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Manuela Centrone – Nuclei
la giovane Manuela ricorre a linguaggi decorativi che si avvicinano parecchio allo stile di Kandinsky e Klimt
Comunicato stampa
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Si aprirà venerdì 15 aprile, ore 20 - nella sede dell’Associazione artistico socio-culturale Raggio Verde sita a Lecce in Via Fed.D’Aragona,4 - la mostra di pittura di Manuela Centrone: Nuclei.
Scrive di lei Christine Farese Sperken: “..la giovane Manuela ricorre a linguaggi decorativi che si avvicinano parecchio allo stile di Kandinsky e Klimt. Il procedimento utilizzato le ha consentito di sovrapporre tra loro, attraverso lucidi, più figure creando una trama complessa ma nel contempo armonica e simmetrica.
Tema portante di tutti i quadri (rigorosamente olio su tela) è un immenso corpo umano osservato al microscopio dove non si percepisce più alcun limite della nostra fisicità.
Il cromatismo puro, forte e brillante è facilmente riconducibile all’eredità espressionista francese, legata al movimento “fauves” di Matisse ed a quella tedesca della “Die Brucke” (Gruppo del Ponte).
I colori, dominati dai toni del giallo, rosso, arancio, verde, blu, rosa e bianco sono perfettamente accostati fra loro per accendersi a vicenda e il contrasto cromatico è accentuato in virtù della preferenza data dalle tinte complementari. Manca, invece, completamente il nero poiché legato all’assenza di luce e vitalità, quindi alla morte della materia.
Lo stile di Manuela Centrone può essere ricollegabile alla vita artistica di noti pittori pugliesi come Raffaele Spizzico, denominato dal grande espressionista austriaco Oscar Kokonska “colorista dell’anima dai paesaggi murgiani in fiamme” e ancora a Filippo Alto che, a partire dagli anni 50, si accosta all’esperienza informale.
NUCLEIDI
MANUELA CENTRONE
"Così sono tornata all'uomo, non potendo prescindere da esso".
L'uso delle forme pure del quadrato e del cerchio e della loro combinazione, ovvero la quadratura del cerchio, in arte, sembra rispondere all'esigenza di avvicinare
e relazionare l'uomo al dio.
Pertanto la presenza sempre più frequente nelle mie opere di forme circolari si è imposta inconsciamente, ma parallelamente ad una sempre più viva necessità
di rappresentare l'uomo nella sua perfezione divina, di cui il cerchio è infatti il simbolo.
Un uomo che, sublimata la materia di cui è costituito, persa ogni connotazione e consistenza fisica, diviene parte dell'essere totale.
Partendo quindi dallo studio anatomico della figura umana basato sull'osservazione del dato reale, ho progressivamente astratto dalla veridicità anatomica,
costruendo forme antropomorfiche, che sebbene generate da membra e muscoli, assumevano nuove sembianze e molteplici possibilità di interpretazione.
Un essere umano composto di molti modi d'essere umani. Forme che dell'uomo richiamano l'essenza, la cellula.
Ridotto ai suoi elementi primari, costitutivi e vitali, l'uomo è diventato pianta e animale, acqua e terra, racchiudendo in sé la molteplicità di forme che il cosmo ha
in potenza e la mia ricerca sull'uomo è diventata una ricerca sulla natura tutta, sulle trasformazioni da una materia, da una forma ad un'altra.
Un immenso corpo umano guardato al microscopio, è il tema portante di questi quadri, in cui ci guardiamo ingigantiti e smisurati, non percependo più nessun limite,
nessun confine al nostro essere fisico, i cui singoli elementi, annegano nel colore.
Graficamente questo si esprime nei quadri, nel pullulare di cerchi, gemme, germogli e protuberanze globose, attraverso cui si diramano vene, filamenti e radici di
diverse dimensioni, che fluttuano su sfondi a volte densi e monocromatici, a volte indefiniti e quasi acquatici; contrastanti i primi, con la molteplicità cromatica della
superficie in continuo movimento e i secondi con la matericità degli elementi chiaramente definiti dal pennello.
