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Mar.core – Aiòn #oo1
An audio visual research dedicated to Sven Nykvist & Ingmar Bergman performed by _mar.core (aka Marco Rocca)
Comunicato stampa
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“Devo confessare che all’inizio non riuscivo a comprendere: perché prendere dei film già fatti e rimontarli per creare qualcosa di nuovo e completamente diverso? Ma poi sono stata catturata dalla performance. Lentamente è diventata sempre più coinvolgente ed eccitante e alla fine ne sono stata sedotta. Sono rimasta molto colpita da questo lavoro e voglio ringraziare _mar.core per averlo realizzato”.
Bibi Andersson
Il 28 Novembre alle ore 17.00 _Mar.core (aka Marco Rocca) e Enrico Ghezzi introducono Aiòn#oo1 An audio visual research dedicated to Sven Nykvist and Ingmar Bergman performed by _mar.core (aka Marco Rocca).
La performance avrà inizio il 28 Novembre alle ore 21.00 al Teatro Massimo.
Sin dalla sua prima nazionale al Festival Internazionale TimeZones di Bari, Aiòn#oo1 ha riscosso un notevole riscontro sia di critica che di pubblico. La singolare atmosfera che la performance riesce a creare, spinge ogni volta l’auditorio in una zona di confine fra la musica e le immagini inducendolo al limite estremo di una percezione sinestetica multisensoriale.
Biglietto
12 euro
per abbonati alla stagione di prosa 10 euro
Produzione s2046
Aiòn #oo1
an audio visual research dedicated to Sven Nykvist & Ingmar Bergman
performed by _mar.core (aka Marco Rocca)
progetto curato da Stella Sollai
“…si dimentica il luogo e la situazione, ci si abbandona. Si diventa l’immagine stessa. Sono soprattutto grato ad un lavoro come questo di toccare l’intensità. Ci sono molte cose che è come se avessimo sempre visto, in quel momento interviene l’intensità che sospende la complessità. Aiòn è immerso in questa intensità non formata, al di là o al di qua delle forme. L’intensità di una non definibilità mentale, l’intensità incredibile di molte delle nostre immagini mentali, inclusa quella di noi come soggetto”
Enrico Ghezzi
Grazie alla collaborazione e alla partecipazione di organi istituzionali e culturali (tra cui: Embassy of Sweden, Nordic Council of Minister, Uksus, ICC, Regione Sardegna, Embassy of Italy, Bergmanvekan ), Aiòn#oo1 in due tour successivi (2oo6-2oo7 e 2oo7-2oo8), ha toccato diverse capitali europee ospitata nell’ambito di festival di musica, cinema e ricerca sull’utilizzo dell’arte digitale.
Dalla retrospettiva su Ingmar Bergman Sievietes Ingmara Bergmana filmas (Le donne nel cinema di Bergman) al festival di musica e cinematografia sperimentale Skaņu Mežs Sound Forest svoltosi a Riga_Latvija. Dalla presentazione all’’Istituto Italiano di Cultura di Copenhagen _Denmark e di Oslo_Norway, alla rappresentazione première scandinava di Stockholm_Sweden (Scandinavian tour 2oo8)
In questa occasione Aiòn#oo1 è stato presentato ai principali personaggi ed istituzioni che gravitano intorno al mondo di Ingmar Bergman e del suo direttore della fotografia Sven Nykvist, ai quali il lavoro è dedicato. Fra gli altri: Bibi Andersson, attrice cult della cinematografia bergmaniana e, probabilmente, la più ritratta nel lavoro di _mar.core; Stig Bjorkman, storico e biografo di Bergman oltre che suo amico da sempre; Lia Boysen, astro nascente della cinematografia svedese (Racconti da Stoccolma 2oo6); Jan Göransson rappresentante della mitica casa di produzione Svensk Filmindustri e dello Swedish Film Institute; Christina Börjlind della Sveirges Television AB arts&culture department; Jan Lumholdt del quotidiano nazionale svedese Svenska Dagbladet; Ingrid Dahlberg della Ingmar Bergman Foundation; Marie Nyreröd regista e autrice di una serie di documentari sul cinema e sul teatro di Bergman e sul suo auto-isolamento nell’isola di Fårö; Jon Asp project manager di Face to Face (il sito web ufficiale di Ingmar Bergman che ora include una sezione dedicata ad Aiòn); Hanns Rodell direttore del Berwaldhallen (l’auditorium filarmonico di Stoccolma) e amico di famiglia di Bergman. Completava il quadro una nutrita rappresentanza di studenti di musicologia e musica elettronica dell’università di Stoccolma, oltre a colleghi ed amici e persino le giovani nipoti di Sven Nykvist.
