisce secondo Ejzenstain punto di partenza per un giusto approccio allo studio del montaggio, esemplare è l’analisi che egli compie del ritratto dell’attrice Russa M.N Ermolova di Serov…” il montaggio non consiste tanto nella successione di una serie di pezzi quanto nella loro contemporaneità”.
A distanza di tanti anni credo che il cinema possa in qualche modo essere “responsabile” di un processo inverso, e cioè di aver a sua volta influenzato altre forme di espressione tra cui la pittura.
Manuel Olivares
MANUEL OLIVARES
Manuel Olivares è nato a Napoli nel 1967.
Dopo un lungo periodo trascorso in Norvegia nel 1992 torna a Napoli dove si dedica unicamente alla pittura cominciando a partecipare a numerose mostre sia in Italia che all’estero. La sua pittura decanta l’immagine fino ad esaltarne la struttura geometrico astratto- concreta su rapporti armonici di forma colore e luce; figure e spazio.
NOVEMBRE 2009
“ PULPAINTINGS” MUSEO MINIMO - NAPOLI
AGOSTO 2009
“GRANDMOTHER WAITS FOR YOU” - Embassy Gallery - Embassy Tower at the Roxy Art House -
experimental exhibition/event as part of the Edinburgh Art Festival . Edinburgh
LUGLIO 2009
PRIMA RASSEGNA INTERNAZIONALE DI ARTE CONTEMPORANEA “ARTE NELL’ISOLA” ISOLA DELLA MADDALENA
GIUGNO 2009
Casa Italia Pescara – ETERNOLOGIE - XVI Giochi del Mediterraneo 2009 – CONI - PESCARA
MAGGIO 2009
Honorable Concejo Municipal de Santa Fe de la Vera Cruz – ARGENTINA
MARZO 2009
“1000 ARTISTI A PALAZZO” PALAZZO ARESE BORROMEO CESANO MADERNO
MARZO 2009
London EAST Festival, con “AUGUST art” – Londra UK
FEBBRAIO 2009
CHATEAU DES REAUX - GALLERIA PERMANENTE D’ARTE CONTEMPORANEA di Yevheh Yukhnytsya - Chouze sur Loire FRANCIA.
DICEMBRE 2008
“IL GIALLO DI NAPOLI” CASTEL DELL’OVO - NAPOLI
SETTEMBRE 2008
“FUTURENERGIE” – VILLA MARIA – QUILIANO (SAVONA)
LUGLIO 2008
“VISIONI E LINGUAGGI” - OFFICINA KOINE’ -EBOLI
MAGGIO 2008
“VUOTO E CREATIVITA’ “ – STUDIO D’ARS - MILANO
APRILE 2008
GALLERIA GANO’ - NAPOLI
MARZO 2008
“FREE INTERNATIONAL ARTIST” SALA DE CERIMONIAS DE LA INTENDENCIA MUNICIPAL DE MONTEVIDEO – MONTEVIDEO - URUGUAY
GENNAIO 2008
“FREE INTERNATIONAL ARTISTS” MUSEO STORICO DI BERGAMO, CONVENTO DI SAN FRANCESCO - BERGAMO
NOVEMBRE 2007
“LO SPAZIO OLTRE I LIMITI DELL’ISTINTO”
TY’SH – POZZUOLI (NA)
SETTEMBRE 2007
KARL –FRANZENS – UNIVERSITAT GRAZ – “STOFFTUCHER IM WIND” GRAZ AUSTRIA
GIUGNO 2007
“XXIX RASSEGNA BICE BUGATTI” – NOVA MILANESE
MARZO 2007
“ARTE VIAGGIANTE” II° EDIZIONE – SPAZIO ART-LINE - MILANO
DICEMBRE 2006
GALLERIA HABITANTE – PANAMA - PANAMA
DICEMBRE 2006
WORLD TRADE CENTER – HONG KONG
SETTEMBRE 2006
“STUDI APERTI”- ARTERIA – NAPOLI
GIUGNO 2006
“MEDITERRANEO” LE AXIDIE VICO EQUENSE (SORRENTO)
GIUGNO 2006
“MOLTIPLICAZIONI TEMPORALI” PICA GALLERY – NAPOLI
GENNAIO 2006
“IPOTESI” - MASCHIO ANGIOINO – SALA DELLA LOGGIA – NAPOLI
NOVEMBRE 2005
“BIENNALE DI ANKARA”
SALA “ARIF HIKMET KOYUNOGLU” MUSEO DI PITTURA E SCULTURA DELLO STATO – ANKARA - TURCHIA
NOVEMBRE 2005
”ARTE VIAGGIANTE” TORRE MEDIOEVALE COLNAGO (MI)
GENNAIO 2005
“DUALISMO” – BBLIOTECA ELSA MORANTE – ROMA
DICEMBRE 2004
GALLERIA METROPOLITAN INTERNATIONAL ART - LECCE
DICEMBRE 2004
PREMIO ELEXPO PER CALENDARIO 2005
NOVEMBRE 2004
HOTEL ART FAIR - SHERATON - CON LA GALLERIA “IL PONTE” - ROMA
NOVEMBRE 2004
“VIDEOPROIEZIONE”- GALLERIA METROPOLITAN INTERNATIONAL ART – LECCE
NOVEMBRE 2004
CENTRO CULTURAL GRAN VIA CAJA DE LA RIOJA – LA RIOJA SPAGNA
OTTOBRE 2004
“2nd WORLD CONGRESS AGAINST THE DEATH PENALTY” PALAIS DES CONGRES – MONTREAL - CANADA
AGOSTO 2004