I colori, quasi puri, forti e brillanti: gialli, verdi, rossi, arancio, rosa, bianchi, blu, sono accuratamente accostati tra loro per accendersi vicendevolmente, il contrasto
cromatico è spesso accentuato dalla preferenza data ai colori complementari.
Nei quadri è inoltre completamente assente l'uso del nero, colore legato all'assenza di luce, alla morte della materia.
Perché della materia, i quadri sono la sublimazione stessa; gli elementi si mescolano tra loro, i gialli tendono all'oro, si compie la Grande Opera per cui l'uomo da
particolare, diventa Universale.
Universale come l'uomo che, per Renè Guenon, nella gerarchia degli stati dell'essere totale è alla stessa stregua delle altre forme viventi, un uomo che in realtà
non ha nulla di antropomorfico, anzi: "Nella rappresentazione spaziale dell'essere totale ogni punto […] è in potenza centro dell'essere […] pertanto il centro si
identifica con la natura del punto principiale che non è da nessuna parte, perché non è soggetto alla condizione spaziale, ciò gli permette di contenere in sé tutte
le possibilità".
Così ogni punto, ogni cerchio tracciato sulla tela racchiude tutte le possibili forme di vita che da un punto, da un cerchio, chiamato cellula, hanno continuamente origine.
Manuela Centrone, 24 anni nativa di Molfetta, ha da sempre coltivato la passione per l’arte. Dopo aver conseguito la maturità classica si trasferisce a Venezia dove frequenta L’Accademia Di Belle Arti. Amante della fotografia e della grafica vince nel 2000 la borsa di studio per il Minneapolis College of Art and Designe di Minneapolis. Grazie ad alcune foto appartenenti a un reportage in bianco e nero, effettuato nei quattro mesi di permanenza in quella città, viene scelta per partecipare alla Mostra Internazionale di fotografia: “Marghera Fotografia” a cura di Paolo Croci.
Nel 2004 consegue il diploma di laurea in Pittura e parallelamente agli studi artistici si specializza a Padova, nel 2003, in grafica editoriale, campo nel quale lavora attualmente.
Lo scorso anno, dopo la mostra a Venezia, “Dedali e Icari” presso la sala San Tommaso, Campo San Giovanni e Paolo, il legame con la sua terra diventa talmente forte da riportarla, lo scorso settembre, nella sua città natale, Molfetta, dove presenta la sua personale: “Sotto la superficie” presso la sala “La Neviera” della fabbrica di San Domenico. Dal 5 al 12 aprile sarà presente con la mostra Nuclei a Palazzo Calmieri di Trani in una mostra organizzata dal Comune.
ESPERIENZE FORMATIVE E DI RICERCA ARTISTICA
- Borsa di studio di Fotografia, Grafica, Computer Graphic, Filmaking, presso il Minneapolis College of Art and Design di Minneapolis, Minnesota, (2000).
- Reportage su Minneapolis, (2000).
- Reportage su New York, (2001).
STAGES:
- Corso di restauro presso l’Istituto Italiano di Arte, Artigianato e Restauro di Roma, (1998).
- Corso di Fotogiornalismo tenuto da Renè Burri al Toscana Foto Festival, Massa Marittima.(2001)
- Corso del Fondo Sociale Europeo “Specialista in grafica editoriale”, Padova, (2003).
- Stage di grafica presso lo studio CompuService, Venezia, (Giugno-Luglio 2003).
MOSTRE:
- 83ma Edizione del concorso della Fondazione Bevilacqua Lamasa, Padova, (1999).
- Mostra internazionale di fotografia “Marghera Fotografia”, Marghera, (2001).
- “Cogliere un invito”, mostra collettiva, Accademia di Belle Arti, Venezia, (2001).
- “Chi c’è cè, chi non c’è ciccia”, mostra collettiva, Accademia di Belle Arti, Venezia, (2002).
- “La matrice riflessa”, collettiva di incisione, Varmo, (2002).
- “La matrice riflessa”, collettiva di incisione,Venezia, (2002).
- “Prospettive eccentriche”, mostra collettiva, Treviso, (2004).
- “Dedali e Icari”, mostra collettiva, Venezia, (2004).
- “Sotto la superficie”, mostra personale, Molfetta, (2004).
