Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Manuela Bertoli – Il Caso Stéphane
Migliaia di dadi da gioco si compongono su pannelli di alluminio a scrivere i 66 nomi di Dio, a svelare i volti di Mallarmé, Einstein e Pascal. Le parole chiave della casualità si fanno segno per rappresentare sfumature linguistiche del grande mistero che forse è alla base di tutto quanto facciamo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nulla può essere lasciato al Caso, quando si lavora sul Caso. Mallarmé si trovò a far volare le lettere dell’alfabeto nello spazio della pagina, come fossero parole lanciate in aria per offrire nuove chance alla poesia. E risultò il primo poeta, con Un coup de dés, a aggiungere significante al significato. Poi arrivarono i futuristi che ci misero anche un po’ di violenza. Filosofi come Pascal cercarono a lungo di ragionare sul Caso, e molti altri pensatori consumarono la vita oscillando tra causalità e casualità.
Gli artisti si limitano a contemplare e rappresentare le emozioni che porta ogni riflessione sul Caso. In questo nuovo lavoro Manuela Bertoli si esprime con l’elemento che è diventato il simbolo del Caso, i dadi. Così i piccoli cubetti puntinati sono chiamati a comporre su grandi tavole 66 nomi di Dio, gentilmente prestati da Eliade che li aveva raccolti dalle scritture e dall’oralità dei popoli del mondo. I dadi vanno a formare, in queste opere, il viso di Pascal o di Mallarmé. (Non a caso la mostra si intitola “il caso Stéphane” prenome de monsieur Mallarmé.) I dadi scrivono i nomi dell’evoluzione, partendo da pitechi ominidi per passare da Lucy e arrivare all’Homo Sapiens. In altre tavole le parole chiave della casualità si fanno segno per rappresentare sfumature linguistiche di questo grande mistero che forse è alla base di tutto ciò che facciamo.
I materiali utilizzati per questa mostra sono migliaia di dadi trasparenti Astros applicati su tavole di alluminio e plexiglass.
Gli artisti si limitano a contemplare e rappresentare le emozioni che porta ogni riflessione sul Caso. In questo nuovo lavoro Manuela Bertoli si esprime con l’elemento che è diventato il simbolo del Caso, i dadi. Così i piccoli cubetti puntinati sono chiamati a comporre su grandi tavole 66 nomi di Dio, gentilmente prestati da Eliade che li aveva raccolti dalle scritture e dall’oralità dei popoli del mondo. I dadi vanno a formare, in queste opere, il viso di Pascal o di Mallarmé. (Non a caso la mostra si intitola “il caso Stéphane” prenome de monsieur Mallarmé.) I dadi scrivono i nomi dell’evoluzione, partendo da pitechi ominidi per passare da Lucy e arrivare all’Homo Sapiens. In altre tavole le parole chiave della casualità si fanno segno per rappresentare sfumature linguistiche di questo grande mistero che forse è alla base di tutto ciò che facciamo.
I materiali utilizzati per questa mostra sono migliaia di dadi trasparenti Astros applicati su tavole di alluminio e plexiglass.
17
dicembre 2009
Manuela Bertoli – Il Caso Stéphane
Dal 17 dicembre 2009 al 28 gennaio 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA L’AFFICHE
Milano, Via dell'Unione, 6, (Milano)
Milano, Via dell'Unione, 6, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16-19
Vernissage
17 Dicembre 2009, ore 18.30
Autore
Curatore