PARTECIPAZIONE A: “ART AT THE MIRROR” ( PROGETTO DI RUGGERO MAGGI ) BIENNALE DI LONDRA 2004 – LONDRA -INGHILTERRA
LUGLIO 2004
CASA DELLE CULTURE DI COSENZA – SALA PRIMO MORONI - COSENZA
LUGLIO 2004
HOTEL SIRENE - CAPRI (NA)
GIUGNO 2004
UNIVERSITY OF POMONA - LOS ANGELES - CALIFORNIA
MAGGIO 2004
PARTECIPAZIONE A : “ CAMERA 312, PROMEMORA PER PIERRE RESTANY ” ( PROGETTO DI GIANNI OTTAVIANI ) MIART - MILANO
MAGGIO 2004
BIENNALE DI NAPOLI 2004 - ISTITUTO PALIZZI - NAPOLI
MARZO 2004
“ ARTEXPO 900’ ” - CHAPITEAU DE FONTVIEILLE - MONTECARLO
MARZO 2004
“400 METRI PER L’INFANZIA” PALAZZO REALE – SALA DELLA FORTUNA - NAPOLI
GENNAIO 2004
“ ASTRATTAMENTE ” GALLERIA LOGOS - ROMA
DICEMBRE 2003
“AL CARO GIORGIO” - OMAGGIO A GIORGIO GABER - SPAZIO 12 MILANO
SETTEMBRE 2002
GALLERIA OPEN ART - MILANO
SETTEMBRE 2002
GALLERIA PRO ARTE DI LUGOJ - LUGOJ - ROMANIA
APRILE 2002
STUDIO D’ARTE “IL PONTE” - ROMA
GENNAIO 2002
“GLOBALVISION” - SPAZIO MATISSE - ROMA
LUGLIO AGOSTO 2001
HOTEL SAVIOLI SPIAGGIA - RICCIONE
AGOSTO 2001
GALLERIA PINO PASCALI - POLIGNIANO A MARE (BA)
MAGGIO 2001
CANTIERI CULTURALI “ LA ZISA “- PALERMO
OTTOBRE 1998
“BERLINAPOLI” SALA GEMITO E GOETHE INSTITIUT – NAPOLI.
NOVEMBRE 1997
SALA ITALIA, CASTEL DELL’ OVO IN OCCASIONE DI “NAPOLI NEL MONDO”- NAPOLI
SETTEMBRE 1996
CHIESA DI SAN FRANCESCO – BOLSENA.
MAGGIO1995
INTERNATIONAL ART BIENNALE – MALTA.
APRILE 1995
GALLERIA ALBA – FERRARA.
LUGLIO 1994
“L’ARTE DI UNIRE I POPOLI”, ISTITUTO CULTURALE TEDESCO GOETHE
INSTITIUT – NAPOLI.
DICEMBRE 1993
“A NORD E A SUD DEL MEDITERRANEO”, ISTITUTO CULTURALE SPAGNOLO
CERVANTES – NAPOLI.
APRILE 1991
“L’UOMO E L’AMBIENTE” MUSEO DELLE SCIENZE E DELLE TECNICHE DI S.VITTORE MILANO
TY’SH
TY’SH, VIA VECCHIA S. GENNARO, 15 POZZUOLI(NA)
DAL 9 AL 24 NOVEMBRE - 2007
IINAUGURAZIONE VENERDI 9 E SABATO 10 NOVEMBRE - ORE 20,00 – 24,00
INFO : labtysh@libero.it
LO SPAZIO OLTRE I LIMITI DELL’ISTINTO
CREDO CHE L’ISTINTO SIA PIU’ UTILE ALLA DIFESA CHE NON ALLA CREAZIONE,
UNA SORTA DI “PROGRAMMA “ PRONTO A INTERVENIRE LADDOVE NON C’E’ TEMPO O MODO PER PENSARE… IN ARTE, MA NON SOLO, RESPONSABILE SPESSO DI RIPETIZIONI, AUTOMATISMI, STASI… CONSIDERO L’ISTINTO L’ASPETTO PIU’ “CONSERVATORE” DELLA NOSTRA ANIMA…
LO SPAZIO DI PER SE NON HA INTERRUZIONI GEOMETRICO FORMALI, CONFINI, LIMITI SE NON NELLA PERCEZIONE DI CHI GUARDA DA TROPPO VICINO O DA TROPPO LONTANO.
REALTA’ DIFFERENTI A DISTANZE DIFFERENTI, COME IL TEMPO E LE DIVERSE INTERPRETAZIONI CHE NE VENGONO DATE IN (SCUSATEMI IL GICO DI PAROLE) ALTRI TEMPI..
ESISTE, ALLORA, ANCHE PER LO SPAZIO UN PRESENTE PER COSI’ DIRE COSMICO?
IL DISORDINE, Il CONFINE TRA COSA E COSA, LA DIVERSIFICAZIONE DEL TUTTO INTORNO A NOI NON E’ ALTRO CHE UN PUNTO DI VISTA A META’ STRADA TRA IL TROPPO VICINO E IL TROPPO LONTANO, OGNI DIMENSIONE HA IL SUO TEMPO, IL SUO PRESENTE.
LA DILATAZIONE DELLO SPAZIO QUOTIDIANO COME MARCATURA DELL’ALTRIMENTI INVISIBILE COSTITUISCE PARTE DI QUESTA RICERCA CHE SI PREFIGGE COME SCOPO L’ANALISI DELLO SPAZIO FISICO FUORI DAI LIMITI DELL’ISTINTUALITA’ VIAGGIANDO TUTTAVIA ATTRAVERSO PANORAMI QUOTIDIANI, SPESSO ANONIMI, DOVE IL NUOVO SARA’ LA NATURALE CONSEGUENZA
DI UN PUNTO DI VISTA INDIVIDUALE E NON UN OBIETTIVO FINE A SE STESSO.
MANUEL OLIVARES
Il TY’SH, dopo un anno di intensa attività che ha visto protagonisti artisti come Paolo Bresciani, Massimiliano Mirabella, Martin Derient e Mariangela Levita, riapre la nuova stagione espositiva con una inedita quanto attesa personale dell’artista napoletano Manuel Olivares.