In chiusura dello Scandinavian Tour 2oo8, Aiòn#oo1 è stato presentato, unica data italiana, all’Arsenale di Venezia_spazio Thetis come evento collaterale nell’ambito della Biennale di Architettura. La caratteristica della performance di creare delle “sculture sonore” tridimensionali rientrava nel più ampio tema della biennale riguardante l’architettura e l’installazione negli spazi. In questa occasione il lavoro è stato introdotto e commentato dal critico cinematografico Enrico Ghezzi.
A dicembre 2oo8 Aiòn#oo1 ha partecipato alla sesta edizione del festival “Il Vento del Cinema”, manifestazione che dal 2oo1 si svolge ogni anno nell’isola di Procida_Napoli e di cui cura la direzione artistica Stefano Francia e lo stesso Enrico Ghezzi. Il tema di questa edizione era “l’incompiuto cinema”.
Nel 2oo9 Aiòn#oo1 nella sua riduzione stereofonica “broadcast” è stato acquistato dalla RAI e verrà trasmesso all’interno del palinsesto di Fuoriorario nel corso dei prossimi quattro anni.
ABSTRACT
Si tratta della prima di una serie di performance che raccolgono e ripropongono al pubblico i risultati di una ricerca basata sui modi percettivi umani e finalizzata all'induzione di una progressiva perdita della percezione del tempo cronologico (krònos), per il tramite della somministrazione contemporanea di onde binaurali (BBF binaural beat frequencies) ed immagini, in favore di una percezione "pluridimensionale" del momento (tempo Aiòn).
Analogamente a quanto accade per la vista, (ogni occhio rileva un’immagine differente che viene poi combinata dal cervello in un’unica immagine) le onde binaurali vengono prodotte con due frequenze acustiche identiche a cui viene applicata una differenza di fase fra il canale sinistro e quello destro. Questa differenza di fase induce il cervello a produrre una terza frequenza detta “brainwave” (assolutamente soggettiva) che è la risultante di una mediazione fra i due impulsi sonori.
Esiste una consolidata letteratura scientifica sulla rilevazione delle brainwaves prodotte dal cervello, coerentemente ai vari stati che vanno dal sonno profondo a quello di massima allerta, rilevabili oggettivamente con un semplice elettroencefalogramma: ciò che è ancora ambito di sperimentazione è l’assunto che, per il tramite delle onde binaurali, il cervello possa essere indotto a produrre una brainwave sottoponendolo allo stesso tipo di frequenza.
Ad esempio: somministrando all’auditore una frequenza che corrisponde allo stato cosiddetto del “sogno lucido”, il suo cervello lentamente inizierebbe a produrre lo stesso tipo di frequenza (brainwave), con un processo molto simile a quello che in acustica viene definito “risonanza per simpatia”.Come in un sitar in cui pizzicando una sola corda si ottiene una risonanza delle altre. Il risultato, ovviamente, non è totalmente meccanico o automatico: il nostro cervello è di gran lunga ben più complesso del pur complicato e difficile strumento musicale indiano. Buona parte dipende dalla volontà e dalla predisposizione di chi si sottopone alle onde binaurali.
PERFORMANCE
L’operazione che si dispiega nello svolgimento di Aiòn#oo1 è caratterizzata dall’utilizzo contemporaneo di diversi input percettivi.
Le tracce audio musicali, miscelate alle BBF, vengono spazializzate in tempo reale in una diffusione dolby surround 5.1: questo sistema di diffusione aggiunge alla tradizionale fonte sonora stereofonica (frontale, canale sinistro e destro), due fonti sonore posteriori, una centrale ed una di subfrequenze.
A differenza però di quanto accade nell’home-teathre o nelle sale cinematografiche dotate di questo sistema, in Aiòn#oo1 tutte le fonti sonore hanno la stessa importanza, le subfrequenze vengono utilizzate al limite dell’udibile (infrasuoni) ed il movimento sonoro (spazializzazione) è finalizzato a produrre una percezione sonora tridimensionale.