Scrive di lei Christine Farese Sperken: “..la giovane Manuela ricorre a linguaggi decorativi che si avvicinano parecchio allo stile di Kandinsky e Klimt. Il procedimento utilizzato le ha consentito di sovrapporre tra loro, attraverso lucidi, più figure creando una trama complessa ma nel contempo armonica e simmetrica.
Tema portante di tutti i quadri (rigorosamente olio su tela) è un immenso corpo umano osservato al microscopio dove non si percepisce più alcun limite della nostra fisicità.
Il cromatismo puro, forte e brillante è facilmente riconducibile all’eredità espressionista francese, legata al movimento “fauves” di Matisse ed a quella tedesca della “Die Brucke” (Gruppo del Ponte).
I colori, dominati dai toni del giallo, rosso, arancio, verde, blu, rosa e bianco sono perfettamente accostati fra loro per accendersi a vicenda e il contrasto cromatico è accentuato in virtù della preferenza data dalle tinte complementari. Manca, invece, completamente il nero poiché legato all’assenza di luce e vitalità, quindi alla morte della materia.
Lo stile di Manuela Centrone può essere ricollegabile alla vita artistica di noti pittori pugliesi come Raffaele Spizzico, denominato dal grande espressionista austriaco Oscar Kokonska “colorista dell’anima dai paesaggi murgiani in fiamme” e ancora a Filippo Alto che, a partire dagli anni 50, si accosta all’esperienza informale.
NUCLEIDI
MANUELA CENTRONE
"Così sono tornata all'uomo, non potendo prescindere da esso".
L'uso delle forme pure del quadrato e del cerchio e della loro combinazione, ovvero la quadratura del cerchio, in arte, sembra rispondere all'esigenza di avvicinare
e relazionare l'uomo al dio.
Pertanto la presenza sempre più frequente nelle mie opere di forme circolari si è imposta inconsciamente, ma parallelamente ad una sempre più viva necessità
di rappresentare l'uomo nella sua perfezione divina, di cui il cerchio è infatti il simbolo.
Un uomo che, sublimata la materia di cui è costituito, persa ogni connotazione e consistenza fisica, diviene parte dell'essere totale.
Partendo quindi dallo studio anatomico della figura umana basato sull'osservazione del dato reale, ho progressivamente astratto dalla veridicità anatomica,
costruendo forme antropomorfiche, che sebbene generate da membra e muscoli, assumevano nuove sembianze e molteplici possibilità di interpretazione.
Un essere umano composto di molti modi d'essere umani. Forme che dell'uomo richiamano l'essenza, la cellula.
Ridotto ai suoi elementi primari, costitutivi e vitali, l'uomo è diventato pianta e animale, acqua e terra, racchiudendo in sé la molteplicità di forme che il cosmo ha
in potenza e la mia ricerca sull'uomo è diventata una ricerca sulla natura tutta, sulle trasformazioni da una materia, da una forma ad un'altra.
Un immenso corpo umano guardato al microscopio, è il tema portante di questi quadri, in cui ci guardiamo ingigantiti e smisurati, non percependo più nessun limite,
nessun confine al nostro essere fisico, i cui singoli elementi, annegano nel colore.
Graficamente questo si esprime nei quadri, nel pullulare di cerchi, gemme, germogli e protuberanze globose, attraverso cui si diramano vene, filamenti e radici di
diverse dimensioni, che fluttuano su sfondi a volte densi e monocromatici, a volte indefiniti e quasi acquatici; contrastanti i primi, con la molteplicità cromatica della
superficie in continuo movimento e i secondi con la matericità degli elementi chiaramente definiti dal pennello.
I colori, quasi puri, forti e brillanti: gialli, verdi, rossi, arancio, rosa, bianchi, blu, sono accuratamente accostati tra loro per accendersi vicendevolmente, il contrasto
cromatico è spesso accentuato dalla preferenza data ai colori complementari.
Nei quadri è inoltre completamente assente l'uso del nero, colore legato all'assenza di luce, alla morte della materia.