A partire dal 9 novembre fino al 24, gli ultimi lavori pittorici di Olivares saranno presentati negli spazi dell’associazione puteolana, presieduta e diretta da Sasi Menale, lavori di vario formato ma comunque ascrivibili alla medesima linea di ricerca che, parafrasando il titolo della mostra: “si prefigge come scopo l’analisi dello spazio fisico fuori dai limiti dell’istintualità”.
Un prospettivismo dove la dilatazione del quotidiano designa l’“altrimenti invisibile”, dove la visione, sospesa tra il troppo vicino e il troppo lontano, apre alla dimensione temporale dell’“eterno presente”.
Qui del quotidiano si indagano ameni quanto apparentemente insignificanti anfratti, una sequela di paesaggi dove lo spazio della contemporaneità si definisce come luogo dell’antropizzazione: gli oggetti, gli interni, la luce artificiale ed ogni altro elemento della composizione pittorica allude ad un realismo tutto simbolico, dove il riferimento all’attualità del presente assume spesso caratteri parossistici e visionari.
Decisamente un segno dei tempi.
DAVIDE AURICCHIO (VIATICO)
L’arte ha un ruolo determinante e qualche risposta plausibile di fronte all’orrore degli accadimenti della società contemporanea. Ecco perché Manuel Olivares, che espone domani sera ore 20 i suoi ultimi lavori al Ty’sh in via vecchia San Gennaro 15 a Pozzuoli, la nuova location curata da artisti, designers, architetti con lo scopo di incontro e scambio all’insegna della creatività, concentra la sua ricerca sul tentativo di interpretare la realtà circostante contraddittoria, imprendibile e frammentaria.
Dopo le due recenti personali “Ipotesi” , dove l’artista ha posto l’uomo al centro dei suoi pensieri, e “Moltiplicazioni temporali” dove invece si è dedicato al tempo, questa volta con “Lo spazio oltre i limiti dell’istinto”, titolo dell’esposizione visitabile fino al 24 novembre, è attento allo spazio, all’istintualità con cui viene percepito e sulla possibilità di un “presente cosmico” alla ricerca di un’armonia perduta. “Credo – spiega Olivares - che l’istinto sia più utile alla difesa che non alla creazione. Una sorta di programma pronto ad intervenire laddove non c’è tempo o modo per pensare. In arte, ma non solo, responsabile spesso di ripetizioni, automatismi, stasi. così considero l’istinto l’aspetto più conservatore della nostra anima”. Circa 20 le opere presentate realizzate olio su tela, alcune di grandissime dimensioni, per rappresentare lo spazio senza interruzioni geometrico formali, confini, limiti, se non nella percezione di chi le osserva da vicino o da lontano. La mostra intende analizzare da diversi punti di vista spesso antitetici la dilatazione dello spazio quotidiano come sottolineatura dell’ invisibile, inteso dall’artista come rapporto del singolo individuo con il proprio passato e l’estrema dipendenza di quest’ultimo dal presente. “il ruolo dell’artista – dice- risiede nella possibilità di sperimentare visioni e di scavare nella storia e nelle logiche nascoste o apparentemente scontate al fine di produrre un senso, una faglia critica”. Con una ricca gamma cromatica, Olivares rappresenta simboli, segni e forme private della loro intrinseca oggettività, che raccontano la nostra storia , il nostro quotidiano e che ci fanno riflettere sul nostro destino e sulla necessità che ha l’arte di rompere il velo ipocrita di questa perfettissima società dove tutto appare lucido, razionale, preordinato.
DANIELA RICCI ( IL MATTINO )
MANUEL OLIVARES
MOLTIPLICAZIONI TEMPORALI
PICAGALLERY - NAPOLI
GIUGNO 2006
A cura di
Maria Savarese
HO SEMPRE PENSATO CHE ANCHE IL PASSATO CAMBIA, IL MODO IN CUI LO GUARDIAMO INTENDO…TUTTO DIPENDE DALL’OGGI, DALLO STATO D’ANIMO ATTUALE! IL PRESENTE SE NE STA LI , APPARENTEMENTE FERMO, IMMOBILE, TUTTO PRESO DALLA SUA QUOTIDIANIETA A NASCONDERCI OGNI SUA MOSSA…MA E’ PROPRIO QUESTA “CALMA PIATTA” AD IMPEDIRCI TROPPO SPESSO DI COGLIERE L’IMPORTANZA DEI FATTI, NASCONDENDOCI QUELLO CHE UN GIORNO DIVERRA L’INESORABILE SCENOGRAFIA DELLA NOSTRA VITA…
UN PASSATO DUNQUE MAI TRASCORSO, UN PRESENTE E UN FUTURO CHE SI INCONTRANO CON ESSO OGNI GIORNO; LO CAREZZANO, LO INVOCANO,, LO INSULTANO, LO COLPISCONO…
NON IMPORTA RESTERANNO SEMPRE INSIEME.
MANUEL OLIVARES
“TELEVISIONE,CINEMA, VIDEO…VIVIAMO ORMAI DI ESPERIENZE INDIRETTE, DI LUCE RIFLESSA! VEDIAMO SEMPRE DI PIU E CAPIAMO SEMPRE DI MENO, COME DAL FINESTRINO DI UN’AUTO, VIA VIA CHE LA VELOCITA’ AUMENTASI PERDONO I CONTORNI,POI ANCHE I COLORI COMINCIANO, LENTAMENTE, A FONDERSI TRA LORO SINO A DIVENTARE UN UNICO COLORE, IL BIANCO, IL VUOTO. MI CHIEDO SE QUESTA è COMUNICAZIONE.”