Le immagini video in bianco e nero proiettate nello schermo principale, in omaggio al direttore della fotografia Sven Nikvyst e al regista Ingmar Bergman recentemente scomparsi, sono state estrapolate soprattutto dai lavori cinematografici realizzati in collaborazione durante gli anni sessanta.
Le immagini sono state de-contestualizzate e ri-contestualizzate in un nuovo montaggio coerente alla composizione delle tracce musicali e all’audio utilizzato durante la performance: il video è stato montato sull’audio che in questo caso nasce prima delle immagini, invertendo il tradizionale processo di composizione di una colonna sonora.
Negli schermi secondari viene invece proiettata una pulsazione stroboscopica che procede in sincronia alle diffusione delle frequenze binaurali. Lo scopo di queste immagini è quello di agire come un “video-tutorial” aggiungendo un supporto visivo alla percezione delle BBF.
Alla luce di queste considerazioni Aiòn#oo1 può essere definita una performance “interattiva” nel senso più profondo del termine: tutti i media utilizzati sono intesi ad agire in senso induttivo per una percezione più limbica che razionale o codificata.
Ogni singolo elemento del pubblico viene invitato ad ascoltare il proprio “concerto/performance interiore” da protagonista attivo e non passivo.
Questo tipo di percezione è affrancata dal tempo krònos ed è immersa nell’Aiòn
_mar.core – a.k.a - Marco Rocca:
acoustic and electric guitar, synth guitar, synthesizers, samplings, audio-video editing, computer programming
Pur riconoscendone le fonti, i progetti elaborati da _mar.core risultano da sempre difficilmente collocabili in un ambito preciso. Musicista e compositore informale, la sua ricerca rimane consapevolmente lontana dai canoni formali di ogni tipo di accademia. Al contrario incline ad una continua commistione dialettica fra gli elementi utilizzati manifesta in questo senso una costante ed irriverente attitudine punk
L’approccio, mai filologico e tanto meno archeologico, è costantemente focalizzato soprattutto sugli aspetti emozionali, evocativi e suggestivi che i suoni sono in grado di provocare
Una grande curiosità all’interno di questa indagine caratterizza il lavoro di _mar.core, dalle prime collaborazioni con musicisti provenienti da diverse estrazioni musicali sino all’esplorazione delle potenzialità compositive offerte dalla conversione digitale e dalle sue applicazioni. Il teatro, i reading, le performance, la danza, i video, le installazioni e il web diventano altrettante occasioni di sperimentazione di interazione fra musica ed altre forme espressive sino a Machina Amniotica: progetto multimediale di poesia musica rumore ed immagini.
Il gruppo rappresenta un crogiuolo ideale all’interno del quale sviluppare l’utilizzo dei mezzi espressivi non più in sovrapposizione o a supporto l’uno dell’altro, ma in un continuo scambio incrociato; un progetto di rappresentazione multipla ispirato alle teorizzazioni di personaggi come William Burroughs, Brion Gysin, John Cage, Morton Feldman e che trova nell’utilizzo della tecnologia il miglior supporto per le proprie sperimentazioni.
L’operazione di de-contestualizzazione e ri-contestualizzazione di campionamenti sia acustici che visivi e testuali, operata a lungo all’interno di Machina Amniotica, è stata ulteriormente ampliata e sviluppata. I lavori più recenti di _mar.core sono incentrati in generale su una progressiva riduzione di un utilizzo di riferimento sovrastrutturale dei linguaggi ed in particolare sull’annullamento del linguaggio logico-verbale. In accordo con le considerazioni di Carmelo Bene su significato-significante, questi fattori vengono ritenuti da _mar.core come “inquinanti” all’interno del flusso emozionale
Da questi presupposti si sviluppa la necessità di includere, nell’attuale percorso di ricerca, uno studio sui modi percettivi umani in senso fisiologico .Nelle sue performance confluiscono, applicati sperimentalmente, diversi elementi estrapolati da studi scientifici sull’argomento: dalle onde binaurali (BBF binaural beat frequencies) alla spazializzazione del suono, dalla cromatologia alla bio-acustica, dalla stimolazione bilaterale (EMDR eye movement desensitization and reprocessing) alla sinestesia.