Perché della materia, i quadri sono la sublimazione stessa; gli elementi si mescolano tra loro, i gialli tendono all'oro, si compie la Grande Opera per cui l'uomo da
particolare, diventa Universale.
Universale come l'uomo che, per Renè Guenon, nella gerarchia degli stati dell'essere totale è alla stessa stregua delle altre forme viventi, un uomo che in realtà
non ha nulla di antropomorfico, anzi: "Nella rappresentazione spaziale dell'essere totale ogni punto […] è in potenza centro dell'essere […] pertanto il centro si
identifica con la natura del punto principiale che non è da nessuna parte, perché non è soggetto alla condizione spaziale, ciò gli permette di contenere in sé tutte
le possibilità".
Così ogni punto, ogni cerchio tracciato sulla tela racchiude tutte le possibili forme di vita che da un punto, da un cerchio, chiamato cellula, hanno continuamente origine.
Manuela Centrone, 24 anni nativa di Molfetta, ha da sempre coltivato la passione per l’arte. Dopo aver conseguito la maturità classica si trasferisce a Venezia dove frequenta L’Accademia Di Belle Arti. Amante della fotografia e della grafica vince nel 2000 la borsa di studio per il Minneapolis College of Art and Designe di Minneapolis. Grazie ad alcune foto appartenenti a un reportage in bianco e nero, effettuato nei quattro mesi di permanenza in quella città, viene scelta per partecipare alla Mostra Internazionale di fotografia: “Marghera Fotografia” a cura di Paolo Croci.
Nel 2004 consegue il diploma di laurea in Pittura e parallelamente agli studi artistici si specializza a Padova, nel 2003, in grafica editoriale, campo nel quale lavora attualmente.
Lo scorso anno, dopo la mostra a Venezia, “Dedali e Icari” presso la sala San Tommaso, Campo San Giovanni e Paolo, il legame con la sua terra diventa talmente forte da riportarla, lo scorso settembre, nella sua città natale, Molfetta, dove presenta la sua personale: “Sotto la superficie” presso la sala “La Neviera” della fabbrica di San Domenico. Dal 5 al 12 aprile sarà presente con la mostra Nuclei a Palazzo Calmieri di Trani in una mostra organizzata dal Comune.
ESPERIENZE FORMATIVE E DI RICERCA ARTISTICA
- Borsa di studio di Fotografia, Grafica, Computer Graphic, Filmaking, presso il Minneapolis College of Art and Design di Minneapolis, Minnesota, (2000).
- Reportage su Minneapolis, (2000).
- Reportage su New York, (2001).
STAGES:
- Corso di restauro presso l’Istituto Italiano di Arte, Artigianato e Restauro di Roma, (1998).
- Corso di Fotogiornalismo tenuto da Renè Burri al Toscana Foto Festival, Massa Marittima.(2001)
- Corso del Fondo Sociale Europeo “Specialista in grafica editoriale”, Padova, (2003).
- Stage di grafica presso lo studio CompuService, Venezia, (Giugno-Luglio 2003).
MOSTRE:
- 83ma Edizione del concorso della Fondazione Bevilacqua Lamasa, Padova, (1999).
- Mostra internazionale di fotografia “Marghera Fotografia”, Marghera, (2001).
- “Cogliere un invito”, mostra collettiva, Accademia di Belle Arti, Venezia, (2001).
- “Chi c’è cè, chi non c’è ciccia”, mostra collettiva, Accademia di Belle Arti, Venezia, (2002).
- “La matrice riflessa”, collettiva di incisione, Varmo, (2002).
- “La matrice riflessa”, collettiva di incisione,Venezia, (2002).
- “Prospettive eccentriche”, mostra collettiva, Treviso, (2004).
- “Dedali e Icari”, mostra collettiva, Venezia, (2004).
- “Sotto la superficie”, mostra personale, Molfetta, (2004).
15
aprile 2005
Manuela Centrone – Nuclei
Dal 15 aprile al primo maggio 2005
giovane arte
Location
ASSOCIAZIONE IL RAGGIO VERDE
Lecce, Via Federico D'aragona, 14, (Lecce)
Lecce, Via Federico D'aragona, 14, (Lecce)
Vernissage
15 Aprile 2005, ore 20
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