È COSI’ CHE MANUEL OLIVARES COMMENTA LE SUE OPERE IN MOSTRA ALLA PICAGALLERY
SUL RAPPORTO TRA L’UOMO E L’INCOMUNICABILITA’. IL TALENTO DI SAPER VIVERE CON INTERESSE E CURIOSITA’, IL RAPPORTO CON L’INTERO UNIVERSO DEGLI EVENTI NATURALI ED UMANI, CON LO SPAZIO, CON IL PIANETA E CON LA STORIA DEVE IN QUALCHE MODO ESSERE RECUPERATO POICHE’ SIAMO SPETTATORI ENTUSIASTI DI STRAORDINARI PRODIGI DELLA TECNICA CHE PERO’ RENDONO L’INDIVIDUO SINCRONIZZATO E INTERDIPENDENTE NELLA MASSA VIVENDO E PENSANDO NON PIU’ COME SINGOLO MA COME COLLETTIVITA’.
CON “MOLTIPLICAZIONI TEMPORALI”, E’ COSI CHE SI INTITOLA LA MOSTRA, OLIVARES DOPO AVER ESPOSTO RECENTEMENTE NELLA SALA DELLA LOGGIA AL MASCHIO ANGIOINO INTENDE
DI NUOVO ANALIZZARE IL RAPPORTO DEL SINGOLO INDIVIDUOCON IL PROPRIO PASSATO E L’ESTREMA DIPENDENZA DI QUEST’ULTIMO DAL PRESENTE. DIECI LAVORI DI GRANDI DIMENSIONI SOTTOLINIANO, DUNQUE LA MUTEVOLEZZA DEL PASSATO IN CONTINUO MOLTIPLICARSI, APPUNTO, ED INTRECCIARSI CON LO STATO D’ANIMO DEL MOMENTOE OFFRONO LO SPUNTO PER OSSERVARE DA PUNTI DI VISTA DIVERSI , SPESSO ANTITETICI, LA MEDESIMA REALTA’ TRASCORSA.
SEDIE DI PLASTICA, OMBRELLI ABBANDONATI, COPERTONI DI AUTOMOBILI, OGGETTI DI USO QUOTIDIANO SONO PRIVATI DELLA LORO FUNZIONALITA’ PER DIVENTARE PORTATORI DI ALTRI SIGNIFICATI E VALORI. CON UNA RICCA GAMMA CROMATICA, OLIVARES, RAPPRESENTA I SIMBOLI CHE RACCONTANO UNA STORIA, UN PASSATO FORTEMENTE EMOZIONALE CHE APPARTIENE AD OGNUNO DI NOI. ATTRAVERSO IL TAGLIO FOTOGRAFICO DI QUESTE IMMAGINI, RESE CON COLORI FORTI, TONALITA’ E CHIAROSCURI ACCENTUATI, L’ARTISTA PRIVA ANCHE LE FORME DELLA LORO INTRINSECA OGGETTIVITA’CHE DI CONSEGUENZA ACQUISTANO UNA FUNZIONE EVOCATRICE PER FARCI RIFLETTERE SUL NOSTRO DESTINO IN QUESTA NOSTRA SOCIETA’ DEI CONSUMI DOVE TUTTO APPARE LUCIDO, RAZIONALE, PREORDINATO.
DANIELA RICCI (IL MATTINO)
MANUEL OLIVARES
IPOTESI
MASCHIO ANGIOINO – SALA DELLA LOGGIA
GENNAIO 2006
A cura di
Antonella Galano
Presentazione del Presidente del Consiglio Regione Campania
Sandra Lonardo Mastella
CON TUTTO IL RISPETTO PER DIO, NON HO MAI CREDUTO CHE GLI ANIMALI SIANO STATI CREATI PER FARE COMPAGNIA AGLI UOMINI, HO SEMPRE PENSATO, INVECE, CHE QUALCUNO SIA ARRIVATO SULLA TERRA DA MOLTO LONTANO E NE ABBIA MODIFICATO UNO…PROPRIO COME STIAMO PROVANDO A FARE NOI OGGI; NON HO MAI RITENUTO NORMALE CHE TRA TANTE SPECIE, SOLTANTO UNA SIA STATA CAPACE DI PROGREDIRE E NON SOLTANTO DI ADATTARSI…E POI GLI UOMINI HANNO UNO STRANO RAPPORTO CON L’AMBIENTE, E’ COME SE NON SI SENTISSERO A PROPRIO AGIO, DEVONO MODIFICARE, CAMBIARE, ADATTARE…
QUANDO GUARDO IL MIO CANE ROTOLARSI IN UNA NUVOLA DI TERRA, QUANDO LO VEDO LANCIARSI IN UNA POZZANGHERA O MASTICARE I RESTI DI UNA CAROGNA LO IMMAGINO COME UN TUTTUNO CON L’AMBIENTE CHE LO CIRCONDA E NON COME UN’OSPITE.
ARCHITETTURE, OGGETTI, LUCI ARTIFICIALI…CONTRASTI EVIDENTI, SEGNI TANGIBILI DELLA CONDIZIONE “UMANA”. ECCO DUNQUE LA NECESSITA’ DI ALLONTANARSI, DI PROVARE A GUARDARE TUTTO DA UNA CERTA DISTANZA, DA UN PUNTO DI VISTA ESTRANEO CHE NON ATTRIBUISCE ALLA FORMA ALCUN SIGNIFICATO FUNZIONALE MA CHE CERCA ATTRAVERSO LA DISTANZA DI RIALLACCIARE UN RAPPORTO PERSO...
IO CREDO CHE ESISTA UN CERCHIO PIU GRANDE, LONTANO, CHE UNISCE TUTTO E TUTTI PASSANDO ATTRAVERSO L’INFINITA’ DELLE FORME, UNENDO L’INTIMO DEL DETTAGLIO ALL’INFINITO DELL’UNIVERSO…
MANUEL OLIVARES
PRIMA DEL MOMENTO, L’ISTINTO SOPRASSIEDE SULL’ARTISTA CHE DA’ ALLA SUA FORZA CREATRICE UN’ ORIGINE NELLA FORMA DELL’ISTANTE.