Questa ricerca scientifico-emozionale, è finalizzata ad agire sulle percezioni sensoriali in maniera induttiva: ogni singolo elemento del pubblico viene invitato a costruire e ad ascoltare la sua propria ed unica performance emozionale interiore
Bibi Andersson
Il 28 Novembre alle ore 17.00 _Mar.core (aka Marco Rocca) e Enrico Ghezzi introducono Aiòn#oo1 An audio visual research dedicated to Sven Nykvist and Ingmar Bergman performed by _mar.core (aka Marco Rocca).
La performance avrà inizio il 28 Novembre alle ore 21.00 al Teatro Massimo.
Sin dalla sua prima nazionale al Festival Internazionale TimeZones di Bari, Aiòn#oo1 ha riscosso un notevole riscontro sia di critica che di pubblico. La singolare atmosfera che la performance riesce a creare, spinge ogni volta l’auditorio in una zona di confine fra la musica e le immagini inducendolo al limite estremo di una percezione sinestetica multisensoriale.
Biglietto
12 euro
per abbonati alla stagione di prosa 10 euro
Produzione s2046
Aiòn #oo1
an audio visual research dedicated to Sven Nykvist & Ingmar Bergman
performed by _mar.core (aka Marco Rocca)
progetto curato da Stella Sollai
“…si dimentica il luogo e la situazione, ci si abbandona. Si diventa l’immagine stessa. Sono soprattutto grato ad un lavoro come questo di toccare l’intensità. Ci sono molte cose che è come se avessimo sempre visto, in quel momento interviene l’intensità che sospende la complessità. Aiòn è immerso in questa intensità non formata, al di là o al di qua delle forme. L’intensità di una non definibilità mentale, l’intensità incredibile di molte delle nostre immagini mentali, inclusa quella di noi come soggetto”
Enrico Ghezzi
Grazie alla collaborazione e alla partecipazione di organi istituzionali e culturali (tra cui: Embassy of Sweden, Nordic Council of Minister, Uksus, ICC, Regione Sardegna, Embassy of Italy, Bergmanvekan ), Aiòn#oo1 in due tour successivi (2oo6-2oo7 e 2oo7-2oo8), ha toccato diverse capitali europee ospitata nell’ambito di festival di musica, cinema e ricerca sull’utilizzo dell’arte digitale.
Dalla retrospettiva su Ingmar Bergman Sievietes Ingmara Bergmana filmas (Le donne nel cinema di Bergman) al festival di musica e cinematografia sperimentale Skaņu Mežs Sound Forest svoltosi a Riga_Latvija. Dalla presentazione all’’Istituto Italiano di Cultura di Copenhagen _Denmark e di Oslo_Norway, alla rappresentazione première scandinava di Stockholm_Sweden (Scandinavian tour 2oo8)
In questa occasione Aiòn#oo1 è stato presentato ai principali personaggi ed istituzioni che gravitano intorno al mondo di Ingmar Bergman e del suo direttore della fotografia Sven Nykvist, ai quali il lavoro è dedicato. Fra gli altri: Bibi Andersson, attrice cult della cinematografia bergmaniana e, probabilmente, la più ritratta nel lavoro di _mar.core; Stig Bjorkman, storico e biografo di Bergman oltre che suo amico da sempre; Lia Boysen, astro nascente della cinematografia svedese (Racconti da Stoccolma 2oo6); Jan Göransson rappresentante della mitica casa di produzione Svensk Filmindustri e dello Swedish Film Institute; Christina Börjlind della Sveirges Television AB arts&culture department; Jan Lumholdt del quotidiano nazionale svedese Svenska Dagbladet; Ingrid Dahlberg della Ingmar Bergman Foundation; Marie Nyreröd regista e autrice di una serie di documentari sul cinema e sul teatro di Bergman e sul suo auto-isolamento nell’isola di Fårö; Jon Asp project manager di Face to Face (il sito web ufficiale di Ingmar Bergman che ora include una sezione dedicata ad Aiòn); Hanns Rodell direttore del Berwaldhallen (l’auditorium filarmonico di Stoccolma) e amico di famiglia di Bergman. Completava il quadro una nutrita rappresentanza di studenti di musicologia e musica elettronica dell’università di Stoccolma, oltre a colleghi ed amici e persino le giovani nipoti di Sven Nykvist.
In chiusura dello Scandinavian Tour 2oo8, Aiòn#oo1 è stato presentato, unica data italiana, all’Arsenale di Venezia_spazio Thetis come evento collaterale nell’ambito della Biennale di Architettura. La caratteristica della performance di creare delle “sculture sonore” tridimensionali rientrava nel più ampio tema della biennale riguardante l’architettura e l’installazione negli spazi. In questa occasione il lavoro è stato introdotto e commentato dal critico cinematografico Enrico Ghezzi.