GLI OGGETTI RAPPRESENTATI SONO QUOTIDIANITA’ DISMESSE, ESISTENTI NEL REALE E SCHIAVE DELL’OVVIETA’ GIORNALIERA, VIVONO EMARGINATE NELL’INCONSISTENZA DELL’UOMO MODERNO; SONO SIMBOLI DEL TRASMUTARSI CONTINUO DEL TEMPO.
PRESENTE, PASSATO E FUTURO ENTRANO IN UNA UNICITA’ DI FORME PLASTICHE CHE NELLA CIRCOLARITA’ DEI MOVIMENTI RAFFIGURANO L’ORIZZONTE DI CHI VEDE OLTRE. IL RISULTATO FORMALE SONO IMMAGGINI DI CHI , OGGI, IMMEMORE DELLA STORIA DI TUTTI I GIORNI, AVVERTE L’URLO MA NON HA CORAGGIO NELLA PROPRIA SOLITUDINE DI URLARE; CHI TEME OGGI DI NON TACERE ?
LA PITTURA DI MANUEL, PARTECIPA ALLA VITA ATTRAVERSO UN DIALOGO VEEMENTE TRA I SUOI SOGGETTI ANTROPOMORFI E LA CONSAPEVOLEZZA DI CHI OSSERVA CHE TUTTO SCORRE PUR PERMANENDO PER SEMPRE NELLA MEMORIA DI TUTTI. MOLTIPLICAZIONI NELLA MEMORIA DI OGNUNO DI NOI CHE DIMENTICO DEI FRANGENTI PASSATI ATTRAVERSA IL RICORDO DEGLI AMBIENTI VISSUTI NELL’IMMAGINARIO EMOZIONALE DI UN TEMPO. IL PRESENTE SI MOLTIPLICA NELL ESPRESSIONE FUTURA NELLE GEOMETRIE DELLO SPAZIO.
LUCE ED OMBRA DIVENTANO NEL CONTRASTO CHIAROSCURALE SQUARCIO DI QUESTO SILENZIO MANCATO. OLIVARES FA RESPIRARE LA VITA CHE SOTTRAE ALLA VITA UN CERCHIO SENZA FINE.
ANTONELLA GALANO
SEDIE E TAVOLINI DA BAR DI QUELLI ROSSO-ARANCIONE CHE SI TROVANO ATTORNO AI CHIOSCHETTI ALL’APERTO;LUNGHI PALI DELLA LUCE; SARACINESCHE DI NEGOZI O GARAGE. INSOMMA OGETTI COSI ORDINARI CHE QUANDO LI INCROCIAMO NEANCHE C BADIAMO E MAI PENSEREMMO DI TROVARLI PROTAGONISTI DI UN CICLO DI OPERE PITTORICHE. EPPURE è PROPRIO L’OVVIO QUOTIDIANO AL CENTRO DELLA PIU RECENTE RICERCA ARTISTICA DI MANUEL OLIVARES ALLE CUI OPERE è AFFIDATO IL COMPITO DI INAUGURARE GANO’, IL NUOVO SPAZIO ESPOSITIVO DI PIAZZETTA RODINO’ PENSATO COME LUOGO DI INCONTROAPERTO ALLA DIFFUSIONE DELL’ARTE IN TUTTE LE SUE FORME PITTURA, FOTOGRAFIA MUSICA, LETTERATURE, TENDENZE E DESIGN- E PER CONOSCERE MODI DI FARE E PENSARE DIVERSI, PER DISCUTERE E CONFRONTARSI, APRIRSI AD ALTRE VISIONI DELLA REALTA’ CHE CI CIRCONDA.
IN PINO TARGHET, DUNQUE,LA PERSONALE DI OLIVARES, CHE SIA PURE CON UNA TRADIZIONALISSIMA PITTURA AD OLIO SU TELA, NEL SUO INCESSANTE TENTATIVO DI CONCILIAZIONE ARMONICA DELLE FIGURE NELLO SPAZIO, METTE A FUOCO GLI ASPETTI PIU’ INEDITI DELL’ORDINARIO TRASFORMANDOLO IN VISIONI SURREALI, QUASI ONIRICHE, MA A BEN VEDERE ILLUMINANDOLO CON UNA LUCE CHE NE EVIDENZIA LE CARATTERISTICHE E LE FUNZIONI. ADDIRITTURA INGIGANTENDOLE, PER MEGLIO PORLE ALL’ATTENZIONE DI CHI LE OSSERVA. UN MODO PER RIFLETTERESU CIO CHE LA VELOCITA’ DELLA ROUTINE DELLA TV, DEL CINEMA E DEL VIDEO APPIATTISCE FINO AD UNA TOTALE FUSIONE DI FORME INFORMI DAI COLORI INCOLOREE PER COMINCIARE A GUARDARE IL MONDO CIRCOSTANTE CON RINNOVATA CURIOSITA’, CON OCCHIO VIGILE NON DA SPETTATORE PASSIVO.
UNA DECINA IN TUTTO LE OPERE DI MANUEL OLIVARES, SONO TUTTE DI GRANDE FORMATO, ANIMATE DA SCELTE CROMATICHE FORTI E DECISE, CHE – A SECONDA DEI SOGETTI INDAGATI –SPAZIANO TRA LE GAMME DEI VERDI E DEI BLU, DEI BIANCHI E DEI GRIGI , DEI GIALLI ROSSO-ARANCIONE SCELTI NEI TONALITA’ PIU SATURE E STESI E STESI CON PENNELLATE A CAMPITURE AMPIE E SOTTILI PER MEGLIO RAPPRESENTARE LE FORME INDAGATE. NAPOLETANO, CLASSE 1967, FORMATOSI FUORI DAGLI AMBIENTI ACCADEMICI, DOPO UN LUNGO PERIEODO TRASCORSO IN NORVEGIA NEL 1992, DAL SUO RIENTRO IN CITTA’ MANUEL OLIVARES SI è DEDICATO UNICAMENTE ALLA PITTURA CON LA QUALE, FEDELE AL SUO STILE FIGURATIVO DECANTA L’IMMAGINE FINO AD ESALTARNE LA STRUTTURA GEOMETRICA ASTRATTO-CONCRETA.
PAOLA DE CIUCEIS ( IL MATTINO )
..altro scenario è quello che da di Napoli il pittore Manuel Olivares, se a Napoli si riferisce e non a una città utopica, nei frammenti ingigantiti da una lente che li sottrae alla realtà oggettuale per renderli simulacri di luce e colore assunti al piano affascinante delle idee platoniche.
Geometrie ideali avulse da ogni funzione e che quindi hanno perduto ogni valore progettuale e concreto e perciò ogni intento persuasivo sociale.
Un platonismo che cerca l’accordo di forme assunte a voci di inconsapevole riscatto dalla brutalità della materia e, più che salvare porgendo una cima al naufrago, rileva magicamente che quel rottame può nascondere anche bellezza, luce sublime e forse la speranza che tutto il mondo in sfacelo conservi un ordine possibile dentro di sé una armonia che sovrasti il disordine, così che dallo strappo della materia corrotta possa la luce ricomporsi in bellezza. Non si dice che la bellezza salverà il mondo? Allora forse occorre cercarla nei suoi rifugi la bellezza, ricomporla senza paura di uscire dalle regole dominanti, e farla respirare all’aria, gonfiarla di luce. Non occorre una sentenza che decreti il giudizio, basta la volontà di non ammettere la sconfitta ne fra i rottami ossidati delle industrie, ne tra il baluginìo assordante dei motori o l’inquinamento dei rifiuti urbani. Ricomporre mentalmente l’ordine di uno scenario che si rifiuti di indicare solo ciò che non deve essere ma che lasci emergere la volontà di ritrovare la funzione della vita nell’ordine del cosmo.
LUCIANA RICCI ALIOTTA ( CON- FINE )
Superfici pittoriche colme di tassellature organiche, sottili e dense campiture cromatiche che delineano presenze figurali; linee, tratti affusolati confusi e giustapposti che evocano simulacri d’architettura e d’umanità: osservando le opere di Manuel Olivares siamo subito catturati da una sensazione di saturazione , di pienezza, di condensamento. Campi cromatici composti da mezzi toni, con accenti di colore più intenso, delineano le parti da evidenziare nella totalità della composizione scenica. La risultante strutturale dell’impianto pittorico è quella di una febbrile e concitata visione di vedute architettoniche e di presenze ,creata da un apparente caos compositivo , che in realtà si traduce in un preciso equilibrio tra spazi vuoti e pieni, in una calibrata alternanza tra colori freddi e caldi e, soprattutto, in un calibrata alternanza tra colori freddi e caldi e, soprattutto, in un efficace incidenza della luce che illumina -e quindi evidenzia- le parti narrative del discorso pittorico.
Nelle opere di Manuel Olivares vi sono numerosissimi imput stilistici che fanno pensare alla storia dell’arte come a un continuum temporale che dalla tradizione giunge alla più attuale ricerca formale .nella sua pittura si ritrovano numerosi dati compositivi . all’arte antica, Olivares si collega per una certa visione della figura in “stile serpentinato” della rappresentazione pittorica, tipica del manierismo .certamente il gioco ad incastri tra i volumi, tra gli spazi vuoti e pieni,tra l’incidenza luminosa e la tassellatura del colore non può
che far pensare alle logiche compositive di Cézanne , alla pittura fluida e nervosa di Kokoschka, ma anche ad un cubismo analitico magmatico e liquefatto. Tuttavia anche il dato surrealista è incisivo: basti pensare ad alcune figure di Max Ernst , alle deformità di Dalì alle architetture fluttuanti di Escher. Da una primordiale organicità latente, realizzata attraverso un’affusolata e precisa pittura tonale, si arriva ad una estrapolazione coloristica più incisiva, in un processo di “messa in evidenza” dell’architettura. Da un territorio figurale si approda ad una realtà deforme, alterata, allucinata. Il trascendente ha, di per se , un gusto magico, alchemico. La realtà appare dunque trasposta attraverso uno slittamento semantico, il simulacro dell’umano è medium immaginifico.
Manuel Olivares ci propone un mondo fluttuante. Al caos della casualità, l’autore conferisce un ordine e un equilibrio per mezzo del logos armonizzante , in una sorta di precisione magica degli equilibri . Il movimento e la fluidità compositiva , come ci ha insegnato Panofsky, diventano processo divisibile all’infinito e mutevole, la deformazione viene legittimata otticamente e fisicamente come mezzo estetico. Oppure, secondo gli scritti sull’arte di Baudelaire : “ciò che non è impercettibilmente deformato, da una sensazione di freddezza e insensibilità; ne consegue che l’irregolare , ciò che non ci si aspetta , la meraviglia lo stupore è un elemento essenziale e tipico del bello”.
DARIO SALANI
La pittura si confronta oggi con tecniche estremamente sofisticate, dalle eccezionali possibilità espressive che, a volte, fanno di uno spot pubblicitario una vera e propria opera d’arte, per perfezione formale e capacità di suscitare emozioni. È un confronto che sembrerebbe relegare il pittore a ruoli marginali, quando è invece fonte di imprevedibili stimoli per la sua sensibilità artistica.
Fotografia, cinema, televisione creano diverse e molteplici rappresentazioni del mondo che arricchiscono la percezione soggettiva, schiudendo nuove prospettive e significati. Questi sono i più recenti aspetti di un’evoluzione visiva che in passato, la pittura ha sempre saputo cogliere ed esprimere e che oggi assumono particolari implicazioni, come nelle opere di Manuel Olivares.