A dicembre 2oo8 Aiòn#oo1 ha partecipato alla sesta edizione del festival “Il Vento del Cinema”, manifestazione che dal 2oo1 si svolge ogni anno nell’isola di Procida_Napoli e di cui cura la direzione artistica Stefano Francia e lo stesso Enrico Ghezzi. Il tema di questa edizione era “l’incompiuto cinema”.
Nel 2oo9 Aiòn#oo1 nella sua riduzione stereofonica “broadcast” è stato acquistato dalla RAI e verrà trasmesso all’interno del palinsesto di Fuoriorario nel corso dei prossimi quattro anni.
ABSTRACT
Si tratta della prima di una serie di performance che raccolgono e ripropongono al pubblico i risultati di una ricerca basata sui modi percettivi umani e finalizzata all'induzione di una progressiva perdita della percezione del tempo cronologico (krònos), per il tramite della somministrazione contemporanea di onde binaurali (BBF binaural beat frequencies) ed immagini, in favore di una percezione "pluridimensionale" del momento (tempo Aiòn).
Analogamente a quanto accade per la vista, (ogni occhio rileva un’immagine differente che viene poi combinata dal cervello in un’unica immagine) le onde binaurali vengono prodotte con due frequenze acustiche identiche a cui viene applicata una differenza di fase fra il canale sinistro e quello destro. Questa differenza di fase induce il cervello a produrre una terza frequenza detta “brainwave” (assolutamente soggettiva) che è la risultante di una mediazione fra i due impulsi sonori.
Esiste una consolidata letteratura scientifica sulla rilevazione delle brainwaves prodotte dal cervello, coerentemente ai vari stati che vanno dal sonno profondo a quello di massima allerta, rilevabili oggettivamente con un semplice elettroencefalogramma: ciò che è ancora ambito di sperimentazione è l’assunto che, per il tramite delle onde binaurali, il cervello possa essere indotto a produrre una brainwave sottoponendolo allo stesso tipo di frequenza.
Ad esempio: somministrando all’auditore una frequenza che corrisponde allo stato cosiddetto del “sogno lucido”, il suo cervello lentamente inizierebbe a produrre lo stesso tipo di frequenza (brainwave), con un processo molto simile a quello che in acustica viene definito “risonanza per simpatia”.Come in un sitar in cui pizzicando una sola corda si ottiene una risonanza delle altre. Il risultato, ovviamente, non è totalmente meccanico o automatico: il nostro cervello è di gran lunga ben più complesso del pur complicato e difficile strumento musicale indiano. Buona parte dipende dalla volontà e dalla predisposizione di chi si sottopone alle onde binaurali.
PERFORMANCE
L’operazione che si dispiega nello svolgimento di Aiòn#oo1 è caratterizzata dall’utilizzo contemporaneo di diversi input percettivi.
Le tracce audio musicali, miscelate alle BBF, vengono spazializzate in tempo reale in una diffusione dolby surround 5.1: questo sistema di diffusione aggiunge alla tradizionale fonte sonora stereofonica (frontale, canale sinistro e destro), due fonti sonore posteriori, una centrale ed una di subfrequenze.
A differenza però di quanto accade nell’home-teathre o nelle sale cinematografiche dotate di questo sistema, in Aiòn#oo1 tutte le fonti sonore hanno la stessa importanza, le subfrequenze vengono utilizzate al limite dell’udibile (infrasuoni) ed il movimento sonoro (spazializzazione) è finalizzato a produrre una percezione sonora tridimensionale.
Le immagini video in bianco e nero proiettate nello schermo principale, in omaggio al direttore della fotografia Sven Nikvyst e al regista Ingmar Bergman recentemente scomparsi, sono state estrapolate soprattutto dai lavori cinematografici realizzati in collaborazione durante gli anni sessanta.
Le immagini sono state de-contestualizzate e ri-contestualizzate in un nuovo montaggio coerente alla composizione delle tracce musicali e all’audio utilizzato durante la performance: il video è stato montato sull’audio che in questo caso nasce prima delle immagini, invertendo il tradizionale processo di composizione di una colonna sonora.