A 35 anni, Manuel Olivares è partecipe di questa affascinante evoluzione: la sua tecnica è tradizionale, olio su tela, e lo stile è figurativo. Sulle sue opere, i critici esprimono interessanti e dotti giudizi, con richiami a illustri maestri del passato: i manieristi, Escher, Dalì…certamente, Olivares, pur estraneo alle accademie d’arte, non è immune da suggestioni o “simpatie” artistiche. Sono affinità culturali di una ricerca espressiva, in cui lo sguardo dell’artista si volge al mare delle immagini in cui siamo immersi e che mutano e alterano la nostra sensibilità visiva. Un alterazione che, banalmente, spesso ci fa paragonare un bel paesaggio a una cartolina, capovolgendo il rapporto tra reale e artificiale, tra modello e rappresentazione. Le immagini di Olivares presentano inquadrature inconsuete, di taglio cinematografico, dove le linee sinuose e le tonalità cromatiche suscitano sensazioni stranianti, quasi un ingresso in un mondo parallelo. Un mondo fantastico? Forse, ma creato da un diverso “punto di vista” che, all’improvviso, ferma un fotogramma del film che scorre davanti ai nostri occhi. Olivares lascia l’interpretazione alla sensibilità di chi guarda: i suoi quadri sono “Senza titolo”.
DINO ERBA
……i contrasti dei rossi, dei blu, i gialli compatti che sembrano lacca, le sfumature di luce sulla linea d’orizzonte, che penetrano ed emozionano.
E poi che ci vuoi fare, pezzi di città piegate, deformate, angoli di balcone(postazioni visive privilegiate- punti di vedetta), palazzi che sembrano torri-fortezze che attorno a loro generano paesaggi apparentemente vuoti, interni rigorosi dove i mobili sembrano fatti di luce al pari dei corpi che sembrano essi stessi pezzi di città,e poi i materiali stessi della città, asfalti, marciapiedi,lamiere, canalizzazioni che percorrono lo spazio….entusiasmano il mio immaginario da sempre attratto dai materiali e dalle deformazioni della contemporaneità.
La sensazione??? una città scolpita in uno spazio apparentemente unitario……. ma che unitario non è. Da quei balconi hai un senso di vertigine…c’è un altro spazio che non lasci vedere, profondissimo, intenso…vertiginoso appunto.
E poi gli spessori…tutto ha uno spessore, scale, marciapiedi, parapetti, strisce pedonali, pelle…
L’idea che mi danno le tue tele è che si alimentano d’aria, quasi che l’aria debba penetrare tra i volumi dei palazzi, attraversare i vuoti, riempire le strade.
ALESSANDRA PANZINI
Sono scorci di ambienti e scene vissute su un remoto pianeta di un lontano sistema solare, le immagini che mi incantano, impresse sulle tele di Manuel Olivares ? o piuttosto si tratta di fotogrammi di vita quotidiana catturati dall’artista nella sua Napoli, rivedute e “corrette” alla luce di un interpretazione “fantasy” di luoghi conosciuti; quasi una mitizzazione formale di aspetti contingenti della propria realtà che ha in un “solipsismo egotico” di goethiana memoria il suo strumento privilegiato?
Che si tratti di immagini reali, catturate e poi metabolizzate dalla fervida mente di Manuel o piuttosto istantanee di, un mondo lontano con cui il nostro sembra essere in psichica comunione, poco importa. Le tele di Olivares ci riportano ad una dimensione onirica e fantastica quasi fanciullesca, ad un universo fatato che ho emblematicamente voluto chiamare “Urania”.
È’ innegabile che nei lavori di Manuel compaiano brandelli della sua città ma deformati da misteriose forze e occulti avvenimenti; angoli di strade silenti, palazzi che hanno le sembianze di torri di avvistamento e costruzioni fortificate di fattura angioina attorniate da paesaggi scarni e immoti, spazi interni angusti e labirintici dove gli arredi sembrano vivificarsi, divenire corpi di esseri umanoidi, anch’essi immobili, quasi pietrificati da un’ immane forza come avvenne secoli orsono a Pompei . E’ a mio avviso paradigmatico che un artista nato e vive a Napoli, metropoli caotica e “casciarona” per eccellenza, si rifuggi in questo mondo immaginifico di silenzio, immobilità e luce….novello “Cavaliere del silenzio”.
Ma ad un’ occhiata più attenta questi anfratti immersi in un impasto di colori tenui e quasi “soffici” che avvolgono in una coltre di ovattata tranquillità, scale, marciapiedi, parapetti, strisce pedonali, tutto insomma,, rivelano uno strano senso di inadeguatezza che pervade al pari di un inquietante segreto queste tele altrimenti così eteree.
Sono maggiormente le figure umane a “disturbare” l’osservatore. Nelle tele in cui compaiono corpi , si avverte una sorta di disarmonia in questi “esseri”, enfatizzata dalla dicotomia formale tra queste figure sinuose e gli spazi lineari in cui queste sono inserite. Quasi fossero fuori posto ed esse stesse a disagio in un contesto tanto metafisicamente geometrizzato, in uno spazio che riecheggia uno sfaldamento dei volumi di memoria cubista. Perché Olivares costantemente nasconde alla vista, con mirabile artificio, le teste e i volti, impedendoci di apprezzare i moti dell’animo dei suoi personaggi, apparentemente divisi tra una volontà di immedesimazione , di mimetismo- accentuato da una certa identità cromatica con il contesto – e un ineluttabile destino di diversità e di alienazione.
E se queste figure fossero effettivamente fuori luogo in un luogo fuori dal tempo? E se vi fossero capitate per caso , quasi sprofondate in un sonno profondo i cui sogni sono talmente reali da avvincerle, impedendole di destarsi per tornare alla propria caotica e frenetica
realtà? E se questi personaggi che tanto che tanto ci inquietano e avvincono al contempo, di cui inevitabilmente ci chiediamo l’origine e la sorte, in realtà non fossimo altri che noi stessi, catturati nostro malgrado in questa atmosfera tanto lontana dalla nostra quotidiana realtà? Se fossimo noi ormai irrimediabilmente assuefatti a questo mondo di fantasia che ci ammalia come la nenia di una sirena ?
Manuel Olivares conosce la risposta e, forse, la conosciamo anche noi.
ANTONELLO FANIZZI
…..I suoi spazi, per noi che viviamo a Torino ( quindi una grande città come Napoli ), ci propongono subito una dimensione conosciuta, anche se diversa; diversità nei colori, la costante presenza di gialli e rossi; nei cieli tersi, senza nubi e con sfumature cangianti. Gli spazi che Olivares ci propone sono in qualche misura rilassanti, perché non sono oppressi dai colori fumosi con cui abitualmente associamo l’agglomerato urbano. Un discorso a parte meritano i quadri dove è rappresentata la presenza umana. Qui i rapporti si ribaltano; nei due quadri dove sono raffigurati corpi, abbiamo avvertito come una sorta di disagio, come se queste figure si contrapponessero agli spazi lineari in cui vengono inseriti. Ne quadro 0034 le figure guardano un manufatto in lontananza: hanno quasi lo stesso colore dell’edificio, un associazione inquietante che viene integrata da una delle rare atmosfere plumbee prodotte dall’artista. Mentre nel quadro 0063 la sinuosità del corpo si contrappone alla geometricità dell’arredamento; in questo caso il colore del corpo influenza il bianco delle pareti dando al complesso dell’immagine una tonalità brillante, quindi la drammaticità è nella forma : l’ assenza della testa non ci fa capire lo stato d’animo del personaggio raffigurato……
GIANNI PATRITO
Lo spazio diventa un gioco da fare puntualmente in modo diverso. Così le dimensioni diventano tessere di un mosaico da ricostruire combinando i colori in modo da ottenere sempre un risultato differente ed incantevole. Così Manuel Olivares, giovane Artista napoletano, compone i suoi spazi su tela, immaginando una realtà fatta di forme ben definite, a volte spigolose che delineano un mondo vivace nato dall’idea dei colori che si combinano in modo perfetto ispirando emozioni e suggerendo interpretazioni
Ed ecco che una tela diventa una fenditura….immaginate uno strappo su una tenda pesante che permette di guardare un paesaggio inaspettato, in cui forme e colori prendono forma sotto la luce che li attraversa.
E quando le tinte sono intense e solari, nei toni del giallo e del rosso, ci si sente pervadere da una sensazione inspiegabile che ispira gioia e vivacità.
Non mancano i contrasti cromatici, creati di proposito per insinuarsi nell’animo di chi guarda con l’abilità che hanno solo i colori, evocando ricordi ed ispirando nuovi pensieri, ed associazione d’idee!
Perché è inevitabile spaziare con la mente a cospetto di una tela che è indefinita, il cui contenuto non si ferma entro i limiti del dipinto, ma riesce a trovare il suo seguito nello spazio circostante. Così ritorna il concetto di spazio, in un percorso ciclico, rappresentando il punto d’inizio e quello d’arrivo di ogni ispirazione artistica.
A lasciare lo sfondo bianco di una parete dietro un quadro di Olivares si incappa nell’inevitabile genialità della mente che si sbizzarrisce creando, su quello sfondo, la continuazione di quei colori dipinti dall’artista, lasciandoli sfumare nella monocromia del reale.
E forse proprio questa la magia dell’arte di Olivares: permette all’osservatore delle sue opere di evadere dagli spazi tristi e angusti del contemporaneo, scappare dal rigore per rifugiarsi nello spazio senza confini di un mondo parallelo , popolato di speranze e fantasia in cui recuperare la dimensione originale di una personalità vivace.
Con un'unica, doverosa precisazione: tutto quello spazio non è mai vuoto.
LUISA MAURELLI
La pittura di Olivares concilia il gusto della figurazione con una sensibilità più inquieta e sperimentale, specie laddove l’opera cattura lo spaesamento e il vento esistenziale in un impasto di colori tenui e soffici; una specie di voce che si interroga e cerca, attraverso la comunicazione artistica , di stabilire contatti di autentico spessore umano.
ANTONIO FILIPPETTI
Olivares’ soft, sumptuous paintings focus on the fluidity of space within contemporary geometric
Structures. Redefining the clinical and the austere by his smooth suppleness of form and warm and delicate colours.
JENNY BROOKMAN
The paintings of Napoli artist Manuel Olivares possess a futuristic quality impacted by rigorous interiors where furniture flows without encumbrances and human bodies seem sculpted from light. The contrast between the colors- the red, the blue, the dense yellow- penetrates the volumes of the buildings and splashes through the empty spaces, filling them up. The artist paints from offbeat points of view, creating exotic perspectives from which the viewer can observe from unconventional vantage points. The buildings themselves seem to ground us with their dense and substantial construction, unobstructed by decoration and reduced to their purest form.
KRIS KLINE
SITI:
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http://www.diggstars.com/1-5-9879/picture/Manuel_Olivares_pictures.html
17
novembre 2009
Manuel Olivares – Pulpaintings
Dal 17 novembre al 12 dicembre 2009
arte contemporanea
Location
MUSEO MINIMO
Napoli, Via Detta San Vincenzo, 3, (Napoli)
Napoli, Via Detta San Vincenzo, 3, (Napoli)
Orario di apertura
lunedì, mercoledì ore 15-18 / martedì, giovedì e venerdì 9-12 / o appuntamento
Vernissage
17 Novembre 2009, ore 18
Autore
Curatore