Negli schermi secondari viene invece proiettata una pulsazione stroboscopica che procede in sincronia alle diffusione delle frequenze binaurali. Lo scopo di queste immagini è quello di agire come un “video-tutorial” aggiungendo un supporto visivo alla percezione delle BBF.
Alla luce di queste considerazioni Aiòn#oo1 può essere definita una performance “interattiva” nel senso più profondo del termine: tutti i media utilizzati sono intesi ad agire in senso induttivo per una percezione più limbica che razionale o codificata.
Ogni singolo elemento del pubblico viene invitato ad ascoltare il proprio “concerto/performance interiore” da protagonista attivo e non passivo.
Questo tipo di percezione è affrancata dal tempo krònos ed è immersa nell’Aiòn
_mar.core – a.k.a - Marco Rocca:
acoustic and electric guitar, synth guitar, synthesizers, samplings, audio-video editing, computer programming
Pur riconoscendone le fonti, i progetti elaborati da _mar.core risultano da sempre difficilmente collocabili in un ambito preciso. Musicista e compositore informale, la sua ricerca rimane consapevolmente lontana dai canoni formali di ogni tipo di accademia. Al contrario incline ad una continua commistione dialettica fra gli elementi utilizzati manifesta in questo senso una costante ed irriverente attitudine punk
L’approccio, mai filologico e tanto meno archeologico, è costantemente focalizzato soprattutto sugli aspetti emozionali, evocativi e suggestivi che i suoni sono in grado di provocare
Una grande curiosità all’interno di questa indagine caratterizza il lavoro di _mar.core, dalle prime collaborazioni con musicisti provenienti da diverse estrazioni musicali sino all’esplorazione delle potenzialità compositive offerte dalla conversione digitale e dalle sue applicazioni. Il teatro, i reading, le performance, la danza, i video, le installazioni e il web diventano altrettante occasioni di sperimentazione di interazione fra musica ed altre forme espressive sino a Machina Amniotica: progetto multimediale di poesia musica rumore ed immagini.
Il gruppo rappresenta un crogiuolo ideale all’interno del quale sviluppare l’utilizzo dei mezzi espressivi non più in sovrapposizione o a supporto l’uno dell’altro, ma in un continuo scambio incrociato; un progetto di rappresentazione multipla ispirato alle teorizzazioni di personaggi come William Burroughs, Brion Gysin, John Cage, Morton Feldman e che trova nell’utilizzo della tecnologia il miglior supporto per le proprie sperimentazioni.
L’operazione di de-contestualizzazione e ri-contestualizzazione di campionamenti sia acustici che visivi e testuali, operata a lungo all’interno di Machina Amniotica, è stata ulteriormente ampliata e sviluppata. I lavori più recenti di _mar.core sono incentrati in generale su una progressiva riduzione di un utilizzo di riferimento sovrastrutturale dei linguaggi ed in particolare sull’annullamento del linguaggio logico-verbale. In accordo con le considerazioni di Carmelo Bene su significato-significante, questi fattori vengono ritenuti da _mar.core come “inquinanti” all’interno del flusso emozionale
Da questi presupposti si sviluppa la necessità di includere, nell’attuale percorso di ricerca, uno studio sui modi percettivi umani in senso fisiologico .Nelle sue performance confluiscono, applicati sperimentalmente, diversi elementi estrapolati da studi scientifici sull’argomento: dalle onde binaurali (BBF binaural beat frequencies) alla spazializzazione del suono, dalla cromatologia alla bio-acustica, dalla stimolazione bilaterale (EMDR eye movement desensitization and reprocessing) alla sinestesia.
Questa ricerca scientifico-emozionale, è finalizzata ad agire sulle percezioni sensoriali in maniera induttiva: ogni singolo elemento del pubblico viene invitato a costruire e ad ascoltare la sua propria ed unica performance emozionale interiore
28
novembre 2009
Mar.core – Aiòn #oo1
28 novembre 2009
performance - happening
serata - evento
serata - evento
Location
TEATRO MASSIMO
Cagliari, Via Edmondo De Magistris, (Cagliari)
Cagliari, Via Edmondo De Magistris, (Cagliari)
Biglietti
12 euro per abbonati alla stagione di prosa 10 euro
Vernissage
28 Novembre 2009, ore 17 Mar.core (aka Marco Rocca) e Enrico Ghezzi Ore 21.00 performance by _Mar.core (aka Marco Rocca)
Sito web
www.marcore.altervista.org
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